Toscana zona arancione, tre province e dieci comuni in zona rossa

Pistoia rimane area ad alto rischio, Prato ed Arezzo diventano zona rossa assieme al comprensorio del cuoio quasi per intero. Studenti a casa a Siena, Castelnuovo Berardenga, Marradi, Reggello e Tavarnelle Barberino Val d’Elsa. Il presidente della Toscana Giani ha firmato le ordinanze, spiegando i motivi delle scelte assunte

Nella Toscana che rimane arancione, circondata da regioni con situazioni di ancora maggior rischio quanto ai contagi da Covid-19, sono 73 i comuni colorati comunque di rosso. Alcuni già lo erano, altri lo diventeranno da lunedì 15 marzo: per almeno una settimana, fino al 21 marzo. Sono concentrati in tre province – Pistoia, Arezzo e Prato – ma non solo in quelle. Inoltre in altri cinque territori comunali, pur rimanendo arancioni, saranno chiuse le scuole.

Il presidente della Toscana Eugenio Giani spiega nel corso di una conferenza stampa, subito dopo aver firmato le ordinanze, i dettagli dei provvedimenti assunti: tra automatismi previsti dal Dpcm e ultimo decreto legge Draghi e scelta discrezionali assunte in accordo con i sindaci.

Erano 81 i comuni sotto osservazione nelle riunioni che ieri, come tutti i venerdì, sono andate avanti per l’intero giorno e parte della sera, in presenza e da remoto. Alla fine la scelta è stata quella di confermare per un’altra settimana zona rossa la provincia di Pistoia (venti comuni). Rosse diventano anche le province di Prato (sette comuni) e Arezzo (36 comuni). Non poteva che essere così. Le disposizioni nazionali prevedono che accada in automatico quando, in un ambito provinciale, l’oramai famoso indice di contagio settimanale superi i 250 nuovi casi per centomila abitanti. Impossibile qualsiasi deroga, neppure per tenere aperte le scuole per l’infanzia.

Ai 63 comuni delle tre province, confermati o finiti in zona rossa, se ne aggiungono però altri dieci, tra conferme e nuovi ingressi: Viareggio in provincia di Lucca e Castellina Marittima in provincia di Pisa, Santa Luce ancora sulle colline pisane, Scarlino in provincia di Grosseto e Firenzuola nell’alto Mugello fiorentino. E poi ancora quasi l’intero comprensorio del cuoio: Fucecchio nel fiorentino e San Miniato, Montopoli, Santa Croce sull’Arno e Castelfranco di sotto nel pisano (unico a rimane fuori da qualsiasi provvedimento Santa Maria a Monte, che gravita in gran parte su Pontedera).

Si tratta di interventi mirati relativi alla zona rossa, presi in accordo con i sindaci: “chirurgici”, come spiega il presidente Giani, “che le nuove norme nazionali offrono come possibilità ai presidenti di Regione ma che in Toscana stiamo in verità assumendo da tre settimane”. Prima, ricorda, è stata ad esempio la volta di Chiusi e di San Sepolcro, argine alla varianti in arrivo dall’Umbria: poi la settimana dopo, tra i maggiori provvedimenti, Siena e Pistoia, Cecina anche. “Ed è stata una strategia – commenta ancora Giani – che ha funzionato ed ha pagato, come ha dato atto lo stesso ministro Speranza con cui mi sono sentito ieri”. Tant’è che in alcuni di questi territori i contagi sono già tornati sotto soglia e non sono più rossi.

Ci sono poi i comuni che rimangono arancioni ma dove si è deciso per la chiusura delle scuole, perché i focolai individuati riguardavano proprio gli studenti o la diffusione delle nuove varianti: Siena e il contiguo Castelnuovo Berardenga, Marradi al confine con la Romagna, Reggello nel Valdarno e Tavarnelle Barberino Val d’Elsa. Naturalmente chi, pur residente, va a scuola in altri comuni potrà continuare a farlo.

I comuni ieri sotto osservazione, dove l’indice di contagio ha superato i 250 casi per centomila abitanti, erano qualcuno in più. “Assieme ai sindaci e analizzando i dati – racconta ancora Giani – abbiamo deciso però di non assumere provvedimenti ulteriormente restrittivi, perché magari, su popolazioni di poche migliaia di abitanti (dove bastano pochi contagi per finire sopra soglia ndr),i casi erano concentrati su un numero limitato di nuclei familiari già tutti isolati o sotto sorveglianza oppure perché l’indice risultava falsato da altri fattori”. E’ il caso di Volterra, ad esempio, per la presenza del carcere dove più di cinquanta sono stati i positivio, oppure di Figline Incisa, di Radda e di Gaiole in Chianti. “In ogni caso – precisa ancora Giani – i sindaci faranno ordinanze mirate per ridurre il rischio di assembramenti”. E quei comuni rimarranno comunque sotto osservazi one.

Il presidente della Toscana annuncia che gli uffici regionali sono di nuovo al lavoro per riproporre l’ordinanza, sospesa dal Tar, che vietava lo spostamento nelle seconde case da fuori regione.

Zona Rossa a Prato, intervista al sindaco Biffoni

Prato, il sindaco Matteo Biffoni ha annunciato l’entrata in zona rossa della sua città anticipato quella che sarà la comunicazione ufficiale.

Sindaco Biffoni, ha annunciato da lunedì prossimo zona rossa e scuole chiuse prima del comunicato ufficiale?

Ma sì perché aspettare cioè creare confusione di già c’è un monte di casino a giro, e almeno le famiglie si devono organizzare hanno avuto 36 ore in più, perché i numeri, ragazzi son questi, son noiosi, son freddi per carità, ma ineccepibili, noi con i numeri di ieri, 139 casi positivi andiamo oltre quota 250 ogni 100.000 abitanti dico settimanalmente e con oggi con un numero importante siamo abbondantemente fuori, quindi era inutile aspettare ancora”.

“Noi siamo da zona rossa è corretto perché questo prevede la legge, vediamo che lo decideranno a livello nazionale CTS oggi, poi abbiamo l’incontro il presidente Giani nel pomeriggio, però ecco io penso che fosse giusto anticipare fin da subito quelli e sono i numeri della nostra comunità”.

E con la zona rossa arriva anche la chiusura delle scuole.

“Io non son d’accordo, secondo me è un errore, ho provato a capire se la norma lasciava margini operativi per poter tenere aperte le scuole almeno quella per i più piccini, non ci penso il nuovo dpcm sostanzialmente blinda tutte le scuole di ogni ordine e grado, abbiamo cercato di capire, io lo ritengo un errore per i numeri che ho, non per una posizione così diciamo di principio. Io guardo i numeri delle classi di una città di 200 mila abitanti vedo quelle che sono in quarantena, dal nido, nido comunale, nido convenzionato, materna comunale, materna statale, elementari, scuole medie inferiori, avrò meno di una trentina di classi in quarantena, molto spesso con un bambino o magari perché è stato il maestro, la maestra risultato positivo, e non son dati che giustificano una chiusura così rigida, però ragazzi siamo uomini delle istituzioni, la norma non consente di fare diversamente. Proprio per questo ho voluto anticipare il prima possibile la comunicazione per cercare di permettere alla gente di organizzarsi meglio.

Sindaco come stanno vivendo i suoi concittadini di  l’arrivoquesta nuova emergenza?

“Stanchezza! Cioè c’è più che altro una disillusione, perché giustamente la gente si rivolge alle istituzioni, si dopo un anno si è fatto un monte di giro e poi siamo tornati a dove prima. Quello che fa la differenza, e su questo bisogna essere noi bravi a correre, è che ora c’è un vaccino. Io gli ho detto ragazzi sì avete ragione ma nel frattempo noi la luce si è accesa, bisogna che adesso sta luce e funzioni, cioè che arrivino i vaccini che si sia in grado di vaccinare più persone possibile, permettere la ripresa di una vita normale. Perché effettivamente c’è stanchezza, c’è fatica, io mi rendo conto che anche per tutte le attività che comunque prendono un altro colpo, è dura, è complicata, non è una situazione semplice”.

Prato, sindaco annuncia: “dati da Zona Rossa da lunedì scuole chiuse”

Domani, spiega una nota del comune di Prato,  ci sarà l’ufficialità con il provvedimento regionale a firma del presidente della Toscana Eugenio Giani, ma già con i dati odierni “è certa la necessità di chiudere da lunedì, salvo provvedimenti nazionali sul fine settimana”.

Dati da zona rossa per Prato, da lunedì chiuse anche le scuole. Così in una nota del Comune in cui si spiega che con i 136 casi positivi di oggi Prato “supera abbondantemente la quota dei 250 casi ogni 100mila abitanti e, ancora prima dell’ufficialità di domani, è certo che da lunedì la provincia pratese sarà zona rossa. Questo comporterà purtroppo anche la sospensione delle lezioni in presenza di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, nonostante la richiesta del sindaco Matteo Biffoni di tenere aperti gli istituti
scolastici”.

“Ringrazio il Presidente Eugenio Giani e l’assessore regionale Alessandra Nardini che in questi giorni hanno ascoltato la richiesta di salvaguardare le lezioni in presenza
come fu fatto lo scorso dicembre – sottolinea Biffoni -. La Regione ha condiviso questa proposta ma dagli approfondimenti normativi è emerso chiaramente che non vi sono margini di discrezionalità sulle regole da zona rossa, pertanto anche a Prato dovranno essere chiuse tutte le scuole e sospese le lezioni in presenza”.

Domani, si spiega ancora, ci sarà l’ufficialità con il provvedimento regionale a firma del presidente della Toscana Eugenio Giani, ma già con i dati odierni “è certa la necessità per Prato  di chiudere da lunedì, salvo provvedimenti nazionali sul fine settimana”.  “Nell’ultima settimana – conclude Biffoni – vi è stato un picco di casi positivi, intervenire è assolutamente necessario. Personalmente, come ribadito più volte, avrei fatto scelte diverse sulla scuola, ma la legge è legge”.

Covid: Prato resta arancione ma vieta stazionamenti

Ordinanza anti stazionamento anche a Poggio a Caiano, in provincia di Prato: 18 i punti della cittadina interessati a partire da oggi e fino al 28 marzo ogni venerdì, sabato e domenica.

Prato resta arancione, le scuole rimangono a aperte ma il sindaco Matteo Biffoni ha firmato
un’ordinanza che vieta di stazionamento, a piedi o su veicoli non chiusi, in 16 strade del centro città dal venerdì alla domenica, dalle 16 alle 20. Fatta comunque “salva la possibilità
di attraversamento per l’accesso e deflusso agli esercizi pubblici e alle abitazioni private”. Il provvedimento parte da oggi e sarà in vigore fino al 27 marzo: 400 euro la multa per
chi lo viola.

Secondo quanto spiegato dall’amministrazione di Prato, i dati sull’epidemia “indicano una percentuale di positivi non legati al mondo scolastico: lambito ma non superato il limite di 250 positivi ogni 100mila abitanti, con i dati sul territorio comunale in leggero miglioramento, e la necessità di monitorare attentamente la situazione”.

“Con i sindaci della provincia siamo d’accordo nel prendere provvedimenti uniformi su tutto il territorio provinciale, ma al contempo non sussistono motivi per chiudere le scuole come unico provvedimento – sottolinea il sindaco Biffoni -. D’accordo con la presidenza della Regione e con la prefettura è stato deciso dunque di intervenire con un’ordinanza sindacale che preveda il divieto di stazionamento in alcune vie e piazze del centro negli orari di maggiore affluenza per evitare assembramenti. A questo seguiranno anche maggiori controlli che già da ieri ho richiesto alla prefettura”.

“Questa è l’ultima occasione, è bene sia chiaro a tutti: se i dati non migliorano dovremo prendere provvedimenti drastici di chiusura e non mi riferisco solo alle scuole” ha concluso il sindaco di Prato

Ordinanza anti stazionamento anche a Poggio a Caiano, in provincia di Prato: 18 i punti della cittadina interessati a partire da oggi e fino al 28 marzo ogni venerdì, sabato e domenica. All’ordinanza firmata dal sindaco Francesco Puggelli si somma il divieto di stazionare di fronte agli esercizi che si occupano di asporto di alimenti e bevande.

Texprint: sgombero dei lavoratori in sciopero, Sì Cobas denuncia “2 operai feriti”

Momenti di tensione e due lavoratori risulterebbero feriti durante lo sgombero dei lavoratori della Texprint di Prato che da 40 giorni sono mobilitati. Sabato manifestazione di solidarietà.

Grande gara di solidarietà coi lavoratori, quasi tutti indiani e bengalesi, dell’azienda Texprint di Prato, una stamperia tessile, dove da 40 giorni è in corso uno sciopero indetto dai Cobas e da circa 20 giorni è attivo un “picchetto permanente davanti ai cancelli dell’azienda, la lotta dei lavoratori di Texprint riceve il sostegno di decine di cittadini di Prato e dintorni”.
Nell’ultima settimana, riferisce sempre la stessa sigla Si Cobas, “tantissime persone hanno continuato a raggiungere il presidio permanente in via Sabadell, nel cuore del Macrolotto di Prato, per portare il loro aiuto concreto. Cibo, tende, mascherine, disinfettante, gazebo, batterie, legna, ombrelloni, frutta, brandine, coperte… Una prova di solidarietà emozionante che dimostra quanto i lavoratori non siano soli nella loro battaglia, per la dignità e il rispetto delle leggi sul lavoro e del contratto nazionale”.
La sigla rivolge a “tutta la cittadinanza di Prato un invito a continuare a sostenere questa importantissima vertenza con un supporto materiale nei confronti dei lavoratori. I 18 lavoratori di Texprint si stanno mettendo in gioco in prima persona per mettere un freno al cancro dell’imprenditoria illegale che affligge il distretto tessile” di Prato. Annunciata una manifestazione a Prato per sabato 6 marzo alle ore 16.30 in piazza del Comune, per dare “sostegno a questa battaglia fondamentale per i diritti, la dignità e la democrazia, che sta facendo luce su un sistema di sfruttamento sistematico nel distretto tessile a cui è arrivato da tempo il momento di dire basta”.
E questa mattina ci sono stati momenti di tensione: secondo quando riferiscono i delegati Si Cobas la Questura di Prato è intervenuta per tentare di sgomberare i lavoratori.  “Due operai sono stati feriti e portati in Questura. I lavoratori stanno continuando a resistere e in molti stanno uscendo dalle fabbriche vicine per portare supporto”.
Sarah Caudiero del Si Cobas di Prato

Titolare di agenzia di viaggi si toglie la vita, biglietto lasciato con riferimento ai debiti

Il titolare di un’attività legata al settore turistico, sessantenne, si è tolto la vita ieri a Carmignano (Prato) dove viveva e lavorava. Accertamenti  sono in corso da parte dei carabinieri.

Intanto il sindaco Edoardo Prestanti in una nota si dice “sconvolto”. “Da parte della giunta – si legge – comunichiamo la massima vicinanza alla famiglia”, per la quale chiede rispetto. Vicinanza “a cui si accompagna la riflessione su come questo tragico fatto sia conseguenza di una situazione nazionale critica, dove le attuali misure non sono sufficienti a tutelare le categorie di lavoratori maggiormente colpite”.

A seguito del suicidio del commerciante di Seano, Simone Gori (foto), presidente Assoviaggi Confesercenti Prato, dichiara quanto segue: “Abbiamo appreso con sconcerto e grande tristezza la notizia del suicidio del titolare dell’agenzia di viaggio di Seano. Desideriamo esprimere la solidarietà dell’associazione Confesercenti di Prato alla famiglia. Si tratta di un gesto estremo che ci rattrista e che impone una riflessione alle Istituzioni. Abbiamo più volte lanciato l’allarme su come il terziario sia allo stremo, ma i nostri appelli sono stati inascoltati. D’altra parte basta fare un giro per il nostro territorio e vedere sempre più saracinesche abbassate. Siamo nel mezzo di una crisi che non risparmia quasi nessuno e che non accenna ad esaurirsi. Si tratta dell’ennesimo atto di tristezza e disperazione. Tristezza e disperazione che purtroppo è comune a molti imprenditori del commercio nella nostra provincia.  Uno stato di tristezza devastante da cui si sente di non avere scampo. Fatti come questo sono l’estrema prova di un senso di disperazione e perdita di speranza nel futuro come un estremo tentativo di accentrare l’attenzione su un disagio vissuto Nel porgere le più sentite condoglianze alla famiglia Confesercenti Prato ricorda di essere a disposizione di tutti gli imprenditori pratesi per qualunque loro necessità. L’abbraccio e il sostegno di cui Stefano avrebbe avuto bisogno da parte delle istituzioni non c’è stato, tante parole e pochi fatti concreti. Parole che Stefano non ha voluto più usare per esprimere la propria sofferenza. Piangiamo un collega storico e di alto spessore”.

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