Riaperto ponte al Pino dopo fango da scavo tunnel dell’alta velocità. No Tav, “Opera nata male”

E’ stato riaperto stamani alla circolazione di veicoli e pedoni a Firenze, il Ponte al Pino, dove ieri pomeriggio sono risaliti in superficie fango, terriccio e acqua, materiale di risulta dello scavo del tunnel ferroviario dell’Alta velocità circa 20 metri sotto la città.

C’era stato un allagamento allorché gli scarti liquidi dello scavo sono usciti in superficie risalendo da un vecchio foro di carotaggio. Il ponte collega i viali di circonvallazione ai quartieri del Campo di Marte e la sua chiusura improvvisa ha causato caos, mandando il traffico in tilt. Stamani il ponte è stato riaperto dopo ore notturne servite alla completa pulizia del ponte e anche di via Pacinotti, la strada vicina, che si è allagata, e dopo sopralluoghi tecnici. In tutta l’emergenza la fresa meccanica Tbm che sta scavando la galleria dell’Av ha continuato il suo lavoro. Secondo quanto si apprende, la talpa scava senza sosta 24 ore su 24 e i lavori del consorzio di costruzione della grande opera vanno avanti secondo i programmi prestabiliti.

“Se già all’inizio dello scavo della prima galleria si verificano fenomeni del genere c’è da chiedersi se si intende andare avanti così a tentoni; vengono ancora dubbi sul livello del progetto che, lo ricordiamo, deve attraversare la città interessando oltre 300 edifici dichiarati e oltre 4.000 unità immobiliari (a rischio danni come riconosciuto nel progetto)”. Lo scrive in una nota il comitato No Tunnel Tav di Firenze in una nota dedicata all’emergenza presso il cantiere Av a Campo di Marte, nei pressi di Ponte al Pino.

“È un’opera nata male – prosegue la nota -, sarà un danno per la città anche se non si verificassero danni al patrimonio edilizio; sarebbe saggio non perseverare negli errori e potenziare le linee si superficie. Ma si sa, l’odore dei miliardi può davvero impedire ogni saggio ripensamento”.

Il Comitato No tunnel Tav Firenze polemizza anche affermando che “chi mal comincia non sa se finirà l’opera” e che “c’è da rimanere piuttosto stupiti che già all’inizio dei lavori della galleria del Passante Tav si abbiano problemi come quelli emersi ieri 12 dicembre al Ponte del Pino che è stato chiuso al traffico – per un paio di ore anche ai pedoni – dopo che si è avuta la fuoriuscita di fango dovuto ai lavori della Tbm (la fresa). Fino ad ora si sono avute solo mielose rassicurazioni, si è parlato di scavi guidati dall’intelligenza artificiale!”, mentre “Rfi ha parlato di un carotaggio non segnalato che ha fatto uscire il fluido tenuto in pressione dalla macchina; forse dopo 16 anni di cantieri lentissimi ci si è dimenticati anche di quello che è stato fatto e di dove sono stati fatti dei carotaggi?”.

No Tunnel Tav, una mostra itinerante per illustrare le criticità del passante dell’alta velocità a Firenze

Undici pannelli, esposti stamani all’antico caffè delle Murate, per mostrare quelle secondo loro sono tutte le criticità del progetto Altà Velocità a Firenze. Il comitato No Tunnel Tav torna ad alzare la voce dopo la messa in moto della talpa, azione propedeutica alla ripresa degli scavi previsti in estate. Dai costi lievitati a dismisura ai rischi per le abitazioni che si trovano sopra il percorso della galleria, passando per un progetto alternativo che secondo il comitato farebbe risparmiare tempo e denaro a Ferrovie.

Il Comitato No Tunnel Tav organizzerà anche una prima assemblea cittadina il 15 giugno alle 21 presso l’SMS di Rifredi (vicino piazza Dalmazia) per illustrare i temi e per invitare i cittadini interessati a potersi difendere da eventuali danni. Invita tutte e tutti, i movimenti politici e ambientalisti a fare proprio il problema Tav fiorentino. “L’insistenza, difficile da spiegare, della politica toscana per far riprendere i lavori al Passante Tav, ha prodotto ed accettato un aumento dei costi vertiginoso, praticamente un raddoppio. La sproporzione tra le risorse investite (2 miliardi 735 milioni) e i benefici realizzabili con il potenziamento delle linee di superficie a costi minimi (200 milioni) – si legge in una nota – mette in piena luce come quest’opera non si faccia per risolvere i problemi di trasporto, ma per finanziare il sistema di imprese, politica e banche che da questi lavori trarranno enormi profitti”.

Prosegue il comitato No Tunnel Tav. “Quando nel 2006 i tecnici del Comitato predissero che i costi sarebbero aumentati in maniera incontrollabile prevedendo di arrivare a 3 miliardi, furono accusati di essere ecoterroristi finanziari. Oggi che le previsioni sfiorano quella cifra nessuno si scandalizza? Nardella e Giani accettano uno sperpero del genere? Il Ministero accetta una tale ipotesi? La campagna pubblicitaria promossa dal committente (FSI), dal costruttore (Pizzarotti-Saipem) vuol essere tranquillizzante fino a negare rischi, ma proprio per questo le assicurazioni suonano preoccupanti. Si parla di un progetto rivisitato e di nuove tecniche di scavo, ma non si capisce di quali novità si parli: a scavare sarà lo stesso tipo di fresa, anche prima erano previsti controlli, mentre l’intervento dell‘intelligenza artificiale ha uno stantio odor di propaganda”.

“Questa cieca fiducia nelle tecnologie da parte dei costruttori – conclude il Comitato No Tunnel Tav – è segno del delirio di onnipotenza che attanaglia una vetero-cultura ottocentesca smentita da tempo; che i nuovi tunnel possano avere ancora problemi è confermato qua vicino, a Serravalle Pistoiese, dove la costruzione di una galleria ha costretto alla demolizione di 12 edifici, un piccolo quartiere. Val la pena correre questo rischio?”

No Tunnel Tav: “Costi lievitati a 3 miliardi”

Potrebbero essere lievitati ancora i costi del passante dell’alta velocità a Firenze. A dirlo sono i rappresentanti del comitato No Tunnel Tav, intervenuti ancora una volta a proposito del progetto che dovrebbe riprendere il via in estate.

Gli investimenti per il passante Tav di Firenze “hanno fatto il botto e sono arrivati a 2,735 milioni, quasi 3 miliardi”. Lo afferma in una nota il Comitato No Tunnel Tav di Firenze, citando il sito web delle Fs Italiane, e ricordando che “nel 2006 le previsioni erano passate da 1,2 a 1,5 miliardi; quando il comitato No Tunnel Tav fece la previsione che il costo dell’opera sarebbe arrivato a 3 miliardi fu accusato di ‘ecoterrorismo finanziario'”.

Secondo il comitato No Tunnel Tav, “è facile prevedere che i tre miliardi saranno sicuramente superati visti i problemi legati al progetto, che non sono per niente risolti. Si dirà ancora che quelli del comitato sono ecoterroristi? O verrà a qualcuno un dubbio su cosa si stia facendo? Secondo il vecchio appalto il valore di ciò che è da realizzare avrebbe un valore di circa 530 milioni; la nuova gara, per gli stessi lavori, è partita con una base di 1,15 miliardi! Nessuno si scandalizza?!”.

No tunnel tav: esposto del Comitato contro “anomalie” opera

Il comitato No tunnel Tav di Firenze ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Firenze in cui vengono elencati i motivi “per cui si ritiene possano esistere comportamenti perseguibili penalmente”.

Ovviamente, spiegano dal comitato, “non abbiamo gli strumenti per poter documentare possibili reati commessi, altrimenti avremmo provveduto con una denuncia”, ma aggiungono, “la pervicacia nell’insistenza su una soluzione che appare al limite dell’impraticabilita’, oltre che foriera di danni e rischi,
appare singolare quanto anomala e puo’ sembrare dettata da accordi ‘che trascendono’ la logica della corretta razionalita’ tecnica e programmatica”. Nell’esposto sono stati ricordati
“tutti i principali rischi per la citta’ e l’ambiente: dall’impatto sulla falda, ai cedimenti del terreno su cui e’ costruita Firenze”. È stato ricordato “che manca la Via per la
stazione sotterranea e che una nuova Via sarebbe comunque necessaria visto che il trasferimento dei bus nella nuova infrastruttura sarebbe una modifica sostanziale del progetto”. È stato rammentato, ancora, “come il subentro di Condotte a Coopsette nel controllo di Nodavia di fatto annulla di ogni significato la gara che fu fatta”. Infine i problemi legati alla terre di scavo “non ancora risolti, ma la loro difficoltosa gestione potrebbe essere foriera di nuove anomalie, come gia’ e’ avvenuto in passato e documentato dalla stessa procura”.
Per i no Tav “l’aspetto piu’ inquietante e’ la totale inutilita’ dell’opera, soprattutto dopo che Ferrovie ha dichiarato che pochissimi treni fermeranno nella nuova stazione e che il servizio dell’alta velocita’ si assestera’ a Santa Maria Novella”. All’interno di questa scelta, proseguono, “l’idea di portare i bus in quella infrastruttura non giustifica l’opera, ma ne rende ancora piu’ illogica la realizzazione. Tanto piu’ se si parla di realizzare un hub di collegamento tra treni e bus; cosa si puo’ collegare se nella nuova stazione praticamente non arriveranno treni?”.
Il Comitato, infine, annuncia che il prossimo 2 dicembre si terra’ una manifestazione in cui, assieme ad altri gruppi della Piana fiorentina, “si restituiranno simbolicamente al sindaco
Dario Nardella i ‘tre pacchi’ piu’ gravi previsti per l’area fiorentina: Tav, aeroporto e inceneritore”. L’iniziativa, in via di preparazione, dovrebbe muoversi dalla stazione di Santa Maria Novella per dirigersi verso Palazzo Vecchio.

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