🎧 “Estate Fiorentina off limits per noi disabili”

Raffaello Belli, portavoce associazione Vita Indipendente:” nessuna informazione sui canali ufficiali circa l’accessibilità dei luoghi, così si scoraggia la partecipazione dei disabili. Eppure  sarebbe obbligo di legge…”

“Tutti sanno oramai che, soprattutto con la fine del lock down, è importante stare all’aria aperta che ha un effetto benefico sulla salute. Ma questa cosa per i disabili evidentemente non vale…”. Comincia così la denuncia di Raffaello Belli, portavoce dell’associazione Vita Indipendente che punta il dito contro l’amministrazione comunale fiorentina (e non solo). Rea a suo dire di non informare, come pure sarebbe obbligata dalla legge, in merito all’accessibilità dei luoghi in cui si svolgono gli spettacoli e le manifestazioni dell’Estate fiorentina.

Passare delle ore in tranquillità, al fresco, godendosi un spettacolo all’aria aperta. E’ una cosa importante per tutti. Ma per le persone diversamente abili spesso diventa una chimera. Un sogno, reso ancora più proibitivo dalla mancanza di informazioni che, di fatto, scoraggiano, chi ne avesse intenzione, ad uscire.

“Ho fatto un giro parziale da me” dice Belli. “Sul Sito internet non c’è nulla su cosa sia accessibile per i disabili. E invece per legge ci deve essere. Mettere qualcosa sarebbe stato semplice e prezioso, invece niente”.

Ad esempio?
“Al Conventino: se telefoni ti aiutano, ma l’ho scoperto perchè ci sono andato con mio sacrificio. All’Anfiteatro delle Cascine: forse con qualche indicazione ci si fa, ma non c’è alcuna indicazione.  Non solo: hanno messo divieto di transito all’unico vialetto teoricamente parzialmente fattibile: dico, al divieto di transito, aggiungere che è consentito il passaggio ai disabili era troppo?”

“E ancora – prosegue Belli – il  Cinema agli Uffizi: i disabili possono parcheggiare nel piazzale vicino all’ingresso? La legge lo permetterebbe, ma non è specificato, e magari qualcuno si fa scoraggiare; oppure, se multato, non ha le informazioni per fare ricorso. Chiosco S. Maria Novella: c’è un modo di accedervi? Non si sa. E così via”

“Il Comune può finanziare cose in cui non è chiaramente indicata l’accessibilità per i disabili si chiede Belli, che ha afidato la sua denuncia ai nostri microfoni. “Se io faccio causa al Comune per discriminazione? Purtroppo non è un “rimedio utile” perché ci vogliono anni. Ma se lo facessi non so come se la caverebbero” aggiunge Belli.

Che sottolinea: “quello che dico non è un capriccio, non si tratta di cose superflue. Ad un disabile  andare ad uno spettacolo la sera d’estate costa molto più sforzo fisico che a una persona ‘normodotata’ quindi dovrebbe essere incoraggiata, invece viene fatto molto per scoraggiarla.  Eppure  le sere estive fuori sono importanti per la salute, soprattutto per chi d’inverno, causa forza maggiore, è costretto spesso a passare lunghi periodi al chiuso”.

“Io, disabile grave, vi racconto la mia odissea con la burocrazia INPS”

La storia Raffaello Belli dell’Associazione Vita Indipendente  convocato dall’INPS per accertamenti sul contratto dell’assistente domiciliare il 28 febbraio, che era domenica. Ai nostri microfoni Raffaello racconta una storia che sarebbe incredibile per una persona normodotata e che diventa paradossale per un diversamente abile.

Ricordate ‘il Processo’  di Kafka? La storia  delle lungaggini e dei piccoli (grandi) abusi della burocrazia? La sua (stra)ordinaria organizzazione bizantina? I suoi non detti? La capacità di rendere sempre un pochino più complicata la vita del cittadino, laddove in realtà il suo compito sarebbe quello di facilitarla? Ecco: dimenticate tutto perché la storia che vi raccontiamo ha dell’incredibile. Raffaello Belli, disabile grave che necessità assistenza 24h al giorno, si vede recapitare dall’INPS una raccomandata in cui si richiede che vengano portate a conoscenza degli uffici una serie di questioni che riguardano il contratto di uno degli assistenti personali, in quanto non meglio precisati ‘controlli automatizzati’ hanno indicato la necessità di acquisire ‘informazioni e documentazione utili all’accertamento di quanto dichiarato per il lavoratore”.

“Con tutti i problemi che ci sono oggi con il Covid, molti dei quali devono essere in qualche modo fronteggiati dall’INPS, e considerate tutte le enorme difficoltà concrete che un disabile deve affrontare per non morire, l’INPS non ha davvero niente di meglio da fare che sprecare tempo e risorse pubbliche per infierire su di me?” si chiede Raffaello.

Ma la vicenda, che di per sè è appunto ‘surreale’, non si esaurisce nella richiesta ‘singolare’. La lettera in oggetto infatti  riporta la data dell’11 febbraio 2021, il postino l’ha portata   il 26 febbraio, quando Raffaello non era a casa e, siccome era un venerdi, è stato possibile per lui  averla in mano soltanto il 2 marzo.

E qui la prima anomalia : “l’INPS sa che io sono disabile fisico grave, perciò non posso scendere a prendere la raccomandata cartacea quando il postino la porta, e neanche posso andarla a ritirarla da me all’ufficio postale. Quindi era doppiamente preciso dovere dell’INPS mandarmi detta comunicazione via PEC, conoscendo benissimo il mio indirizzo mail certificata. In quel modo he avrei potuto vederla da me a casa senza alcun disagio specifico. Invece l’INPS mi ha costretto a retribuire di tasca mia un’ora in più di assistenza personale per ritirare detta raccomandata cartacea. Non ho idea se mi spetta un risarcimento del danno per questo”.

Per altro nella lettera  in oggetto c’è scritto che, se non fosse stato per il Covid, Raffaello si sarebbe  dovuto presentare  la mattina del 28 febbraio, che è una domenica. “E non c’è neanche un recapito preciso a cui rivolgersi per spostare l’appuntamento” precisa Belli. Che sottolinea come, inoltre “nella lettera non vengono  indicati i motivi per cui il contratto in oggetto richiederebbe ulteriori verifiche”. “Anche se lo ha stabilito un sistema informatizzato, devono essere indicati i motivi per cui è venuto fuori questo” dice Belli.

“Per la mia vita indipendente, e comunque in generale per la mia vita, l’assistenza personale è assolutamente indispensabile per non morire. Ma, paradossalmente  a me, disabile grave solo al mondo  l’INPS  manda una raccomandata cartacea per dirmi che, siccome il computer dice a voi che qualcosa non  quadra, se non vi do una spiegazione entro 10 giorni, mi tolgono  un’assistente personale, che peraltro pago con i risparmi della mia vita, finché potrò, poi ci sarà il suicidio”.

Alla fine Raffaello Belli ha inviato via PEC tutta la documentazione prevista, “non perché ritengo questa richiesta legittima, ma perché per vivere devo affrontare tanti altri problemi per cui mi e indispensabile averne meno possibile. E lo faccio anche perché a volte è necessaria (oppure si è costretti ad avere) un pò di compassione anche verso “colà ove si puote”.

“Io disabile, e l’impossibilità di passeggiare alla Cascine”

Intervista con RAFFAELLO BELLI, minacciato di multa per aver posteggiato in una porzione del parco dove non avrebbe potuto.

QUESTA LA LETTERA APERTA DI RAFFAELLO BELLI

Egregio Signor Sindaco, Sono una persona costretta a vivere da disabile per via del fatto che riesco a camminare soltanto per brevi tratti e con grande difficoltà. Naturalmente sono legittimo titolare del Contrassegno disabili n. 108 rilasciato dal Comune di Firenze valido e sempre regolarmente esposto sul parabrezza della mia auto. Per me e importantissimo camminare all’aria aperta per quello che posso (ho anche un certificato medico). E questo e ancora più importante perchè le piscine sono chiuse. Questo perché, se non mi muovo, mi paralizzo del tutto e muoio presto. Perciò, nella prima fase di questo virus, per non violare le regole stabilite, andavo con il deambulatore a camminare in solitudine per quel poco che posso in un grande parcheggio sempre vuoto che c’è vicino a casa mia. Era triste e squallido, pero non potevo fare diversamente. Vennero anche 2 volte i carabinieri, ma io agivo correttamente, e ci fu anche un articolo su un giornale online. Ora che le Cascine sono aperte ritengo di avere lo stesso diritto degli altri di andarci in modo di avere un po’ di ombra e un po’ di verde intorno a me, e respirare un po’ di aria del parco. Ritengo di avere lo stesso lo stesso diritto degli altri di potermi sedermi alle Cascine, dopo aver camminato un po’, per riposarmi e respirare un po’ di aria del parco. Per quanto ne so io tutto ciò e pienamente ammesso dalla normativa vigente. Tant’è che l’assessore regionale Saccardi con lettera dell’8 maggio 2020, Prot. 166170/12.110, indirizzata anche ai Sigg. Prefetti, scrive: “… si ritiene opportuno, in analogia con quanto previsto dall’articolo 4 della medesima ordinanza, che le persone con disabilità o non completamente autosufficienti possano utilizzare il mezzo privato per spostarsi eventualmente solo con un accompagnatore in luoghi appropriati all’effettuazione di attività motoria purché muniti del tagliando disabili per il mezzo di trasporto”. Lo scorso inverno, prima del virus, andavo con la mia auto all’Indiano, in fondo alle Cascine, scendevo dalla mia auto, camminavo un pochino al sole e poi mi riposavo seduto su una sedia sempre al sole. Da qualche giorno sentiamo tutti che è venuto il caldo e per me è tropo faticoso continuare a camminare al sole. Dall’altra per me è importante continuare a camminare alle Cascine perché ci sono tratti asfaltati senza sassolini in terra, che sono un problema per me con il deambulatore. Per avere un po’ di ombra negli ultimi giorni sono andato a camminare nel vialetto interno nella prima parte delle Cascine (per intendersi, quella fra la tramvia e il piazzale delle Cascine). Un paio di volte si sono fermati i carabinieri a dirmi che non potevo stare li. Ieri si è fermata una pattuglia di polizia municipale, con grandissima gentilezza ed evidente imbarazzo personale (una situazione abbastanza simile mi era capitata all’inizio dell’emergenza al parco dell’Argingrosso, dove un gentilissimo poliziotto municipale mi aiutò anche per un piccolo problema che avevo incontrato con il deambulatore e mi fece anche molti complimenti) mi hanno spiegato, in base all’ordinanza del Sindaco, io Firenze, 19 maggio 2020 1
“disabile” con la mia auto posso andare nella seconda parte delle Cascine, quella, per intendersi, tra il piazzale delle Cascine e l’Indiano, ma non nella prima parte. Il fatto è che in questa seconda parte, a parte il piazzale dell’Indiano, chepero è in pieno sole, le strade sono più strette e più affollate. Perciò non vedo altri punti dove, senza incontrare barriere per me pericolose e per me insuperabili, posso fermare la mia macchina, camminare un pochino e fermarmi un po’ a sedere senza dare fastidio ad altre persone. Viceversa, nella prima parte delle Cascine, dato che faccio molta attenzione a fermare la mia auto in una larga traversa laterale dove passano pochissime persone (domenica scorsa, in tutto i tempo che ci sono stato, fra sì e no, saranno passate 10 persone), non vedo a chi posso dare noia. Dall’altra parte anni fa, un gentiluomo, che era Assessore Verde al traffico del Comune di Firenze, e che mi aveva già regalato il privilegio della sua amicizia, un giorno mi disse: “Non è un’ auto di un singolo disabile che rovina l’ambiente, sono gli abusi che lo rovinano.” E infatti in proposito il problema vero sono gli abusi, ma non per questo si possono colpire tutti disabili. Per esempio in Italia ci sono molti Comuni che vengono sciolti per mafia, o non so come si dice esattamente. Che si fa: per questo si scioglie anche il Comune di Firenze? E ancora, almeno nello scorso Parlamento, veniva detto che c’erano molto pregiudicati. Che si fa: per questo si chiudono i parlamenti? Opure si colpiscono gli abusi? Per esempio, come nella City di Londra, facendo entrare solo le auto con il disabile a bordo che non deve rimanere nell’auto parcheggiata? Eppoi, sono stato molte volte a camminare all’Indiano: per quello che mi ricordo, a parte i mezzi di servizio, solo una domenica ho visto fermarsi un’auto che aveva a bordo una signora anziana con gravi difficoltà nel camminare. Meglio se quella signora fosse stata in una Rsa? Dall’altra parte, come tutti,, prima di essere un uomo, sono un animale. E credo di avere lo stesso lo stesso diritto di una formica di andare nella prima parte delle Cascine. E’ chiaro che io ci devo andare per forza con l’auto mentre le formiche no. Però se davvero si vuole rispettare la natura, allora nella prima parte delle Cascine si dovrebbe andare scalzi e nudi a piedi perché anche a produrre le scarpe, i vestiti, le biciclette ecc. si inquina . Dunque Signor Sindaco, se Lei insiste, io provo ad andare solo nella seconda parte delle Cascine. Però, se le persone mi fanno notare che la mia auto dà noia dove sono costretto a lasciarla, dirò a loro di rivolgersi a Lei. E, se proprio darà troppa noia, tornerò nella prima parte delle Cascine, e se Lei insisterà ancora, se necessario, ci vedremo in tribunale, PURTROPPO, con infinita tristezza da parte mia. Quando in inverno andavo spesso a camminare in fondo alle Cascine, nel transitare per vigilanza, nel vedermi camminare con molta fatica con il deambulatore, le auto, sia dei carabinieri che della polizia municipale, si sono fermate più volte a farmi i complimenti e a chiedermi se avevo bisogno di aiuto. Inoltre l’art. 1 della Costituzione italiana dice che a sovranità appartiene al popolo. Allora non posso non rilevare, nel camminare con grande fatica per brevi tratti con il deambulatore, quante persone si fermano a farmi complimenti commoventi che che mi danno tanta carica e che andrebbero divulgati. Mettendo insieme la 1a e la 2a fare, per via del fatto che ceravo di camminare da solo con il deambulatore, sono venuti da me 4 volte i carabinieri e 2 volte la polizia municipale. E allora, nella Sua qualità di rappresentante della Repubbica italiana, Le chiedo: con tutti problemi che ci sono nell’Italia e nel mondo d’oggi, non avete niente di meglio da fare che spendere soldi per mandare i carabinieri e la polizia municipale a dirmi di non camminare? Purtroppo a fine febbraio mia madre è morta e io sono solo al mondo. Non sono, e non voglio assolutamente essere il Suo confessore, e neanche quello di Conte e compagnia. 2
Quindi, per essere onesto, mi devo basare non sulle intenzione, ma suoi fatti. E allora, se penso a tutti questi ostacoli che ho elencato qui sopra, e a tutti gli altri enormi, che ci mettete sopratutto per l’assistenza personale, non sono cosi stupido da non capire che di fatto così conducente i disabili gravi a morte precoce. Purtroppo, per questi motivi, qualche anno fa, un grande uomo e un importante amico, si è trovato costretto a lasciarsi morire nelle case popolari alla Casella. Se mi condurrete a morte precoce, e se non me lo impedirete con la forza tipica dei regimi, farò tutto il possibile affinché ciò avvenga davanti al Palazzo Vecchio. Per il semplice fatto che non può esserci democrazia senza che chi va ancora a votare sappia. Con ossequio, Raffaello Belli

Protesta dei Disabili alla ‘Festa della Toscana’

?Protesta delle associazioni dei Disabili, davanti al cinema La Compagnia dove si svolgeva la Festa della Toscana 2018, per chiedere alla Regione più risorse per il progetto Vita Indipendente dedicato all’autonomia delle persone con disabilità grave.

“La regione Toscana nel proprio statuto ha come priorità per i disabili e gli anziani la vita indipendente, dicono le associazioni dei disabili – viceversa se rinchiusi in istituto o in ‘case famiglia’, i disabili gravi devono mangiare, andare a letto, alzarsi la mattina, fare le cose più o meno quando decidono i dirigenti di tali strutture”.

Riportiamo quelle che sono le rivendicazioni delle associazioni dei disabili contenute in un volantino distribuito oggi:

  • dai dati in nostro possesso, almeno 200 persone sono ancora in attesa di ricevere il contributo vita indipendente pur avendone diritto;
  • cioè in Toscana almeno 200 disabili gravi rischiano, nel caso di disabilità motorie, di passare la notte sulla carrozzina o tutto il giorno a letto, non poter andar in bagno, mangiare o bere un bicchiere d’acqua; oppure, nel caso di disabilità visive, si rischia di non poter leggere i propri documenti sanitari o le etichette dei pro­ dotti, con conseguenti rischi aggiuntivi per la salute; inoltre, sia per le disabilità motorie sia per quelle visive, si rischia la reclusione a domicilio per l’impossibilità pratica di uscire di casa;
  • tutto ciò perché, non percependo il contributo vita indipendente, tali disabili non hanno i soldi per pagare le persone che li aiutino;
  • se non possono permettersi ciò, a maggior ragione le 200 persone di cui sopra sono costrette a rinunciare a cose naturalissime come il godere delle “piccole” libertà di ogni giorno o il prendersi cura delle persone care;
  1. per ottenere il contributo vita indipendente, ognuna ed ognuno degli almeno 200 disabili gravi deve aspettare che muoia una persona che già lo riceve;
  2. gli importi erogati ad ogni disabile grave sono così miseri che in realtà si tratta di un aiuto significativo solo per chi ha disabilità non troppo gravi, mentre con importi così bassi chi ha necessità di molta assistenza personale, e ne avrebbe maggiore diritto, è lasciato in difficoltà così grandi da costringere tali persone ad un tipo di vita allucinante, di fatto non molto diversa da quella di chi è in prigione.

Pertanto, si richiede:

  1. eliminazione delle liste d’attesa;
  2. adeguamento degli importi erogati alle necessità degli utenti;
  3. continuazione dell’erogazione del contributo vita indipendente oltre il compimento dei 65 anni di età – salvo esplicita rinuncia da parte del singolo utente o che la UVM non dimostri il sopraggiungere della demenza senile nel singolo utente.

Gimmy Tranquillo ha intervistato Raffaello Belli Associazione Vita Indipendente Toscana:

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