🎧 Prato, Pecci: bilancio 2023 in attivo di 329mila euro

Si è chiuso con un attivo di 329mila euro il bilancio 2023 della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana (Fact) che amministra il Centro Pecci di Prato.

L’azione manageriale svolta in questi anni, spiega una nota del Pecci, ha determinato l’aumento dei finanziamenti provenienti da fonti diverse dai soci pubblici, che nel 2023 sono saliti a 755mila euro (+86% rispetto al 2022), rappresentando il 23% del totale dei proventi. In aumento anche le entrate provenienti da servizi erogati al pubblico (biglietteria, affitti di spazi …), che lo scorso anno sono salite a 334mila euro, con un incremento del 70% rispetto al 2019.

Al tempo stesso sono diminuiti i costi fissi. Nel complesso, il patrimonio netto della Fondazione L. Pecci sale a fine 2023 a 1,6 milioni. “Questo bilancio positivo – commenta il presidente della Fact Lorenzo Bini Smaghi – riflette l’azione di risanamento e di rilancio svolta nel periodo recente, che dovrà essere proseguita nei prossimi anni, in linea con l’ambizione di riportare il Pecci al centro dell’arte contemporanea italiana”.

Per il direttore generale della fondazione Pecci Stefano Collicelli Cagol “il risultato positivo del bilancio 2023 corrisponde a un’oculata politica di contenimento costi e alla ricerca di un rinnovato sostegno privato alle nostre progettualità. Questo traguardo consente di focalizzarsi sulle sfide del futuro che attendono il Centro Pecci, propulsore delle ricerche artistiche contemporanee e luogo di incontro per esperienze eccezionali e per la formazione di nuove comunità”.

🎧 Al Pecci la prima retrospettiva italiana di Alfredo Volpi, in diaologo tra la Toscana e il suo Brasile

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato propone da domani (16 marzo) fino al 9 giugno la prima retrospettiva di Alfredo Volpi in un’istituzione italiana. La mostra ricostruisce la produzione del pittore modernista brasiliano, nato a Lucca nel 1896, presentando una vasta selezione del suo repertorio pittorico insieme a una serie di documenti che ne attestano il percorso artistico e il ruolo centrale avuto nell’arte brasiliana del Novecento.

AUDIO Stefano Collicelli Cagol, Direttore Pecci

“La mostra di Alfredo Volpi avvia il nuovo ciclo del Centro Pecci, con un Consiglio di Amministrazione rinnovato, che intende proseguire l’azione di rilancio del Museo per farlo diventare vero protagonista dell’arte contemporanea in Italia” afferma Lorenzo Bini Smaghi, Presidente della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana.

“Per la prima personale in Italia di un grandissimo artista brasiliano come Alfredo Volpi, nato però a Lucca, non poteva esserci contesto più appropriato che il Centro Pecci, la casa della ricerca artistica contemporanea della Toscana. Tutto l’anno 2024 vedrà il paesaggio e il territorio di questa regione protagonisti della programmazione del Centro Pecci, in un rinnovato impegno dell’istituzione nel suo ruolo di sostegno e promozione dei linguaggi contemporanei.” Dichiara Stefano Collicelli Cagol, Direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.

La mostra Alfredo Volpi: Lucca-São Paulo, 1896-1988 presenta per la prima volta in Italia più di 70 opere che testimoniano i momenti salienti della carriera dell’artista, dalle prime tempere degli anni Quaranta fino alle opere più note degli anni Settanta. Nel corso della sua vita Volpi ha presentato più volte i suoi dipinti in Italia: nel 1963 l’Ambasciata del Brasile a Roma ospitò una sua mostra personale, seguita l’anno sucessivo dall’inclusione nella Biennale di Venezia. Alfredo Volpi: Lucca-São Paulo, 1896-1988 è la prima retrospettiva dedicata da un’istituzione italiana a uno dei protagonisti dell’arte brasiliana e internazionale del secolo scorso. La mostra, curata da Cristiano Raimondi con l’assistenza di Daniel Donato Ribeiro, si svolge nel 150° anniversario dall’inizio dell’Immigrazione italiana in Brasile, nella stessa regione in cui Alfredo Volpi era nato e che era stato costretto a lasciare.

Nel 1898 Alfredo Volpi (1896-1988) emigrò con la famiglia dalla Toscana a São Paulo. Nello stesso periodo, tra Otto e Novecento, quasi tre milioni di immigrati italiani arrivarono in Brasile. Negli anni Dieci Volpi iniziò a lavorare come pittore decorativo per commissioni private, occupazione che manterrà sino alla metà degli anni Trenta. Contemporaneamente, cominciò a dipingere da autodidatta le sue prime tele a olio, attività che proseguirà fino alla fine della sua carriera a metà degli anni Ottanta. I suoi primi dipinti en plein-air mostrano già un’attenta osservazione della vita quotidiana nelle periferie di São Paulo, continua fonte di  ispirazione per la loro cultura popolare, i paesaggi naturali e le vedute urbane. Nonostante il grande successo ottenuto negli ultimi tre decenni della sua vita, Volpi rimase riservato e concentrato sul suo lavoro.

A partire dagli anni Quaranta, iniziò a sperimentare la tecnica della tempera, rendendo sempre più il movimento della pennellata un elemento visibile e costitutivo del dipinto. Il suo trattamento della superficie piana diventò più strutturato: i volumi si appiattirono, il colore steso in strati sottili e trasparenti assunse valore assoluto. Nonostante la formazione autodidatta, Volpi rivelò di aver assorbito la lezione del Novecento Italiano e delle ricerche internazionali: tra i suoi riferimenti, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Henri Matisse e Paul Cèzanne. Nel 1950, poi, durante un viaggio in Italia, Volpi scoprì le opere di Margaritone d’Arezzo, Giotto e Paolo Uccello, che gli ispireranno soluzioni spaziali sospese e cristalline, come prive di gravità. In particolare durante la sua fase “concreta” alla fine degli anni Cinquanta, Volpi trasformò in sintassi geometrica le vedute urbane tipiche della sua produzione, sviluppando lungo gli anni Sessanta e Settanta una sintesi unica tra tradizione, modernità e motivi popolari. Le sue famose bandierine, stendardi festivi dei quartieri popolari di São Paulo, diventano così un puro motivo geometrico che permette a Volpi di realizzare infinite variazioni cromatiche e compositive sullo stesso soggetto.

Il catalogo della mostra, edito da Mousse Publishing, conterrà i testi critici di Stefano Collicelli Cagol, Cristiano Raimondi, Daniel Donato Ribeiro, Virginia Magnaghi, Valeria Piccoli, oltre alle immagini delle opere esposte.

Promossa e organizzata da Fondazione per le arti contemporanee in Toscana – Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, istituzione fondata da Comune di Prato e sostenuta dalla Regione Toscana, la mostra è sostenuta da Ambasciata del Brasile, 150° Immigrazione italiana in Brasile, Istituto Alfredo Volpi de Arte Moderna, Almeida & Dale e Finarte

🎧 Prato: dal 6/10 al via il Centro Pecci Books Festival

Al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, da giovedì 6 a sabato 8 ottobre, arriva il Centro Pecci Books Festival: un programma ricco di incontri, talk, lecture, reading e interviste per confrontarsi con gli autori e scoprire le novità del panorama editoriale italiano.

Nato nel 2019 sotto forma di rassegna dedicata alle narrazioni del contemporaneo, Centro Pecci Books diventa finalmente un Festival. Da giovedì 6 a sabato 8 ottobre, il Centro Pecci ospiterà alcune tra le voci del panorama editoriale italiano in un programma ampio, aperto a tutte le età e dedicato a chi ama la lettura e vuole confrontarsi su temi di attualità. L’inaugurazione di questa prima edizione è fissata per giovedì 29 Settembre alle h.18.00 con la presentazione de “Il quaderno”, esordio letterario di Sonia Bergamasco. Iniziative anche per i più piccoli: ogni giornata del festival verrà aperta da un incontro dedicato alla letteratura per bambini e ragazzi e avrà come protagoniste l’autrice Noemi Vola – Sulla vita sfortunata dei vermi (Corraini 2021) e le due vincitrici del Premio Andersen 2022, Sabrina Giarratana – Poesia di luce (Giunti 2021) – e Nadia Terranova – Il Segreto (Mondadori 2022).  Inoltre per le famiglie ci saranno i laboratori educativi di Bruno Munari, coordinati dallo staff del Centro Pecci.

Per sottolineare l’attività della Sala Cinema del Centro e lo stretto legame tra letteratura e settima arte, a conclusione delle giornate di giovedì 6 e sabato 8 ottobre verranno proiettate due anteprime cinematografiche nazionali: La Pantera delle Nevi di Marie Amiguet e Vincent Munier (voce narrante, Paolo Cognetti – musiche originali di Warren Ellis e Nick Cave–presentato in anteprima a Cannes 2022–Miglior documentario César 2022 e vincitore al Trento Film Festival2022) e Marcia su Roma di Mark Cousins, apertura della 19° edizione delle Giornate degli Autori–Festival del CinemaVenezia 2022. La giornata di venerdì 7 ottobre, invece, sarà conclusa dalla prima presentazione italiana del nuovo libro di Ezio Mauro, “L’anno del fascismo – 1922 Cronache della marcia su Roma” (in libreria dal 4 ottobre): l’autore dialogherà con il giornalista e scrittore Wlodek Goldkorn.

Nella formula del Festival si alterneranno vari format (incontro, talk, lecture, reading o intervista) per realizzare una manifestazione che sia vivace e innovativa per consolidare e ampliare il pubblico. La giornata di sabato 8 ottobre sarà dedicata ai temi della sostenibilità e del cambiamento climatico: alle h.18.00, il professor Alberto Grandi con il suo “L’incredibile storia della neve e della sua scomparsa” (Aboca Edizioni, 2021), partendo dall’invenzione del frigorifero domestico e dell’aria condizionata, arriva al paradosso che per avere le nostre case sempre fresche stiamo contribuendo a rendere la Terra un pianeta torrido; mentre alle h. 19.00, Gabriele Romagnoli presenterà “Sogno bianco” (Rizzoli, 2022), un romanzo che racconta, attraverso una famiglia e tre generazioni, la scomparsa del più importante ghiacciaio italiano. Raccontano il nostro Paese, due antologie atipiche e in parte liquide: Paolo Armelli – L’arte di essere Raffaella Carrà (Blackie Edizioni 2022) con scritti di Vladimir Luxuria, Vanessa Incontrada, Giovanni Benincasa, Daniela Collu e Italica –Il Novecento in trenta racconti (e tre profezie) di Giacomo Papi (Rizzoli 2022).

Uno squarcio sulla letteratura contemporanea con: Vincenzo Latronico – Le perfezioni (Bompiani2022) Vincitore Premio Opera Italiana – 48° Premio Mondello; il ritorno di Rossana Campo con Conversazioni amorose (Bompiani 2022) e Espérance Hakuzwimana con Tutta intera(Einaudi 2022). Infine, nelle giornate di venerdì e sabato, ci saranno tre incontri con altrettante giovani autrici, dedicati all’evoluzione dei formati di scrittura ed al rapporto tra podcast e letteratura queer e di genere: Silvia Pelizzari con Tiresia (Emons 2022), Valeria Montebello con Il sesso degli altri (Chora2022) e Giada Biaggi con Il bikini di Sylvia Plath (Nottetempo 2022). Al Centro Pecci Books Festival riflessione e dibattito si affiancheranno alla convivialità, usufruendo degli spazi del Teatro all’aperto, del Cinema/Auditorium, della Sala Bianca, della Sala Incontri, dell’Urban Center, dei Laboratori della Didattica e del Bar/Bistrot.
Il direttore Centro Pecci Stefano Collicelli Cagol e l’assessore alla cultura del comune di Prato Simone Mangani ai microfoni di Simona Gentili

🎧 Centro Pecci, neodirettore presenta attività 2022

Prato, con un programma caratterizzato dalla valorizzazione del patrimonio museale, dalla promozione delle relazioni con il territorio, da progetti di grandi artisti internazionali, dall’attenzione alla ricerca e all’accessibilità a tutti i pubblici, il neodirettore Stefano Collicelli Cagol, ha presentato le attività 2022 del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.

L’occasione è stata anche il contesto per inaugurare ‘Il giardino dell’arte. Opere, collezioni’, la prima mostra a cura del neodirettore in cui il Centro e il giardino, vengono intesi “non soltanto come luoghi di cura e ristoro ma anche come spazi della meraviglia in cui immergersi nella bellezza in tutte le sue forme. Paragonare Centro e giardino sottolinea il ruolo dell’arte come elemento essenziale per una comunità, e risponde al bisogno di confrontarsi con forme e immaginari nati in momenti storici complessi come quello che stiamo vivendo”.

centroIn podcast le voci del presidente del Centro Pecci Lorenzo Bini Smaghi e del nuovo direttore Stefano Collicelli Cagol.

Il programma culturale del Centro Pecci per il 2022 non presenta solo mostre, ma rivela un’attenzione particolare della nuova direzione a tutte le attività: il Cinema-Auditorium, il Bistrot, il Ristorante, la biblioteca e l’archivio, il bookshop, lo spazio Urban Center e i due Laboratori Didattici “vanno a comporre una istituzione complessa, aperta alla città e alla partecipazione, che permette a differenti tipi di pubblico di fruire di una offerta museale differenziata”. Allo stesso tempo, si sta lavorando per esporre una selezione di opere dalla collezione del Centro Pecci in modo permanente.

L’obiettivo principale resta quello di affermarsi come un centro di riferimento nazionale e internazionale per la creatività contemporanea, ma anche di coinvolgere in modo attivo la comunità facendo del museo uno spazio comune.

Stefano Collicelli Cagol nuovo direttore del ‘Pecci’

Il nome di Collicelli Cagol è stato individuato dal cda della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, presieduta da Lorenzo Bini Smaghi, tra una rosa di candidati selezionati dalla commissione esaminatrice

Stefano Collicelli Cagol è il nuovo direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. La sua nomina, che segue il burrascoso divorzio del museo dalla precedente direttrice – Cristiana Perrella – è stata comunicata oggi. Il nome di Collicelli Cagol è stato individuato dal cda della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, presieduta da Lorenzo Bini Smaghi, tra una rosa di candidati selezionati dalla commissione esaminatrice composta da Bruno Corà, Sarah Cosulich, Guido Guerzoni e Lorenzo Sassoli de Bianchi. Il nuovo direttore assumerà l’incarico dal 10 gennaio 2022 e guiderà per il prossimo triennio la prima istituzione italiana progettata con l’obiettivo di presentare, collezionare, documentare e supportare le ricerche artistiche di arti visive e performative, cinema, musica, architettura, design, moda e letteratura.

Stefano Collicelli Cagol è curatore di By art Matters (Hangzhou, Cina) centro espositivo dedicato alle arti contemporanee. Dal 2018 al 2020 è stato curatore di Fondazione La Quadriennale di Roma e ha co-curato la mostra Quadriennale d’arte 2020 FUORI, Palazzo delle Esposizioni, Roma. Dal 2015 al 2017 è stato Curator at Large del Trondheim kunstmuseum, Norvegia. Ha curato esposizioni e progetti in istituzioni come Palazzo Grassi a Venezia, Lux Artists’ Moving Image a Londra, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino.

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