Renzi “a Firenze il Pd rinnega le primarie”. E lancia Saccardi

“Sabato racconteremo con Stefania Saccardi perché noi la pensiamo in un altro modo” dice l’ex Rottamatore. Gli fa eco l’ex vicepresidente del Senato On.Di Giorgi, ora nella direzione nazionale di Italia Viva,  che sottolinea “con  ‘no’ a primarie Pd sceglie  strada chiusura autoreferenziale

La scelta di non fare le primarie e di lanciare subito in lizza Sara Funaro non è piaciuta ad italia viva. ”A Firenze il Pd rinnega le primarie. E sceglie la candidatura alleandosi con la sinistra radicale: sarà interessante leggere il programma sull’aeroporto, sullo stadio, sui servizi pubblici. Sabato con Stefania sacrari racconteremo con perché noi la pensiamo in un altro modo. Ma proprio in un altro modo. Abbiamo scelto di fare la conferenza stampa in un luogo di libertà: le Murate. Ci vediamo sabato, inizia una sfida fantastica” scrive su X il leader di Iv Matteo Renzi.

Gli fa eco l’ex vicepresidente del Senato On. Rosa Maria Di Giorgi, ora nella direzione nazionale di Italia Viva, che in un comunicato sottolinea “il Pd dice no alle primarie e decide di scegliere il candidato sindaco con una consultazione interna, In contraddizione assoluta con i principi statutari del Pd. Una chiusura che mai si era vista in città e che forse non avremmo immaginato in questa forma”

“ A maggio avevo chiesto le primarie – prosegue Di Giorgi-  ma ci fu un’alzata di scudi sproporzionata contro di me. Guai a interferire in un percorso già tracciato e che infatti si è concluso ieri sera sul nome predefinito da mesi e mesi. Ho capito subito che non c’era alcuna intenzione di cambiare ciò che era stato deciso da pochi. I dirigenti Pd me lo dissero chiaramente. Ho sperato che cambiassero idea, vista la richiesta diffusa di primarie in città o cmq di un percorso condiviso dalla coalizione. Nelle settimane successive, dalle fila di Italia Viva, ho seguito il cammino di Cecilia Del Re nella sua richiesta legittima. Niente da fare. Hanno scelto un candidato in solitudine” .

“Adesso cambierà il quadro politico. Si è scelto di non percorrere un cammino di partecipazione, di democrazia e di apertura alla città e alle idee di tutti. Una paura ossessiva delle primarie, ma non solo, anche la paura di aprire a un candidato condiviso dalla coalizione. La tempesta perfetta. Davvero un’occasione persa per il centrosinistra” conclude Di Giorgi

🎧Toscana, povertà: al banco alimentare oltre 2.200 chili di carne da selvaggina

I risultati ottenuti fino ad oggi e il nuovo bando sono stati illustrati dalla vicepresidente della Regione Toscana ed assessora regionale all’agricoltura Stefania Saccardi, dall’assessore regionale alla salute Simone Bezzini, da Piero Ranfagni in rappresentanza del Banco alimentare e da Roberto Vivarelli presidente dell’Ambito territoriale di caccia di Siena in rappresentanza di tutti gli ATC toscani.

Audio: Stefania Saccardi, Vicepresidente della Regione Toscana e Assessora all’Agricultura e la Caccia

“Siamo lieti  di aver avviato un circolo virtuoso che, a fronte di un investimento regionale di circa 8000 euro, ha portato al Banco alimentare, e dunque sulle tavole delle famiglie meno abbienti, carne nobile per un valore oltre 5 volte superiore. Con il nuovo bando questo investimento sarà molto potenziato, dato che dalla fase sperimentale, che tra l’altro è venuta a coincidere con la gestione della pandemia, si passa ad una fase più strutturata e meglio organizzata”. Lo ha dichiarato dalla vicepresidente della Regione Toscana ed assessora regionale all’agricoltura Stefania Saccardi, commentando la notizia dei  2.263 i chili di carne pregiata di selvaggina – per un valore commerciale di circa 45.000 euro – donati al Banco alimentare in beneficenza dai Cls-Centri di lavorazione selvaggina dal luglio 2021 ad oggi.

“Si tratta di un’iniziativa che ha anche un grande valore per la sicurezza alimentare – ha aggiunto l’assessore regionale toscana  alla salute Simone Bezzini – perché ci permette di fare anche un efficace monitoraggio della salute della selvaggina. E’ indubbia l’importanza di questo bando per le famiglie in difficoltà, ma data la mia delega ne apprezzo anche l’utilità igienico-sanitari, in quanto il controllo della carne degli ungulati abbattuti per fini di controllo numerico ci permette di capire come stanno gli animali selvatici e di monitorare l’eventuale presenza di patogeni. Le carni, infatti, prima di essere distribuite vengono ispezionate nei Centri di lavorazione selvaggina dai veterinari delle Asl, chiamati a condurre un’azione diretta di prevenzione e rilevamento precoce di eventuali malattie che possono colpire la fauna selvatica, e così garantendo al fruitore un prodotto di qualità che rispetti gli standard in materia di sicurezza alimentare. Doveroso un ringraziamento ai professionisti delle Asl e al Banco alimentare che con le sue infrastrutture e la rete di distribuzione ci consente di aiutare le persone in condizioni di svantaggio o di marginalità”.

E’ attualmente attivo il nuovo avviso pubblico, aperto a inizio novembre, che porterà ad una nuova fase di questo progetto, incrementando ulteriormente questo risultato. Al nuovo avviso hanno aderito sette Centri di lavorazione.

“Questo è un progetto che ha valore sia dal punto di vista ambientale che sociale – aggiunge Saccardi – che ho fortemente voluto quando ero responsabile della sanità regionale e che ancora oggi sono orgogliosa di sostenere perchè consente un impiego socialmente utile delle carni dei cinghiali abbattuti nelle battute di contenimento in Toscana. E’ un modo per fronteggiare l’emergenza ungulati ed al tempo stesso offrire un prodotto ad alto valore nutrizionale a persone che altrimenti difficilmente potrebbero acquistarlo ad un normale prezzo di mercato. Ringrazio Il Banco alimentare e la rete della Caritas che con il loro lavoro provvedono a far materialmente arrivare sulle tavole delle famiglie più bisognose questa selvaggina”.

“Grazie a questo progetto la carne degli ungulati abbattuti nelle campagne di contenimento può essere donata a chi la carne non può mangiarla quasi mai – ha speigato Ranfagni del Banco alimentare – Grazie alla normativa regionale toscana questo è possibile, mentre mi giunge notizia che in altre realtà le carcasse di capi sani, abbattuti in campagne per lo sfoltimento del numero degli ungulati selvatici, sono state bruciate perchè mancava il contesto amministrativo necessario per poterle utilizzare. Questo è uno spreco, mentre il progetto che stiamo poortando avanti in Toscana è positivo perchè va ‘contro lo spreco e contro la fame’, come recita anche lo slogan stesso del Banco alimentare”.

“Tutti e quindici gli ATC toscani possono e devono contribuire a questa bella iniziativa, per aiutare chi ha davvero bisogno – ha aggiunto Vivarelli, presidente dell’ATC Siena – In tutta la Toscana vengono abbattuti ogni anni corca 80.000 cinghiali, quindi trovo più che giusto che una pare dei quintali di arne da essi ottenuta vada ad alleviare le sofferenze di chi nel quotidiano ha difficoltà a poter acquistare carne da mangiare”.

L’avviso pubblico per la distribuzione al Banco alimentare delle carni di ungulati è stato pubblicato sui siti istituzionali delle Asl toscane e sono in via di definizione gli elenchi dei soggetti idonei per la piena operatività dell’iniziativa. La Regione ha previsto con la delibera 961/2023 l’erogazione ai Cls dei rimborsi dei costi sostenuti  attraverso le Asl, destinatarie per l’annata venatoria 2023/2024 (fino al 31 maggio) di un finanziamento complessivo di 40mila euro: 18.000 alla Asl Sud Est; 11.000 alla Nord Ovest; e altrettanti 11.000 alla Centro.

Potranno essere destinati al Banco alimentare anche i capi provenienti dall’attività venatoria e di controllo regolamentata di soggetti terzi come Enti parco regionali, squadre di caccia al cinghiale, distretti di gestione degli ungulati, Afv (Aziende faunistico venatorie) e Aav (Aziende agrituristico venatorie).

Le carcasse lavorate verranno affidate per la distribuzione al Banco Alimentare della Toscana, che è dotato di un’organizzazione e di una rete territoriale specifica e peculiare che consente la conservazione delle carni garantendo il rispetto degli obiettivi di sicurezza alimentare e la loro distribuzione.

Acqua, Saccardi: bene “al divieto promosso dall’Autorità Idrica Toscana di usare acqua potabile per il riempimento delle piscine private”

L’Autorità Idrica ha rivolto un invito ai gestori territoriali, in particolare a quelli delle zone a criticità idrica di concordarsi sulla gestione delle piscine delle strutture recettive.

“Il divieto promosso dall’Autorità Idrica Toscana di usare acqua potabile per il riempimento delle piscine private permetterà di poter contare sulla risorsa alle piscine pubbliche o comunque alle piscine destinate all’utenza pubblica. Ringrazio pertanto Ait per il lavoro di coordinamento e controllo con i gestori”. A dirlo la vicepresidente e assessore all’agroalimentare della Toscana Stefania Saccardi. L’Autorità Idrica aveva infatti rivolto ai gestori territoriali, con maggiore attenzione rivolta alle zone con particolare criticità idrica, di concordare modalità e tempi di riempimento e successivo reintegro o rabbocco delle varie piscine delle strutture ricettive (hotel, alberghi, agriturismi, campeggi). Questa operazione dovrà essere svolta considerando l’effettiva disponibilità di risorsa idrica in ogni rea interessata da eventuali richieste.

“Va da sé – ha continuato Saccardi – che in tempi di ristrettezze sono richiesti consapevolezza e senso di responsabilità anche da parte delle strutture ricettive, evitando al massimo lo spreco”. Passate le festività di Pasqua, ricostruisce la Regione in una nota, con il prossimo arrivo della bella stagione si mettono infatti in moto tutte le attività ricettive della Toscana. Non soltanto alberghi, hotel, parchi giochi, campeggi, ma anche tanti agriturismi, una delle caratteristiche del territorio e tra le più sostenibili. Ma i cambiamenti climatici pongono di fronte all’emergenza idrica che, come lo scorso anno, comunica l’Autorità Idrica Toscana, farà vivere un’estate sul limite. Per questo motivo, per contrastare lo spreco di acqua e farne un uso consapevole, l’Autorità Idrica ha reputato che i vari gestori del servizio idrico integrato debbano concordare insieme alle attività ricettive riempimenti e rabboccamenti delle piscine, in modo da limitare al massimo lo spreco”.

La Regione Toscana invita le attività del settore a chiedere eventuali informazioni, approfondimenti e/o comunicazioni al responsabile del servizio vigilanza e controllo dell’Autorità Idrica Toscana ai seguenti recapiti: tel. 055.26329502, e-mail a.romano@autoritaidrica.toscana.it.

50 milioni stanziati con il Psr per valorizzare le zone montane di Pistoia e Lucca. Saccardi: “Opportunità di crescita e di sviluppo”

Il Piano di sviluppo rurale della Regione si occupa di valorizzazione delle zone montane, gli ultimi tre comuni che sono stati coinvolti sono Pistoia, Pescia e Montale ai quali si aprono molte opportunità.

Stamani nella Sala maggiore del Palazzo comunale di Pistoia si è tenuto l’incontro ‘Gal Montagnappennino: l’area montana della provincia di Pistoia nella nuova programmazione Leader 2023/2027’. Durante l’evento si è espressa la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi: “Credo che sia una bella opportunità anche per la città di Pistoia, che insieme ai comuni di Pescia e Montale, avrà la possibilità di aderire alle politiche Leader, che stanno dentro il Psr e che avranno nella prossima programmazione quasi 50 milioni di euro a disposizione”.

L’incontro aveva lo scopo di illustrare le opportunità che si aprono ai tre comuni di Pistoia, Pescia e Montale che entrano a far parte del Gal, ovvero la società consortile riconosciuta della Regione Toscana, formata da soggetti pubblici e privati delle province di Lucca e Pistoia. Il Gal si occupa, attraverso le misure del Piano di sviluppo rurale della Regione, dei progetti per la valorizzazione delle zone montane. “Si tratterà di politiche – ha aggiunto Saccardi – che in molti casi non troveranno altri tipi di finanziamento da potere utilizzare e che potranno quindi trovare nelle risorse del Psr una opportunità di crescita e di sviluppo anche per affrontare il tema dello spopolamento delle zone montane, che poi è quello che ci interessa di più”.

Siglata intesa tra Regione Toscana e Comune di Marradi per recupero Lago dell’Annunziata. Saccardi: “Infrastruttura strategica per lotta contro gli incendi boschivi”

Firenze, accordo tra la vicepresidente della Regione Toscana e assessore dell’agricoltura Stefania Saccardi e il sindaco di Marradi Tommaso Triberti per il recupero del bacino idrico noto come Lago dell’Annunziata.

Oggi è stata siglata l’intesa tra Regione Toscana e Comune di Marradi (Firenze) per avviare il recupero del bacino idrico denominato Annunziata presente nel comune di Marradi, noto nel territorio anche come Lago dell’Annunziata. L’accordo è stato firmato dalla vicepresidente ella Toscana e assessore dell’agricoltura Stefania Saccardi e il sindaco di Marradi Tommaso Triberti.

Il costo del progetto sarebbe di 950.000 euro, al cui finanziamento, con l’accordo sottoscritto oggi, concorrerà la Regione per 850.000 euro a seguito di un emendamento alla legge di bilanco regionale approvata a dicembre. L’intervento è stato presentato dai tecnici di Regione Toscana, Comune di Marradi e Consorzio di bonifica della Romagna occidentale.

Nei lavori è previsto lo svuotamento del bacino e interventi di ripristino funzionale ai fini antincendio boschivo e di miglioramento della sicurezza idraulica. Prevista inoltre anche la riqualificazione dell’area per completare il progetto esecutivo e dare il via ai lavori.

“E’ stato un momento importante che rappresenta la centralità del nostro territorio – commenta il sindaco di Marradi -, un intervento atteso da tempo per la sicurezza prima di tutto, ma anche per la salubrità dell’area, per il mantenimento dei livelli del fiume Lamone e come opportunità e valorizzazione turistica e sportiva del territorio. Grazie a Regione Toscana, Consorzio di Bonifica e a tutti quelli che hanno contribuito ad ottenere questo importante risultato. Lavoreremo perché gli interventi possano partire, compatibilmente con la stagionalità dell’intervento, nel più breve tempo possibile”.

“Consideriamo questa infrastruttura strategica – ha affermato la vicesindaca della Regione Saccardi – per ciò che riguarda la lotta contro gli incendi boschivi. Sono invasi come quello dell’Annunziata che ci permettono di contare su preziose riserve idriche. È per questo che, anche su sollecitazione del consigliere regionale Stefano Scaramelli, che ringrazio, abbiamo deciso di effettuare questo importante investimento. I lavori permetteranno di restituire piena funzionalità all’unico invaso di quest’area e consentiranno di regimarme al meglio le acque, migliorando la sicurezza idraulica e permettendo il corretto mantenimento del deflusso minimo vitale”.

Alla conferenza stampa per la firma dell’intesa presenti anche rappresentanze di vigili del fuoco, protezione civile e Misericordia, associazioni di categoria degli agricoltori e rappresentanti dei pescatori.

Riconversione e ristrutturazione vigneti: stanziati 17 milioni, definiti criteri per domande

Ristrutturazione e riconversione dei vigneti, la Giunta, su proposta della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi, ha approvato lo stanziamento di 17 milioni di euro.

“Dopo esserci concentrati lo scorso anno sul rinnovamento delle attrezzature di cantina, che ha coinvolto oltre 400 aziende produttrici, quest’anno abbiamo deciso di investire sul potenziale viticolo, stanziando una cifra rilevante – ha detto la vicepresidente Stefania Saccardi – proprio perché vogliamo aumentare la competitività delle imprese agricole toscane. Nel 2022 abbiamo registrato, dopo due anni di sostanziale stabilità, anche a causa della pandemia, che la superficie vitata toscana è tornata sopra la soglia dei 60 mila ettari. Di questi, ben oltre la metà (33 mila) hanno usufruito negli ultimi anni dell’intervento regionale su questa misura, nell’ambito dell’OCM UE del vino. Anche in questo la Toscana è sopra la media nazionale, che si attesta invece al 46%. Un “vigneto Toscana” che, giova ricordarlo, per circa il 95% è destinato a vini di qualità, tra DOCG, DOC e IGT, rispetto a una media nazionale che supera di poco il 60%”.

Ecco i criteri che vengono applicati alle domande:
– Si potrà fare interventi su tutto il territorio regionale, e non solo in determinate zone delimitate dai disciplinari di produzione dei vini a denominazione di origine o ad indicazione geografica, in quanto l’intero territorio regionale è interessato dalla produzione del vino ad indicazione geografica protetta “Toscano” o “Toscana”;
– I beneficiari dell’intervento sono le persone fisiche o giuridiche che conducono vigneti con varietà di uve da vino o che detengono autorizzazioni al reimpianto valide;
– L’intervento riguarda tutte le varietà idonee alla coltivazione sul territorio della Toscana; non vi sono limitazioni per quanto riguarda le forme di allevamento; i vigneti oggetto del sostegno devono avere un minimo di 3.300 ceppi per ettaro (3.000 in caso di intervento di sovrainnesto) per garantire l’efficacia dell’intervento;
– La superficie minima oggetto dell’intervento è pari a 0,5 ettari, ridotti a 0,3 ettari per le aziende con superficie vitata pari o inferiore ad un ettaro e a 0,1 ettari per gli interventi realizzati nelle zone di produzione dei seguenti vini a denominazione di origine protetta: Candia dei Colli Apuani, Colli di Luni, Ansonica Costa dell’Argentario, limitatamente al comune di Monte Argentario, Elba, nonché nel territorio delle isole toscane, e per gli interventi realizzati su vigneti storici/eroici, per la forte frammentazione fondiaria che caratterizza le zone di produzione di questi vini;
– Le azioni ammissibili a finanziamento sono quelle consentite dalla normativa nazionale vigente, ma si esclude la modifica del profilo del vigneto e del modellamento.
– Le azioni di ristrutturazione e riconversione dei vigneti devono essere realizzate entro tre anni dalla data di finanziabilità della domanda di aiuto;
– Il contributo viene concesso attraverso il pagamento anticipato del sostegno per un importo pari all’80% del contributo richiesto, con successivo pagamento del saldo per la rimanente quota del 20%.
– Il limite massimo di contributo ammesso è pari a 16.000 euro ad ettaro, ridotto a 14.000 euro ad ettaro nel caso in cui il contributo richiesto complessivamente superi del 20% le risorse destinate alla misura; il contributo sale a 22.000 euro ad ettaro per la viticoltura nelle zone svantaggiate e per gli interventi su vigneti eroici.
– Per rendere la misura più efficacie possibile e garantirne l’accesso al maggior numero possibile di imprese, la superficie massima ammissibile a contributo per ciascuna Unità Tecnico Economica (UTE) non può superare i 30 ettari (con riferimento al totale delle azioni).

Particolare attenzione, quest’anno, anche al contrasto alla diffusione di fitopatie, tra cui la temibile “flavescenza dorata”, che tanti danni sta facendo nel nord-Italia.

“Abbiamo voluto individuare una specifica riserva di fondi – conclude Saccardi – destinandola agli interventi di reimpianto per motivi fitosanitari, a cui i produttori accedono a seguito di un provvedimento di estirpazione obbligatoria emanato dal Servizio Fitosanitario. Per contrastare la flavescenza, se è vero che prevenire è molto meglio che curare, è bene però anche sostenere coloro che si impegnano ad azzerare il rischio di diffusione”.

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