Toscana, vendemmia: crescita del 10%

La Toscana è l’unica regione italiana a registrare la crescita del 10% della produzione vitivinicola. “In Toscana auspichiamo un’annata di buona/ottima qualità anche se l’andamento della raccolta dipenderà molto dal resto del mese di settembre e ottobre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo”, afferma Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana.

L’aumento della produzione è il risultato anche del sostegno alla qualità promossa dal governo regionale, sia in cantina che in vigna. “In questi anni abbiamo destinato fondi Ue e risorse proprie al rinnovo dei vitigni e dell’ammodernamento delle cantine, abbiamo puntato sulla difesa del contesto ambientale e storico”, così il presidente della Regione Enrico Rossi commenta  i dati dell’Osservatorio del Vino 2019 presentato oggi.

Di fatto, l’andamento della raccolta dipenderà dal mese di settembre e ottobre , visto che, al momento, appena il 15% delle uve è già in cantina contro il 40% dello scorso anno. La notizia è buona a fronte della flessione del 16% della produzione del territorio nazionale. Il risultato è frutto di buoni investimenti: su un totale di 60.000 ettari, sono stati ristrutturati circa 27.000 con un investimento di circa 500 milioni di euro, di cui 270 milioni di fondi pubblici sono gestiti dalla Regione.

Notevoli sforzi sono destinati al miglioramento della qualità dei vini grazie al supporto delle risorse del Programma di Sviluppo Rurale. Inoltre, la presenza di eventi di rilievo nel panorama fieristico vitivinicolo, come il Buy Wine e le Anteprime, sono fondamentali per lo sviluppo della competitività dei prodotti.

“Il nostro è stato un impegno che si è sviluppato soprattutto a fronte commerciale, con l’obiettivo – conclude Rossi – di sostenere uno dei brand più forti di tutto il Made in Italy che oggi con un export che si attesta attorno al miliardo di euro. Sono state destinate significative risorse regionali ed europee alla attività di promozione verso mercati europei ed extra europei”.

Toscana capace di spendere i fondi europei, nuovo premio per Sviluppo Rurale

La Commissione Europea ha premiato per la seconda volta in tre settimane la Regione Toscana con 57 milioni di euro per la sua buona performance di spesa e per l’aver superato gli obiettivi intermedi del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) FEASR 2014-2020. Solo tre settimane fa, infatti, la Regione aveva ottenuto altri 44 milioni di euro extra per i risultati ottenuti dal Fondo Sociale Europeo (POR FSE) 2014-2020.

Il Programma di Sviluppo Rurale sostiene l’innovazione e la competitività del settore agricolo e forestale, migliora l’ambiente, le aree rurali, la qualità della vita e la diversificazione dell’economia rurale. Al 31 maggio 2019 il Programma ha già impegnato quasi il 70% e pagato oltre il 33% delle risorse programmate per gli interventi. La valorizzazione di giovani e donne, in particolare sulla diversificazione delle attività delle aziende agricole, caratterizza positivamente gli interventi del PSR.

L’importante risultato è stato ufficializzato oggi a Firenze in occasione del Comitato di Sorveglianza, alla presenza del rappresentante della Commissione Europea che ha giudicato positivamente l’andamento generale del Programma, sottolineandone in particolare l’attenzione all’approccio partecipativo, al sistema di monitoraggio e alla comunicazione.

“Con questo risultato la Toscana si conferma saldamente nel gruppo di testa fra le Regioni italiane per capacità di spesa dei fondi europei”, ha detto il presidente Enrico Rossi, commentando la buona notizia per l’economia toscana. “Ancora una volta abbiamo dimostrato la qualità dei nostri interventi a sostegno delle imprese. L’avere più risorse ci consente di allargare la platea dei beneficiari e dare forza così ad altri progetti meritori che permetteranno al sistema di compiere un ulteriore salto di qualità”.

Rossi ha poi terminato rivolgendo l’attenzione verso il buon lavoro compiuto dalla pubblica amministrazione regionale: “Quando si viene premiati dall’Unione Europea significa che l’attività di coordinamento e di monitoraggio prodotta è di qualità, e di questo voglio rendere merito a lle tante persone che nel tempo hanno saputo ascoltare i bisogni delle imprese più meritevoli e allo stesso tempo valorizzare il prezioso compito affidato al settore pubblico”.

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