Sanità, Gimbe: in Toscana 6,8% famiglie ha rinunciato alle cure nel 2022

I dati sono stati diffusi dalla Fondazione Gimbe.   Nel 2022 la spesa annuale delle famiglie toscane per la salute è stata pari a 1.405,92 euro, con un +19,3% rispetto al 2021 (era 1.178,40).

Aumento la spesa sanitaria (19,3% rispetto al 2021), ma nello stesso anno la percentuale delle famiglie toscane  che ha rinunciato alle prestazioni sanitarie è stata del 6,8%, rispetto a una media italiana del 7. E’ l’analisi della Fondazione Gimbe che, si spiega, ha misurato “le dimensioni dell’impatto della spesa sanitaria out-of-pocket, ovvero quella sostenuta direttamente dalle famiglie, sui bilanci familiari. In dettaglio l’analisi si concentra su spesa sanitaria out-of-pocket, impatto della spesa per la salute sulle famiglie, limitazione delle spese per la salute, indisponibilità economiche temporanee delle spese per la salute, rinunce a prestazioni sanitarie e povertà assoluta”.

Gimbe spiega che nel 2022 il 16,7% delle famiglie italiane dichiarano di avere limitato la spesa per visite mediche e accertamenti periodici preventivi in quantità e/o qualità. Se il Nord-Est (10,6%), il Nord-Ovest (12,8%) e il Centro (14,6%) si trovano sotto la media nazionale, tutto il Mezzogiorno si colloca al di sopra: di poco le Isole (18,5%), di oltre 10 punti percentuali il Sud (28,7%), in pratica più di 1 famiglia su 4. Ancora il 4,2% delle famiglie italiane dichiara di non disporre di soldi in alcuni periodi dell’anno per far fronte a spese relative alle malattie. Sono al di sotto della media nazionale il Nord-Est (2%), il Centro (3,1%) e il Nord-Ovest (3,2%), mentre il Mezzogiorno si colloca al di sopra della media nazionale: rispettivamente le Isole al 5,3% e il Sud all’8%, un dato quasi doppio rispetto alla media nazionale.

Infine l’incidenza della povertà assoluta per le famiglie in Italia – ovvero il rapporto tra le famiglie con spesa sotto la soglia di povertà e il totale delle famiglie residenti -dice Gimbe,  è salita dal 7,7% (2021) al 8,3% (2022), ovvero quasi 2,1 milioni di famiglie. Il Nord-Est ha registrato l’incremento più significativo, passando dal 7,1% al 7,9%, seguito dal Sud con un aumento dal 10,5% all’11,2% e dalle Isole con un incremento dal 9,2% al 9,8%. Anche se il Nord-Ovest e il Centro hanno registrato un aumento più contenuto (0,4%), il fenomeno della povertà assoluta è diffuso su tutto il territorio nazionale.

Cartabellotta, ‘ il tetto alla spesa per i sanitari uccide il Servizio Sanitario’

Lo ha affermato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, a margine del convegno della Cgil Toscana ‘Quando c’è la salute’

“15 anni di sottofinanziamento del Servizio Sanitario Nazionale lo hanno profondamente indebolito, sia nella componente strutturale, tecnologica, ma soprattutto del capitale umano. Quindi oggi il problema dei problemi è rappresentato dal personale sanitario, infermieristico in primis dove abbiamo una carenza enorme, ma anche medico, e di altre professioni sanitarie dove però nel brevissimo periodo non si riescono a trovare delle soluzioni immediate”. Lo ha affermato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, a margine del convegno della Cgil Toscana ‘Quando c’è la salute’

“La rimozione, seppur graduale, del tetto di spesa al personale sanitario è una conditio sine qua non per la sopravvivenza del Servizio Sanitario Nazionale” dice  Cartabellotta. secondo cui  “di fatto abbiamo creduto di poter tenere in piedi un sistema pubblico sottofinanziato pagando di meno gli operatori, che ora però si sono anche demotivati e quindi vanno all’estero, vanno nel privato e ovviamente non riescono più a sostenere il sistema pubblico”.

Secondo Cartabellotta, c’è “una grave crisi di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, che di fatto ha tradito i suoi principi fondanti di universalismo, di equità, di uguaglianza. Oggi i cittadini sperimentano quotidianamente problemi importanti, lunghissime liste d’attesa, pronto soccorso affollati, migrazione sanitaria, aumento della spesa privata, fino alla rinuncia alle cure per l’impoverimento delle famiglie, tutti segnali che non sono più legati all’aspetto organizzativo e quindi riguardano gli addetti ai lavori, ma riguardano 60 milioni di persone”.

“Le aggressioni al personale sanitario sono la spia di un servizio sanitario in sofferenza”  ha affermato ancora  Cartabellotta. “Da un lato – ha detto – pochi operatori sanitari che hanno anche sempre meno tempo per l’accoglienza, per poter parlare con il paziente, per poterli spiegare. Dall’altro, un elemento di esasperazione per lunghe attese magari per una prenotazione, per una visita, per attese al pronto soccorso”.

Dunque, secondo Cartabellotta, “quando si incrociano questi fenomeni, inevitabilmente, chi magari ha anche una labilità di tipo emotivo, psichico, può creare quelle situazioni. Stiamo vedendo che questo è aumentato in particolare dopo la pandemia, quindi è anche una spia rossa di quelli che sono i disagi psichici avvenuti in periodo post-pandemico”.

Per il presidente della Fondazione Gimbe “il servizio sanitario regionale della Toscana si colloca ai vertici delle performance sia in termini di adempimenti dei livelli essenziali di assistenza e di altri indicatori ormai da tanti anni. E’ evidente che in questo momento di sottofinanziamento sono proprio le regioni con le migliori performance, tra cui la Toscana e l’Emilia Romagna, il Veneto, la Lombardia, a soffrire di più perché mediamente nel centro-sud abbiamo avuto una qualità dell’assistenza sempre medio-bassa, quindi oggi proprio in maniera quasi paradossale, in un momento in cui ci sono meno soldi, a soffrire di più sono le regioni che andavano

Gimbe, Cartabellotta a Firenze: “Con questi numeri no copertura al 90% a dicembre”

Gimbe: cala del 52,9% rispetto alla settimana scorsa il numero di nuovi vaccinati contro Covid-19.  E con quasi 7,5 milioni senza nessuna dose di vaccino si allontana l’obiettivo di raggiungere il 90% di copertura vaccinale negli over 12.

Lo rileva la Fondazione Gimbe nel monitoraggio settimanale del periodo 20-26 ottobre. Ed oggi il presidente del Gimbe Nino Cartabellotta era tra gli ospiti del Forum Sistema Salute che si è aperto alla Leopolda.

Ai microfoni di Chiara Brilli fa il punto su contagi, vaccini e prospettive in merito al certificato verde.

“Abbiamo sentito più volte il generale Figliuolo dire che si vuole raggiungere il 90% della Giani su vaccini, Toscana prontissima per terze dosi, con questi numeri è molto difficile capire quando questa percentuale potrà essere raggiunta: se il declino delle nuove persone vaccinate sarà sempre maggiore alla fine dell’anno non arriveremo al 90%”.

Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, parlando al Forum Sistema Salute, organizzato a Firenze da Koncept.

“Sul piatto – ha aggiunto Cartabellotta – ci sono fondamentalmente due ipotesi: allungare la durata del green pass o definire un obbligo vaccinale in tempi non lunghissimi per alcune categorie di lavoratori. La terza ipotesi è accontentarsi di una percentuale di copertura vaccinale pic bassa e incrociare le dita sperando che l’inverno vada nel migliore dei modi”.

“L’aumento dei casi nell’ultima settimana – ha detto ancora Cartabellotta – è circa il 40%. E’ ovvio che possa esserci anche un impatto conseguente all’incremento dei tamponi, ma sta aumentando il tasso di positività dei tamponi molecolari. Questo significa che il virus sta riprendendo a circolare come era verosimile durante la stagione invernale. Per quanto riguarda il numero delle vaccinazioni, questa settimana ci sono stati 210 mila nuovi vaccinati, con una riduzione di circa il 52%. Questo significa che l’effetto green pass sta un po’ scemando, almeno in quelle fasce di lavoratori che si pensava potessero rispondere in maniera più decisa a questo tipo di misura”.

Fase 3: i rischi sanitari e le precauzioni necessarie

Intervista con il dottor NINO CATABELLOTTA, presidente fondazione GIMBE. “Dati delle regioni disomogenei e carenti”

 

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