Lucca, “sventato rave party” a Santa Maria a Colle

Lucca, le forze di polizia hanno sventato un possibile rave party in corso di formazione sul Serchio, vicino alla città toscana.

Secondo quanto riferisce la questura, la segnalazione sarebbe arrivata da un abitante della zona, che sentendo musica ad alto volume provenire dal lungo fiume, nei pressi di Santa Maria a Colle, una frazione del Comune di Lucca, ha chiamato le forze dell’ordine ed è quindi stata inviata una volante.

L’equipaggio della volante, intervenuto sul posto ha trovato circa 20 giovani già accampati con tende ed un camper che ascoltavano musica ad alto volume. A quel punto hanno chiamato in rinforzo la Digos, la squadra mobile, i carabinieri e la polizia municipale.

All’arrivo della forza pubblica alcuni dei giovani si sono allontanati, ma nove di loro sono stati identificati, e la questura fa sapere che i ragazzi sono tutti di Pisa e con precedenti per occupazione di terreni.

Portati in questura per loro è scattato il foglio di via obbligatorio dalla provincia di Lucca per tre anni ed inoltre la municipale li ha sanzionati per violazione del divieto di campeggio.

Per quanto riguarda le attrezzature portate sul posto, il gruppo elettrogeno, il mixer e le casse sono state prese in consegna dalla polizia.

Livorno, rave in area ex TRW: ‘preoccupati per presenza amianto’

La denucnia della CGIL dopo la festa non autorizzata che nel week end ha visto partecipare centinaia di persone provenienti da tutt’Italia. “L’area f è  una potenziale bomba ecologica per la presenza di fibre di amianto nel tetto (55 mila mq) e nelle pareti del capannone.”

“Apprendiamo dalla stampa con estrema preoccupazione dell’evento rave dentro la TRW dove sappiamo della presenza di manufatti di amianto abbandonati – fa sapere la Cgil in un comunicato stampa -. Leggiamo anche che l’evento non ha destato preoccupazione e che si è pensato che non sia stato necessario impedirlo per motivi non chiariti. La CGIL ritiene inaccettabile che a distanza di 5 anni dalla chiusura della fabbrica l’area sia rimasta in abbandono totale nonostante il bisogno di lavoro e la posizione strategica dell’area.”

“All’epoca fu subito chiaro come l’area fosse una potenziale bomba ecologica per la presenza difibre di amianto nel tetto (55 mila mq) e nelle pareti del capannone – continua il comunicato -. La presenza di 55 pozzi per pompare l’acqua al fine di separarla dagli olii e avviarla allo smaltimento. Osserviamo che l’azienda non solo ha potuto allontanarsi dal territorio abbandonando i lavoratori e le lavoratrici, ha potuto anche disinteressarsi della bonifica della zona che ha occupato lasciandola in condizioni pericolose per chi vive e lavora nella zona.”

“Prevenzione e non rimedi. Questo serve –  osserva la Cgil -. Migliaia di giovani sono stati messi a rischio, al di là della legittimità di manifestazioni come i rave party. Nessuno ha avvertito l’esigenza di intervenire per segnalare il rischio strutturale e ambientale a cui sono sottoposti i lavoratori e gli abitanti della zona (da 5 anni) e, in particolare i tantissimi ragazzi e ragazze che hanno partecipato al rave.”

“La CGIL chiede alla ASL, all’ARPAT -sottolinea il comunicato -, alle istituzioni preposte e alla società TRW che si diano rassicurazioni in merito alla pericolosità e alla bonifica della zona. La Cgil chiede al Sindaco di Livorno di intervenire con decisione e che si valuti un’azione di bonifica immediata da imputare all’azienda. Il tempo è scaduto. L’azienda paghi la bonifica o si avviino iniziative di denuncia e di bonifica facendo causa e imputando all’azienda qualsiasi danno che ne sia derivato o ne possa derivare. Questo sarebbe un cambiamento di cui saremmo contenti di poter parlare. Ancora una volta si resta invischiati in procedure giuridico/burocratiche che dimostrano limiti e incapacità di proteggere la salute pubblica”, conclude il comunicato della Cgil.

Exit mobile version