Corteo di auto a Pz. Signoria:”Il Governo deve risarcire i danni”, ristoratori, tassisti, ambulanti

Un venerdì di protesta come non se ne vedevano dalla stagione pre Covid. Oggi anche in Toscana dalla scuola ai trasporti, dai rider, al mondo circense fino al serpentone di auto che ha percorso la città fino a Piazza della Signoria

Un ‘serpentone’ d’auto, poi suddivisosi in più cortei, rumoroso per i clacson suonati a distesa per tutto il tragitto e che ha creato, come prevedibile anche per il contemporaneo sciopero del trasporto pubblico locale, disagi al traffico cittadino lungo il percorso, da via Simone Martini fino al centro storico per concludersi in piazza della Signoria.

Questa stamani la manifestazione di protesta a Firenze che ha visto mobilitarsi insieme le imprese di Tni Horeca Italia, tassisti e commercianti contro le misure messe in campo dal governo Draghi, giudicate insufficienti.

corteo auto
Foto Controradio

La mobilitazione, indetta anche a Torino, Roma e Napoli, a Firenze ha preso il via alle 10, col corteo formato da decine di taxi e mezzi privati: #blocchiamolitalia l’hashtag lanciato a livello nazionale. “Ho più paura delle banche che del Covid”, lo striscione affisso su un taxi. In piazza della Signoria la manifestazione o si è tra incrociata con la mobilitazione odierna dei rider. “Firenze è capitale della protesta vera”, ha commentato Pasquale Naccari, presidente di Ristoratori Toscana e Tni Horeca Italia. Una delegazione di tassisti dovrebbe anche essere ricevuta a Palazzo Vecchio dal sindaco Dario Nardella.

Una mobilitazione parte di un venerdì di protesta come non se ne vedevano dalla stagione pre Covid. Oggi anche in Toscana dalla scuola ai trasporti, dai ristoriatori ai rider fino al mondo circense si sono dati appuntamento in manifestazioni, presidi, flash mob nel rispetto delle misure anti covid.

Ristoratori verso Roma per ‘difendere il lavoro’, pronti con tende davanti a Montecitorio

Sono in partenza da Firenze, Grosseto, Arezzo, Pistoia, Livorno, ma anche da Volterra, Ancona, Foggia, Genova, Verona, Milano, Pescara, solo per fare qualche esempio. Gli imprenditori di tutta Italia, da Nord a Sud, qualcuno con i mezzi propri altri con i pullman, raggiungeranno piazza Montecitorio a Roma per partecipare alla manifestazione rilanciata sui social sotto l’hashtag #draghiarriviamo e promossa da Tni-tutela nazionale imprese-ristoratori Toscana, l’associazione che rappresenta 40mila imprese in Italia.

Sarà un presidio a oltranza, pronti a montare le tende davanti a Montecitorio fino a quando non ci saranno risposte da parte del governo Draghi. Alla chiamata ‘A Roma per difendere il nostro lavoro’ hanno risposto centinaia di ristoratori, e non solo, che si ritroveranno il 22 febbraio alle 15 in piazza Montecitorio per chiedere indennizzi immediati per i mancati incassi e che venga superato il sistema semaforico che sta mettendo in ginocchio l’Italia.

“Abbiamo deciso di promuovere questa manifestazione, che è autorizzata, per chiedere provvedimenti seri a tutela del mondo Horeca. Il decreto ristori quinquies è fermo al palo e il bonus filiera non è arrivato. Chiediamo un intervento immediato per i 50mila imprenditori della ristorazione che hanno chiesto il contributo a fondo perduto per l’acquisto di prodotti agroalimentari italiani. Non ci muoveremo da Montecitorio fino a quando sui nostri conti correnti non arriveranno il bonus filiera e i ristori quinquies”, dichiara Pasquale Naccari, presidente ristoratori Toscana e portavoce Tni.

Gli imprenditori riuniti in Tni-tutela nazionale imprese-ristoratori Toscana il 22 febbraio chiederanno al premier Draghi un cambio di passo per quanto riguarda la gestione dell’emergenza.

“Ribadiamo – prosegue Naccari – la necessità, come abbiamo già fatto nelle precedenti lettere inviate ai ministeri di competenza e alla presidenza del Consiglio, di mettere i nostri ristoranti nelle condizioni di poter lavorare sia a pranzo che a cena, rispettando le stesse norme di capienza e di sicurezza. Al Governo chiediamo di aprire i nostri spazi e di non trattarci più come interruttori elettrici, da spegnere e riaccendere. Soprattutto, chiediamo di basarsi sui fatti e non sulle chiacchiere. E i fatti, come affermano le ultime ricerche scientifiche portate avanti da alcuni dei migliori pool di esperti, testimoniano che i nostri ristoranti sono luoghi sicuri. Basta allarmismi infondati, vogliamo chiarezza”.

“Non è possibile – sottolinea il portavoce di Tni – continuare a gettare nel panico la popolazione. Ogni giorno ci sono virologi che in tv e ai giornali dicono tutto e il contrario di tutto. A parlare della situazione sanitaria devono essere il premier e il ministro della Salute. A prescindere se le nostre attività sono chiuse o aperte, durante la settimana ci ritroviamo a fare incassi pari a zero perché la gente ha paura. Ora basta.

Troviamo, insieme, una soluzione per iniziare a parlare di riaperture, non di nuovi lockdown. C’è in gioco la vita da migliaia e migliaia di aziende che hanno contribuito a rendere grande la nostra nazione in tutto il mondo”. Infine, un appello alla politica: “Ci aspettiamo che tutti i leader che da mesi sostengono la nostra battaglia, sia scendendo in piazza, che da mesi sostengono la nostra battaglia, sia scendendo in piazza, sia durante le trasmissioni televisive, essendo oggi al governo, facciano quello che hanno promesso quando ancora non ne facevano parte, e cioè: indennizzi più corposi, anno fiscale bianco, blocco cartelle e riaperture senza più richiudere le attività”.

Giani,ok su ristoranti aperti domani ma decide Governo

Il governatore toscano ha risposto a chi gli chiedeva un commento sul fatto che il collega della Liguria Giovanni Toti ha detto che scriverà al Governo per posticipare di 12 ore l’inizio della zona arancione per permettere ai ristoratori di lavorare a San Valentino

“Leggendo i dati nelle ultime due settimane, dopo cinque settimane di zona gialla, gli stessi erano aumentati. Ecco dunque il passaggio in zona arancione. Anche stamani, rispetto a tanti sabati in cui eravamo a 400-500 contagi, siamo a circa 700 quindi non possiamo che prendere atto di questa realtà. Ora staremo 15 giorni in zona arancione” per poi provare a “tornare in zona gialla per consentire a coloro che sono maggiormente danneggiati, in primo luogo bar e ristoranti, di poter nuovamente tornare ad aprire”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, a margine di una conferenza stampa.

Il governatore toscano ha risposto anche a chi gli chiedeva un commento sul fatto che il collega della Liguria Giovanni Toti ha detto che scriverà al Governo per posticipare di 12 ore l’inizio della zona arancione per permettere ai ristoratori di lavorare a San Valentino: “Mi associo – ha sottolineato Giani – a questa sua idea e richiesta ma il problema è giuridico: il ministro Speranza ha firmato un’ordinanza che nel momento in cui è pubblicata sulla Gazzetta ufficiale scatta dal giorno successivo, è esplicito. Basterebbe che l’ordinanza del ministro Speranza sulla Gazzetta Ufficiale fosse pubblicata domani invece che oggi. Forse la vera richiesta alle autorità di Governo deve essere questa”.

“Cercherò di fare di tutto – ha anche detto Giani – perché si incrementino i vaccini, la nostra macchina organizzativa è in moto perché più vaccini ci arrivano dallo Stato più noi li somministriamo”. Giani ha affermato che, nonostante l’aumento dei contagi, “il presidio sanitario regge. Le terapie intensive sono appena più di 100 quelle occupate, avendone a disposizione circa 700, ed i posti Covid non vanno molto oltre gli 800, ed a fine ottobre erano invece occupati fino a 2200”

“Rimarremo a Roma fino a quando non avremo garanzie”, protesta Ristoratori Toscana 22 febbraio

Protesta Ristoratori Toscana torna in piazza il 22 febbraio a Roma in piazza Montecitorio per chiedere al premier incaricato Draghi indennizzi per i mancati incassi

“A Roma per difendere il nostro lavoro”. E’ quanto promette TNI-Tutela Nazionale Imprese-Ristoratori Toscana, l’associazione che rappresenta 40mila imprese in Italia. Il 22 febbraio il gruppo manifesterà in piazza Montecitorio per chiedere al premier incaricato Draghi indennizzi per i mancati incassi dall’inizio dell’emergenza e il superamento del sistema semaforico che sta uccidendo l’economia italiana.

“Rimarremo a Roma a oltranza, porteremo con noi le tende e non ci muoveremo fino a quando non avremo garanzie, e non inutili promesse, sul nostro futuro. Stiamo organizzando autobus da tutte le province della Toscana. Il sistema a fasce va assolutamente abolito, il Governo deve metterci nelle condizioni di poter lavorare. I nostri locali sono luoghi sicuri e se sono aperti a pranzo possono esserlo anche a cena. Se qualcuno pensa il contrario ci porti le prove scientifiche. Vogliamo dati oggettivi, non chiacchiere” spiega il portavoce TNI-Ristoratori Toscana Pasquale Naccari.

La protesta dei Ristoratori Toscana andrà avanti a oltranza.“L’economia è in ginocchio e le nuove restrizioni a cui stiamo andando incontro sono l’ennesima beffa. Le nostre attività perdono il 70% di incassi in zona gialla, in arancione non ha nemmeno senso aprire. Se qualcuno vuole distruggere il nostro settore, ce lo dica chiaramente. Non vogliamo stare a guardare che le nostre imprese, fiore all’occhiello dell’Italia, muoiano. Andiamo a Roma per riprenderci il rispetto che ci spetta e difendere il nostro lavoro e quello dei nostri dipendenti” prosegue. Naccari ribadisce quindi la necessità, come già fatto nelle precedenti lettere inviate ai ministeri di competenza e alla presidenza del Consiglio, di aprire i ristoranti anche a cena, rispettando le stesse norme di capienza e di sicurezza e superare il sistema a semaforo. “La nostra – sottolinea Naccari – è una richiesta di aiuto, i ristori non stanno arrivando o nel migliore dei casi sono briciole. Le scadenze, come quella dell’Inps, sono alle porte. È necessario quindi aprire immediatamente i nostri ristoranti e risarcirci delle perdite avute fino a questo momento”. Poi il portavoce lancia un appello: “Chef stellati e non, cuochi, ristoratori, commercianti, dipendenti, allevatori, fornitori, grossisti, lavoratori in cassa integrazione, tutti voi che avete a cuore il nostro paese. Solo noi possiamo difendere il nostro lavoro. Andiamo tutti insieme a Roma a pretendere quello che ci spetta”.

Ristoratori Toscana: “L’improvvisazione regna sovrana ed i locali muoiono”

E per domani Tni e Ristoratori Toscana rilanciano lo sciopero contro le piattaforme del food delivery.

“Siamo molto preoccupati e amareggiati per tutta questa incertezza nella quale ci costringono a vivere. Si naviga a vista. Il decreto legge è arrivato come al solito nottetempo, con ‘il favore delle tenebre’, anche se Conte dice il contrario, ed è valido solo fino al 15 gennaio (forse)”. A dirlo è Pasquale Naccari, presidente del gruppo Ristoratori Toscana e portavoce di Tutela nazionale imprese dopo l’ultimo Dpcm approvato questa notte dal Consiglio dei ministri.

“Anche in altri Stati, vedi Germania o Gran Bretagna, vengono imposte misure restrittive, ma non si cambiano colori e regole ogni 5 minuti – prosegue Naccari -. In Italia, ormai è acclarato, non c’è la capacità di programmare e dare stabilità a cittadini e imprese. I ristoranti non si aprono e chiudono in un giorno. Lavoriamo con materia prima deteriorabile e in queste condizioni non è possibile organizzarsi”. Per domani, intanto, è confermato lo sciopero contro le piattaforme del food delivery.

“Senza contare che è assurdo chiudere i ristoranti, che possono aprire solo a pranzo, nel fine settimana. Dal lunedì al venerdì la gente in giro è pochissima, non ci sono turisti e quasi tutti lavorano in smart working. Solo sabato e domenica i ristoranti potrebbero lavorare con le famiglie che decidono di andare a pranzo fuori. Ma anche questa possibilità ci è negata. Chiediamo a tutte le persone che hanno a cuore le attività di vicinato di aiutarci a tenere in vita i nostri locali. Dal 6 gennaio, chiediamo agli italiani di sostenerci nella nostra battaglia. Come? Facendo i propri ordini telefonicamente direttamente presso i nostri punti vendita o servendosi dell’asporto e non tramite le piattaforme delle multinazionali che hanno sede all’estero e non pagano nemmeno le tasse in Italia. Non si tratta di una battaglia contro i fattorini questa, sia chiaro. Anzi questa è una lotta che porteremo avanti anche per loro e per far valere i loro diritti visto che in molti casi lavorano in condizioni di sfruttamento. Quando le nostre attività ricominceranno a funzionare saremo in grado di assumere queste persone” spiega Naccari.

Ristoratori Toscana e Partite Iva mercoledì in piazza a Roma

Partite Iva e ristoratori mercoledì in piazza. “Altro che rossa: l’Italia è in zona nera. Il governo ha fatto dei danni irreparabili e ora gli presentiamo il conto”. Appuntamento mercoledì 23 dicembre, a partire dalle 10 in piazza San Silvestro a Roma. Sarà l’ultimo giorno, prima che l’Italia diventi tutta zona rossa. L’iniziativa è organizzata da Mio Italia, Movimento Imprese Ospitalità, da Ristoratori Toscana e da TNI-Tutela Nazione Imprese.

“È arrivato il momento di unire le forze, di compattare tutte le associazioni di categoria del mondo dell’ospitalità per difendere il nostro settore, fondamentale per tutta l’economia italiana, e chiamare a raccolta tutte le Partite Iva soffocate dalle decisioni improvvisate del governo Conte”.  Paolo Bianchini, presidente nazionale di Mio Italia (Movimento imprese ospitalità aderente a Federturismo Confindustria), e Pasquale Naccari (foto), presidente di Ristoratori Toscana e di TNI, lanciano un appello dopo il decreto Natale del governo: “Non possiamo più aspettare; le nostre aziende stanno soffocando e il governo ci ha continuamente tolto ossigeno, adottando solo scelte scellerate, lontane dalla realtà del quotidiano e “aiutandoci” con una vera e propria elemosina di Stato. Adesso o mai più: o facciamo subito fronte comune o sarà troppo tardi. Sarebbe inutile compattarsi dopo la morte del nostro settore e dell’economia Italiana”, affermano Bianchini e Naccari.

Di qui l’appello a scendere in piazza domani l’altro, a tutte le associazioni di categoria riconosciute e a quelle libere, ai singoli imprenditori e a chi ha a cuore le sorti della nostra amata Italia. “Dobbiamo dimostrare al governo unità, con una grande prova di maturità, in questo momento drammatico per le nostre aziende e per l’intera economia italiana”.

“Ristoratori contro commercianti, commercianti contro partite Iva. Il tentativo del governo di metterci tutti contro tutti è vergognoso. Ma non dobbiamo dividerci. E’ il momento di unirci – proseguono Bianchini e Naccari -. Per questo abbiamo deciso di tornare di nuovo a Roma, insieme alle altre categorie. Il nostro unico interesse è il bene comune e lo perseguiremo uniti. Siamo chiusi, dicembre è perso. Chiediamo indennizzi sulle reali perdite dovute alla pandemia, che devono andare a tutte le attività danneggiate, non ci può essere una selezione per codici Ateco  né è accettabile l’esclusione delle start up”.

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