Strage georgofili: Fico, verità non solo per parenti vittime

In occasione del ventottesimo anniversario della strage di via dei Georgofili: i messaggi del presidente della Camera, Roberto Fico e della presidente del Senato, Elisabetta Casellati

 

“La legittima domanda di verità e giustizia non appartiene soltanto ai parenti delle vittime, a cui va il mio sincero ringraziamento e la mia gratitudine per aver sempre mantenuto vivo il ricordo e continuato a difendere le ragioni della giustizia e della democrazia. La verità deve essere un’esigenza per tutti noi, perché un’autentica consapevolezza dei passaggi, anche dolorosi, del vissuto di una collettività arricchisce la coscienza civile del Paese e, soprattutto, vale come un monito sulla necessità di preservare sempre la nostra democrazia”. Lo scrive il presidente della Camera Roberto Fico in un messaggio all’Associazione parenti delle vittime della strage dei Georgofili, in occasione del 28mo anniversario.

“In occasione del ventottesimo anniversario della strage di via dei Georgofili – scrive Fico -desidero rivolgere ai familiari delle vittime e alla loro associazione la più sentita vicinanza della Camera dei deputati e quella mia personale. A distanza di così tanti anni è ancora forte lo sgomento e la commozione per l’attentato in cui persero la vita Angela Fiume, custode dell’Accademia dei Georgofili, suo marito Fabrizio Nencioni, le loro bambine Nadia e Caterina, e lo studente universitario Dario Capolicchio. L’esplosione provocò anche decine di feriti e gravissimi danni alle strutture abitative e al patrimonio artistico di Firenze, colpita nel cuore della sua identità storica e sociale”.

“Si è trattato dell’ennesimo vile attacco allo Stato – prosegue il presidente della Camera -messo in atto dalla criminalità mafiosa, autrice in quegli anni di una spietata stagione stragista nella quale anche l’attentato dei Georgofili va inquadrato. Una strategia folle, che ispirò pochi mesi più tardi anche gli attentati dinamitardi di Roma e di Milano, e segnò profondamente il Paese, stordito e disorientato da quella violenza cieca e atroce. Il lungo e complesso iter giudiziario ha fatto emergere un sistema di connivenze tra criminalità organizzata e alcuni settori deviati dell’apparato statale. Ciononostante, ancora oggi il doloroso ricordo di quella tragedia si accompagna al profondo rammarico per non aver dissipato tutti i dubbi e le ombre su quanto accaduto e per non poter contare su una verità piena ed inconfutabile su quella tragica stagione della nostra storia recente”. Di qui la sottolineatura di Fico che “la legittima domanda di verità e giustizia non appartiene soltanto ai parenti delle vittime”, ma è una “esigenza” per tutta la società italiana. “L’impegno della Camera dei deputati per una rigorosa declassificazione e pubblicazione di tutti gli atti formati o acquisiti dalle commissioni parlamentari di inchiesta – osserva Fico – si inserisce nel solco di questo percorso di trasparenza e verità al quale ho voluto dare particolare impulso e grande attenzione. Lo dobbiamo alle vittime di tutte le stragi compiute nel nostro Paese, a chi ogni giorno lavora per promuovere la legalità e la giustizia, a tutti i cittadini che amano la nostra Carta costituzionale e ne difendono incondizionatamente lo spirito ed i valori”, conclude Fico.

Rivolgo il mio saluto a Luigi Dainelli, Presidente dell’Associazione tra i Familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, alle Autorità e a tutti coloro che partecipano agli eventi organizzati in occasione del XXVIII anniversario della strage”. Questo il messaggio inviato dal Presidente del Senato Elisabetta Casellati all’Associazione tra i Familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili in occasione del XXVIII anniversario dell’attentato. “La notte del 27 maggio 1993 – prosegue – una ferita profonda lacerava Firenze, cuore della nostra civiltà e della nostra storia. Una ferita profonda lacerava l’Italia tutta. Dolore, disperazione e smarrimento. Questi sentimenti attraversarono le nostre menti alla vista delle terribili immagini di distruzione. Mai potrò dimenticare la piccola Caterina Nencioni avvolta in un lenzuolo bianco, vittima, con tutta la sua famiglia, di una violenza brutale e inaccettabile. L’indignazione di noi tutti, cittadini liberi e onesti, unì il Paese e divenne, da subito, antidoto alla rassegnazione. Una volontà ferma di verità e giustizia animò la forza di una reazione determinata e corale. Proprio per questa volontà lo Stato ha vinto. Ha vinto e continua a vincere le mafie, tutte le mafie. In una battaglia quotidiana che deve vedere sempre le Istituzioni democratiche a fianco dei cittadini. Nella consapevolezza che la democrazia si difende con il coraggio della conoscenza. Una consapevolezza che mi ha sostenuto anche nell’iniziativa di rimuovere in Senato il segreto funzionale dagli atti delle Commissioni di inchiesta che hanno lavorato sul terrorismo e sulle stragi. Un segnale forte, una testimonianza tangibile dell’impegno e della presenza dello Stato che, ne sono certa, sosterrà sempre anche la vostra ricerca di verità e giustizia”.

Strage dei Georgofili: commemorazione a numero chiuso, presenti Ermini e Cafiero De Raho

Strage di Via dei Georgofili. Alle 1.04 di questa notte è avvenuta la deposizione di una corona floreale sul luogo dell’attentato. Alle 8.30 (cimitero La Romola) deposizione corona sulla tomba della famiglia Nencioni. Alle 9.00 l’Accademia dei Georgofili ha organizzato la celebrazione di una Santa Messa in suffragio delle vittime (chiesa di S.Carlo, via dei Calzaiuoli) e alle 10 l’apertura al pubblico della Sede Accademica per la mostra ’27 maggio 1993′, acquerelli di Luciano Guarnieri ed esposizione di immagini fotografiche.

Con una cerimonia silenziosa, alla presenza del vicepresidente del Csm David Ermini e del
procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, si è tenuta questa notte a Firenze la commemorazione della strage dei Georgofili, che la notte fra il 26 e il 27 maggio 1993 costò la vita a cinque persone e causò danni al patrimonio artistico della Galleria degli Uffizi.
Alle 1:04, orario dello scoppio dell’autobomba, è risuonato il suono delle campane ed è stata deposta una corona floreale nel luogo dell’attentato. La cerimonia, a numero chiuso per l’emergenza coronavirus, è stata preceduta da un breve corteo partito da Palazzo Vecchio. Presenti, tra gli altri, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo e rappresentanti dell’associazione tra i familiari delle vittime della strage.

L’impressione è che stavolta si possa davvero essere vicini ad una svolta sulle verità della strage dei Georgofili del 27 maggio e sulle altre stragi mafiose del 1993 e 1994. Una stagione buia dell’Italia. Una guerra per poi arrivare a patti e fare la pace, cancellando magari il carcere duro del 41 bis.  La speranza di squarciare l’ultimo velo è l’impressione almeno dopo oltre tre ore di ricordi, racconti, appelli ed interventi della lunga commemorazione, in forma di seminario trasmesso in streaming nel pomeriggio di ieri da Sant’Apollonia a Firenze, organizzato dalla Regione. Presenti le istituzioni, i magistrati (fiorentini e nazionali), i familiari delle vittime e gli studenti di un liceo della città.

Ventotto anni fa Firenze si trovò nel mezzo di una guerra e di una trattativa tra mafia e Stato. Fu una strage – quella dove morirono  Angela Fiume e Fabrizio Nencioni, le loro figlie Nadia e Caterina di nove anni e due mesi e lo studente universitario fuori sede di Sarzana Dario Capolicchio – che fu  parte di un più ampio progetto di destabilizzazione della democrazia e di attacchi feroci ai protagonisti della lotta alla criminalità, ricorda Luigi Dainelli, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime.

La verità sugli organizzatori ed esecutori di quell’attentato nel cuore di Firenze che provocò la morte di cinque persone, preceduta e seguita da almeno altri sette od otto atti criminali simili in tutta Italia, è scritta nelle tre sentenze definitive (diciotto ergastoli) dei tre processi fiorentini, ricorda l’avvocato Danilo Ammannato, legale di parte civile dell’associazione dei familiari vittime della strage. “La verità storica la conosciamo – dice – ed anche quella giudiziaria è acclarata, al 95 per cento”.   “Manca – aggiunge, invocando l’apertura di un dibattimento naturalmente fondato su precisi e circostanziati fatti giudiziari – quella sui concorrenti esterni, quelli che a Cosa Nostra hanno suggerito, dato indicazioni o chiesto favori. Quello rimane da scoprire.”.

E in quella direzione pare che si stiano muovendo (e negli ultimi mesi si sono accelerate) le indagini. “L’attività della magistratura non si è mai fermata di fronte all’esigenza di fare luce” sottolinea il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, intervenuto a Firenze. “Passi in avanti – racconta –  si stanno facendo e si faranno. Gli uffici di più procure si stanno muovendo con grande dinamismo per conseguire il risultato della verità: ma che sia una verità reale – mette in chiaro – , corrispondente cioè a quel che è avvenuto veramente, senza infingimenti e senza esporre qualcuno a rischio di fare affermazioni che poi vengono smentite.  Il nostro è un Paese in cui lo stato di diritto pretende che la prova effettivamente corrisponda a quei parametri che il nostro codice e la nostra Costituzione chiedono”.  Magari anche rimuovendo il segreto di Stato sui documenti dei servizi di sicurezza, propone.   “Quei servizi costituiscono un pilastro della nostra democrazia  e sicurezza – aggiunge -, ma laddove i processi fanno emergere  opacità è necessario che vi sia piena chiarezza”.

“La procura di Firenze sta spendendo le migliori energie in queste indagini svolte in coordinamento con altre procure distrettuali e sotto l’egida della procura nazionale” conferma il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo, che lancia anche l’allarme sulle capacità corruttiva e di penetrazione nell’economia legale della criminalità organizzata, forte di una grandissimi liquidità ed aiutata in questo dalla crisi economica del dopo Covid.

Il procuratore aggiunto di Firenze Luca Guido Tescaroli, anche lui intervenuto al convegno in Santa Apollonia,  è ancora più chiaro sulle direzione su cui si sono avviate le indagini. “Stiamo lavorando – dice – per verificare se siano dimostrabili, su un piano processuale, convergenze e interessi sulle stragi di personaggi estranei al sodalizio mafioso, perché ci sono elementi che contengono in sé ambiguità e necessitano di spiegazioni: interrogativi su cui cercare una risposta”.  E al riguardo si sofferma pure sui collaboratori di giustizia, un istituto da incentivare perché sono stati “decisivi nelle ricostruzione della verità oggi patrimonio di tutti”,

L’invito a cercare fino in fondo la verità arriva anche dalle istituzioni.  “Dalla verità – sottolinea l’assessore alla legalità della Toscana, Stefano Ciuoffo – non possiamo mai sottrarci. E non può esservi approccio che tende a sottacere il pericolo o negarne l’esistenza, primo favore che si può fare alle mafie. Per questo il fenomeno delle mafie va studiato e monitorato”. Per questo va mantenuta la memoria e non abbassare mai la guardia, ricorda l’assessore alla legalità di Firenze Alessandro Martini. La tradizione legalitaria di una terra come la Toscana e la presenza di forti anticorpi potrebbe portare a sottovalutare il rischio. Di conseguenza anche l’educazione nelle scuole è importante.

“Dobbiamo impegnare tutte le energie positive delle comunità per contrastare le mafie” conclude e riassume il presidente della Toscana Eugenio Giani, che ricorda con commozione quella notte del 27 maggio 1993 che visse in prima persona da assessore al comune di Firenze sul luogo della strage, mentre con il passare dei minuti e delle ore l’ipotesi non di un incidente ma di una bomba e di un attentato pianificato nei più minuti particolari si faceva largo.  Fu un grido di dolore, ricorda il sindaco di Firenze Nardella, che è diventato però una presa di coscienza collettiva e una mobilitazione che continua ancora oggi. Perché o si sta contro la mafia o si è complici della mafia. E perché, come ricordava spesso il giudice Caponnetto che a Firenze ha trascorso i suoi ultimi anni, la mafia alla fine ha più paura della scuola che della giustizia.

Controradio Infonews: le principali notizie dalla Toscana, 26 maggio 2021

Controradio Infonews: ultim’ora, aggiornamenti, cronaca ed eventi in Toscana nella sintesi mattutina di Controradio. Per iniziare la giornata ‘preparati’.

Controradio Infonews: Dopo lo sgombero dell’immobile in via Baracca di ieri a Firenze, circa 70 persone hanno occupato ieri sera il ponte in piazza Puccini. “Uno sgombero di per sé non porta mai a soluzioni, ma sposta semplicemente i problemi”. Lo afferma in una nota l’organizzazione Medici per i diritti umani (Medu),
Controradio Infonews: Sarà attivata in Toscana entro la fine di questa settimana – per gli over 40 anni – la modalità ‘last minute’ di prenotazione dei vaccini anti Covid sul portale regionale, che darà agli utenti la possibilità di prenotare la somministrazione entro le 24 ore successive.  Intanto medici di medicina generale e farmacisti potranno somministrare i vaccini a partire dal mese di giugno, mentre gli odontoiatri andranno negli hub vaccinali per aiutare il personale già impiegato.
Una legge per la tutela e sicurezza sul lavoro dei ‘rider’: è quanto approvato dal Consiglio regionale della Toscana. “è una buona notizia. la Regione Toscana è la prima in Italia a dotarsi di una legge di questo tipo”. Così la Cgil Toscana, che insieme alle categorie Nidil e Filt Cgil ha partecipato alla discussione che ha portato al varo del provvedimento.
Slittata ad oggi la votazione del Consiglio regionale sulla proposta di legge che cancella l’emendamento in materia di scarichi industriali delle concerie, finito all’attenzione della Dda fiorentina. La seduta di ieri dell’assemblea toscana  riprenderà  alle 9.30 con la conclusione del dibattito e l’approvazione.
Controradio Infonews: Una messa in suffragio delle vittime e una mostra per il 28/o anniversario dell’attentato di via dei Georgofili a Firenze. E’ quanto organizzato per oggi dall’Accademia dei Georgofili. Alle 16 (Auditorium Santa Apollonia) webinar ‘Sblocchiamo la verità’. Alle 19.30 (Salone Cinquecento, Palazzo Vecchio) ‘Aspettando le 1.04’. A mezzanotte e mezzo, il vicepresidente del Csm David Ermini presenzierà alla deposizione di una corona floreale sul luogo dell’attentato.
Flash mob di Cgil, Cisl e Uil nell’ambito della mobilitazione nazionale unitaria, per chiedere maggiore sicurezza sul lavoro, più controlli e più investimenti all’indomani dell’ennesimo incidente sul lavoro. Intervengono lavoratori, sindacalisti, Rls, presente Dario Nardella (ore 9.30-11, piazza Signoria). A Lucca (piazza Grande, ore 10) analoga iniziativa.
Controradio Infonews: Sulla panchina viola arriva  l’ormai ex tecnico del Napoli, Rino Gattuso. Ieri l’incontro decisivo per mettere a punto i dettagli dell’accordo che lo legherà alla Fiorentina per due stagioni. La presentazione salvo cambiamenti avverrà i primi di luglio.  L’annuncio dell’arrivo dell’ex campione del mondo è stato dato dalla società viola sui canali ufficiali
‘PASSI’, Performing arts, scuola, società, inclusione. Online un video che racconta i protagonisti di questo progetto. Lancio in diretta su Controradio e sulle pagine Facebook deI partner (ore 9.30). In seguito il video sarà comunque disponibile sul canale YouTube di Cospe e sul portale ragazzi della Fondazione Cr Firenze.

Strage dei Georgofili: maratona on line di ricordo il 26 e 27 maggio

Mercoledì 26 maggio alle 16 nell’auditorium di Santa Apollonia a Firenze sul palco istituzioni,  magistrati, familiari e alcuni studenti del liceo scientifico fiorentino “Da Vinci” per chiedere verità per la strage dei Georgofili

La Toscana e Firenze non dimenticano la strage dei Georgofili e le sue cinque vittime. Strage di mafia, ma di cui ancora non sono noti i mandanti occulti. E nonostante che l’emergenza sanitaria da Covid ancora in corso limiti iniziative in piazza e convegni affollati, ricorderanno mercoledì 26 e giovedì 27 maggio quel boato che ventotto anni fa, nel 1993, sconquassò il capoluogo toscano in una tranquilla notte di maggio. Regione, Comune di Firenze, Comune di San Casciano in Val di Pesa e associazioni dei familiari delle vittime, tutti insieme come ogni anno.

Lo faranno con un convegno che invita a ‘sbloccare’ la verità sulle stagioni delle stragi in Italia del 1992 e 1993, alla luce anche di nuove rilevazioni e indagini che si sono riaperte , perché se noti e condannati sono oramai gli esecutori materiali e i mandanti interni, non altrettanto può dirsi di chi, dall’esterno, quella strage l’ordinò o non fece nulla per fermarla.
L’appuntamento è mercoledì 26 maggio alle 16 nell’auditorium di Santa Apollonia a Firenze: protagonisti sul palco istituzioni,  magistrati, familiari e alcuni studenti del liceo scientifico fiorentino “Da Vinci”. Ci saranno il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore alla legalità Stefano Ciuoffo, il sindaco di Firenze Dario Nardella e l’assessore Alessandro Martini.
Parleranno il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, la presidente della Corte di appello di Firenze Margherita Cassano, il procuratore Capo di Firenze Giuseppe Creazzo e il procuratore di Firenze Luca Guido Tescaroli  e il legale dell’Associazione “Tra i familiari delle vittime della strage dei Georgofili”.  L’inchiesta sui mandanti occulti ha avuto un’accelerazione negli ultimi tempi e di recente, tra marzo ed aprile, gli investigatori della Dia di Firenze si sono recati sul lago d’Orta in Piemonte, uno dei rifugi dei boss mafiosi Graviano durante i dieci anni di latitanza interrotta nel 1993, e poi al carcere di Terni, dove i due fratelli sono reclusi.

Le presenze in platea saranno contingentate, ma l’evento potrà essere seguito on line: sul canale youtube di Intoscana ed anche sulle pagine facebook di Toscana Notizie.

Alle 19.30, sempre di mercoledì 26 maggio, altro ricordo della strage dal Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, con letture sceniche ed esibizioni musicali, trasmesse in streaming sul canale youtube del Comune di Firenze. Quella di Teatri d’imbarco sarà il primo studio di uno spettacolo che dovrebbe andare in scena ad ottobre, mentre l’Orchestra Sinfonietta del Conservatorio Cherubini sarà protagonista di alcune composizioni originali per l’evento. Quindi la diretta, attorno a mezzanotte e mezza (a  cura dell’associazione dei familiari ma seguibile anche sul canale facebook dei Toscana Notizie), da via dei Georgofili dove sarà deposta una corona di fiori sul luogo della strage. Una corona come quella che la mattina del 27 maggio, alle 8.30, troverà posto al cimitero della Romola dove riposa la famiglia Nencioni, nel comune di San Casciano in Val di Pesa che alle 15, sulle pagine web dell’amministrazione comunale, darà voce agli studenti delle medie  e delle elementari e ai loro pensieri contro la mafia.

La strage della notte del 27 maggio si consumò nel mezzo di Firenze, in un tranquillo angolo del centro storico: tra l’Arno, gli Uffizi e l’Accademia dei Georgofili, sotto la torre de’ Pulci  fatta saltare con il tritolo della mafia alle una e 4 minuti esatti. Quella bomba uccise cinque persone: Angela Fiume e Fabrizio Nencioni, lei custode dell’Accademia e lui ispettore dei vigili urbani, le loro figlie Nadia e Caterina di nove anni e due mesi e lo studente universitario fuori sede di Sarzana Dario Capolocchio. Ma il Fiat Fiorino imbottito a Prato dell’esplosivo della mafia ferì anche altre quarantotto cittadini e danneggiò diverse opere d’arte, di cui sette perdute per sempre.

Quelle immagini, che molti hanno ancora impresse nella mente, rivivono on line, anche sul sito dell’associazione dei familiari delle vittime: gli squarci negli edifici, il recupero dei corpi senza vita, il dolore e la pietà umana dei soccorritori che avvolgono in una fagotto di panno il corpo della piccola Caterina.

Continuare a ricordare (e non solo commemorare), ventotto anni dopo, non è un gesto scontato. Altrove ci si è dimenticati, col tempo,  delle stragi del 1993 e 1994, che non furono solo quella di Firenze.

Ci fu infatti l’autobomba fatta esplodere a Roma  in via Fauro ai Parioli il 14 maggio, poco dopo il passaggio del giornalista Maurizio Costanzo che rimase illeso, e le altre due bombe, scoppiate quasi in contemporanea il 27 luglio, in San Giovanni in Laterano a Roma e in via Palestro a Milano, con quattro vittime e una dozzina di feriti.  Il 28 luglio un altro ordigno esplose, sempre a Roma, davanti alla chiesa di San Giorgio al Velabro, con un altra ventina di feriti. Ci furono anche due attentati falliti: il 23 maggio 1994 nella vicinanze dello stadio Olimpico di Roma e il 14 aprile, per il ciglio di una strada dove di solito passava il collaboratore di giustizia Salvatore Contorno.

In Toscana, anziché solo commemorare, si è deciso di raccontare ai giovani, ancora oggi, e costruire archivi e case della memoria, per rafforzare la cultura della legalità.

Strage Georgofili: in Antimafia spunta nuovo testimone

Spunta un nuovo testimone di quanto avvenne la notte della strage dei Georgofili a Firenze nel 1993. La Commissione antimafia – è emerso ieri sera – ha acquisito nei mesi scorsi dalla questura di Firenze una sorta di rapporto interno redatto del 2013 in cui si parla di una vicenda inedita: quella notte, in una strada nel cuore della città, in un arco temporale che va dalle 23 alle 24, accade qualcosa di insolito.

Un testimone, subito dopo la strage riferì che quella notte i strada vi fu un vociare che attirò la sua attenzione. Percepì la presenza di due giovani che tentavano di recuperare una busta finita sotto lo stipite del portone. In quel mentre arrivò una Mercedes scura con all’interno una donna e comparve una Fiat Fiorino bianca.

A via dei Georgofili esplose un Fiorino, ha ricordato ieri sera il dottor Donadio, consulente della Commissione antimafia che con il senatore Mario Michele Giarrusso ha ricostruito la vicenda: dei 734 che circolavano in quel periodo in Toscana nessuno era in centro a Firenze. Con le dichiarazioni dell’uomo venne costruita una sorta di identikit della donna giovane che l’uomo aveva visto, donna che aveva i capelli neri a caschetto.

Successivamente l’uomo ha reso testimonianze spontanee sia davanti ai carabinieri che alla polizia e ha detto che i due uomini si passarono una borsa di tela di colore azzurra o blu che gli sembrò molto pesante tanto che venne alzata dai due e che finì nel Fiorino. Poi disse di aver capito che il vociare dei due non era per recuperare una busta nello stipite della porta, come aveva creduto in un primo momento, ma che volevano recuperare una pianta di Firenze a colori con cerchiati due punti della città.

Strage Georgofili: morta Giovanna Maggiani Chelli

E’ morta la notte scorsa, dopo una lunga malattia, nella sua casa di La Spezia, Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell”Associazione tra i familiari delle vittime della Strage di via de’ Georgofili’. Aveva 75 anni.

Fu ‘spina nel fianco’ di inquirenti e opinione pubblica affinché si facesse piena luce sull’attentato mafioso del 27 maggio 1993 a Firenze che causò cinque vittime, decine di feriti e ingenti danni. Morirono Fabrizio Nencioni e Angela Fiume con le figlie Nadia, 9 anni, Caterina, 50 giorni di vita, e lo studente Dario Capolicchio, 22. Giovanna Maggiani Chelli, che era madre di una ragazza coinvolta nell’attentato, che fece parte della strategia stragista di Cosa Nostra nel 1992-1993, non perse mai un’udienza dei processi contro Riina e gli altri mafiosi.

Fu tra i fondatori dell’associazione dei familiari che la ricorda con un altro esponente, Walter Ricoveri :”Donna pervicace,intelligente, di grande energia, con grande capacità di analisi, è stata anima della nostra associazione, ha stimolato per anni la massima attenzione sulle stragi e sulla mafia. Era stimata nelle istituzioni e nella magistratura, venne nominata cavaliere della Repubblica per il suo impegno, la sua attività è stata incessante fino a ora”. I funerali si svolgeranno domani a La Spezia in forma privata.

“Si è battuta senza sosta per 26 anni convivendo con il dolore perché giustizia fosse fatta fino in fondo”. Così il sindaco Dario Nardella ha ricordato Giovanna Maggiani Chelli. “Giovanna – ha aggiunto il sindaco – era la ‘voce’ delle vittime dell’attentato del 27 maggio 1993. Una donna coraggiosa e tenace che contagiava nella sua passione civile per la ricerca della verità”. “E a tutti noi ha affidato un compito da portare avanti – ha concluso -, continuare nella battaglia perché sia fatta luce completa su quella tremenda pagina della storia della nostra Repubblica”.

Cordoglio anche da parte del vicesindaco di Firenze Cristina Giachi: “Intransigente e coraggiosa ma anche sensibile e delicata – ha detto – Giovanna è stata una donna di principi, donna di coraggio, lontana dai compromessi e schietta a qualunque costo”.

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