Rai: morto Jengo, direttore sede Toscana e Umbria

E’ morto Andrea Jengo, 65 anni, direttore della sede Rai della Toscana e dell’Umbria. Secondo quanto appreso, è morto a Roma, in ospedale: i funerali si terranno il 14 novembre ad Assisi dove risiedeva.

A darne notizia l’Associazione stampa della Toscana il cui presidente Sandro Bennucci e organismi dirigenti esprimono alla moglie di Jengo, Emilia, alla figlia, ai colleghi e ai dipendenti Rai della Toscana sentite condoglianze, partecipando al loro dolore.

Jengo, ricorda l’Ast, era “da molti anni a Firenze” ed “è sempre stato molto vicino alla città e alle istituzioni per le mille iniziative promosse e ospitate con il patrocinio della Rai. Per quanto riguarda il sindacato dei giornalisti, Jengo è sempre stato un amico sincero, manifestando grande sensibilità non solo per i seminari di formazione, ma anche per tutto quello che riguarda la nostra professione: fu fra i promotori dell’idea di intitolare il mitico studio C della sede Rai a Paola Nappi, collega che si ammalò durante i servizi dal Giglio sulla Concordia e che morì dopo non breve agonia.”

Prosegue l’Ast: “Lo ricordiamo anche fra i più attivi, tre anni fa, nelle celebrazioni del cinquantesimo anniversario dell’alluvione di Firenze”.

“Con grande tristezza apprendo la notizia della scomparsa di Andrea Jengo. Oltre ad essere stato un grande professionista, mi ha sempre colpito l’attenzione e la cura che riservava alla storica sede della Tv pubblica della Toscana e, più in generale, al patrimonio culturale della Rai, a cominciare dall’archivio storico”. Il cordoglio del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

Rossi: alleanza Pd-M5s non funziona e non è argine contro Salvini

“L’alleanza all’ultimo momento fra Movimento 5 Stelle e Pd non funziona neanche per costruire un argine contro questo dilagare di Salvini”. Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, commentando il voto in Umbria.

“Non mi pare – ha aggiunto – che ci sia all’ordine del giorno, per quel che io penso, lo dico con grande rispetto per gli amici e compagni che la pensano diversamente da me, l’idea di un’alleanza strategica con il Movimento 5 Stelle”. Lo ha affermato Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, parlando a margine di un convegno sul Patto per lo sviluppo regionale organizzato dai sindacati oggi a Firenze.

“Conviene perdere da soli – ha proseguito Rossi, a margine di un convegno sul Patto per lo sviluppo della Toscana – perché tra noi e Movimento 5 Stelle ci sono differenze di valori nella concezione politica e nelle proposte concrete tali che una sconfitta, che in democrazia è sempre possibile, conviene averla sulla base però della visione della sinistra. Come abbiamo visto il Movimento 5 Stelle è un movimento che esprime una protesta che, quando poi diventa governo o si propone di diventare governo, o non ce la fa o curva a destra, e alimenta quindi le forze di destra”.

Per il presidente della Toscana Enrico Rossi “il declino dell’Umbria, che è una regione economicamente, invece, viva, operosa, è legato al fatto che è una zona interna, e cioè che mancano infrastrutture, che mancano strade, mancano treni, manca il digitale, mancano situazioni di connessione, mancano investimenti per la sicurezza e per l’ambiente, tutte questioni di carattere nazionale”. “Io – ricorda – una volta avevo proposto che si affrontasse il tema di questo vecchio dormiente che è l’Appennino, e ripropongo che il Pd faccia lo stesso, che affronti il tema nelle aree interne, tema che riguarda anche la Toscana”.

Per il Pd nazionale “abbiamo bisogno di un congresso per tesi dove si discute, dove i personalismi si mettono da parte, perché un leader, un segretario eletto ce l’abbiamo”. “Ridefiniamo la nostra linea – ha spiegato Rossi – il nostro profilo politico e culturale, i nostri valori fondamentali di riferimento, le classi sociali di riferimento che dobbiamo avere, che a mio parere sono ovviamente la classe lavoratrice, gli imprenditori che che sono impegnati, i poveri, i giovani che fra l’altro si stanno mobilitando in tutto il mondo e anche da noi. Quindi una base sociale possiamo averla, e su questa noi dobbiamo scommettere con idee nuove ma che affondano le proprie ragioni nel passato, affondano le proprie radici anche nella grande storia della sinistra europea e italiana. Nel momento in cui rinunciamo a questa storia ci condanniamo a perdere”.

“C’è una destra statalista, aggressiva, che legge bene i problemi ma non trova le soluzioni, e questi mesi di governo lo hanno statuito e certificato: ma non possiamo neanche abbandonarci all’idea che in un’alleanza col M5s si risolva il tema del posizionamento del Pd”. Lo ha affermato Matteo Biffoni, sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana, presente al convegno insieme a Enrico Rossi.

Il dato dell’Umbria, ha detto Biffoni, “in parte era atteso, non in queste proporzioni. In Umbria noi avevamo già perso Perugia, Terni, Assisi. Un segnale di malessere verso il governo di centrosinistra era già arrivato dai comuni. Pensavamo tutti quanti, eravamo consapevoli, che sarebbe stata un’impresa molto ardua. Quando ti arrestano un assessore regionale ed un segretario regionale del partito oggettivamente le condizioni sono complesse: però i numeri della sconfitta, la proporzione della sconfitta, è oggettivamente qualcosa che fa riflettere”.

“Ha senso continuare con questo Governo se le scelte finali della finanziaria faranno l’interesse del Paese. Non mi fa paura discutere – ha spiegato Biffoni – con gli alleati e con tutti quelli che fanno parte di una coalizione si discute, ci si confronta, ci si arrabbia, ci si manda a quel paese, e poi dopo si riprende un caffè insieme. L’importante è che le scelte finali siano quelle giuste. Io voglio vedere l’esito di questa manovra”.

Secondo il sindaco di Prato, l’operato del governo così come la nuova legge di bilancio sarà positivo se “non solo anestetizza l’aumento dell’Iva, che sarebbero stati 700-800 euro a famiglia, per tutti, ricchi e poveri”, ma anche se “ricomincia a mettere i soldi tra le amministrazioni locali per far ripartire i lavori, se dà una mano a far ripartire l’economia”.

“Le elezioni regionali in Umbria ci hanno consegnato un risultato in gran parte previsto, con la vittoria della destra sovranista – comunica l’on. Di Giorgi -. Il Pd tiene, nonostante gli errori del passato, che già avevano consegnato le principali città della Regione alla destra, le inchieste nel campo della sanità,  e le recenti scissioni. Cede invece il Movimento 5 Stelle che probabilmente paga alcune ambiguità di troppo anche riguardo alla linea politica del Governo Conte”.

“Alla luce di questo risultati – prosegue -, il centrosinistra deve dire  basta alle polemiche che minano ogni giorno l’azione dell’esecutivo, e cominciare a lavorare seriamente sui territori per una proposta riformista di sviluppo nel segno della coesione sociale e dell’attenzione verso i ceti che hanno maggiormente sofferto gli effetti di questa perdurante crisi economica. Anche in Toscana bisogna avere il coraggio di scelte nette, che dimostrino nei fatti un cambio di passo, a partire dalle candidature, pur rivendicando i risultati del nostro buongoverno”.

“Chi intendesse – conclude Di Giorgi – invece proseguire con i veti, le polemiche, i distinguo e i trabocchetti, si assumerebbe una gravissima responsabilità storica, offrendo alle destre un’occasione unica per vincere anche nella nostra Regione.

L’intervista di Gimmy Tranquillo al governatore della regione Toscana, Enrico Rossi.

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Droga: vendevano dosi tramite WhatsApp, scoperti dalla Gdf

L’operazione “Biancaneve” della Guardia di Finanza ha permesso di smantellare quella che è ritenuta un’organizzazione dedita allo spaccio, operante tra Città di Castello, San Giustino e Sansepolcro (Arezzo). Le dosi venivano ordinate tramite l’app di messaggistica WhatsApp.

Le fiamme gialle hanno ricostruito 230 episodi di spaccio e indagato tre persone, 13 quelle segnalate alle prefetture. Dagli accertamenti della tenenza di Città di Castello della guardia di finanza è emerso che la droga veniva ordinata tramite WhatsApp utilizzando un linguaggio in codice e, per evitare l’identificazione, numerosi soprannomi o alias; dopo avere anticipato il denaro, i clienti ritiravano le dosi in orari e località convenuti, solitamente punti di ritrovo affollati quali parcheggi e centri commerciali. Uno dei segnalati alle prefetture, nel giro di pochi mesi – secondo l’indagine -, è arrivato a spendere oltre 10 mila euro per l’acquisto della droga.

In bicicletta dalla Toscana ad Amatrice per terzo anniversario terremoto

In bicicletta dalla Toscana ad Amatrice, per ricordare il terzo anniversario del terremoto che ha sconvolto il centro Italia. E’ l’iniziativa della Croce Viola di Sesto Fiorentino, che anche quest’anno, ha organizzato una spedizione ciclo-turistica che porterà un gruppo di volontari dell’associazione nel cuore del cratere sismico.

Cinque tappe dalla Toscana ad Amatrice, 380 i chilometri attraverso quattro regioni (Toscana, Umbria, Lazio e Marche) e sei province (Firenze, Arezzo, Perugia, Foligno, Rieti e Macerata), verranno percorsi dai sei protagonisti di questa iniziativa della Pubblica assistenza: il capo-missione e ideatore è Giulio Molinari: pensionato 62enne, volontario da anni dell’associazione, si occupa sia di soccorso sanitario che di protezione civile; insieme a lui il decano Andrea Sarti (73 anni), Luca Landi (58 anni, di professione elettromeccanico) e il più giovane delle spedizione: Massimo Giannini, 56 anni metalmeccanico; senza dimenticare i due pistoiesi, Alessandro Biagioni e Andrea Masi: entrambi 59enni, il primo poliziotto in pensione, il secondo geometra. A completare il team altri due volontari, Vander Savoia e Davide Costa, che si occuperanno del supporto logistico.

Cinque le tappe in programma: martedì 20 la spedizione partirà da Sesto Fiorentino, non prima di aver incontrato alle 10.30 in Palazzo comunale l’assessore alla Protezione civile Diana Kapo, e raggiungerà Arezzo dopo 90 chilometri e un percorso lungo la valle dell’Arno; il giorno successivo di nuovo in bici per la seconda tappa di 113 chilometri, che si concluderà a Todi, una frazione lungo le colline umbre, costeggiando le sponde del lago Trasimeno; giovedì 22 la tappa, la più impegnativa dal punto di vista dell’altimetria, vede 115 chilometri di tragitto passando da Spoleto, Cascia e la successiva entrata nel Lazio, con l’arrivo a Cittareale, dove i ciclisti saranno accolti dal sindaco Francesco Nelli; il giorno successivo sarà invece riservato a un percorso che porterà il gruppo ad Accumuli, Grisciano e Arquata del Tronto e che si concluderà la notte del 24 agosto con la partecipazione alla fiaccolata in programma ad Amatrice per ricordare le vittime del sisma.

L’ultima tappa è in programma la mattina del 24, quando il gruppo di volontari raggiungerà Amatrice attraverso quella stessa strada che molti di loro percorsero tre anni fa con la Colonna mobile della Regione Toscana per portare i primi aiuti alla popolazione, e incontrerà il sindaco di Amatrice Antonio Fontanella.

“Anche quest’anno – spiega l’ideatore della “biciclettata” Giulio Molinari, che arrivò ad Amatrice con la Croce Viola poche ore dopo il sisma del 24 agosto – abbiamo voluto salire in bicicletta e tornare di nuovo nelle zone colpite dal terremoto. Crediamo che ogni iniziativa organizzata per tenere alta l’attenzione su quel territorio che abbiamo imparato a conoscere nell’agosto di tre anni fa sia fondamentale. E proprio in quell’ottica si inserisce il nostro ‘pellegrinaggio laico’. Questi chilometri per noi non significano fatica, ma solidarietà, amore e vicinanza a chi in quelle tragiche circostanze ha perso tutto”.

“Quando i nostri volontari – il commento di Dimitri Bettini, presidente di Anpas Toscana – scendono in aiuto della popolazione, non compiono solo il loro dovere. La loro umanità crea legami che difficilmente si sciolgono nel tempo. La Croce Viola organizza da tre anni questa iniziativa che non è solo testimonianza, ma un segno concreto di amicizia, oltre a un modo per proseguire con le azioni di supporto alla ricostruzione. Anpas Toscana è insieme alle sue associazioni, e supporta i progetti di aiuto per la popolazione del Centro Italia colpita dal sisma”.

Decreto Sicurezza incostituzionale: Toscana presenta ricorso

La Regione Toscana ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro il Decreto Sicurezza. Lo stop al permesso di soggiorno umanitario ed il divieto di iscrizione all’anagrafe sarebbero incostituzionali.

La Toscana ha presentato ieri il ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto sicurezza. A motivare il ricorso, spiega una nota, il fatto che il decreto Salvini, poi convertito in legge, “ha cancellato il permesso di soggiorno per motivi umanitari con l’impossibilità di rinnovo per chi già ce l’aveva, ma ha anche vietato l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo, oltre ad aver esteso il Daspo urbano a ospedali e presidi umanitari”. In particolare la Toscana ricorre contro l’articolo 1, decimo comma lettera B ed ottavo comma del decreto 113 del 2018, parlando a nome di oltre sessanta amministrazioni comunali.

Per il governatore Enrico Rossi, “è evidente come in questo modo si ostacoli il soddisfacimento di diritti fondamentali e universali che appartengono alla persona e già ribaditi da più sentenze”, e “c’è anche un problema di sicurezza, perché la cancellazione dei permessi umanitari creerà dei ‘fantasmi’ nella nostre città, visto che non si potranno certo espellere tutti poiché l’Italia non ha accordi di rimpatrio con i paesi di provenienza. Occorre integrare e garantire più diritti, altrimenti si creano tensioni. Facciamo una battaglia su un fondamento di civiltà e la facciamo a testa alta”.

Per l’assessore toscano alla presidenza, con delega all’immigrazione, Vittorio Bugli, con il Dl sicurezza “si ledono e si incide anche sulle competenze regionali e dei Comuni, limitando la possibilità di continuare ad erogare ad esempio servizi, che da questi enti dipendono, in materia sociale e sanitaria, di istruzione e formazione professionale in tutti questi anni erogati. Per questo ricorriamo”.

La Toscana, insieme ad altre Regioni come il Piemonte, l’Umbria e l’Emilia Romagna, aveva  già annunciato il ricorso poco tempo fa.

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