“Senza Data” di Pignatelli al Museo Bardini

Dopo le retrospettive monografiche di John Currin e Glenn Brown, le sale del Museo Bardini di Firenze dal 26 gennaio al 25 marzo ospiteranno Senza Data, mostra personale di Luca Pignatelli (Milano, 1962) a cura di Sergio Risaliti.

Promosso dal Comune di Firenze, organizzato da MUS.E e in collaborazione con la Galleria Poggiali di Firenze, l’evento avvia un nuovo ciclo di mostre concepite con la cura scientifica del Museo Novecento e realizzate al di fuori degli spazi museali di Piazza Santa Maria Novella. L’inaugurazione è prevista domani venerdì 25 gennaio (dalle ore 18 alle ore 21).

“Il museo Bardini è uno dei luoghi culturali che l’amministrazione intende valorizzare – afferma il Sindaco di Firenze, Dario Nardella -, spazio eletto negli ultimi anni a grandi retrospettive come quelle di Currin e Brown. È quindi un piacere ritrovare proprio qui le opere di Luca Pignatelli, che già nel 2015 aveva esposto a Firenze, con una riflessione sul tempo e con grande sperimentazione di materiali, accanto a un allestimento originale pensato proprio per le sale del museo. Valorizzazione dell’antico e del presente con la commistione del contemporaneo e del futuro, ecco una delle nostre principali linee guida che vuole condurre Firenze e i suoi luoghi storici, artistici e culturali appieno nel terzo millennio”.

A distanza di poco più di tre anni da “Migranti”, la sua personale nella Sala del Camino della Galleria degli Uffizi, Luca Pignatelli torna a Firenze per un altro evento espositivo che testimonia il ripetuto attraversamento del tempo storico compiuto dalla sua arte in senso inverso rispetto a quanti citano il passato con accademica nostalgia.

Nelle sale del Bardini saranno esposti una serie di lavori su telone ferroviario, legno, carta e lamiera, assieme a grandi dipinti realizzati su tappeti persiani di inizio novecento. Queste ultime produzione dell’artista saranno coerentemente associate alla vasta e rilevante collezione di tappeti del Museo stesso dal ‘400 ad oggi, compreso un manufatto tessile di oltre sette metri utilizzato in occasione della visita di Hitler a Firenze nel 1938. Una nuova serie di lavori su carta verranno altresì esposti  con un allestimento site-specific che coinvolgerà le cornici e gli arredi presenti nella collezione del Museo.

“La mia ricerca degli ultimi anni – dice l’Artista – è un ripensare che cos’è il tempo rispetto all’immagine, ai quadri. Io credo che oggi sia importante collocare l’immagine al centro di una riflessione sulla memoria e il museo Bardini è un simbolo nel mondo di cosa significhi una raccolta capace di rappresentare una stratificazione di tempi ma anche di culture. Con questa mostra vorrei rispondere alla domanda: cosa sta di fronte a un’immagine? Per me si tratta di un tempo plurale, un montaggio di temporaneità, sfalsate e quindi differenti”.

I dipinti di Pignatelli ospitano al centro un variato materiale iconografico antiquario che strappato all’oblio o alla fossilizzazione, alla commercializzazione e al feticismo, restituisce in un linguaggio del presente l’esperienza stessa della classicità, come se quella civiltà non fosse mai svanita, o trapassata, ma fosse una reale presenza tra le immagini circolante tra noi.

In altre parole le sue immagini sono quelle di una classicità che non parla il linguaggio muto, inanimato della copia. Quelle sue figure collocate al centro dello spazio di rappresentazione vivono un tempo che si ripete identico al proprio originale ed entrano immediatamente in comunicazione con il nostro mutevole essere, divenire, trapassare.

Una classicità che integra e comprende anche l’archeologia del moderno, con le sue metropoli, le sue macchine a vapore, quelle volanti in cieli cupi, grandi navi che solcano gli oceani. Si ha l’impressione che Pignatelli sappia prelevare immagini dai repertori iconografici per isolare icone, figure che hanno la forza di veri e propri archetipi dell’inconscio collettivo, che si sono depositate non solo nella nostra memoria visiva, ma nei nostri sentimenti, nelle nostre emozioni. Come gli aerei da guerra che attraversano il tempo storico e trasformano in qualcosa di ancora presente l’incubo della tragedia bellica. O lo skyline di New York, un pezzo della nostra mitologia sentimentale che appartiene a tutti noi, in una sovrapposizione mnemonica collettiva, che è quella del cinema e della fotografia, della cronaca e dello spettacolo.

“Con le opere di Luca Pignatelli – afferma il direttore artistico del Museo Novecento, Sergio Risaliti – accade che tempo storico e tempo dell’arte risorgono allo sguardo come tempo presente, una stratificazione di memorie che lasciano emergere un sentimento di eternità incolmabile che tuttavia si riproduce ogni volta con l’apparizione-appropriazione di forme e proporzioni classiche: una statua intera, un busto, un’architettura, un frammento Il Museo Bardini è il luogo ideale per questo tipo di rivelazione che è esperienza di bellezza e di temporalità allo stesso tempo, nello stesso momento. E questa mostra è anche un passo avanti nella ridefinizione dell’identità e funzione del Museo Novecento, dislocato oltre la sua sede originale”.

Nei dipinti di Pignatelli, le ‘teste’ di età greca o romana hanno spesse volte gli occhi chiusi, sono introverse, lasciano tutto in sospeso, facendoci avvertire solo l’eco di emozioni senza tempo. Evocare la classicità, anche quella del modernismo, può significare per Pignatelli alludere a qualcosa di incommensurabile, fare spazio a un desiderio di grandezza e di vastità.

Riconosciamo in tutto questo sentire, rivivere, un’esperienza neo-romantica della nostalgia che viene drammatizzata dall’uso di supporti poveri o industriali, carichi anch’essi di memoria, per una dialettica tra segni e materiali che non può essere ridotta a mera suggestione linguistica o cinica citazione. Un sentimento di ammirazione e nostalgia per la classicità e il modernismo con le sue illusione e le sue tragedie che non è tanto si rivolge verso la monumentalità per citarne la forma retorica ma vive di un desiderio di bellezza che la memoria rivela al soggetto contemporaneo quando sappia ritrovare il tempo della contemplazione attiva.

INFO:

Museo Bardini, via dei Renai, 37- 50125 Firenze

sito  Musei Civici Fiorentini

Museo Novecento celebra il Giorno della Memoria, ingressi gratuiti

In occasione della Giornata della memoria, il 27 gennaio, il Museo Novecento di Firenze è aperto gratuitamente al pubblico e propone una serie di eventi che invitano ad interrogarsi su ciò “che è stato” e sul valore dell’arte e della cultura quali antidoti all’indifferenza, drammaticamente attuale, nei confronti della disperazione e della morte di migliaia di persone per motivi razziali.

Una simile riflessione diventa ancor più necessaria in un luogo della memoria come il Museo Novecento, requisito e trasformato dalle truppe germaniche in un campo di raccolta per i lavoratori che aderirono allo sciopero indetto nel marzo 1944, 338 dei quali furono trascinati alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella e deportati nel lager nazista di Mauthausen (come ricorda una lapide sotto il loggiato).

Il programma di domenica 27 gennaio comincia alle 11 con la prima delle due visite guidate al Museo (la seconda è alle ore 12) Orizzonti. Nuovi sguardi sull’arte del Novecento (partecipazione gratuita, prenotazione obbligatoria) nell’ambito del progetto AMIR (Accoglienza Musei Inclusione Relazione). Il dialogo con le opere e i visitatori sarà condotto da un gruppo di migranti aderenti al progetto, giovani provenienti da vari paesi che hanno studiato l’arte del nostro tempo e della nostra penisola mettendola in relazione con la propria storia, le proprie origini, la propria patria.

Sempre alle 11, appuntamento con The Holocaust Memorial, esposizione di alcuni progetti della Sam Fox School of Design & Visual Arts della Washington University in St. Louis. Gli studenti del corso diretto dal professor Stephen Leet hanno elaborato dei progetti per un ipotetico memoriale dell’Olocausto situato nel Museo Novecento.

Ogni studente ha progettato un memoriale dedicato alle circostanze specifiche degli arresti, delle detenzioni e delle deportazioni avvenute nel complesso delle ex Leopoldine nel marzo 1944: vengono così ricordate sia le vittime ebree della Shoah in Italia che quelle di tutto l’Olocausto, con l’intento di far luce sui responsabili della loro sofferenza e del loro sterminio.

Alle 17 appuntamento con “Inventory. The Fountains of Za’atari” che vedrà il direttore artistico del Museo Sergio Risaliti in conversazione con l’artista Margherita Moscardini. “Inventory. The Fountains of Za’atari” è un progetto sviluppato all’interno del campo per rifugiati di Za’atari, nato nel 2012 in Giordania, al confine siriano, per accogliere i cittadini in fuga dalla guerra civile. Nel 2015 il campo ha raggiunto una popolazione di 150.000 persone, di cui 80mila siriani, diventando la quarta città più grande della Giordania e il secondo campo per rifugiati più grande al mondo.

Margherita Moscardini ha vissuto nel campo per svariati mesi e osservato la sua realtà attraverso il doppio paradigma posto dalla condizione del rifugiato che, da un lato, mette in discussione il concetto di Europa, organismi come le Nazioni Unite e il sistema degli stati nazionali, e, dall’altro, ci chiama a ripensare i campi come realtà urbane destinate a durare. Il progetto, promosso dalla Fondazione Pastificio Cerere di Roma e supportato da numerose istituzioni e fondazioni internazionali, è vincitore della prima edizione del bando Italian Council 2017, concorso ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.

Alle 18 spazio a Base per dialogo / Struttura evidente / Struttura impossibile, performance della giovane artista iraniana Zoya Shokoohi che vede appoggiati spalla a spalla con gli occhi bendati, due stranieri che, utilizzando la propria lingua di origine, provano ad intavolare un dialogo che resta comunque incomprensibile. I due, in piedi in semi-equilibrio su due basi di legno, non riescono a capirsi: nessuno potrebbe capire il loro dialogo, anche se comprendesse tutte e due le lingue (farsi e albanese).

“L’azione non consiste nel dialogare con o attraverso la propria lingua – spiega l’artista -, ma nello scambiarsi un’esperienza sentimentale fondamentale, che nasce da un subconscio infantile del poter dire. Poiché nella nostra epoca il campo coincide con la struttura sociale in cui ogni individuo deve annullarsi, per potersi integrare, oggi l’unico campo che non sia di concentramento è quello in cui è dato dialogare senza necessariamente perdere la propria lingua per integrarsi”.

Infine alle 18:30 Giovanni Micoli e Maria Lucia Bianchi leggeranno brani tratti da Nessuno sa di lui di Ippolita Morgese. Attraverso la lettura di passi scelti, Micoli e Bianchi introducono lo spettatore nelle dinamiche sociali che hanno avuto per protagonisti gli ebrei residenti a Firenze. Come in un romanzo, Ippolita Morgese narra la storia di Carlo Pitti, il magistrato cui fu affidato il compito di istituire il ghetto ebraico in città, nel 1571. Grazie al ritrovamento dell’archivio privato, l’autrice ricostruisce la vicenda di un personaggio chiave nel sistema di potere della Firenze medicea, svelando, attraverso aneddoti e dati inediti, abitudini, tradizioni familiari e usanze del secondo Cinquecento.

INFO: Tel. 055-2768224 – 055-2768558, Mail: info@muse.comune.fi.it

Epifania al Museo Novecento: tre laboratori per famiglie nei presepi di Maria Lai

Domenica in occasione dell’Epifania il Museo Novecento organizza due visite guidate con lo staff di Muse e una speciale con il direttore artistico Sergio Risaliti

Una giornata speciale per i visitatori del Museo Novecento che domenica 6 gennaio, in occasione dell’Epifania, potranno partecipare alle visite guidate alla mostra “L’anno zero”, di Maria Lai organizzate da MUS.E alle 12:30, alle 15 e alle 16:30 e dedicate alle famiglie con bambini. La visita delle 16:30, l’ultima in calendario, sarà affidata, in via eccezionale, al direttore artistico del Museo Novecento, Sergio Risaliti, che racconterà la vita, le opere e lo spirito che lo ha spinto ad ospitare i presepi dell’artista sarda all’interno della nuova sala Room, al piano terra dell’ex complesso delle Leopoldine.

I presepi di Maria Lai – in terracotta, legno, stoffa, filo, sabbia – propongono un racconto semplice, simbolico, assoluto, nel quale la storia sacra diventa metafora di tutte le radici, di tutti i miracoli e di tutti gli ideali dell’umanità. “Aver mantenuto il contatto con la mia infanzia, quando sentivo intorno a me un mondo invisibile più forte della realtà – scriveva l’artista -. Giustifica il fascino che ancora oggi mi lega alla tenerezza del Natale. Ciò che avevo sentito e che ho sempre continuato a sentire, sempre di più, è il bisogno di interrogare questo simbolo misterioso che ogni anno si ripropone a un mondo sempre più travagliato.”

 

Dopo un’introduzione in mostra, i bambini e i loro familiari saranno invitati a realizzare il loro presepe, che potranno portare via con sé.  Importante: è necessario portare con sé una scatola da scarpe vuota.

 

Ingresso e attività gratuita per i residenti a Firenze.
€4 per i non residenti. Al costo dell’attività si aggiunge il biglietto di ingresso al museo.

 

La prenotazione è obbligatoria

Per informazioni e prenotazioni: Tel. 055-2768224 055-2768558

info@muse.comune.fi.it

 

Orario apertura museo 11-19

8 dicembre, Firenze ‘si accende’ con F-LIGHT

Firenze, presentato il programma di F-LIGHT, Firenze Light Festival, che dopo il grande successo delle scorse edizioni, dall’8 dicembre ‘accenderà’ la città per un mese rivestendo di una nuova luce i monumenti e le piazze.

F-LIGHT proporrà video-mapping, proiezioni, giochi di luce, mostre e installazioni artistiche, attività educative, visite speciali nei musei, spettacoli e incontri culturali.

Il festival, promosso dal Comune di Firenze e organizzato da MUS.E, con la direzione artistica di Sergio Risaliti, quest’anno nasce all’insegna della genialità di Leonardo da Vinci, di cui si celebreranno nel 2019 i cinquecento anni dalla morte.

Come di consueto saranno coinvolti numerosi spazi della città: su tutti Ponte Vecchio, Palazzo Vecchio, Palazzo Medici Riccardi, Piazza Santa Maria Novella e l’Oltrarno, con un’attenzione particolare alle Torri e alle Porte della città e ai quartieri fuori dal centro storico.

Al centro di F-light c’è sempre la luce, fonte di energia universale ed il titolo quest’anno evoca l’illuminarsi della mente, il pensiero che supera i limiti della conoscenza per osare il nuovo, per sperimentare, per innovare. I simboli del festival saranno perciò la fiammella che accende un lume nella notte, il filamento che si riscalda, la rete neuronale che si accende.

F-light prenderà ufficialmente il via sabato 8 dicembre: dopo i saluti di fronte all’albero di Natale nel cortile di Palazzo Vecchio alle ore 16:30, il Sindaco si dirigerà in Piazza Duomo per l’accensione, attesa, del grande abete di fronte alla cattedrale.

A seguire verrà accesa una delle nuove installazioni di F-light: in Piazza Santa Maria Novella, di fronte alla meravigliosa facciata della basilica, sarà inaugurato un grande albero di luminarie: un cono di 18 metri composto da rosoni luminosi, ispirato ai motivi architettonici e agli intarsi nel marmo della facciata della basilica, ma anche una reinterpretazione moderna del classico abete, simbolo per eccellenza del Natale. L’installazione è resa possibile grazie alle più prestigiose strutture alberghiere della piazza: Hotel Roma, WTB Hotels, J.K. Place e Grand Hotel Minerva.

Sempre in Piazza Santa Maria Novella, uno dei luoghi di F-light sarà il Museo Novecento. Il loggiato esterno, eccezionalmente animato da fasci di colore, accompagnerà i visitatori a scoprire le mostre in corso: su tutte la straordinaria esposizione di Medardo Rosso (a partire dal 20 dicembre), che torna ad essere celebrato a Firenze dopo oltre un secolo, e la mostra L’anno zero di Maria Lai, una affascinante selezione dei suoi celebri presepi realizzati in terracotta, legno, stoffa, filo, sabbia.

Tra i monumenti più conosciuti nel mondo, Ponte Vecchio anche in questa edizione si trasformerà temporaneamente in una tela: un suggestivo videomapping celebrerà infatti la genialità di Leonardo Da Vinci, con un progetto curato da Sergio Risaliti e realizzato da The Fake Factory.

Bellezza e utilità, esperienza contemplativa dell’arte e scienza al servizio dell’uomo: un doppio binario che vede in Leonardo, nelle sue creazioni artistiche e nelle sue sperimentazioni una perfetta sintesi. Il lightshow di Ponte Vecchio è sostenuto da Firenze Fiera: l’83esima Mostra Internazionale dell’Artigianato, che si svolgerà durante la primavera del 2019, celebrerà, infatti, l’anniversario leonardiano ponendo un’attenzione particolare ai temi dell’eccellenza artigianale e manifatturiera.

Sempre a Leonardo sarà dedicata una mostra digitale d’impianto didattico nella Sala d’Armi di Palazzo Vecchio: un’esperienza multimediale incentrata sulla ricostruzione-evocazione delle vicende storiche che portarono allo scontro tra fiorentini e milanesi, nonché alla committenza del Soderini, quindi alla sfida artistica tra Leonardo e Michelangelo cui il Gonfaloniere chiese di raffigurare in affresco la Battaglia di Anghiari e quella di Cascina sulle pareti del Sala del Gran Consiglio di Palazzo Vecchio. La proposta è curata da Sergio Risaliti con Carlo Francini, Referente Centro Storico Patrimonio Mondiale UNESCO, e realizzata da Fake Factory. L’iniziativa è organizzata grazie a SOGEMI Invest – Galileo Consulting for Communication.

Con i suoi 95 metri di altezza la Torre d’Arnolfo domina la città: in occasione di F-light, grazie alla collaborazione e alla sponsorizzazione tecnica di Linea Light Group, le più sofisticate tecnologie in campo illuminotecnico trasformeranno il camminamento di ronda in una spettacolare parete LED animata.

Sempre in Piazza della Signoria, una luce particolare illuminerà le pareti e le volte della Loggia de’ Lanzi: grazie a SilfiSpa i capolavori di Benvenuto Cellini, del Giambologna e le sculture romane saranno avvolte da un’atmosfera magica e delicata. Sul monumento sarà inoltre proiettato il logo “F-light your mind”, titolo dell’edizione di quest’anno del festival, insieme all’hashtag #EnjoyRespectFirenze, la campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Città di Firenze per ricordare quali sono i comportamenti sbagliati e quali invece le “buone pratiche” per vivere la città.

Altra sede storica coinvolta sarà Palazzo Medici Riccardi: dopo la nuova illluminazione permanente della facciata esterna su Via Cavour, realizzata da SilfiSpa e inaugurata a novembre, durante il Festival prenderà vita anche il Giardino Mediceo: grazie a ISIA e MBVision una delle pareti del cortile diventerà una tela di proiezione che ospiterà il lavoro di giovani creativi e designer impegnati in un confronto creativo con alcune tematiche leonardiane. Anche il Cortile di Michelozzo prenderà vita grazie a una illuminazione cromatica che ne valorizzerà le eleganti linee rinascimentali.

Dopo i recenti interventi di recupero e restauro, un’illuminazione scenografica valorizzerà il palazzo della Camera di Commercio, grazie a fasci di luce che daranno risalto tanto agli elementi architettonici su Lungarno Diaz quanto le facciate su Piazza Mentana e Piazza dei Giudici.

Ospite fisso della manifestazione la Rinascente in Piazza della Repubblica, con la sua cascata di luci led; nel palinsesto anche il Mercato Centrale, con un’installazione artistica di Marco Lodola.

????????????????????????????????????

Le Torri e le Porte storiche della città, da anni al centro di una monumentale opera di restauro e valorizzazione, saranno accese per tutta la durata del festival. Tutti i giorni, dalle 18 alle 24, saranno illuminate la Torre della Zecca, Torre di San Niccolò, Porta al Prato, Porta Romana, Porta San Gallo, Porta San Frediano.

Per la prima volta F-Light uscirà inoltre dal centro storico, e toccherà tutti i cinque quartieri cittadini, con una luminaria d’artista che verrà installata in cinque diversi punti: la fontana della Fortezza da Basso, Piazza Niccolò Tommaseo a Settignano per il Q2, Piazza Elia dalla Costa nel Q3, la Passerella delle Cascine all’Isolotto per il Q4 e il Parco di San Donato a Novoli, per il Q5. Le luminarie d’artista sono a cura di Gasparotto Srl.

E nel quartiere di Campo di Marte, l’Artemio Franchi, la casa dell’ACF Fiorentina, si mostrerà sotto una nuova veste scenografica. Grazie ad un nuovo impianto led e ad una regia illuminotecnica curata da ENGIE, player dell’energia e dei servizi, lo stadio si tingerà dei colori della ACF Fiorentina e dei 4 quartieri del calcio storico di Firenze.

Infine, tradizione ormai “storica” di F-light, confermato l’impegno nel lasciare un “segno permanente” sulla città, oltre alle attività temporanee del periodo natalizio: dopo la Loggia del Pesce, la Basilica di Santa Croce, il mercato e la chiesa di Sant’Ambrogio e i recenti interventi su Palazzo Medici Riccardi e via Cavour, quest’anno grazie a SilfiSpa verrà portata una nuova illuminazione permanente per la facciata della Basilica di San Miniato – che celebra quest’anno il Millenario – e in Piazza Santissima Annunziata. Per quanto riguarda San Miniato, la nuova illuminazione valorizzerà ancor di più la Basilica, con la possibilità di regie a luce colorata da “accendere” in occasioni speciali. Obiettivo della nuova illuminazione di Santissima Annunziata è invece quello di dare maggiore attrattività e vivibilità alla piazza, che avrà un nuovo volto notturno, con il potenziamento dell’illuminazione del loggiato e la valorizzazione della Basilica, di cui sarà illuminata anche la parte alta, e con una nuova luce anche per la Statua Equestre di Ferdinando I de’ Medici.

Museo Novecento: sabato la Giornata del Contemporaneo

Il Museo Novecento presenta “Twelve Contemporary Hours”, dodici ore di mostre ed eventi per l’apertura speciale di sabato 13 ottobre che, dalle 11 del mattino alle 23, vedrà alternarsi  visite guidate, incontri, reading, video e performance

Il Museo Novecento apre le porte alla Giornata del Contemporaneo 2018 in una giornata fitta di appuntamenti intitolata “Twelve Contemporary Hours”. La 14esima edizione dell’iniziativa, che sabato 13 ottobre vede coinvolte oltre un migliaio di realtà museali in tutta Italiaconta anche sulla partecipazione del museo fiorentino che offre al pubblico dodici ore di arte contemporanea e di mediazione culturale, dalle 11.00 della mattina fino alla chiusura alle 23.00(posticipata per l’occasione), durante le quali sarà possibile non solo visitare gli spazi e le mostre temporanee del museo, ma anche partecipare a visite guidate, incontri, reading e performance offerte gratuitamente ai visitatori.

La mattina sono in programma laboratori per l’avvicinamento all’arte dedicati ai più picciniorganizzati da MUS.E. Alle 11.00 si inizia con Sculture viventi, per famiglie e bambini 6/10 anni. I partecipanti prenderanno parte a un gioco nel quale opera e pubblico si scambiano le parti, come nelle Sculture viventi di Piero Manzoni, con cui l’artista ha sovvertito ogni tradizione e ogni convenzione sulla lettura dell’opera d’arte. I bambini saranno condotti alla scoperta della mostra SOLO. Piero Manzoni e poi si divertiranno a elaborare il lavoro di Manzoni con i suoi materiali e le sue tecniche, per diventare essi stessi creatori e spettatori di un processo artistico che si gioca sul filo del paradosso. Alle 12.30 Time Machine, per famiglie con bambini 8/12 anni,consentirà di compiere un “viaggio nel tempo” che prende avvio dal mondo di oggi per arrivare ai primi anni del Novecento indagando linguaggi, tecniche e principi delle arti. I bambini saranno coinvolti in un incontro con i grandi artisti del secolo – fra questi Lucio Fontana, Giorgio De Chirico, Fortunato Depero. Alla scoperta delle molteplici forme artistiche del XX secolo, fra tradizione e innovazione, antico e moderno, astratto e concreto. 

Il pomeriggio verrà inaugurato dalla visita guidata L’artista e il suo mondo. Alle ore 15.00 il Direttore artistico del Museo Novecento Sergio Risaliti condurrà i visitatori alla scoperta della collezione Alberto Della Ragione, in un viaggio che consentirà di scandagliare le scelte del collezionista e di soffermarsi su alcuni temi chiave dell’arte italiana della prima metà del Novecento.

Alle ore 16.00 le sale del museo, tra primo e secondo piano, saranno animate dai giovani allievi del laboratorio teatrale La Stanza dell’Attore diretto da Giovanni Micoli alle prese con Le parole degli artisti, un reading corale con cui saranno proposti al pubblico testi di artisti, tra pensieri, lettere e poesie, in un percorso interno alle mostre e alla collezione permanenteSaranno letti estratti di Arturo Martini, Giorgio Morandi, Fortunato Depero, Giulio Paolini, Filippo De Pisis, Carlo Carrà, Piero Manzoni. Il reading consentirà al pubblico di osservare le opere d’arte ascoltando dalla voce dei giovani attori le riflessioni collegate alla nascita stessa dell’opera.

Alle 19.00 sarà la volta di Apologia della creatività, lavoro sonoro/olfattivo che vuol dare voce all’operosa creatività di artisti ed artigiani fiorentini, attraverso alcuni Momenti Musicati e Danzati ideati da Marina Calamai che nascono dall’utilizzo dei suoni degli attrezzi e macchinari registratnelle botteghe degli artigiani. Una nota olfattiva aiuterà a riportare indietro nel tempo i partecipanti per scoprire i vari profumi delle botteghe che accompagneranno i suoni. La rappresentazione, divisa in due parti, prevede inoltre la riproduzione danzata di queste realtà, grazie alla perfomance dei ballerini della Compagnia Opus Ballet diretta da Rosanna Broccanello, che rievocheranno l’atmosfera e i gesti delle botteghe artigiane nelle coreografie di Aurelie Mounier.

Alle ore 12.00 sarà presentato il video Sentences nella Sala cinema e conferenze del museo. Un’opera collettiva realizzata da giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze – Leonardo Bastiani, Matteo Coluccia, Silvia Cogotzi, Silvia Coppola, Davide D’Amelio, Valentina De Florio, Dalila Doro, Stefano Giuri, Jessica Guerzoni, Lori Lako, Francesca Lo Russo, Davood Madadpoor, Michela Massei, Leonardo Meoni, Antoliana Palmisano, Luca Puri, Giulia Spugnoli, Zoya Shokooi  che si sono lasciati ispirare dalle opere della Collezione Alberto Della Ragione.

Il pubblico che farà visita al museo nella giornata di sabato potrà cogliere l’occasione per visitare gratuitamente fino alle 23.00 (ultimo ingresso alle 22.00), oltre alla collezione permanente Alberto Della Ragione, la mostra monografica Solo. Piero Manzoni curata da Gaspare Luigi Marcone in collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni di Milano, Il Tavolo dell’architetto dedicato a Benedetta Tagliabue, il progetto The Wall. Altri spazi, curato dall’artista Robert Pettena e realizzato in collaborazione con l’Assessorato allo sviluppo economico e al turismo del Comune di Firenze e all’Accademia di Belle Arti, e ancora le mostre Artisti al Teatro realizzata in collaborazione con la Fondazione Maggio Musicale Fiorentino, Duel. Jose Dávila e Campo Aperto, focus su Luciana Majoni e Eliseo Mattiacci

Museo Novecento: picco di visitatori nel mese di luglio

Il Museo Novecento di piazza Santa Maria Novella va incontro all’autunno con un netto aumento dei visitatori e si prepara ad accogliere un progetto retrospettivo dedicato a Piero Manzoni, un focus sull’architetto Benedetta Tagliabue e un nuovo appuntamentocon la serie “Il disegno dello scultore”. “Un risultato che ci riempie di gioia – ha detto il direttore artistico Sergio Risaliti – e conferma il trend positivo e il desiderio di fiorentini e turisti di cominciare a vivere questo museo in maniera nuova e totalizzante.”

La nuova linea del Museo Novecento voluta dal direttore artistico Sergio Risaliti sta dando ottimi frutti. E se già nei mesi di maggio e giugno il numero dei visitatori era notevolmente aumentato, il mese di luglio ha visto raggiungere il traguardo del +30% con 4.200 visitatori paganti (a cui si aggiungono i circa 500 intervenuti alle inaugurazioni, dibattiti e eventi speciali) contro i circa 3.200 del luglio 2017 (di cui 2.020 provenienti dalla mostra Ytalia). Un risultato importante, superato solo nel luglio 2014, primo mese di apertura del Museo dopo l’inaugurazione del 24 giugno dello stesso anno.

”I numeri sono sempre relativi -prosegue Risaliti– ma sono un indice da prendere in considerazione, e su cui soffermarsi. Per noi operatori è significativo questo tipo di riscontro, vuol dire che stiamo investendo le nostre energie nella giusta direzione e che la nostra visione di un museo vivace e multitasking, in grado di fare da palestra per giovani curatori e studiosi e fuori dal giro della spettacolarizzazione dell’arte può servire a intercettare un pubblico vasto e al tempo stesso assai esigente. Un museo è cosa ben diversa da un semplice spazio espositivo, anche se il programma di mostre ne può determinare la sua identità specifica rafforzando la sua mission di istituzione per la formazione e sensibilizzazione, assieme a quella conservativa” .

Inoltre il Museo si prepara ad accogliere i nuovi progetti che arriveranno con l’inizio della stagione autunnale. Si comincia con un focus retrospettivo dedicato a Piero Manzoni – realizzato in collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni di Milano – che rientra nel progetto “Solo”, una serie di piccole rassegne monografiche che vanno ad alternare artisti presenti nella collezione permanente Alberto della Ragione ad artisti che invece non ne fanno parte. Dopo “Solo. Emilio Vedova”, il 18 settembre (fino al 13 dicembre) aprirà quindi i battenti “Solo. Piero Manzoni”, primo progetto monografico dedicato a Manzoni in uno spazio istituzionale di Firenze, che si focalizza sugli “oggetti” – o meglio i “concetti-oggetti” – che l’artista produsse dal 1959 al 1962.

Stesse date per il terzo appuntamento del progetto “Il Tavolo dell’architetto”, curato da Laura Andreini, che questa volta vede protagonista Benedetta Tagliabue, architetto milanese che ha progettato, tra le altre cose, il Parlamento scozzese a Edimburgo, il nuovo mercato di Santa Caterina a Barcellona e il Padiglione spagnolo dell’Expo 2010 di Shanghai.

Al primo piano prosegue (fino al a 27 settembre) la mostra “Artisti al Teatro. Disegni per il Maggio Musicale Fiorentino”ideata dal direttore artistico del Museo Sergio Risaliti, realizzata grazie alla collaborazione con la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e curata da Moreno Bucci. A novembre invece sarà la volta del secondo appuntamento della serie “Il disegno dello scultore”, dedicato al disegno come madre di tutte le arti.

Exit mobile version