Consulta: inammissibile atto nascita con 2 madri del Tribunale di Pisa

E’ inammissibile per difetto di motivazione la questione sollevata dal Tribunale di Pisa sulla formazione di un atto di nascita in cui siano riconosciute due madri come genitrici di un bambino nato in Italia ma di nazionalità statunitense, acquisita dalla madre gestazionale. Lo ha deciso la Corte costituzionale riunendosi ieri in camera di consiglio.

Le due donne risultano sposate in Wisconsin secondo la legge di quello Stato, che consente il matrimonio fra persone dello stesso sesso e le riconosce come genitrici in caso di figli. In attesa del deposito della sentenza, l’ufficio stampa della Corte fa sapere che al termine della discussione la questione è stata giudicata “inammissibile per difetti della motivazione dell’ordinanza di rimessione”.

Il Tribunale, spiega l’ufficio stampa della Consulta, “ha riferito il proprio dubbio di costituzionalità a una norma interna che avrebbe impedito l’applicazione della legge straniera – rilevante nel caso concreto in ragione della nazionalità del minore – ma non ha individuato con chiarezza la disposizione contestata, né ha dato adeguato conto della sua affermata natura di ‘norma di applicazione necessaria’. La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane”.

“Giudico la notizia una vittoria di tutti i bambini. Mi pare che la decisione della Consulta di rigettare il ricorso del Tribunale di Pisa e confermare il divieto di trascrivere atti di nascita con due genitori dello stesso sesso sia un atto di grande buon senso”. Lo afferma il senatore Simone Pillon, vicepresidente della commissione parlamentare Infanzia e legale di una delle associazioni pro life intervenienti nel giudizio costituzionale, emesso nel pomeriggio di ieri. “La legge, ma prima ancora la natura umana ci ricordano che ogni bambino nasce da un uomo e da una donna”, afferma ancora Pillon. “Voler forzare in modo intollerabile la realtà e giungere a comprare figli mediante la cessione di gameti, oppure con la barbara pratica dell’utero in affitto è atto contrario alla dignità umana e non può mai essere legittimato giuridicamente da una trascrizione anagrafica. Ciascuno nel privato è libero, ma i bambini hanno il sacro diritto di poter nascere e crescere con mamma e papà”. “Quei sindaci – conclude Pillon – tutti di area Pd e 5Stelle ora farebbero bene a chiedere scusa ai bambini”.

“Il Massimo organo della giurisprudenza italiana ha riconosciuto che è inammissibile riconoscere una madre ‘gestazionale’ e una ‘intenzionale'”, afferma il leader del Family Day Gandolfini. “L’eventuale continuità affettiva del minore sarà comunque tutelata, ma giustamente i giudici non possono avallare tecniche illegali in Italia come – prosegue – l’eterologa per persone dello stesso sesso così come non possono approvare che la figura paterna sia cancellata non da un evento drammatico ma in maniera consapevole dalla decisione egoistica di un adulto che decide di concepire un figlio orfano del papà, accedendo tra l’altro a pratiche eugenetiche di scelta e selezione dei gameti maschili in base alle caratteristiche fisiche del donatore-venditore”.

“È una sentenza che auspico faccia comunque chiarezza sulla validità dei tanti atti di nascita formati in innumerevoli comuni con due madri italiane. I bambini sono tutelati dando loro due genitori. Nelle famiglie arcobaleno il secondo genitore è la co-madre, non certo un donatore anonimo di sperma. È tempo di dirlo chiaramente e di dare tutela certa a questi bambini”. Lo afferma Alexander Schuster, docente di diritto presso l’Università di Trento e avvocato esperto in diritto di famiglia.

Anche Pisa mobilitata contro il disegno di legge Pillon

La Casa della donna lancia una campagna contro il ddl del leghista Pillon con proiezioni e dibattiti a Pisa e nei comuni del Lungomonte. Sabato 10 novembre corteo cittadino

La Casa della donna inaugura il programma per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne con una serie di iniziative contro il disegno di legge su separazione e affido promosso dal senatore leghista Simone Pillon.

Si parte martedì 6 novembre con la proiezione, alle ore 20.30 presso il Cinema Arsenale, del film “L’affido. Una storia di violenza” di Xavier Legrand. Il film, premiato al Festival di Venezia con il Leone d’argento per la miglior regia, racconta il vissuto di un bambino al centro di una relazione violenta.

“Con la proiezione del film ‘L’affido’ – dichiara Carla Pochini presidente della Casa della donna – vogliamo lanciare una campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema della separazione e dell’affido. Quella al cinema Arsenale è, infatti, solo la prima proiezione. Durante il mese di novembre proporremo il film anche nei vari comuni del Lungomonte pisano: a Calci il 14, a Vicopisano il 23, a Vecchiano e S. Giuliano Terme il 28. Accompagneremo le proiezioni del film a dibattiti pubblici sul ddl Pillon perché crediamo sia importante sensibilizzare le cittadine e i cittadini sui rischi di quel testo di legge per i diritti delle madri e dei loro figli”.

Ad opporsi al ddl Pillon non solo i centri antiviolenza e tante associazioni ma anche importanti organismi nazionali e internazionali, tra cui l’Onu che nei giorni scorsi ha inviato una lettera di richiamo al governo italiano. L’associazione nazionale dei centri antiviolenza (D.i.Re) ha lanciato una petizione online, che ha già raggiunto 100mila firme, e una grande mobilitazione nazionale che a Pisa vedrà due importanti appuntamenti.

Mercoledì 7 novembre la Casa della donna, insieme alla rete Non una di Meno e ad altre associazioni, ha organizzato un’assemblea pubblica sul Ddl Pillon alle ore 17.30 presso le Logge de Banchi, in cui interverranno l’avvocata Isabella Bartoli e la giurista Francesca Pidone del centro antiviolenza della Casa della donna. Per sabato 10 novembre è, invece, previsto un corteo cittadino in concomitanza con le manifestazioni che si terranno a Roma e in molte città italiane.

“Il film del regista francese Legrand con cui inauguriamo le iniziative contro il Ddl Pillon – spiega Giovanna Zitiello, coordinatrice del centro antiviolenza della Casa della Donna e consigliera dell’associazione nazionale Dire – racconta una storia molto vicina alla realtà italiana, una realtà che purtroppo potrebbe peggiorare ulteriormente se il disegno di legge Pillon venisse approvato. Quel testo di legge, infatti, propone un modello di famiglia non solo ideale e astratto ma pericoloso, dove i figli sono ‘oggetti’ da dividere a metà e le madri che denunciano i padri violenti passibili dell’accusa di alienazione genitoriale. Di fatto – prosegue Zitiello – questa legge armerà i padri violenti nei confronti delle donne e dei figli”.

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