Presentato a Saccardi ‘Progetto di terapia assistita con i cavalli’

“E’ stato presentato all’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi il “Progetto di Terapia assistita con i cavalli” presso il Centro di Riabilitazione “Villa il Sorriso” nel presidio San Felice a Ema dell’Azienda Toscana Centro. Promosso dall’associazione Habilia Onlus fortemente voluto dal presidente Vito D’Aloisio e dal consigliere Giuliano Coradeschi con l’associazione Lapo Onlus presidente professoressa Anna Pasquinelli, il progetto potrà costituire un valido supporto per il recupero funzionale e psicologico dei pazienti, migliorando non solo la performance motoria ma anche la loro qualità di vita e rappresentare un mezzo concreto per sviluppare le loro capacità di resilienza.”

Il comunicato stampa di AUSL Tocana Centro riporta: ” “Villa il Sorriso” è un centro di riabilitazione extraospedaliero finalizzato alla promozione delle autonomie e al loro mantenimento in esiti di lesioni midollari clinicamente stabilizzate a cui accedono pazienti da tutta la regione Toscana e, in numero limitato anche extraregionali sia in regime residenziale che semiresidenziale.

La terapia assistita con i cavalli nasce dall’integrazione fra sport equestri, che ne costituiscono il presupposto tecnico e la terapia riabilitativa, che ne rappresenta la finalità specifica.

L’equipe di riabilitazione equestre che opera all’interno di “Villa Sorriso” è composta dagli operatori del Centro Il Caprifoglio con la dottoressa Sivia Silvi e la fisioterapista Meike Raupach del club ittico ” la Cipressaia ” a Impruneta, oggi rappresentato dalle signore Ilaria Baldicchi e Camilla Mugnaini.

Il progetto è stato elaborato in collaborazione con la fisioterapista del Centro, la dottoressa Costanza Biscini e la direzione sanitaria di presidio ha avuto l’approvazione della direzione aziendale USL Toscana centro rappresentata oggi dalle dottoresse Assunta Mencarelli e Antonia Rosa Marseglia.

Ai pazienti con lesione midollare e sclerosi multipla preselezionati dalla equipe fisiatrica sarà offerto un percorso di terapia assistita con i cavalli a complemento del lavoro sanitario svolto in palestra.

La fase iniziale del progetto ha ricevuto un primo finanziamento da parte del Rotary Club Firenze Sud appoggiato dalla dottoressa Cristiana Baggiore e dal signor Andrea Savia e dal Comitato Regionale Toscano della FISE (Federazione Italiana Sport Equestri).”

Influenza: Saccardi si vaccina e invita a fare lo stesso

Anche quest’anno l’assessore toscano al diritto alla salute Stefania Saccardi si è vaccinata contro l’influenza e rinnova l’appello ai cittadini a fare altrettanto. “Il vaccino è l’unico strumento efficace per proteggersi dall’influenza” ha detto Saccardi invitando in particolare a vaccinarsi gli anziani oltre i 65 anni e le persone appartenenti alle categorie a rischio, per le quali l’influenza può diventare causa di pericolose complicanze e ospedalizzazioni, e anche di morte.

“Per tutte queste persone – ha ricordato – la vaccinazione è gratuita; possono farla dal proprio medico curante o negli ambulatori della Asl. Come già l’anno scorso, offriamo gratuitamente la vaccinazione antinfluenzale anche ai donatori di sangue. Nelle stagioni in cui si è registrato un calo preoccupante di vaccinazioni, c’è stato anche un maggior numero di ricoveri in ospedale e anche di decessi. Invece, quando la copertura vaccinale è stata più alta, le ospedalizzazioni, e anche le morti, sono calate sensibilmente”.

Adolescenti toscani: 1 su 10 è in sovrappeso, 2 su 10 non fanno colazione

Più di un adolescente su dieci è in sovrappeso, due su dieci non fanno colazione nei giorni di scuola. Però bevono meno bibite zuccherate/gassate rispetto agli anni precedenti. Solo uno su dieci fa attività fisica quotidiana, e uno su quattro trascorre più di due ore al giorno in attività sedentarie. Due su dieci hanno sperimentato il binge drinking (più bevande alcoliche nella stessa occasione), quattro su dieci hanno avuto esperienze di gioco d’azzardo, uno su dieci ha fumato uno spinello. Meno di uno su dieci ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo, un dato più basso rispetto a quello nazionale.

Sono alcuni dei dati che emergono dai risultati del programma HBSC (Health Behaviour in School-aged Children), che dal 1983 coinvolge 49 nazioni in Europa e Nord America, L’indagine, condotta ogni 4 anni, viene realizzata in collaborazione con l’Ufficio regionale dell’Oms per l’Europa, utilizzando un protocollo comune che consente di confrontare i dati raccolti nei diversi Paesi, e anche di valutare l’impatto delle azioni messe in campo.

Stamani l’assessora al diritto alla salute Stefania Saccardi e Giacomo Lazzeri, professore aggregato del Dipartimento di medicina molecolare e dello sviluppo dell’Università di Siena, hanno presentato i risultati relativi al 2018. La raccolta dei dati, promossa e finanziata dal Ministero della salute, ha coinvolto tutte le Regioni ed è stata svolta in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, università e ricerca. L’Istituto Superiore di Sanità è stato l’ente coordinatore, affiancato dalle Università di Torino, Padova e Siena, che sono storicamente coinvolte nel coordinamento di questa indagine.

“Le informazioni che ci vengono da questo studio – è il commento dell’assessore Saccardi – sono per noi molto importanti, perché ci consentono di accrescere la nostra conoscenza e la comprensione dei comportamenti degli adolescenti che possono avere ricadute sulla loro salute, e in base a questo definire e orientare le politiche e gli interventi a sostegno, appunto, della salute dei ragazzi”.

“Questo studo va avanti da oltre trent’anni, e ogni Regione ha il suo campione – spiega il professor Lazzeri – La Toscana è al di sotto delle medie nazionali e non emergono grandi problematiche. I fenomeni si sono stabilizzati nel tempo. L’aspetto importante è che tutte le scuole contattate hanno aderito, c’è stata una partecipazione del 100%”.

La rilevazione HBSC 2018 in Toscana

Il campione toscano è composto da 3.083 studenti (58.976 in Italia); le classi campione sono 186 (4.183 in Italia). Si tratta di un campione rappresentativo di ragazzi e ragazze di 11, 13 e 15 anni, che frequentano la scuola secondaria di I e II grado.

Le informazioni sono state raccolte attraverso due questionari anonimi e autocompilati: uno rivolto ai ragazzi e uno ai dirigenti scolastici. Il primo indaga aspetti sulla salute nella sua accezione più ampia: benessere fisico, psicologico, relazionale-sociale; il secondo raccoglie informazioni sul contesto scolastico in termini di infrastrutture e programmi di promozione della salute.

Stato ponderale, abitudini alimentari e attività fisica
Il 14,2% dei ragazzi di 11-15 anni è in sovrappeso e il 2,1% obeso; solo un terzo consuma frutta e verdura “almeno una volta al giorno” e purtroppo l’abitudine a non consumare la colazione nei giorni di scuola ha una prevalenza che va dal 16,3% a 11 anni, al 20,5% a 13 anni fino al 26,6% a 15 anni, valori in lieve peggioramento rispetto al 2014. Per contro, il consumo “almeno una volta al giorno” di bibite zuccherate/gassate è in calo rispetto alle precedenti indagini (11 anni: 9,7%; 13 anni:10,4%; 15 anni: 9,4%). L’attività fisica quotidiana (almeno 60 minuti) è praticata solo dal 9,6% dei ragazzi e 1 ragazzo su 4 trascorre più di 2 ore al giorno in attività sedentarie.

Comportamenti a rischio
La quota totale dei ragazzi di 11-15 anni che riferiscono di non aver fumato mai fumato una sigaretta è dell’81,2%, erano il 90,3% nel 2014. Nella nostra regione le 15enni che riferiscono di non aver mai fumato una sigaretta, negli ultimi 30 giorni, sono il doppio dei coetanei (11% vs 5,1%) Il 21,1% (43% il dato italiano) dei maschi e il 15,2% (37% dato italiano) delle femmine ha sperimentato il binge drinking (assunzione di 5 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione) almeno una volta nell’ultimo anno. Circa 4 studenti 15enni su 10 hanno avuto qualche esperienza di gioco d’azzardo nella vita, più spesso tra i ragazzi (61,2%) rispetto alle coetanee (21%). Gioco d’azzardo a rischio/problematico al 7,6% (16%, con un +10% il dato italiano), in aumento rispetto al 2014. Il 10,1% dei 15enni e il 10,8% delle 15enni ha fatto uso di cannabis almeno un giorno nella vita.

Benessere e salute, rapporto tra pari, contesto scolastico, bullismo e cyberbullismo
Oltre l’82,7% dei ragazzi giudica il proprio stato di salute soddisfacente, più del 60% ritiene i propri compagni di classe gentili e disponibili e il 63,3% dei ragazzi dichiara di avere fiducia negli insegnanti. L’8,2% (16,9% il dato italiano) degli undicenni, il 9,9% (13,7% dato italiano) dei tredicenni e il 5,4% (8,9% dato italiano) dei quindicenni dichiarano di essere stati vittima di atti di bullismo almeno una volta negli ultimi due mesi. Diminuisce con l’età la percentuale di coloro che dichiarano di aver subito azioni di cyberbullismo negli ultimi due mesi.

Uso dei social media
I ragazzi che fanno uso problematico dei social media (Social Media Disorder Scale) sono il 9,8% delle ragazze e il 5% dei ragazzi.

Aids Toscana: Saccardi, dati giù ma non abbassare la guardia 

“I dati ci parlano di una progressiva riduzione dei casi di Hiv e di Aids conclamato, in Toscana come nel resto del Paese. Ma ci dicono anche che molte persone scoprono tardi la propria sieropositività. E che non c’è la percezione del rischio, soprattutto per quanto riguarda i rapporti eterosessuali. Quindi non dobbiamo abbassare la guardia, e continuare a fare interventi di sanità pubblica mirati, in particolare tra le fasce di età più giovani, per aumentare la consapevolezza sul grado di diffusione dell’infezione e sulle modalità di trasmissione e prevenzione”. Lo dice l’assessora al diritto alla salute della Regione Toscana, Stefania Saccardi, in una nota dove si ricorda che oggi, 1 dicembre, è la Giornata mondiale Aids, e che ogni anno l’Ars (Agenzia Regionale di Sanità) comunica i dati aggiornati su Hiv e Aids.

“Lunedì prossimo – anticipa Saccardi – porterò in giunta una delibera che destina un milione e mezzo di euro per progetti formativi sull’Aids per il personale che opera nei reparti di malattie infettive, e per programmi di prevenzione e lotta all’Aids da parte delle aziende sanitarie”. Quanto all’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv, stabile dal 2009 al 2016, sembra in diminuzione negli ultimi due anni, in Toscana così come in Italia. “I casi dell’ultimo anno – dice Fabio Voller, coordinatore epidemiologia dell’Ars – potrebbero essere sottostimati a seguito di un ritardo di notifica di alcune schede dai centri clinici, ma una reale diminuzione potrebbe essere il risultato, sia di efficienti campagne di prevenzione e di sensibilizzazione, sia di nuove terapie come la Profilassi Pre Esposizione (PrEP), la somministrazione preventiva di farmaci in caso di rischio”

Alzheimer, verso il primo farmaco per contrastare la malattia

Per il contrasto alla malattia di Alzheimer si apre una nuova speranza, molto probabilmente la prima in assoluto così concreta. A comunicarlo l’azienda statunitense Biogen, che a inizio 2020 chiederà alla FDA (organo regolatorio Usa sui farmaci) l’autorizzazione per il farmaco sperimentale “Aducanumab”, un anticorpo specifico contro la proteina tossica ‘beta-amiloide”, da sempre principale indiziata nell’Alzheimer.

Dopo una prima fase, in cui si erano spente le tante aspettative riposte su questa molecola, tanto da chiudere anticipatamente il trial clinico in corso a causa di risultati deludenti, l’azienda, proseguendo l’analisi dei dati, ha osservato che, ad un dosaggio maggiore, l’anticorpo effettivamente funziona, rallentando la progressione del declino cognitivo tipico dell’Alzheimer.

In sostanza, i pazienti che hanno ricevuto aducanumab hanno ottenuto significativi benefici nei parametri cognitivi e in funzioni come la memoria, l’orientamento e il linguaggio. I benefici si sono notati nelle attività della vita quotidiana, tra cui la gestione delle finanze personali, l’esecuzione dei lavori domestici, come le pulizie, la spesa e il bucato, e la gestione degli spostamenti in modo autonomo fuori casa.

Se approvato, aducanumab diventerebbe la prima terapia autorizzata per ridurre il declino clinico nella malattia di Alzheimer e sarebbe anche il primo trattamento a dimostrare che la rimozione di beta-amiloide genera benefici clinici. Aducanumab risulterebbe efficace ad alte dosi nei pazienti affetti da Alzheimer in fase prodromica o lieve. Se tutti i passaggi formali andranno a buon fine, il farmaco potrà essere disponibile in Italia nell’arco di due anni.

“Una notizia che ci rende felici, perché sapere che è stato individuato il primo potenziale farmaco al mondo in grado di contrastare l’Alzheimer permette di pensare sin da ora alla malattia con una prospettiva diversa – è il commento dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi – La Toscana ormai da diversi anni ha intrapreso un imponente percorso di potenziamento e innovazione dei servizi specifici per la demenza, oltre che di supporto ai malati e alle loro famiglie. E la notizia del prossimo arrivo del nuovo farmaco dovrà inevitabilmente integrarsi in questo percorso, aprendo certamente nuovi scenari sui modelli di cura, assistenza e presa in carico globale della persona malata di Alzheimer. Ci attiveremo presto con tutti gli esperti che a livello regionale si occupano di demenze, per analizzare gli scenari che si potrebbero presentare alla luce di questa straordinaria novità”.

La programmazione della Regione Toscana prevede interventi di qualificazione e innovazione delle prestazioni e del modello organizzativo dei servizi per la demenza, all’interno della rete dei servizi per la non autosufficienza. In particolare con la delibera n.1402 dell’11 dicembre 2017, “Piano Regionale demenze e indicazioni per l’organizzazione di una rete sociosanitaria integrata per la cura e l’assistenza delle persone con demenza e il sostegno ai familiari”, che recepisce pienamente le indicazioni del Piano Nazionale Demenze.

“Un risultato della ricerca che apre un nuovo scenario nella sfida alla malattia di Alzheimer – dichiara Manlio Matera, presidente di Aima (Associazione italiana malati di Alzheimer) Firenze -, rendendo concreto l’obiettivo della diagnosi precoce della malattia. Per una prescrizione appropriata del farmaco, è infatti necessario intercettare i casi di Alzheimer in fase iniziale, anche attraverso un’ampia campagna di informazione e prevenzione. L’Aima farà in questo la sua parte”.

Per alimentare e sostenere l’inevitabile processo continuo di innovazione dell’assistenza alle persone con demenza, sia negli aspetti diagnostico-terapeutici che in quelli organizzativo-funzionali, un ruolo strategico potrà ricoprirlo il Cridem (Centro di ricerca e innovazione per la demenza), di cui si è dotata di recente l’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi. Il Centro potrà assicurare risposte cliniche, assistenziali e riabilitative di eccellenza, mediante la sinergia costante con le attività di ricerca clinica e sui servizi sociosanitari, trasferendo competenze, conoscenze e buone prassi alle aziende territoriali, potenziando così i processi innovativi in ambito di demenze.

Violenza, Toscana: al giorno 10 donne si rivolgono ai Centri per la prima volta

In Toscana ogni giorno, 10 donne si rivolgono per la prima volta a un Centro antiviolenza. Il dato è raddoppiato in un decennio: erano 1.761 nel 2009-2010, sono state 3.539 nel 2018-2019. I dati emergono dall’11/o Rapporto sulla violenza di genere in Toscana realizzato dall’Osservatorio sociale regionale e presentato a Firenze in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Dal 2006 al 2018 i femminicidi sono stati 113 e 40 sono i cosiddetti ‘orfani speciali’, ossia i figli/e delle vittime. La violenza infatti non è subita solo dalla vittima: sono colpiti anche la famiglia ma soprattutto i figli. In Toscana ogni giorno 10 donne si rivolgono per la prima volta a un Centro antiviolenza. Due donne su tre accedono ai Centri in maniera diretta; per il resto, a segnalare le donne ai CAV sono stati i Servizi sociali (22%), le Forze dell’Ordine (14,7%), seguiti da Codice Rosa (8,1%) e Consultori (1,4%). Anche nel 2018/19 a iniziare un percorso di uscita dalla violenza sono soprattutto donne dai 30 ai 50 ann. La maggior parte di esse sono donne straniere, che continuano a rappresentare meno del 30% del totale.

La forma di violenza più diffusa è quella psicologica e i protagonisti della violenza sono soprattutto i partner e gli ex partner. Diminuiscono, seppur di poco, rispetto alla scorsa valutazione, le donne straniere che si rivolgono ai Centri denunciando una violenza fisica, maaumentano coloro che riferiscono violenze psicologiche ed economiche.

Il maggiore fattore che frena la denuncia delle donne è l’instabilità economica: circa il 45% delle italiane e oltre il 65% delle straniere non può contare su un’occupazione stabile. La denuncia è dunque fortemente correlato alla possibilità di avere un’indipendenza economica,  a prescindere dal livello culturale o del benessere del nucleo familiare. Ma la violenza non coinvolge solo le donne: anche gli uomini si rivolgono a uno dei sei Centri per uomini autori di violenze.

Le strutture toscane che si occupano di queste problematiche sono i Centri antiviolenza sono 24 con 99 sportelli a cui si rivolgono soprattutto donne dai 30 ai 50 anni (30% straniere). Presenti in Regione anche le Case Rifugio, strutture a indirizzo segreto dove la donna, sola o con i figli, viene messa in sicurezza: sono attive 21 strutture, con 136 posti letto, e nel 2018 hanno ospitato 151 donne. Nel 2018 queste strutturte hanno ospitato 151 donne (di cui 110 di origine straniera) e 161 figli e figlie.

Secondo il Centro regionale di documentazione per l’infanzia dell’Istituto degli Innocenti, anche la violenza sui minori ha registrato un incremento. Nel 2016 erano 1.487 i bambini costretti ad assistere a violenze saliti a 1.805 nel 2018; mentre i minori direttamente maltrattati sono cresciuti dai 1.921 casi del 2016 e 3.203 del 2018. La Regione dispone infine della rete del Codice Rosa: dal 2012 al giugno 2019 ha registrato 21.129 accessi e i consultori che nel 2018 hanno accolto per abuso e maltrattamento 686 persone.

Il tipo di violenza per la quale si accede al Codice Rosa è soprattutto il maltrattamento, che rappresenta la motivazione del 94% degli accessi per adulti e dell’81,4% degli accessi da parte di minori; per questi ultimi, l’altro tipo di violenza è l’abuso (18,6%).

“Anche quest’anno si possono sfatare stereotipi: non è vero che la violenza è fatta da sconosciuti, è all’interno del contesto familiare e nella stragrande maggioranza dei casi è da parte dell’ex partner e spesso coinvolge dei bambini. E poi non è vero che l’incidenza sia soprattutto tra i cittadini extracomunitari, è un problema che riguarda la società italiana”, è il commento della vicepresidente della Regione Monica Barni.

L’assessora al diritto alla Salute, Stefania Saccardi ha poi ricordato ciò che la Regione ha fatto in questi anni: “Un accordo importante con la magistratura e le forze dell’ordine poi abbiamo coinvolto tutte le Procure della regione con un Protocollo che ha messo in piedi procedure che possano garantire una migliore presa in carico delle persone e la correttezza del percorso giudiziario; abbiamo istituito borse di studio e un master all’Università di Siena. Abbiamo ancora molto lavoro da fare – ha aggiunto – siamo scoraggiate dai dati, che per quanto si faccia, sono sempre drammaticamente alti”.

Secondo l’assessora, l’aumento dei dati sulla violenza contro le donne possono essere anche lettoi “come capacità di emersione di un fenomeno, è positivo che le donne denuncino. Noi non dobbiamo mai abituarci, rassegnarci. La violenza di genere deve scomparire, nell’interesse non solo delle donne, ma di tutta la comunità”.

Gimmy Tranquillo ha intervistato la Vicepresidente della Regione Toscana e il prefetto di Firenze Laura Lega.

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