Muore operaio travolto da blocco di marmo

Tragedia a Marina di Carrara. Operaio dipendente di una ditta di autogru, di circa 40 anni, muore travolto da un blocco di marmo.

Si chiamava Luca Savio e aveva 37 anni, l’operaio morto stamani travolto da un blocco di marmo. Lascia la moglie e un figlio in tenera età.

Carabinieri e tecnici dell’Asl stanno conducendo le indagini per ricostruire la dinamica della tragedia. L’area dove si è verificato l’incidente mortale è stata sequestrata.
Sembra che l’uomo si trovasse vicino a un blocco già posizionato sul terreno. Per cause da chiarire l’informe di marmo si è mosso e ha colpito l’operaio al torace. Inutili sono stati i soccorsi. Per quasi mezz’ora i soccorritori hanno cercato di rianimarlo ma inutilmente. Molte cave, in segno di lutto, hanno subito sospeso il lavoro.

Commenta la tragedia Gualtiero Bassetti, presidente della Cei: “Purtroppo, nonostante le grandi grida e le grandi promesse, io stesso ho constatato che in certi ambienti di lavoro, perché le giro le fabbriche, e prima le giravo ancora di più, spesso mancano gli elementi essenziali della garanzia”.

“Raccomandiamo veramente che tutti i sistemi di sicurezza che sono necessari vengano rigorosamente applicati”, ha affermato, a margine della della Celebrazione eucaristica di San Benedetto nella Basilica di San Miniato al Monte a Firenze. “Non si può esporre la vita di un uomo – ha aggiunto – che ha un valore immenso, lo sa soltanto Dio, a qualche banale accidente per cui uno deve morire lasciando sola la famiglia”.

Il Gruppo regionale Movimento 5 stelle si è unito al cordoglio per l’evento: “Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per la tragica morte dell’operaio schiacciato da una lastra di marmo a Marina di Carrara. Ci stringiamo nel dolore ai familiari ed ai colleghi della vittima. Occorrerà fare piena chiarezza sulle cause dell’incidente fatale e rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza in questi luoghi di lavoro particolarmente a rischio. E’ intollerabile che si continui a morire sul posto di lavoro. Occorre l’impegno di tutte le Istituzioni e di ogni schieramento politico per porre fine a questo tragico bollettino di guerra”.

“Un’altra tragedia, l’ennesima di una lunga serie per il nostro territorio. Bisognerà fare luce sull’accaduto e chiarire tutte le dinamiche. Resta però un fatto, morire sul lavoro è inaccettabile, lo diciamo troppo spesso e mai come adesso quindi è urgente intervenire in maniera concreta sulla prevenzione e sulla sicurezza: l’impegno nelle istituzioni deve essere totale. Così Giacomo Bugliani, consigliere regionale Pd. “Abbiamo messo in campo tante azioni su questo tema come Regione Toscana ma non dobbiamo fermarci, la sicurezza sui luoghi di lavoro deve rappresentare una priorità assoluta. Ai familiari e ai colleghi della vittima il più profondo cordoglio e la massima vicinanza in questo momento di enorme dolore”, conclude Bugliani.

L’assessore al diritto alla salute, Stefania Saccardi, ha commentato: “Ancora un morto sul lavoro. E ancora una volta nel settore del marmo. Il primo pensiero va alla famiglia, alla quale esprimo la mia vicinanza e la mia solidarietà. E’ davvero doloroso registrare un nuovo infortunio mortale proprio in un settore in cui tanto abbiamo fatto per aumentare la sicurezza e accrescere la consapevolezza di lavoratori e datori di lavoro”.

“In questi ultimi anni – ricorda l’assessore – abbiamo messo in campo interventi concreti. Ma evidentemente tutto questo non è ancora sufficiente. Per migliorare la sicurezza nelle cave e nel settore del marmo è necessaria una stretta collaborazione tra lavoratori e datori di lavoro, una vera alleanza tra tutte le figure dell’impresa. E i controlli devono essere assidui e costanti”.

Dure le parole di CGIL Toscana: “A distanza di 2 mesi un altro infortunio mortale sul lavoro si è portato via un lavoratore della provincia. Dalle prime notizie sembra che il giovane stesse lavorando intorno ad un blocco di marmo in un deposito vicino al porto che improvvisamente lo ha colpito mentre lo stava movimentando. Al momento risulta che avesse un contratto di lavoro attivato il 6 luglio e della durata di soli 5 giorni. Un ragazzo di 37 anni ha perso la vita per un contratto di lavoro di soli 5 giorni!Appresa la notizia, nelle cave è scattata la solidarietà di tutti i cavatori che hanno immediatamente abbandonato il lavoro e così hanno fatto tanti lavoratori del piano del settore lapideo. La tragedia di oggi è indice di fallimento di tutta la nostra comunità. Nonostante la task-force messa in campo dalla Regione Toscana continua la strage, perché di vera e propria strage si parla, di lavoratori. La nostra posizione è sempre la stessa: le imprese che non rispettano le leggi e le regole in materia di salute e sicurezza sul lavoro devono essere chiuse! Inoltre tutti gli attori coinvolti devono riflettere sull’ opportunità di consorziare le piccole imprese in maniera tale da avere più garanzie e tutele per lavoratori e lavoratrici. La CGIL di Massa Carrara oltre ad esprimere cordoglio ai familiari del ragazzo e lancia ancora una volta un appello affinchè tutti i soggetti istituzionali coinvolti si impegnino fermamente per fermare questa strage

Toscana vaccini: verifiche dell’autocertificazione

Il ministro della salute ha autorizzato le autocertificazioni per i vaccini, l’assesora alla Sanità Stefania Saccardi aveva fatto notare che “in Toscana non so come si potrebbe applicare” perciò vi sarà la verifica del documento in tutta la regione.

L’autocertificazione è un documento legale che permette ai genitori dei bambini di dichiarare che il figlio è in regola con i vaccini. Poichè legale, dichiarare il falso in questo tipo di atto può portare un illecito penale e una denuncia.

In Toscana, come in altre Regioni, l’anagrafe sanitaria funziona; periò per assicurarsi che i bambini siano vaccinati si ha uno scambio diretto di informazioni tra Asl e scuola che permette di verificare l’avvenuta vaccinazione ed avvertire i genitori in caso di mancanza di qualche vaccino obbligatorio.

“Abbiamo una piattaforma web”, ha detto Saccardi “nella quale le scuole hanno la possibilità di inserire i dati dei ragazzi iscritti, e automaticamente espungere il dato dei bambini che non sono in regola con le vaccinazioni”.

L’assessora aveva già asserito che “Da noi non si porta nessuna autocertificazione”, anche perché “in Toscana non so come si potrebbe applicare”. Infatti l’autocertificazione nella regione sarebbe un metodo che andrebbe a complicare le procedure piuttosto che semplificarle, le certificazioni sarebbero solo documenti in surplus che andrebbero però verificati.

Pertanto in questa situazione, oggi in Toscana ogni autocertificazione di vaccinazione sarà ritenuta indicativa di una possibile falsificazione della situazione sanitaria dei bambini e perciò andranno controllate nuovamente e verificate al fine di non compromettere l’ambiente degli asili e scuole materne.

 

 

 

Sanità: Rossi e Saccardi, nuove linee indirizzo per liste d’attesa

Nuove linee per liste d’attesa per le visite ambulatoriali al centro della delibera approvata in giunta su proposta dell’assessore alla salute, Stefania Saccardi. Presentata oggi in Palazzo Bastogi dal presidente Enrico Rossi e dall’assessore Saccardi con la presenza dei direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliero universitarie.

I punti chiave della delibera per modificare le liste d’attesa portata in giunta dall’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi riguardano: agende di prenotazione rigorosamente elettroniche, e distinte tra primo contatto e follow up; rispetto dei tempi massimi di attesa previsti dal Piano regionale governo liste di attesa e dal Piano nazionale; analisi della domanda e monitoraggio costante del rispetto dei tempi; possibilità per le aziende di acquisire dai professionisti prestazioni in regime di intramoenia per assicurare l’erogazione dell’attività clinica o diagnostica nei tempi previsti.

La delibera, che per il 2018 destina all’attuazione da parte delle aziende di tutte le azioni necessarie per ridurre i tempi di attesa la somma di 10 milioni (all’interno della quota di Fondo sanitario regionale indistinto), è stata presentata ai giornalisti stamani dal presidente Enrico Rossi e dall’assessore Stefania Saccardi, alla presenza dei direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliero universitarie.

Dopo essere intervenuta (nel maggio scorso) per contenere i tempi di attesa per gli interventi chirurgici, la Regione prosegue su questa strada, e con questa nuova delibera affronta il tema delle liste di attesa per la specialistica e la diagnostica.

Il presidente Rossi ha commentato: “La Toscana è prima per i Livelli essenziali di assistenza e per qualità delle prestazioni, ma le liste di attesa sono un punto problematico della nostra sanità, che angustia ed è oggetto di critiche da parte dei cittadini. Questa delibera è importantissima, un intervento fondante per risolvere il problema delle liste di attesa per la specialistica e la diagnostica, e per questo ringrazio quanti ci hanno lavorato. Avremo liste di attesa trasparenti e tracciabili. Ci aspettiamo i primi risultati entro la fine dell’anno. Quando si muove una portaerei come la sanità, le manovre cominciano da lontano”.

L’assessore Saccardi ha aggiunto: “I dati sul nostro sistema sanitario presentati ieri ci dicono che il 50% degli indicatori sono migliorati. Nonostante questo, il tema delle liste di attesa esiste anche in Toscana, è un tema trasversale a tutte le regioni. Noi abbiamo scelto di affrontarlo in modo più deciso, per modificare la percezione che i cittadini hanno della nostra sanità. Siamo partiti già da tempo e abbiamo scelto una soluzione più complessa, ma che potesse avere risultati duraturi nel tempo. Abbiamo lavorato sull’organizzazione, prima per gli interventi chirurgici, ora per la specialistica e la diagnostica. Gli ambulatori saranno disponibili su 12 ore al giorno, e 6 ore il sabato. Abbiamo stabilito anche i livelli territoriali per le prestazioni: per le cose più semplici, il livello di distretto, per quelle più complicate anche il livello di area vasta”.

“Vogliamo che le registrazioni delle prenotazioni vengano fatte su supporti telematici  insieme con l’assessore Stefania Saccardi, e che chiede e che quindi siano tracciabili”, ha detto Rossi, che ha presentato le nuove linee”che si faccia un’intesa coi dipendenti della sanità: cioè, se non si riescono a rispettare le liste, allora si ricorra all’attività aggiuntiva. Vuol dire tenere aperti i nostri servizi, i nostri ospedali, i nostri ambulatori il pomeriggio o addirittura la sera, in qualche caso anche la sera inoltrata e poi il sabato”.

In questo modo, ha aggiunto il governatore, “vogliamo lavorare di più, pagando l’attività aggiuntiva dei dipendenti: vogliamo sviluppare nel pubblico la risposta alla domanda di prestazioni che ci viene dai cittadini”.

Anche in questo caso, come già per gli interventi chirurgici, la parola chiave è Gestione Operativa, una specifica funzione che dovrà essere attivata da tutte le aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie, e il cui compito principale dovrà essere quello di allineare alla domanda la capacità di erogare le prestazioni ambulatoriali, mediante l’analisi qualitativa e quantitativa della domanda stessa e la conseguente allocazione ottimale delle risorse. Per questo, è necessario un efficiente impiego delle risorse umane, tecnologiche e degli spazi fisici. E tutti i componenti della rete devono lavorare in sinergia, con una maggiore integrazione operativa che preveda uno stretto collegamento tra assistenza ospedaliera in regime di ricovero, assistenza specialistica e cure primarie.

Negli ultimi anni, sottolinea la delibera, le prestazioni ambulatoriali stanno assumendo un peso sempre più rilevante anche in ambito ospedaliero, sia per la ricerca di una sempre maggior appropriatezza, che per l’incremento di pazienti con patologie croniche. Si rende dunque necessaria una riorganizzazione complessiva delle modalità di erogazione delle cure ambulatoriali, che superi la frammentazione dei percorsi di diagnosi e di cura, assicurando modalità organizzative di presa in carico che garantiscano continuità nell’accesso alla rete dei servizi, integrazione e raccordo tra le diverse competenze professionali coinvolte.

Questi gli obiettivi di Rossi: “Per sette visite specialistiche bisogna garantire 15 giorni” in lista d’attesa perché “sono le visite più importanti, e poi 30, 60 giorni a seconda di una certa graduatoria per tutto il resto”.

 

Vaccini, Saccardi: “Da noi non si porta nessuna autocertificazione”

Saccardi sui vaccini in occasione della presentazione rapporto Welfare e salute 2017: c’è proposta per obbligo in asili nido e scuole materne, stop alle autocertificazioni.

“In caso di cambio di orientamento del Legislatore italiano, la Toscana potrebbe dotarsi di una legge per l’obbligo vaccinale nelle scuole non dell’obbligo”: lo ha affermato Stefania Saccardi, assessore alla salute della Regione Toscana, a margine della presentazione del rapporto Welfare e salute 2017 oggi a Firenze

“Avevamo già presentato una proposta di legge” ha spiegato “che riguardava le scuole non dell’obbligo, perché questa è l’autonomia della Regione, quindi asili nido e scuole materne, che introduceva quell’obbligo che poi stato introdotto dalla legge nazionale. Valuteremo eventualmente, dopo aver letto i provvedimenti del governo, se in questi termini possa essere opportuno anche far discutere e sottoporre di nuovo al Consiglio Regionale la proposta di legge”.

L’obbligo vaccinale, secondo l’assessore, oltre all’aumento della copertura “ha introdotto anche la possibilità di un dialogo più fruttuoso tra le strutture sanitarie e le persone, molte delle quali si sono convinte a vaccinare i propri figli dopo un colloquio con la struttura sanitaria” 

“Abbiamo una piattaforma web” ha detto l’assessora “nella quale le scuole hanno la possibilità di inserire i dati dei ragazzi iscritti, e automaticamente espungere il dato dei bambini che non sono in regola con le vaccinazioni”.

“Da noi non si porta nessuna autocertificazione”, anche perché “in Toscana non so come si potrebbe applicare”, sottolinea Stefania Saccardi, a proposito dell’introduzione del sistema dell’autocertificazione per l’obbligo vaccinale dei bambini delle scuole.

Ad ora tuttavia “non ho capito quale sia l’intenzione del ministro, leggeremo la circolare”, ha aggiunto Saccardi a margine della presentazione del rapporto Welfare e salute 2017: “Credo che se si vuole cambiare la legge sulle vaccinazioni” ha dichiarato “si debba avere il coraggio di andare in Parlamento e cambiarla, senza introdurre un sistema come l’autocertificazione”.

Rapporto salute e welfare 2017: i toscani stanno bene

Welfare e salute: Toscana è tra le prime regioni italiane. “Il nostro sistema sanitario è un sistema che funziona”, “disagio giovanile e dispersione scolastica sono in miglioramento; e calano anche i dati sulla povertà”.

Una popolazione sempre più anziana, che negli ultimi vent’anni è cresciuta solo grazie agli stranieri; con stili di vita sempre più sani, ottimi servizi educativi per l’infanzia, il mercato del lavoro in miglioramento, mortalità in diminuzione, aumento dei malati cronici, costante incremento della violenza di genere, aumento di donazioni e trapianti d’organo.

E’ la fotografia dei toscani, così come emerge dal Rapporto 2017 su “Welfare e Salute in Toscana”, presentato stamani dall’assessore al diritto alla salute, welfare e integrazione socio-sanitaria Stefania Saccardi, nel corso di una mattinata di lavori che si è tenuta a Firenze, al Teatro della Compagnia.

Il volume integra, per la prima volta, tre distinti prodotti realizzati da soggetti diversi: la relazione sanitaria, il profilo sociale, la valutazione del sistema sanitario toscano, curati rispettivamente da Ars (Agenzia Regionale di Sanità), Regione Toscana attraverso l’Osservatorio Sociale, e MeS (Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa).

“Il nostro sistema sanitario è un sistema che funziona, nonostante tutte le difficoltà di una riforma importante come quella che abbiamo fatto” dice l’assessora Saccardi “Sono i dati a parlare. I dati che emergono dal Rapporto, tutti gli indicatori considerati per la sua realizzazione, parlano di una sanità che funziona bene. I toscani vivono più a lungo, hanno abitudini e stili di vita più sani, maggiori chance di sopravvivenza grazie agli screening; si salvano più vite rispetto al passato, sono cresciute le vaccinazioni; disagio giovanile e dispersione scolastica sono in miglioramento; e calano anche i dati sulla povertà. Certo, ci sono ancora punti deboli su cui si sta lavorando e ottenendo miglioramenti, ma il nostro sistema è in buona salute”.

Sembra che i toscani nel 2017 godano di buona salute a giudicare dalla durata della vita, che assicura a un neonato di oggi di arrivare a più di 85 anni se femmina e a 81 se maschio, circa 6 mesi di più della media italiana, che è tra le più alte del mondo.

Chi nasce e vive in Toscana ha abitudini in linea di massima migliori degli italiani. Si beve meno alcol rispetto al passato, ancora un po’ di più della media italiana, ma con meno eccessi (meno ubriacature). Si mangia un po’ meglio e si fa più attività fisica e sportiva (la praticano 2/3 dei toscani da 3 anni in su), con effetti positivi sul peso: la temuta “epidemia” di obesità, che colpisce molte regioni del sud Italia, in Toscana fortunatamente non c’è. Diminuiscono i fumatori e cominciano gli effetti positivi sulla mortalità legata al fumo: meno malattie respiratorie e meno tumore del polmone quindi.

Diminuisce la mortalità generale, grazie ai continui progressi in prevenzione e cura di tumori e malattie cardiocircolatorie, patologie che da sole costituiscono i 2/3 dei decessi. I programmi di prevenzione primaria (stili di vita) e secondaria (screening) prevengono la malattia o ne anticipano la diagnosi, dando più chance di sopravvivenza e aumentando l’aspettativa di vita di un toscano che scopre di essere malato.

La mortalità infantile, indicatore internazionale dei sistemi sanitari, è ormai a valori molto bassi, così come si riducono la mortalità prematura (la morte che colpisce prima dei 65 anni) e la mortalità evitabile con interventi di prevenzione e cure tempestive assicurate dal sistema sanitario toscano. La tempestività con la quale il sistema reagisce alle emergenze, quando il tempo conta (ictus o infarto), permette di salvare più vite rispe tto al passato.

L’introduzione della legge sull’obbligo vaccinale, ha fatto sì che tutti i livelli di adesione a 24 mesi di vita aumentino in Toscana, riportando la regione sulla soglia di eccellenza della copertura vaccinale in Italia ed in particolare la campagna vaccinale per il Meningococco C, a seguito del grande incremento di casi avvenuto nella nostra regione nel 2015 e nel 2016, ha inciso in maniera davvero positiva, riducendo i casi di malattia e riportandoli sui valori attesi prima dell’incremento.

La Toscana è ormai dal 2012 stabilmente ai vertici della classifica delle regioni dei Livelli Essenziali di Assistenza, ovvero quelle prestazioni e servizi che il Servizio sanitario è tenuto a fornire a tutti i cittadini, confermando la propria capacità di attrarre pazienti da altre regioni. Continua la diminuzione dei ricoveri, grazie al lavoro fatto per ridurre quelli inappropriati, per patologie risolvibili a livello ambulatoriale o in regime breve di Day Hospital.

Tutto avviene in un periodo di profondo rinnovamento del sistema regionale, che ha visto la riforma delle Aziende sanitarie, delle Zone Distretto e del servizio di 118. Pur partendo da una situazione molto positiva i risultati continuano a migliorare: più della metà degli indicatori di performance del sistema sanitario infatti ha registrato in questo ultimo anno miglioramenti, raggiunti anche grazie alla maggior capacità di garantire omogeneità sul territorio toscano in termini di qualità e appropriatezza dei servizi erogati. Alcune difficoltà permangono nell’accesso alle prestazioni diagnostiche e ad alcuni interventi chirurgici, materia sulla quale si è intervenuti recentemente con una delibera regionale per porre in atto misure di riduzione dei tempi di attesa; altre delibere seguiranno, sempre nella stessa direzione. Alcuni risultati del welfare toscano.

I Comuni toscani spendono per interventi e servizi sociali oltre 476 milioni di euro (2015), da cui deriva una spesa pro-capite di 127 € (la media nazionale è di 114 €). C’è un impegno importante nei confronti delle giovani generazioni che vivono situazioni di disagio, in quanto i servizi sociali in Toscana seguono direttamente quasi 4.000 bambini e ragazzi con attività socio educative presenti in tutte le Zone socio sanitarie. Inoltre gli indicatori relativi al disagio ed alla dispersione scolastica sono in miglioramento, quindi aumenta il tempo di permanenza dei ragazzi nei circuiti scolastici e formativi. Esiste e si consolida un Terzo settore forte e disseminato sul territorio con una dotazione di capitale sociale e una spiccata propensione all’associazionismo. In Toscana ci sono oltre 26.500 organizzazioni non profit che coinvolgono oltre 51 5.000 persone attive (di cui il 91% volontari e il 9% addetti). La cooperazione sociale è una realtà consolidata ed è risorsa essenziale per il welfare locale. Il fenomeno della disoccupazione è fortemente al di sotto del dato italiano. Diminuisce lo svantaggio per la componente femminile e diminuiscono i giovani NEET (not in education, employment or training). Migliorano nel contempo i dati sulla povertà che riguardano 59.000 famiglie in povertà relativa (3,6%, dato in diminuzione e molto inferiore al 10,6% medio nazionale) e 53.000 famiglie in povertà assoluta (3,2% contro una media italiana del 6,1%). Sono in aumento le disponibilità reddituali dei toscani che mantengono un trend positivo e collocano la regione al di sopra del dato medio italiano. Uno sguardo sul contesto socio demografico

I toscani al 1.1.2018 sono circa 3.737.000 residenti: la popolazione, cresciuta negli ultimi venti anni grazie agli stranieri (che sono l’11% della popolazione), diminuisce per il terzo anno di seguito. Prosegue un costante invecchiamento della popolazione: gli anziani sono vicini al milione, 1/4 dei toscani è over 64 e ci sono due anziani ogni giovane 0-14 anni. Le famiglie in Toscana sono 1.650.000 e sono in trasformazione. Si assottigliano le reti familiari (2,25 componenti medi per famiglia, media Italia 2,31) e aumenta l’instabilità matrimoniale (13.700 separazioni e divorzi nel 2016, 3,4 ogni 1000 residenti).

Sollicianino: dieci ventilatori dalla regione Toscana

Dieci ventilatori con piantana sono stati inviati stamani dalla Regione al carcere Mario Gozzini, conosciuto come “Solliccianino”.

“L’invio dei ventilatori in carcere era un impegno che mi ero presa e che ho voluto rispettare”, dice l’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi “E’ arrivato il caldo e le alte temperature si fanno sentire anche tra le mura del carcere. Mi auguro che l’invio di questi ventilatori possa alleviare il disagio dei detenuti. Conosciamo le condizioni difficili in cui versano attualmente gli istituti penitenziari, non solo toscani ma italiani in genere, tra cui le carenze strutturali e le inadeguate condizioni micro-climatiche dei locali, il sovraffollamento e l’elevato turn-over delle persone detenute, con conseguente precaria vivibilità degli spazi disponibili, come viene evidenziato anche nei rapporti di vigilanza sanitaria dai Dipartimenti di prevenzione delle Asl competenti territorialmente e dalle segnalazioni dei referenti per la salute in carcere delle stesse aziende in seno all’osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria in Toscana”.

“Per questo”, prosegue Saccardi “abbiamo ritenuto di intervenire offrendo una fornitura di ventilatori all’Istituto Gozzini tramite Estar. Si tratta, oltre che di azioni finalizzate a garantire il benessere e quindi le condizioni di salute, specie per le persone maggiormente sofferenti, di misure minime di tutela del principio di umanizzazione e di dignità che deve essere riconosciuto alle persone ristrette negli Istituti. In continuità, quindi, con lo scorso anno, quando furono forniti 60 ventilatori all’Istituto di Sollicciano, la Regione conferma l’impegno a portare avanti ogni intervento volto a migliorare le condizioni di vita e di salute delle persone detenute nelle carceri toscane”.

La Regione Toscana riconosce infatti il ‘diritto alla salute’ come una delle principali finalità della propria azione di governo, in attuazione del principio costituzionale garantito alla collettività, diritto riconosciuto, al pari degli altri cittadini, anche ai detenuti e internati nelle carceri toscane. Attua quindi interventi finalizzati al miglioramento della qualità della vita dei detenuti, anche attraverso Intese con il Ministero della Giustizia, per definire ambiti di collaborazione istituzionale per la concreta risoluzione delle maggiori criticità esistenti.

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