Rifiuti, la funzione sanzionatoria torna a Province toscane

La funzione sanzionatoria in materia ambientale, nello specifico per quanto riguarda i rifiuti, torna in capo alle Province, mentre quella relativa alle autorizzazioni semplificate sarà espletata, in via provvisoria e comunque non oltre giugno 2020, dalla Regione se gli enti locali ne faranno richiesta.

È quanto stabilisce la proposta di legge della Giunta toscana approvata a maggioranza dal Consiglio regionale. Il dispositivo, illustrato dall’assessore regionale al Bilancio Vittorio Bugli, si è reso necessario a seguito della sentenza della Corte Costituzionale 129/2019, che ha dichiarato illegittimo l’articolo 2 della legge regionale 22 del 2015. La legge di riordino delle funzioni varata viene quindi modificata con l’inserimento di un articolo 44 bis, che dispone come gli enti locali competenti alla verifica e al controllo dei requisiti per l’applicazione delle procedure semplificate possano avvalersi della struttura regionale per svolgere, in via transitoria e a titolo gratuito, le iscrizioni e le verifiche previste dal Codice dell’Ambiente, specificatamente agli articoli che regolano le attività di smaltimento dei rifiuti non pericolosi e le prescrizioni nelle operazioni di recupero.

In sede di dibattito, il capogruppo Pd Leonardo Marras ha definito “errate, fuorvianti e strumentali” le dichiarazioni sul pronunciamento della Corte fatte da alcuni rappresentanti istituzionali. Il capogruppo Sì-Toscana a sinistra Tommaso Fattori ha definito il provvedimento “molto appropriato”. “Ogni intervento che indirizza la pubblica amministrazione verso i bisogni delle imprese, è positivo”, ha detto Giacomo Giannarelli (M5s). Critica la capogruppo della Lega Elisa Montemagni: “Siamo a questo punto per la smania di accentramento di potere da parte della Regione”.

Fattori (Sì-Toscana a Sinistra): Agroecologia è possibile

Presentata mozione in Consiglio regionale. Tommaso Fattori, capogruppo di Sì-Toscana a Sinistra chiede incentivi economici mirati alla limitazione e all’eliminazione dei pesticidi e alla transizione verso l’agroecologia.

“L’ultimo report Arpat nel pistoiese dimostra l’inasprimento dell’inquinamento da glifosato e altre sostanze dannose per la salute e l’ambiente, che hanno ormai invaso le acque superficiali e stanno intaccando anche quelle sotterranee. Un’alternativa per rendere sostenibile il settore florovivaistico è possibile, per questo chiediamo alla Regione Toscana di intraprendere tutte le misure necessarie nell’interesse della nostra salute, dell’ambiente ma anche del futuro produttivo di queste imprese”. Il capogruppo di Sì-Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori, illustra così la mozione, presentata in Consiglio regionale, che propone interventi e misure per favorire la transizione ad un florovivaismo sostenibile.

“Pensiamo – continua Fattori- a incentivi economici mirati alla limitazione e all’eliminazione dei pesticidi e alla transizione verso l’agroecologia. Chiediamo di incrementare l’azione di controllo delle disposizioni di salvaguardia previste nei regolamenti comunali. E devono essere promosse tutte le azioni finalizzate al recupero delle acque d’innaffiatura, ribadendo anche l’urgenza di modificare la disciplina delle acque di dilavamento della vasetteria su terreni diserbati o su superfici impermeabili”.

“Migliaia di residenti e centinaia di bambini, anche delle scuole elementari, vivono sotto l’assedio di un nemico purtroppo sottovalutato e spesso rimosso – conclude Fattori. In 9 stazioni delle 16 totali monitorate da Arpat, le acque superficiali contengono pesticidi totali oltre i livelli di standard di qualità ambientale. Vi sono diffuse quantità di glifosato e del suo metabolita Ampa in 14 casi su 16. Contribuiscono in modo preponderante al valore dei pesticidi totali vari erbicidi. Ma oltre agli erbicidi, il superamento degli standard di qualità per singolo principio attivo è stato determinato anche da svariati fungicidi e insetticidi”.

Si-Toscana, ‘Arno d’Amare’: barriera per intercettare rifiuti marini e plastica

Presentata nel luglio 2018, e finalmente approvata dall’aula del Consiglio regionale, la mozione di Sì Toscana a Sinistra che impegna la giunta ad attivarsi per replicare in Toscana il progetto già sperimentato con successo sul fiume Po.

Invece che ‘Po d’aMare’ si chiamerà dunque ‘Arno d’aMare’ la barriera concepita per intercettare i rifiuti sul principale fiume toscano prima che arrivino al mare, per poi selezionarli ed avviarli al recupero ed al riciclo. La mozione impegna anche a progettare una campagna informativa ed iniziative rivolte ai cittadini, soprattutto ai giovani, per informare sulle conseguenze dell’inquinamento da plastiche, in particolare da microplastiche, con l’obiettivo di indurre ad un minor uso di oggetti realizzati con questo materiale. Infine si impegna la giunta ad intervenire presso il Governo per una rapida approvazione del  disegno di legge “Salvamare” contro la plastica monouso. L’atto è stato approvato dall’aula all’unanimità.

“Ormai anche il Mar Mediterraneo ospita isole di plastica, ossia concentrazioni di plastica galleggiante paragonabili a quelle oceaniche, con un accumulo di detriti tra le 1.000 e le 3.000 tonnellate. Ve ne sono anche a nord dell’Elba e tra la Corsica e Capraia, quindi nell’Arcipelago toscano, come hanno rivelato gli studi del CNR”, ha esordito così il capogruppo di Sì Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori, nel presentare l’atto in aula.

“Il Mediterraneo è anche uno dei mari con la più alta concentrazione di microplastiche al mondo, particelle inferiori ai 5mm prodotte dalla frammentazione di oggetti, dall’usura degli pneumatici e dal lavaggio degli indumenti sintetici o prodotte espressamente per vari impieghi, ad esempio i cosmetici. La presenza delle microplastiche è assai dannosa per gli ecosistemi marini, provoca una riduzione della biodiversità e delle risorse ittiche”, ha proseguito Fattori.

 “La grandissima parte di questi rifiuti marini è di plastica, proviene dalla terraferma e raggiunge il mare prevalentemente attraverso i fiumi. Il metodo più efficace è dunque intercettare la plastica prima che giunga al mare, attraverso una barriera, avviando poi i materiali recuperati al riciclaggio, in una logica di economia circolare. Il progetto pilota ‘Po d’aMare’ ha dato ottimi risultati ed è replicabile anche sul fiume Arno, con costi contenuti. Coinvolgiamo l’Autorità di Bacino e i comuni interessati ed avviamo quanto prima il progetto anche in Toscana”, ha concluso Fattori.

Si-Toscana e Firenze Riparte a Sinistra, lanciano campagna ” Via amianto da nostra acqua”

Gli acquedotti toscani versano in pessime condizioni, con perdite elevate o elevatissime, scarsa manutenzione, bollette salate e pochi investimenti: tutti i frutti della gestione privatistica della risorsa idrica, in spregio ai risultati del referendum sull’acqua, affermano Trombi, Grassi e Verdi (Firenze Riparte a Sinistra – Comune di Firenze), Fattori e Sarti (Sì Toscana a Sinistra – Regione Toscana).

“Non solo – aggiungono i consiglieri – negli stessi acquedotti ci sono quasi 2000km di tubi che contengono amianto, ormai vetusti e spesso in cattive condizioni, che portano l’acqua potabile nelle nostre case. A seguito di numerose iniziative, portate avanti da comitati locali, gruppi consiliari fra cui anche Firenze Riparte a Sinistra e Sì Toscana a Sinistra, l’Autorità Idrica Toscana ha dato il via ad un monitoraggio per verificare se tali condutture liberano fibre di amianto, e nel report del Febbraio 2018 è emerso che ben 59 prelievi, in 33 diversi comuni, hanno registrato la presenza di fibre di amianto disciolte nell’acqua.”

“Abbiamo deciso – sottolineano – di avviare una campagna regionale, coinvolgendo i comuni, la Regione e la cittadinanza, all’interno della quale avanziamo alcune domande e richieste. In due casi, a Marina di Pisa e ad Agliana, dove la concentrazione di fibre per litro è stata rispettivamente di 881637 e 707250, è stato deciso di procedere alla sostituzione dei tubi a monte del prelievo e di sospendere i prelievi, e vorremmo capire chi ha preso tale decisioni e soprattutto su quali basi.”

“E’ nostra intenzione – proseguono – che venga applicato il principio precauzionale, e si fissi a zero la soglia massima accettabile di fibre di amianto nell’acqua potabile, si sostituiscano con urgenza tutte le tubature a monte dei prelievi che hanno registrato presenza di fibre di amianto disciolte in acqua e si programmi la sostituzione, nel breve periodo, di tutte le tubature contenenti amianto ancorché integre. Crediamo che sia necessario tali sostituzioni vengano realizzate attingendo agli utili generati dalle partecipate che gestiscono la risorsa idrica.”

“Infine – concludono – crediamo sia opportuno avviare uno studio regionale sugli effetti dell’amianto disciolto in acqua sulla salute umana.
Stiamo depositando una mozione ed una interrogazione ad hoc al Comune di Firenze e ci auguriamo che atti analoghi vengano presentati in tutti i comuni della Toscana.”

Sanità, Si-Toscana: Regione entri in possesso ospedali in project

Paolo Sarti e Tommaso Fattori annunciano un’interrogazione e una mozione nelle quali chiedono alla Regione di valutare il rilevamento delle quote che fanno capo ad Astaldi, attraverso Ge.Sat, dei quattro ospedali toscani realizzati in project financing.

“Più passa il tempo e più cresce  la nostra convinzione che la Regione Toscana debba entrare in pieno possesso dei servizi dei quattro ospedali toscani costruiti in project financing. Questo sistema è sbagliato a monte, perché si basa su una commistione di pubblico e privato, dove è sempre il pubblico ad assumersi i rischi maggiori e il privato a fare profitti”.

Così i consiglieri regionali di Sì Toscana a sinistra Paolo Sarti e Tommaso Fattori, commentano “la situazione legata ad Astaldi, il primo General contractor italiano, che ha presentato richiesta di concordato preventivo”.

“L’operazione di finanza di progetto sugli ospedali di Prato, Pistoia, Lucca e Massa è sbagliata sin dal suo concepimento – sottolineano i due consiglieri in una nota – con il soggetto pubblico che investe il 70% delle risorse a fronte del 30% del privato, che diventa concessionario per 19 anni di servizi fondamentali per il buon funzionamento delle strutture”.

“Noi siamo preoccupati – concludono Sarti e Fattori – perché o Astaldi fallisce o è comunque in vendita al miglior offerente. A fronte della situazione ribadiamo, la richiesta alla Regione di riacquistare le quote di Ge.Sat, la società che gestisce i servizi non sanitari dei quattro ospedali in project financing, riportando tutta la gestione in mani pubbliche.”

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