Grosseto: quattro indagati per frode su accise alcolici

Venti perquisizioni sono scattate stamani in società, studi di commercialisti e abitazioni private in più città italiane per un’inchiesta della guardia di finanza coordinata dalla procura di Grosseto, su una presunta frode fiscale nel settore delle accise sugli alcolici.

Come spiegato in una nota del procuratore del capoluogo maremmano, Raffaella Capasso, “gli illeciti posti in essere dagli indagati allo stato integrano un’ingente evasione nel settore dell’accisa e dell’Iva quantificata in circa due milioni di euro”. Le perquisizioni sono state condotte dalla Gdf di Grosseto con l’ausilio dei colleghi delle altre città e con la collaborazione di personale dell’Agenzia delle Dogane. Le operazioni di polizia giudiziaria sono state condotte su Grosseto e Arezzo e nelle province di Udine, Bolzano, Novara, Genova, Ancona, Viterbo, Napoli, Avellino, Caserta e Palermo. Al centro dell’inchiesta “ingenti movimentazioni di bevande alcoliche meramente ‘cartolari’ tra Stati dell’Ue e, in alcuni casi, anche extra Cee: essenzialmente i prodotti venivano immessi in consumo sul territorio dello Stato illegalmente nonostante dalle dichiarazioni doganali si evincesse l’acquisto, da parte del ‘deposito fiscale’ sito in Grosseto, degli stessi alcolici”.

Grosseto: notificati 31 avvisi conclusione indagini su olio

Sono stati notificati a 31 produttori di olio extravergine di oliva, titolari di frantoi e rivenditori, gli avvisi di conclusione indagini nell’ambito di un’inchiesta avviata nel marzo 2016 dalla procura di Grosseto per associazione a delinquere finalizzata a un numero indeterminato di delitti di frode in commercio anche con falsi documenti.

Gli accertamenti dei carabinieri forestali, insieme al nucleo investigativo Nipaaf, riguardarono quattro province toscane (Grosseto, Siena, Arezzo e Firenze) e quella di Foggia. Gli avvisi sono stati notificati anche ad alcune società operanti nel settore.
Secondo la procura veniva messo in vendita olio extravergine di oliva di origine comunitaria, in prevalenza olio greco, contrabbandato per olio extravergine Toscano Igp e per extravergine italiano. La frode ha riguardato gli anni 2014-2015 e 2015-2016.
“Tra le società coinvolte nell’attività illecita – spiega la procuratrice Raffaella Capasso – figurano veri e propri colossi del mercato internazionale in grado di condizionare al ribasso i prezzi del mercato locale”.
 L’inchiesta il 3 marzo 2016 portò al sequestro di 200 quintali di olio e a 47 avvisi di garanzia.”L’attività illecita – spiega il procuratore Raffaella Capasso – è stata realizzata tramite metodologie varie come la registrazione di false moliture, l’acquisto di olio comunitario e italiano con simulazione di vendite dell’olio meno pregiato con successiva trasformazione in quello pregiato, l’utilizzo di documentazione falsa, la miscelazione di olii di origine e qualità diverse”.
In questo modo, spiega la procura “gli operatori economici erano in grado di assicurarsi notevoli profitti, lucrando sulla differenza di prezzo tra l’olio comunitario e extracomunitario, di qualità inferiore di quello italiano. In pratica era stato messo in vendita olio extravergine di oliva come se fosse stato di pregio a prezzi notevolmente superiori”.
“La frode – conclude Capasso – ha danneggiato anche i piccoli produttori locali che non hanno potuto beneficiare della favorevole condizione di mercato”.

Grosseto: perquisizioni in sede acquedotto e altre società

Sono in corso da stamani perquisizioni, disposte dalla procura di Grosseto, alla sede di Acquedotto del Fiora. Presunti appalti “pilotati”

Presunti appalti dell’Acquedotto del Fiora ‘pilotati’: è questa in sintesi l’accusa che stamani ha portato, su ordine della procura grossetana, a perquisizioni nella sede a Grosseto dell’azienda che gestisce il servizio idrico, società a partecipazione pubblica, e in altre ditte.

Polizia stradale, municipale e guardia di finanza sono nella sede grossetana di via Mameli dove l’ingresso al pubblico è interdetto. Anche i dipendenti sono bloccati all’ingresso principale. Da quanto appreso perquisizioni sarebbero in corso anche in altre società e in altre città.

Notificati contestualmente 14 avvisi di garanzia per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio e turbata libertà degli incanti.
Tra le altre ipotesi di reato su cui indaga la procura ci sono il falso ideologico e la truffa ai danni dello Stato. In totale sono 4 le società coinvolte.

L’inchiesta, denominata ‘Black Water’, è condotta dalla polizia stradale e da quella municipale. Ad eseguire le perquisizioni anche la guardia di finanza. “Allo stato dell’indagine – spiega una nota diffusa dalla procuratore di Grosseto Raffaella Capasso – è emerso che gli indagati, in concorso tra loro, avrebbero pilotato gare di appalto della società a partecipazione pubblica Acquedotto del Fiora affinchè le gare venissero aggiudicate alle società Newlisi spa (Milano), Ecospurghi Amiata (Siena), Ecospurgo di Emanuele Casprini (Siena), Fratelli Marconi (Grosseto) e Autospurgo Labianca (Grosseto)”.

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