“Questo è stato un uomo”: Firenze ricorda Primo Levi

Nell’ambito delle celebrazioni del Centenario della nascita promosse dal Centro Studi Internazionale Primo Levi, giovedì 9 maggio, alle ore 16:30, Firenze rende omaggio a Primo Levi con una conferenza da titolo “questo è stato un uomo”, presso il Circolo-Teatro L’Affratellamento di Ricorboli.

“Questo è stato un uomo”, la conferenza in onore di Primo Levi, si aprirà con i saluti di Luigi Mannelli, presidente della Società che ospita l’iniziativa, ai quali si aggiungeranno quelli di Marta Baiardi per l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea, e di Daniela Misul, Presidente della Comunità Ebraica di Firenze.

Lo storico dell’ebraismo e critico letterario prof. Alberto Cavaglion aprirà i lavori con una relazione su Primo Levi scrittore-testimone, cui farà seguito un intervento del prof. Marco Marchi dell’Università di Firenze su Primo Levi poeta. La prof.ssa Maria Beatrice Di Castri illustrerà un suo studio sulla “Quaestio de centauris”, racconto tra i più originali ed enigmatici del filone fantascientifico-paradossale; infine Ugo Caffaz, antropologo e membro del consiglio direttivo dell’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti, renderà partecipi i presenti con un ricordo personale di Primo Levi. Coordinamento e letture saranno curati da Lorenzo Bastida.

Caffaz su Shoah: può succedere di nuovo se non facciamo nulla

“Primo Levi dice che ‘questo è successo, può succedere ancora’. Ma vorrei aggiungere che succederà se non facciamo nulla. Perché la storia è fatta di corsi e ricorsi, ma dipende da noi” lo ha detto Ugo Caffaz, consigliere per le politiche della memoria della Regione Toscana, intervenendo alla seduta solenne del Consiglio regionale per il Giorno della Memoria.

I meccanismi che portarono alla Shoah, ha spiegato Caffaz, “sono sempre gli stessi: una crisi economica, l’egoismo della gente, l’individuazione di un capro espiatorio e l’affidarsi a un capo”, “ecco perché dobbiamo studiare come nasce il razzismo”, ha aggiunto. “Com’è possibile che il Paese più colto d’Europa sia arrivato in pochissimo tempo allo sterminio? E’ stato possibile perché la cultura di un popolo è fatta di valori condivisi; noi pensiamo che si tratti di valori positivi, ma non è sempre così”, da qui la necessità di tenere “alta la guardia”.
Caffaz ha poi ricordato le polemiche per il messaggio twitter del senatore M5s Elio Lanutti, “un fatto increscioso, un parlamentare che in questi giorni ha rispolverato i ‘protocolli dei savi di Sion’, in cui si diceva che il mondo era governato dagli ebrei. Questo signore si è permesso di dire che le banche sono andate in rovina per colpa degli ebrei”, come “in quegli anni si diceva che gli ebrei avevano causato la guerra”.
Per questo, ha aggiunto Caffaz, contro il razzismo, non servono “antidoti” ma “vaccini”. “I vaccini hanno bisogno di richiami: il Treno della Memoria è il richiamo”.
Infine Caffaz, chiudendo il suo intervento, ha letto in aula l’introduzione di Primo Levi a “Se questo è un uomo” e ha ricevuto, da parte del presidente Giani, a nome del Consiglio, il Pegaso della Regione Toscana.
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