Strage Georgofili: sopralluogo dei pm fiorentini a Palermo

Strage di via dei Georgofili: sopralluogo a Palermo, perquisizione della Dia sul Lago d’Orta. Il primo aprile i magistrati hanno interrogato a Terni i fratelli Graviano Firenze, 12 apr. – (Adnkronos) – Accelera l’attività della procura di Firenze che indaga sui mandanti occulti della strage di via dei Georgofili (27 maggio 1993).

I sopralluoghi in Sicilia sono stati compiuti personalmente dal vertice dei pubblici ministeri fiorentini. Lo riferisce un servizio della Tgr Toscana, che parla di una perquisizione nell’abitazione e nell’ufficio del sindaco di un piccolissimo comune nei pressi del lago d’Orta e dell’interrogatorio dei fratelli Graviano.

A condurre sopralluoghi e gli interrogatori sono stati i procuratori aggiunti Luca Tescaroli e Luca Turco, ai quali si è unito anche il procuratore distrettuale antimafia Giuseppe Creazzo, che coordina personalmente le indagini. Si parte dai quattro interrogatori rese ai pubblici ministeri da Salvatore Baiardo, un personaggio che gli investigatori prendono con le pizze.

Di cose però Baiardo ne sa tante: è stato presente al fianco dei Graviano in momenti cruciali e soprattutto ha curato la latitanza dei due boss di Brancaccio in Toscana, a Forte dei Marmi, e a Omegna, il suo paese; un luogo, il lago d’Orta, nel quale nei primi anni ’90 si incrociano mafiosi di alto calibro come, appunto, i Graviano e Balduccio Di Maggio, uomini dello Stato e dei servizi come il generale Francesco Delfino.

Un luogo tranquillo, fin troppo tranquillo, dove i Graviano si muovono senza la minima preoccupazione e protezione. E proprio nella zona del lago d’Orta si sono recati a fine marzo gli investigatori della Dia di Firenze: in tasca avevano un mandato di perquisizione per il sindaco di un piccolissimo comune. Secondo il racconto di Baiardo, all’uomo, che non risulta indagato, i Graviano avrebbero consegnato un miliardo di lire da reinvestire. Una dichiarazione che però non ho avuto alcun riscontro nella perquisizione, il primo di aprile. Il vertice della procura di Firenze si è messo nuovamente messo in viaggio, questa volta verso il carcere di Terni, per sentire proprio i fratelli Graviano: Giuseppe, che era già stato ascoltato il 20 novembre, ha risposto alle domande e ha detto tra l’altro che suo nonno materno, Filippo Quartararo, avrebbe dato all’inizio degli anni ’90 ingenti somme di denaro a Silvio Berlusconi. Ma non avrebbe confermato nulla sul ruolo del Cavaliere nella stagione delle stragi mafiose del 1992-93. (Fonte Adnkronos)

Di Giorgi (PD): “La sospensione dell’insegnante di Palermo è sintomo di un clima da regime”

La deputata del Partito Democratico Rosa Maria Di Giorgi è intervenuta con un post su Facebook in merito alla storia dell’insegnante sospesa per due slide degli studenti, su Salvini. I due studenti durante un lavoro in classe avevano autonomamente accostato la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al “decreto sicurezza”.

Questo il post tratto dalla pagina facebook di Rosa Maria Di Giorgi:

“Che nessuno osi toccare il principe Salvini.
Funzionari dello Stato che si trasformano in “servitori” che vigilano sulla lesa maestà. Dal fermo del cittadino che espone al balcone lo striscione con la scritta contro il Ministro dell’Interno, alla sospensione per l’insegnante rea di non aver vigilato sul pensiero degli studenti che hanno fatto accostamenti “irrispettosi” tra Lega e fascismo. Un clima da regime insopportabile.”

“Aggiungo a questi ultimi eventi quelli dei bambini lasciati senza pasto alle mense dei comuni leghisti e ancora la destra più pericolosa che, uscita dal “riserbo”, schiamazza in ogni modo nelle nostre strade e offende mamme rom o immigrati. Provocazioni ogni giorno nelle piazze, con linguaggi violenti, i porti chiusi con i migranti in balia delle onde, la luce staccata nei palazzi con bambini e malati senza un sussulto di umanità.
Non è questa l’#Italia che voglio: un paese che si trasforma giorno dopo giorno, con i provvedimenti del governo gialloverde, in un luogo senza diritti, senza dignità e senza etica.”

 “Alcuni di noi, e oggi lo voglio rivendicare, avevano visto il rischio che correvamo portando al governo la destra estrema che, in coppia con soggetti anti istituzionali per propria natura, ossia i 5stelle, avrebbe creato un mix esplosivo. Ecco, ora ci siamo. “Fatto!” come direbbe qualcuno.  Inutile piangere sul latte versato. Guardiamo avanti.”

“Ora resta la nostra voglia di combattere, di non arrendersi e di stare sempre vigili in attesa del momento, spero vicino, della caduta di questo governo. Faremo di tutto noi del Partito Democratico perché ciò accada presto. L’indignazione della parte sana del nostro paese sarà di grande aiuto per noi impegnati sul fronte parlamentare.”

“Le elezionieuropee e le amministrative in particolare disegneranno delle comunità chiuse, impaurite e senza anima, oppure uomini e donne con la fronte alta che guardano senza paura a un futuro difficile, ma che vivono con coraggio e si aprono all’accoglienza e alla solidarietà, pronti ad opporsi al tentativo che è in campo di far cadere le libertà, i diritti e quanto guadagnato in tanti anni di democrazia. La mite insegnante colpita da una misura abnorme rimarrà il simbolo di questo momento oscuro della nostra Repubblica.”

Manifesta 12 ovvero Il Giardino Planetario. Coltivare la Coesistenza.

E’ arrivata Manifesta 12, la biennale nomade di arte e cultura contemporanea, che quest’anno ha scelto Palermo per la sua nuova reincarnazione. Palermo è anche capitale italiana della cultura per il 2018, e questo cortocircuito ha scatenato tantissime energie in tutta la città. Ma andiamo con ordine.

Manifesta è stata fondata dalla storica dell’arte olandese Hedwig Fijen nel 1993 come piattaforma interdisciplinare che utilizza la cultura per esplorare i temi e i cambiamenti sociali in Europa. E si tratta di una biennale “nomade” perché avviene ogni due anni in una città diversa. Partita da Rotterdam con la prima edizione del 1996, è passata poi dal Lussemburgo alla Slovenia, la Germania, la Spagna, Cipro, l’Italia (in Trentino, nel 2008), poi dalla Spagna ancora una volta, Belgio, Russia, Svizzera… e adesso Manifesta 12 si materializza a Palermo.

A Palermo Manifesta12 ha inaugurato il 16 giugno e rimane aperta fino al 4 novembre. Occupa 20 sedi diverse della città e presenta lavori di circa 50 artisti e collettivi. Si tratta di un “sistema diffuso” di mostre, tra installazioni, video, performance, interventi urbani e progetti letterari, che sono stati raggruppati sotto il titolo-ombrello di Il Giardino Planetario. Coltivare la Coesistenza.

Questa edizione di Manifesta, la dodicesima appunto, è un progetto curato da Bregtje van der Haak, giornalista e film maker olandese, Andrés Jaque, architetto e ricercatore spagnolo, Ippolito Pestellini Laparelli, architetto siculo di nascita e oggi partner del celeberrimo studio di architettura OMA di Rotterdam, e da Mirjam Varadinis, curatrice svizzera di arti visive. Un “cast” di tutto rispetto e soprattutto di respiro pan-europeo.

L’idea alla radice (appunto) di Il Giardino Planetario. Coltivare la Coesistenza è stata ispirata da un quadro del 1875, la Veduta di Palermo del paesaggista siciliano Francesco Lojacono, esposto alla Galleria d’ Arte Moderna di Palermo.

Come mai? Il fatto è che in questo bel quadro che sembra una semplice veduta romantica nessuno degli elementi naturali raffigurati è in realtà indigeno dell’isola… Gli alberi d’ulivo provengono dall’Asia, il pioppo tremulo arriva dal Medio Oriente, l’eucalipto dall’Australia, il fico d’India dal Messico, il nespolo dal Giappone. Persino gli alberi di agrumi, considerati così tipici della Sicilia, sono stati introdotti dalla dominazione araba.

E guarda caso a Palermo si trova uno straordinario giardino botanico, che fu fondato nel 1779 come laboratorio in cui coltivare, studiare, sperimentare e mescolare le diverse specie. Proprio questo luogo è adesso diventato metafora e principale ispirazione di Manifesta 12, che prendendo spunto dalle teorie del filosofo contemporaneo Gilles Clément ha scelto di sviluppare l’idea di “giardino” come metafora di una ricerca di aggregazione delle differenze, con lo scopo di generare vita da tutti i movimenti e flussi migratori.

Bellissimo, vero? Proprio una metafora straordinaria e molto calzante della nostra società,  e soprattutto della società siciliana e palermitana in particolar modo, da sempre centro e crogiolo di sincretismo culturale.

Ecco gli elementi guida di Manifesta12. Alla luce di queste note non sarà una sorpresa scoprire che la biennale nomade ha scelto di confrontarsi con le questioni più attuali e problematiche della nostra società: il che vuol dire soprattutto mobilità internazionale e flussi migratori.

Margherita Abbozzo (continua, 1)

Tutte le foto sono prese online. I credits per quest’ultima sono: Ballarò, Palermo © Manifesta 12 Photo by Minimum Studio. Murales di Gio Pistone (in basso) e di Mangiatori di Patate (in alto).

www.manifesta12.org

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