Ordine Medici : “In Pronto Soccorso Toscana mancano oltre 200 specialisti urgenza”

La proposta della Regione di spostare al pronto Soccorso specialisti di altre discipline non convince l’Ordine: non si può chiedere a chi non svolge da anni un ruolo nel campo dell’emergenza di assumere questo incarico, con compiti anche complessi e ormai distanti dalle sue competenze”

In Toscana mancano 200 medici specialisti nell’emergenza urgenza, e per ovviare a questa carenza la Regione sta pensando di utilizzare specialisti di discipline equipollenti alla Medicina d’urgenza, in particolare Medicina Interna, Geriatria e Chirurgia Generale. Una soluzione che non convince l’Ordine del Medici.

“Nei pronto soccorso della Toscana mancano oltre 200 medici di urgenza. Una carenza importante per la tutela quotidiana della salute dei cittadini. Una situazione che rileviamo anche nei nostri ospedali fiorentini. Per ovviare a questa carenza vengono chiamati in causa specialisti di discipline equipollenti alla Medicina d’urgenza, in particolare Medicina Interna, Geriatria e Chirurgia Generale. E’ una scelta che sta agitando il mondo ospedaliero che ritiene si possa correre il rischio di destabilizzare l’organizzazione delle altre discipline, che si sguarnirebbero di personale medico” dichiara  Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze. ”

“Inoltre -aggiunge il presidente dell’Ordine-  non si può chiedere a chi non svolge da anni un ruolo nel campo dell’emergenza di assumere questo incarico, con compiti anche complessi e ormai distanti dalle sue competenze”.

“La nostra proposta è quella di un dialogo con tutte le organizzazioni sindacali per arrivare ad un percorso condiviso. Solo un esempio: avevamo proposto con il Dipartimento della Medicina e Specialistica della AUSL Toscana Centro, in un’ottica di lavoro multidisciplinare, di delegare alcune attività del pronto soccorso ad altri professionisti impegnati in ospedale, rispettando però le loro specifiche competenze. Ad oggi la Regione – aggiunge Dattolo – ha optato invece per scelte diverse. Questo ha messo le organizzazioni sindacali sul piede di guerra”.

Per il presidente dell’Ordine c’è il rischio che  che la delibera non sia conforme “agli indirizzi contrattuali e giurisprudenziali. Auspichiamo che l’assessorato della Salute si muova in una direzione differente, verso un ripensamento o quanto meno un’organizzazione che tenga conto maggiormente di quel l’interconnessione, fondamentale, tra il professionista e la sua specializzazione”.

“Il pronto soccorso – conclude il presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze – necessita certamente di maggiore personale ma anche di una riorganizzazione che lo renda più funzionale: adeguare il numero di letti ospedalieri, spostare i codici a bassa priorità alle Case della Comunità, organizzare degli ambulatori per i codici bianchi in prossimità del pronto soccorso magari gestiti da medici di medicina generale. Solo alcune proposte che ovviamente andrebbero discusse”.

Biotestamento: a Firenze il primo ambulatorio per presentarlo

Ordine medici: “Traguardo etico e deontologico”. L’ambulatorio a cui la cittadinanza per esperimere la propria volonta per il biotestamento è formato da un team multiprofessionale e multidisciplinare

Aperto all’ospedale di Ponte a Niccheri a Firenze un ambulatorio per depositare il proprio biotestamento ed effettuare la stesura di piani condivisi di cura. A darne notizia è l’ordine dei medici della Toscana il cui presidente Pietro Dattolo commenta: “E’ un traguardo importante dal punto di vista etico e deontologico”.

“Dopo la legge 219 del 2017 (la cosiddetta legge sul biotestamento) – prosegue Dattolo -, la nostra commissione etica si è attivata per sensibilizzare la popolazione a dare le loro disposizioni anticipate di trattamento e a fare i piani condivisi di cura, e questo ambulatorio è il primo frutto di quell’intenso lavoro”.

Il servizio, il primo della Asl Toscana Centro, è accolto con plauso dall’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Firenze.

L’ambulatorio è formato da un team multiprofessionale e multidisciplinare, composto da uno psicologo clinico esperto in bioetica, un nefrologo esperto in bioetica e problematiche di fine vita, un palliativista e un infermiere, più eventuali altre figure professionali, mediche e non mediche. Attualmente è aperto una volta al mese, il venerdì mattina, dalle 9 alle 12 ma l’intenzione, spiega sempre l’Ordine dei medici, è di estendere progressivamente l’apertura.

 

Medici: “Zona rossa sacrificio necessario per la salute delle persone”

Firenze, il presidente dell’Ordine dei Medici, Pietro Dattolo, commenta sul fatto che alcune aree della Regione Toscana siano rimaste in zona rossa: “Bene la scelta della Regione, sarebbe stato un errore passare alla zona arancione nel fiorentino”

“Per quanto difficile, condivido la scelta della Regione Toscana, appoggiata anche dalla Città Metropolitana di Firenze, – dice il presidente Dattolo riguardo alla zona rossa – di non passare l’area del fiorentino in zona arancione. Rimanere in rosso è indubbiamente un sacrificio, ma è necessario per la salute delle persone. Una garanzia per i malati Covid e per la tenuta del sistema ospedaliero”.

“I problemi, reali e continui, che stanno affrontando i nostri ospedali è evidente che non possono scomparire da un giorno all’altro. La degenza e la terapia per superare la malattia Covid è un percorso che, quando va bene, richiede diversi giorni. È inevitabile quindi che per rivedere i nostri reparti di nuovo con numeri accettabili e sicuri occorreranno ancora le prossime settimane. In questa situazione d’incertezza, ritornare in zona arancio per la provincia di Firenze sarebbe stato un rischio davvero eccessivo. Già con le restrizioni attuali fatichiamo a contenere l’epidemia. Dobbiamo riuscire a frenare l’aumento di ricoveri”.

“Naturalmente ci auguriamo per il bene della nostra economia, delle relazioni sociali e della sanità stessa, dentro e fuori dagli ospedali, che l’ondata di contagi diminuisca il prima possibile. E confidiamo che – aggiunge Dattolo – in contemporanea riparta con efficienza la campagna di vaccinazione, grazie all’arrivo di nuove dosi. Fino a quel punto però è inevitabile seguire la strada della responsabilità”.

Ordine dei medici: “Fiducia in tutti i tipi di vaccini”

Firenze, in un comunicato il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze, Pietro Dattolo, rilascia alcune dichiarazioni a supporto di tutti i tipi di vaccini, informando che è responsabilità solo dei medici dare le indicazioni cliniche per l’uso degli stessi.

“Oggi il ministro della Salute Roberto Speranza ha diffuso le nuove indicazioni che consentono ai medici di poter indicare preferibilmente il vaccino Astra Zeneca ai soggetti che hanno un’età sopra i 60 anni – dice il presidente dell’ordine dei medici, Dattolo – Però il vaccino è efficace per tutti i cittadini, anche quelli sotto i 60 anni. E in virtù dei dati ad oggi disponibili, chi ha già ricevuto una prima dose del vaccino Vaxzevria, può completare il ciclo vaccinale col medesimo vaccino. Tutti i vaccini ad oggi approvati dall’Ema e dall’Aifa offrono garanzie in termini di sicurezza ed efficacia. E non c’è neanche da porre la questione del rapporto tra rischi e benefici, perché i rischi sono rarissimi”.

“I medici vaccinatori sono gli unici responsabili delle indicazioni cliniche per l’uso dei vaccini e sapranno indirizzare con chiarezza i cittadini alla vaccinazione. Sarebbe un grave errore come medici porre problemi di preferenza su un vaccino piuttosto che un altro, al di fuori delle rilevanze scientifiche e delle direttive delle autorità regolatorie.  Lancerebbe un messaggio sbagliato nei confronti della popolazione, con possibili gravi conseguenze in termini di copertura vaccinale”.

Qualunque sarà il vaccino scelto, l’importante, secondo il presidente Dattolo, è usufruirne: “Oggi, di fronte al virus, di fronte alla pandemia, di fronte agli effetti terribili che la pandemia provoca, compresa la mortalità che è ancora molto elevata nel nostro paese, vaccinarsi con un qualsiasi tipo di vaccino significa ridurre le possibilità di avere una complicanza, di andare incontro alla morte”.

“I vaccini funzionano, perché oggi tutti i medici sono praticamente vaccinati e il loro tasso di mortalità si è praticamente azzerato. Dobbiamo fare i vaccini e affidarci al giudizio dei medici su Astra Zeneca, su Moderna, su Pfizer, su Johnson and Johnson. I vaccini hanno le loro indicazioni e, rispetto alle condizioni di salute che i cittadini presentano, il medico consiglierà il vaccino più idoneo per tutelarsi di fronte a questa malattia. E la speranza – conclude Dattolo – è che si riesca a garantire questo servizio a tutta la popolazione nel più breve tempo possibile in modo da poter raggiungere, come auspicato dall’Unione Europea, l’immunità di collettività già entro il prossimo luglio”.

Ordine dei Medici Firenze: “Andiamo verso un collasso”

Firenze, “Stiamo camminando su una passerella sempre più instabile e sottile. Abbiamo alle spalle oltre 5 mila decessi solo in Toscana, scene drammatiche mostrate ogni giorno dai notiziari – si legge in un comunicato stampa dell’Ordine dei Medici Firenze – Eppure, assistiamo ancora a una leggerezza disarmante in troppe, troppe persone”.

“Serve ritrovare quella responsabilità che ci premiò la scorsa primavera. Negli ospedali abbiamo gli stessi pazienti della seconda ondata a novembre, c’è un dolore dilagante che una società civile non può accettare”, dice Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze e lancia l’appello in questa nuova emergenza sanitaria”.

“Comprendiamo la stanchezza delle persone, costrette a sacrifici economici e distanze sociali da più d’un anno – continua il dottor Dattolo – Mai ce lo saremmo aspettati ed è chiaro che abituarsi a una condizione del genere è pressoché impossibile. Non possiamo però ignorare quello che accade a pochi metri da noi: migliaia di persone chiuse nelle proprie camere a lottare con la malattia del Covid, i reparti d’ospedale al limite. I medici non sono considerati più eroi, ma stremati. Troppi hanno già perso la vita per questo virus. Ora continueranno ad aiutare, a fare il loro lavoro, ma senza la collaborazione di tutti è impossibile vincere questa battaglia”.

“L’età media si sta abbassando – prosegue Dattolo – dobbiamo salvare anche vite giovani. Entrare in una terapia intensiva non è come fare una visita di controllo in ambulatorio, significa aver perso il più delle volte la capacità di respirare in autonomia. Vuol dire, in caso di salvezza, riabilitazione e cure postume. Ascoltate le testimonianze di chi ha il coraggio di parlare, che siano malati, medici o infermieri. Non sono esagerazioni, ma la verità di chi ha visto il Covid con i propri occhi. Non è possibile mettere sulla bilancia gli asintomatici e i malati poco gravi per giustificare certe leggerezze nei comportamenti. Se il Covid continua a colpire con tanta ferocia, vuol dire che troppe persone hanno smesso di seguire le regole. I vaccini ancora sono pochi e l’immunità è lontana. Questo non è il momento di trovare scappatoie, ma coscienza”.

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