Omicidio a Grosseto: 20 anni a dj dominicano

Il giudice, come riporta oggi il Tirreno, ha accolto le richieste del pm, Giampaolo Melchionna. In via della Pace a Grosseto rimase gravemente ferito Omar Sar, 33 anni, colpito con un colpo di pistola alla tempia che morì qualche giorno dopo in ospedale

Il giudice dell’udienza preliminare Sergio Compagnucci ha condannato a 20 anni il dominicano Edikson Bernard Genao, per omicidio, tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco, furto e traffico di cocaina per la sparatoria avvenuta in strada a Grosseto il 23 dicembre 2019. E’ stato il dominicano, residente da anni a Grosseto dove faceva il deejay, quella sera a premere il grilletto in via della Pace contro altri due spacciatori che erano arrivati dalla Lombardia per concludere una trattativa di droga.

Le indagini successive hanno anche fatto scoprire un traffico internazionale di cocaina che dalla Colombia arrivava in Maremma. Il giudice, come riporta oggi il Tirreno, ha accolto le richieste del pm, Giampaolo Melchionna. In via della Pace rimase gravemente ferito Omar Sar, 33 anni, colpito con un colpo di pistola alla tempia che morì qualche giorno dopo in ospedale.

Altri due proiettili colpirono alla schiena e al collo Mor Talla Diop, 42 anni, solo ferito molto gravemente. I due, a bordo di un’auto, tentarono di fuggire dopo aver rapinato Edikson durante lo scambio di droga. Il dominicano fu preso al confine con la Francia mentre tentava di espatriare.

Omicidio nel Grossetano: fermato resta in carcere

Rimane in carcere il 45enne di Scarlino (Grosseto) accusato di omicidio volontario e tentato omicidio per l’agguato nel bosco dello spaccio di Gavorrano dove ci sono stati un morto e un ferito grave il 12 agosto. Lo ha deciso il gip Sergio Compagnucci dopo l’interrogatorio di garanzia di stamani sciogliendo la riserva nel pomeriggio. Il gip ha convalidato il fermo. Il 45enne, difeso dagli avvocati Roberto Cerboni e Francesca Fusco, ha risposto nell’interrogatorio dando la sua versione dei fatti ma non ha confessato l’omicidio. I difensori avevano chiesto i domiciliari, negati però dal gip.

 

La procura di Grosseto ha fatto scattare un fermo per l’agguato a colpi di pistola del 12 agosto nel bosco di Gavorrano, nel grossetano, dove è stato ucciso Bouazza Jarmouni, 25 anni, e ferito gravemente Rahal Eljamouni, 19, ancora in prognosi riservata in ospedale.

Le indagini del nucleo investigativo dei carabinieri e della Compagnia di Follonica hanno raccolto “univoci e concordanti indizi di colpevolezza” a carico di un 45enne di Scarlino (Grosseto), italiano, con precedenti per droga, ritenuto autore materiale dei reati di omicidio e tentato omicidio avvenuti lo scorso 12 Agosto, nel grossetano. La procura ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, eseguito dai carabinieri.

Le indagini hanno chiarito che il delitto è maturato nel contesto dello spaccio al dettaglio di stupefacenti; il movente e l’esatta dinamica sono in corso di completa ricostruzione in queste ore, ma la pista privilegiata è quella di un regolamento di conti. Il 45enne adesso è recluso in carcere a Grosseto.

Il gip di Grosseto Sergio Compagnucci ha interrogato in udienza di convalidail presunto killer di Gavorrano. Il gip dopo l’udienza si è riservato la decisione. “Il mio cliente ha risposto al giudice – spiega il difensore del fermato, avvocato Roberto Cerboni – ma non ha confessato alcun delitto. La situazione è delicata, serve fare ulteriori riscontri”. Il 45enne è stato fermato la sera del 14 agosto nella sua casa di Scarlino. Stamani i carabinieri di Grosseto hanno reso noto il fermo, disposto dal pm Anna Pensabene. Le indagini proseguono, il sospetto degli investigatori è che con il killer vi fosse un complice da ricercare.

Grosseto: clochard ucciso per un pacchetto di sigarette, un fermo per omicidio

C’è un uomo in stato di fermo, con l’accusa di omicidio, per la morte di Petru Leorda, 60 anni, il senza fissa dimora trovato privo di vita il 25 gennaio scorso in un seminterrato a Grosseto.

Il fermato è un 37enne a sua volta senza fissa dimora che vive in una roulotte nella zona artigianale del capoluogo maremmano: secondo gli inquirenti è stato lui a picchiare a morte con calci e pugni il 60enne.

Secondo quanto emerge l’uomo indiziato in questi giorni aveva intenzione di lasciare l’Italia e fuggire all’estero ma per incastrarlo è stata decisiva la testimonianza di un altro senzatetto, amico del morto, che aveva assistito alla violenta aggressione scaturita da una lite per un pacchetto di sigarette. A quel punto è scattato il fermo di polizia.

Stamani nel carcere di Grosseto si è svolta l’udienza di convalida del fermo di fronte al gip Sergio Compagnucci. La pm Maria Navarro ha chiesto per il 37enne la misura della custodia cautelare. Il fermato, difeso dall’avvocata Amanda Paoletti, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip si è riservato la decisione sulla misura di custodia cautelare.

“Ha giurato di non aver fatto del male a Petru, è ancora tutto da chiarire”. Sono le parole dell’avvocata. “Non ha risposto al giudice – ha proseguito il difensore – perché aspettiamo di conoscere i contorni di una vicenda ancora troppo nebulosa. Le percezioni e i ricordi di queste persone sono quelle che sono”.

“E poi – conclude – è stato sentito per la prima volta il 26 gennaio ed è stato fermato il 4 febbraio. Se avesse avuto qualcosa da nascondere, visto che è un senzatetto, avrebbe potuto scappare in qualsiasi momento. E invece non l’ha fatto”.

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