Musei del Bargello aprono gratis il 18 febbraio, anniversario della morte di Anna Maria Luisa de’ Medici

Firenze, per ricordare l’illuminata Elettrice Palatina – sepolta come il resto della famiglia all’interno delle Cappelle Medicee – il 18 febbraio i Musei del Bargello osserveranno una giornata di apertura gratuita al pubblico.

il 18 febbraio 1743 moriva Anna Maria Luisa de’ Medici, ultima discendente della famiglia granducale e fautrice di quel “Patto di Famiglia” secondo cui “Gallerie, quadri, statue, biblioteche, gioie ed altre cose preziose, della successione del Serenissimo Granduca”, sarebbero dovute rimanere “per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri”. In quest’occasione, l’ingresso al Museo Nazionale del Bargello, al Museo delle Cappelle Medicee, al Museo Davanzati e al Museo di Casa Martelli, sarà consentito nell’ambito degli ordinari orari di apertura di ciascun museo.

Inoltre, nelle giornate di lunedì 20, mercoledì 22, giovedì 23 e venerdì 24 febbraio il Museo Nazionale del Bargello osserverà un prolungamento dell’orario e rimarrà aperto alle visite dalle 8:15 alle 18:50 (ultimo ingresso 50 minuti prima della chiusura).

Aperture straordinarie anche per il Museo di Palazzo Davanzati che lunedì 20 febbraio (giorno di abituale chiusura settimanale) sarà aperto dalle ore 8.15 alle ore 13.50; giovedì 23 febbraio sarà aperto non solo la mattina, come si consueto, ma anche il pomeriggio, garantendo ai visitatori la possibilità di accedervi dalle 8.15 alle ore 18.50 (ultimo ingresso 40 minuti prima della chiusura); infine venerdì 24 febbraio apertura antimeridiana straordinaria alle ore 8.15, e chiusura all’orario ordinario delle ore 18.50.

Infine, nelle giornate tra il 20 e il 24 febbraio, il Museo delle Cappelle Medicee rimarrà chiuso al pubblico per consentire i lavori di allestimento della nuova biglietteria e per migliorare l’accesso agli spazi museali.

🎧 Firenze: il Museo di Palazzo Davanzati riapre al pubblico

Domani, sabato 24 settembre, dopo sei mesi di lavoro il Museo di Palazzo Davanzati riaprirà al pubblico, con un percorso espositivo arricchito e ripensato per essere didatticamente più fluido. La collezione esistente è stata riordinata in ordine temporale ed è stata integrata da un nucleo di opere in prestito temporaneo dalle collezioni e dai depositi del Museo Nazionale del Bargello.

2000 metri quadrati di superficie, 450 opere (a cui si aggiungono circa 2000 merletti) distribuite su 3 piani, 40 persone all’opera per un totale di 6 mesi di lavoro. Questi sono i numeri di Palazzo Davanzati, parte integrante del gruppo statale dei Musei del Bargello, che riapre al pubblico il 24 settembre 2022 dopo mesi di intenso lavoro – il museo è stato chiuso dal 23 marzo al 23 settembre – durante i quali il palazzo, che con i suoi quasi sette secoli di vita è tra i più antichi e meglio conservati edifici medioevali della città di Firenze, è stato completamente riallestito e rinnovato pur mantenendo intatto il fascino di antica dimora fiorentina come era stato pensato alla nascita del museo. Il percorso espositivo è stato arricchito con altre opere di alto valore artistico ed è stato ripensato per renderlo didatticamente più fluido.

“Dopo sei mesi di lavori torneremo a visitare e ad ammirare il Museo di Palazzo Davanzati completamente riqualificato, con un allestimento che non solo valorizza la collezione esistente ma prevede anche elementi di novità interessanti. – ha sottolineato la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini – Un palazzo ricco di storia e cultura che custodisce un patrimonio prezioso assolutamente da riscoprire”.

 

“Il Davanzati è il museo per eccellenza che esemplifica non soltanto il ruolo chiave degli antiquari e collezionisti attivi a Firenze tra fino Ottocento e primo Novecento nel diffonderne l’idea di Medioevo e Rinascimento fiorentino in Italia e nel mondo, ma anche l’impegno dello Stato italiano dal dopoguerra a oggi nel tutelare e rendere fruibile uno dei rari esempi di casa torre trecentesca e di museo dedicato alla vita privata a Firenze dal Trecento alla fine del Cinquecento – spiega Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello -. ll nuovo allestimento coniuga secondo un più razionale ordine cronologico, il riallestimento delle sale di rappresentanza e di vita privata, con l’inserimento di alcune sale ripensate secondo i più moderni criteri museografici, dedicate ad artisti, temi specifici o incentrate su manufatti singolarissimi, come la coperta Guicciarini”.

“Abbiamo portato avanti questo rinnovamento cercando di dargli un aspetto più vicino alla contemporaneità, – spiega il responsabile del Museo Daniele Rapino – per renderlo più accessibile alle nuove generazioni. C’è una grande ricerca per far sì che i giovani, che hanno sempre amato questo museo, trovino un percorso museale pensato per loro, più fluido dal punto di vista didattico. L’obiettivo è che il museo possa servire loro per capire meglio l’arte e lo sviluppo dell’arte nei 700 anni di vita di questo palazzo. Le opere d’arte sono state ridistribuite cronologicamente: i piani del palazzo fanno da cesura tra le varie epoche e già grazie a questa disposizione gli studenti e i visitatori hanno un primo input per comprendere le differenze tra l’arte del ‘300 e ‘400 e quella del ‘500 e del ‘600”.

“Abbiamo creato anche delle “isole culturali”, – continua Rapino – degli spazi appositi dove poter approfondire i contesti storici in cui sono nate le opere. Ad esempio attorno alla Coperta Guicciardini, che torna ad essere esposta al pubblico dopo trent’anni, abbiamo creato un ambiente in cui, grazie a oggetti e varie opere di grande valore artistico, vengono raccontate le vicende di quel momento storico. Inoltre abbiamo realizzato, grazie al finanziamento di Fondazione CR Firenze, un video dedicato ai bambini che, sotto forma di fumetto, illustra il significato delle scene ricamate sull’opera d’arte in tessuto. Al secondo piano abbiamo l’Armario, un raro mobile del 1530 realizzato per contenere le armi: abbiamo creato anche lì un ambiente in cui raccontare il mondo delle armi, la cultura cavalleresca e belligera del ‘500. Il terzo piano abbiamo creato la sala dedicata ai Trionfi dello Scheggia, fratello minore di Masaccio e anche lì abbiamo fatto la stessa operazione di approfondimento sulla cultura pittorica a Firenze soprattutto in ambito domestico. Abbiamo anche celebrato Elia Volpi, colui che nei primi anni del ‘900 ha realizzato la rinascita di questo palazzo, dedicandogli due salette”.

“Nell’affrontare il lavoro di progettazione degli allestimenti integrati del Museo di Palazzo Davanzati – racconta l’architetto Lorenzo Greppi – ho dovuto mediare tra le complessità che ne caratterizzano l’identità ovvero tra la dimensione museale e quella abitativa. Questo ha comportato da una parte una serie di scelte di allestimento fisico, attraverso l’uso di teche, vetrine e basi espositive e dall’altra un uso equilibrato della parte illuminotecnica alternando illuminazione puntuale e illuminazione diffusa là dove l’intenzione è quella di mostrare il singolo oggetto ma sempre all’interno di un contesto architettonico e di rimando alla vita domestica rinascimentale”.

All’interno dei celebri ambienti del Palazzo, dalla Sala dei Pappagalli alla Camera dei Pavoni fino alla camera con le storie tratte dalla leggenda medievale della Castellana di Vergi, accanto ad opere d’arte di Antonio Rossellino, Lorenzo Ghiberti, Maestro di Serumido, Jacopo del Sellaio, Mariotto di Nardo, si fanno spazio alcuni dei fiori all’occhiello del nuovo allestimento, suddiviso per epoca, dal primo piano, con opere e arredi del Trecento e Quattrocento, al secondo piano, con opere e arredi dal Cinquecento al Settecento, mentre il terzo piano accoglie la nuova sala dedicata ai merletti e ricami, una sala dedicata all’arte quattrocentesca fiorentina e la sempre affascinante cucina.

Una particolare attenzione, nel corso del lavoro di riallestimento, è stata voluta dedicare dal curatore alle nuove generazioni di studenti che potranno apprezzare il nuovo percorso espositivo dove l’evoluzione degli stili e della moda abitativa è didatticamente semplificata e al contempo meglio esplicitata, anche con l’ausilio di supporti audiovisivi e pannelli esplicativi.

Simona Gentili ha intervistato Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello

🎧 Cere Ginori: donate 16 opere al Bargello

Cere Ginori: presentato al Museo Nazionale del Bargello il nucleo di 16 cere barocche donate dal Marchese Lionardo Lorenzo Ginori Lisci che, a partire dal 2023, andranno ad arricchire la nuova Sala della Scultura Barocca del Museo. Ascolta l’intervista di Chiara Brilli alla direttrice dei Musei Paola D’Agostino.

La selezione del gruppo di rarissime opere è stata concordata con Paola D’Agostino, direttrice dei Musei del Bargello, Marino Marini, uno dei curatori del Museo Nazionale del Bargello, e Dimitrios Zikos, specialista di scultura fiorentina ed esperto della Manifattura Ginori.

Tra le opere donate dal Marchese Ginori è esemplificativa la cera tratta dalla Flagellazione di Alessandro Algardi (1598-1654) che illustra la fortuna che il celeberrimo gruppo in bronzo dello scultore bolognese, attivo a Roma, continuò a godere fino al Settecento inoltrato. Vanno poi segnalati l’originalissimo Vaso con il Trionfo di Nettuno, ideato da Massimiliano Soldani Benzi nel 1721, e derivato dalle forme acquistate nel 1744 dal Marchese Carlo Ginori dal figlio dello scultore, Ferdinando, e il grande rilievo in cera di Giovan Battista Piamontini, con il Massacro degli Innocenti, da un modello di Giuseppe Piamontini.

A seguito della donazione è stata avviata una campagna di restauri di queste delicatissime opere, grazie all’accurato intervento di Francesca Rossi – con la direzione scientifica di Marino Marini – su una prima selezione di cinque cere, che permette oggi di presentarle in anteprima alla stampa.

Le cinque opere restaurate saranno esposte nel 2023 nella nuova sala del Museo Nazionale del Bargello dedicata alla scultura barocca, di cui a breve sarà pubblicato il bando per la realizzazione delle nuove vetrine che insieme con un moderno impianto di climatizzazione, già realizzato nel corso del 2021, consentirà di esporre le cere in sicurezza e programmare una rotazione tale da permettere nel tempo di restaurare e poi esporre tutte le opere della donazione Ginori. Nella nuova sala le opere saranno poste in dialogo con quelle di Massimiliano Soldani Benzi, di Giuseppe Piamonti, di Alessandro Algardi e altri esponenti del barocco romano e fiorentino per inserire la produzione avviata dal marchese Ginori per la Manifattura nella più ampia cornice della scultura in bronzo, argento e marmo del barocco fiorentino.

La donazione dell’importante corpus di cere testimonia l’interesse del marchese Carlo Ginori, fondatore della prestigiosa Manifattura nel 1737, la prima in Italia, a plasmare il cosiddetto “oro bianco” che fin dai primissimi anni di attività acquistò numerose forme dalle botteghe dei principali scultori fiorentini, perché fossero poi utilizzate nella produzione di porcellane, dando così impulso ad una produzione scultorea originalissima e nuova forza al prestigio della scultura barocca fiorentina, che diventò ricercatissima nelle corti italiane ed europee. Da queste forme, realizzate dai maggiori protagonisti del barocco fiorentino – da Massimiliano Soldani Benzi (1656-1740) a Vincenzo Foggini (1700-1760), da Giovanni Baratta (1670-1747) a Giuseppe Piamontini (1644-1762) – il marchese con i suoi primi validissimi artisti formatori, tra cui Anton Filippo Maria Weber (Firenze 1699-?) e Giovan Battista Vannetti (notizie dal 1729 al 1777) trassero dei modelli in cera che venivano allestiti nella sala dei calchi in Manifattura, in modo che i diversi committenti potessero selezionare o scegliere di modificare il modello in fase di realizzazione della porcellana. Il corpus delle cere barocche della Manifattura Ginori è stato studiato in maniera sistematica da Klaus Lankheit che nel 1982 ha pubblicato Die Modellsammlung der Porzellamanufaktur Doccia. Ein Dokument Italienischer Barokplastik, ancora oggi testo di riferimento fondamentale, cui hanno fatto seguito gli importanti studi di Sandro Bellesi, Dimitrios Zikos e Rita Balleri tra gli altri.

A Firenze ‘Welfare Culturale’ per malati Parkinson

Cinque iniziative gratuite destinate agli over 65 per promuovere il benessere della comunità attraverso l’avvicinamento alla cultura: questo il progetto ‘Welfare Culturale’ coordinato e promosso da Fondazione Cr Firenze con Fresco Parkinson Institute e L’Immaginario Associazione Culturale, e il supporto di Comune di Firenze, Ausl Toscana Centro, Musei del Bargello.

Per migliorare la qualità della vita delle persone affette da Parkinson verranno svolti laboratori artistici, lezioni di danza e allenamenti di boxe, mentre per le persone neurodiverse saranno disponibili delle visite guidate slow in sale espositive di alcuni musei fiorentini.  “Oltre a promuovere ‘Welfare Culturale’, – ha affermato Gabriele Gori, direttore della Fondazione Cr Firenze – contribuiremo presto al funzionamento di ‘Casa Parkinson’, che sarà prossimamente inaugurata, mettendo a disposizione le risorse necessarie per coprire il personale della struttura”. Il progetto ‘Casa Parkinson’, promosso dal Fresco Parkinson Institute, propone un modello di cura onnicomprensivo e integrato per rispondere nel modo più esaustivo ai molteplici bisogni delle persone affette dalla malattia.

“Siamo impegnati a 360 gradi per una città a misura di anziano che senza dubbio passa anche da azioni come queste”, ha evidenziato l’assessora comunale al Welfare, Sara Funaro, secondo cui quello della Fondazione è “un progetto che si compone di tante iniziative mirate al benessere dei nostri anziani, occasioni di socialità e arricchimento culturale che possono davvero fare la differenza nella qualità della vita delle persone più fragili”.

‘Donatello, il Rinascimento’, mostra di Palazzo Strozzi: “Occasione unica nella Storia”

Firenze, Fondazione Palazzo Strozzi e Musei del Bargello presentano dal 19 marzo 2022, ‘Donatello, il Rinascimento’, una mostra storica e irripetibile che mira a ricostruire lo straordinario percorso di uno dei maestri più importanti e influenti dell’arte italiana di tutti i tempi, a confronto con capolavori di artisti come Brunelleschi, Masaccio, Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Raffaello e Michelangelo.

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“Siamo Felicissimi – dice un emozionato Arturo Galansino, direttore generale presso Fondazione Palazzo Strozzi, ai nostri microfoni sulla mostra ‘Donatello, il Rinascimento’ – impresa titanica quella che ci apprestiamo ad aprire oggi, 130 capolavori da 60 prestatori in tutto il mondo, la collaborazione internazionale che mette ancora una volta insieme Strozzi e Bargello, ma che si apre anche a partner appunto europei, quali i musei statali berlinesi ed il Victoria and Albert Museum di Londra, iniziativa quindi veramente di ampissimo raggio che oggi ci apprestiamo a celebrare come si deve”.

©Controradio

La mostra, evento culturale di punta del 2022, nasce come celebrazione del grande maestro, mirando ad allargare la riflessione su questo artista rivoluzionario nei materiali, nelle tecniche e nei generi, e abbracciando finalmente le dimensioni dell’universo di Donatello, figura centrale della storia dell’arte.

Artista di riferimento del Quattrocento, secolo d’oro dell’arte italiana, e prediletto della famiglia Medici, insieme a Brunelleschi e Masaccio, Donatello diede il via alla straordinaria stagione artistica del Rinascimento fiorentino, proponendo nuove tecniche e idee che hanno segnato per sempre la storia dell’arte occidentale.

Con le sue opere Donatello rivoluziona l’idea stessa di scultura, con una potenza di visione figurativa unica in cui unisce le scoperte sulla prospettiva e un concetto totalmente nuovo di plasticità. Tema centrale della sua opera è l’Uomo, e la dimensione umana in tutta la sua profondità abbraccia in modo realistico le più diverse sfaccettature delle emozioni, dalla dolcezza alla crudeltà, dalla gioia al dolore più straziante.

La mostra è a cura di Francesco Caglioti e concepita come un’unica mostra su due sedi, Palazzo Strozzi e Museo Nazionale del Bargello, il progetto nasce come una celebrazione di Donatello in dialogo con musei, collezioni e istituzioni di Firenze e di tutto il territorio italiano oltre che tramite fondamentali collaborazioni internazionali, per allargare la riflessione su questo maestro nel tempo e nello spazio, nei materiali, nelle tecniche e nei generi, e ad abbracciare finalmente le dimensioni dell’universo donatelliano.

Distribuita su due sedi, Palazzo Strozzi e il Museo Nazionale del Bargello, la mostra propone un viaggio attraverso la vita e la fortuna di Donatello articolato in quattordici sezioni. Si inizia dagli esordi e dal dialogo con Brunelleschi, proponendo il confronto tra i due celebri Crocifissi lignei provenienti dalla Basilica di Santa Croce e da quella di Santa Maria Novella.

Si procede poi attraverso i luoghi per cui Donatello ha lavorato (Siena, Prato e Padova, oltre a Firenze), trovando moltissimi seguaci, entrando in dialogo con altri celebri artisti molto più giovani quali Mantegna e Bellini, e sperimentando nei materiali più diversi le sue formidabili invenzioni plastiche e scultoree.

Conclude la mostra una sezione speciale dedicata all’influenza di Donatello sugli artisti a lui successivi, tra cui Raffaello, Michelangelo e Bronzino, testimoniando così l’importanza capitale della sua opera per le vicende dell’arte italiana

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Musei del Bargello in collaborazione con gli Staatliche Museen di Berlino e il Victoria and Albert Museum di Londra e con Fondo Edifici di Culto – Ministero dell’Interno.

Main Supporter: Fondazione CR Firenze. Sostenitori: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Main Partner: Intesa Sanpaolo.

🎧 Bargello: La mirabile visione di Dante

Firenze, “La mirabile visione. Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista” è questo il titolo della seconda mostra in programma al Museo Nazionale del Bargello nell’anno in cui ricorre il settimo centenario dalla morte del poeta.

In podcast l’intervista alla direttore dei Musei del Bargello, Paola D’Agostino, a cura di Gimmy Tranquillo.

La mostra del Bargello, è a cura di Carlo Sisi e Ilaria Ciseri, aperta al pubblico dal 23 settembre 2021 al 9 gennaio 2022, si propone di indagare la complessa percezione della figura di Dante e della Divina Commedia nel contesto artistico e letterario tra Otto e Novecento.

Realizzata con il contributo e il patrocinio del Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, il patrocinio del Comitato “700 Dante” coordinato dal Comune di Firenze e il contributo di Fondazione CR Firenze, “La mirabile visione. Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista” presenta una selezione di opere che, dalle correnti naturaliste agli influssi europei del Simbolismo, illustrano lo straordinario catalogo di immagini che il poema dantesco era in grado di offrire al mondo dell’arte.

La mostra è concepita come una narrazione tematica e interdisciplinare, all’interno della quale le opere formano una stringente sequenza che collega fra loro dipinti, sculture e rimandi concettuali e letterari impliciti nella vicenda biografica e poetica di Dante. Esposte al Museo Nazionale del Bargello i visitatori troveranno 57 opere tra pitture, sculture, stampe, incisioni, fotografie, provenienti da musei, biblioteche e istituti di cultura internazionali (tra cui il Musée d’Orsay, il Musée Rodin, il Museo del Prado, la Pinacoteca di Brera, le Gallerie degli Uffizi, le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea – Museo dell’Ottocento di Ferrara e il Museo Etrusco di Villa Giulia) oltre che da alcune importanti collezioni private.

L’esposizione che nel titolo, La mirabile visione, rimanda agli studi danteschi di Giovanni Pascoli, è articolata in varie sezioni, rispettivamente dedicate alla scoperta del più antico ritratto di Dante, opera di Giotto, nella cappella del Bargello (1840), alle suggestioni della Vita Nova nella seconda metà dell’Ottocento, ai grandi e tragici personaggi della Commedia rappresentati nell’ambito artistico internazionale, alle opere presentate al Concorso Alinari del 1901 e alle illustrazioni più affini alla sensibilità simbolista, ma anche alla risonanza della Commedia nella produzione letteraria di Giovanni Pascoli e Gabriele d’Annunzio.

Tra le opere in mostra capolavori di protagonisti assoluti del periodo tra i quali Giovanni Duprè, Amos Cassioli, Gustave Doré, Auguste Rodin, Jean-Baptiste Carpeaux, Emile-Antoine Bourdelle. L’itinerario si sofferma inoltre su due grandi imprese editoriali: il Concorso Alinari per l’illustrazione della Divina Commedia del 1900 a cui parteciparono tra gli altri anche Giovanni Fattori, Galileo Chini e Plinio Nomellini e l’edizione della Commedia pubblicata nel 1911 da Leo S. Olschki. La prima convocò gli artisti intorno all’illustrazione del poema con risultati coerenti con la contemporanea temperie simbolista, la seconda, definita “monumentale”, vide come protagonista Gabriele D’Annunzio chiamato a scrivere l’introduzione al prezioso volume.

Tra i lavori esposti, anche il singolare ritratto del poeta (copia dell’affresco di Giotto presente nella Cappella della Maddalena) realizzato a matita sul retro della copertina di un’antica edizione del Convivio dall’inglese Seymour Kirkup. Il percorso si conclude con la forte evocazione dell’Isola dei morti di Arnold Böcklin, presente nella copia fedele di Otto Vermehren, e con la proiezione di un video che offre una selezione dal film Inferno del 1911, realizzata ad hoc da Francesco Galluzzi e Federico Bucalossi.

Per permettere di comprendere anche al pubblico più giovane la figura di Dante e il suo rapporto con Firenze, in occasione de “La mirabile visione. Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista” al Museo Nazionale del Bargello proseguiranno i laboratori gratuiti “Dante per tutti” dedicati a bambini e ragazzi (che erano partiti, riscuotendo grande successo, in occasione della precedente mostra “Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante”) realizzati grazie al contributo della Fondazione CR Firenze.

“La mirabile visione. Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista, seconda mostra organizzata dai Musei del Bargello, in occasione del settimo centenario dalla morte di Dante Alighieri, completa la programmazione annuale dedicata al rapporto inscindibile tra il Poeta e il Bargello, luogo dantesco per eccellenza a Firenze e in Europa anche nell’Ottocento – spiega Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello -. Assolutamente originale nella scelta delle opere da parte di Carlo Sisi, affiancato da Ilaria Ciseri, e coadiuvato da un Comitato Scientifico composto anche da Emanuele Bardazzi, Flavio Fergonzi e Laura Melosi, questa mostra è ancora una volta risultato di collaborazione tra diverse istituzioni e studiosi, cui sono profondamente grata per l’impegno profuso in un anno così straordinario per tutti”.

“Un viaggio inedito nella figura di Dante attraverso i secoli, grazie a una ricchissima selezione di opere provenienti da importantissime istituzioni culturali internazionali – osserva l’assessore alla Cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi –. Nel 700esimo anniversario della morte del Sommo Poeta il Bargello torna a essere protagonista con un’esposizione di altissimo livello confermandosi snodo cruciale nell’itinerario dantesco in città”.

‘’Fondazione CR Firenze – dichiara il suo Presidente Luigi Salvadori – prosegue, anche con questa mostra, la positiva esperienza del programma “Dante per tutti” offrendo a bambini e ai ragazzi dai 7 agli 13 anni dei laboratori gratuiti, ideati da un team di mediatori specializzati, per accompagnarli nella comprensione dei tanti contenuti dell’esposizione. Nella precedente mostra si sono svolte oltre 70 attività a cui hanno partecipato 570 bambini residenti nel territorio fiorentino insieme alle proprie famiglie, di cui il 10% straniere con bambini immigrati di seconda generazione. Contestualmente è stata avviata un’attività di monitoraggio e analisi dei pubblici dedicata anche agli adulti accompagnatori. Di questi ultimi il 41,8% ha dichiarato di aver visitato per la prima volta il Museo del Bargello, proprio in occasione delle offerte didattiche. Dunque l’arte chiama arte’’.

“L’idea della mostra è rivolta ad illustrare, con opere opportunamente selezionate, l’interpretazione figurativa della Vita Nova e della Commedia che nella stagione dell’estetica simbolista ha estratto da quelle pagine visioni di forte suggestione, anteponendo alle drammaturgie romantiche la nuova poetica degli “stati d’animo”, vale a dire le evasioni dell’estetismo come pure le inquietudini maturate nell’ampio crogiuolo della cultura artistica e letteraria di fine secolo”, dichiara Carlo Sisi, curatore della mostra.

“La mostra vede fondersi la storia del Bargello, inteso come palazzo, prima ancora che come museo, con il panorama artistico e letterario, italiano e internazionale, di metà Ottocento – spiega Ilaria Ciseri, curatrice della mostra e della collezione del Museo Nazionale del Bargello -. Dalla scoperta del volto di Dante giovane nel 1840, dipinto da Giotto nella cappella dell’edificio, ma di cui si erano perse le tracce per secoli, scaturì una inedita iconografia dantesca destinata ad una fortuna inarrestabile”.

Dopo la metà del XIX secolo, alla vigilia del centenario dantesco che viene celebrato nel 1865, la figura di Dante si identifica sempre più con l’idea nazionale sancita dagli esiti della politica risorgimentale, per cui Dante è definito “precursore della unità e libertà d’Italia” e come tale è rappresentato nei monumenti ufficiali che cominciano a popolare le piazze italiane, come quella di Santa Croce a Firenze. Apice di sentimenti che si sarebbe di lì a poco frammentato in una varietà di sperimentazioni alimentate dalla vivace dialettica fra le correnti naturaliste e gli influssi europei del Simbolismo, più inclini questi ultimi a ritrovare nella Commedia le matrici dell’inquietudine moderna, gli spunti per trasferire nella sensibilità contemporanea lo straordinario catalogo di immagini – turbate, sublimi, mistiche, oniriche – che il poema dantesco era in grado di offrire al mondo dell’arte.

Il gusto e il pensiero dei preraffaelliti si rivolgeranno soprattutto ai fatti della vita del poeta, con l’intenzione di incarnare il sogno medioevale nella rappresentazione di una vicenda biografica esemplare, anche per le suggestioni estetiche che in quegli anni venivano indicate a modello di vita dell’uomo contemporaneo. Dante Gabriel Rossetti resta il punto cardine della rinnovata percezione di un Medioevo non filologico, ma estetico la cui rappresentazione tenderà a sottolineare la raffinata evocazione dei luoghi, dei costumi, degli arredi, componenti che diverranno dominanti nelle opere dei pittori anglosassoni rapiti nel “sogno” fiorentino. Sullo stesso piano di prevalente indirizzo estetizzante sono da porre le affezioni di artisti italiani – Duprè, Cassioli, Ranzoni, Faruffini, Barabino, Sartorio, Sorbi, Trentacoste – che si accostano alla vita di Dante e alla sua Commedia accentuando l’immaginazione lirica che trovava alimento proprio nel serrato dialogo fra arte figurativa e letteratura. L’episodio di Paolo e Francesca costituisce, ad esempio, un paradigma di quella sintonia espressiva quale si può constatare nelle opere di Gustave Dorè, di Auguste Rodin, di Gaetano Previati: essenziale ma significativa antologia della fortuna di un tema, il crimen amoris, amplificato dalla tragedia di Gabriele d’Annunzio e dalla musica di Riccardo Zandonai.

Sullo scorcio del XIX secolo, le celebrazioni indette per commemorare il VI centenario dell’elezione dell’Alighieri a Priore delle Arti nel governo della Repubblica fiorentina furono occasione di importanti iniziative collegate alle sorti della fortuna di Dante: nell’aprile del 1899 la Commissione esecutiva della Società Dantesca Italiana riprese infatti la Lectura Dantis in Orsanmichele, mentre, alle soglie del nuovo secolo, la stessa autorevole associazione avrebbe affidato le sorti di quella ‘primavera’ letteraria alla vena immaginifica di Gabriele D’Annunzio, prezioso commentatore del canto VIII dell’Inferno, e che sarà prefatore, nel 1911, della sontuosa edizione della Commedia edita da Leo Samuel Olschki. Nello stesso giro d’anni, il 9 maggio 1900, veniva bandito da Vittorio Alinari un concorso per l’illustrazione della Divina Commedia: le opere dei trentuno artisti partecipanti – e, fra questi, Alberto Martini, Galileo Chini, Duilio Cambellotti, Adolfo De Carolis, Giovanni Fattori, Alberto Zardo – furono esposte, nel giugno del 1901, nei locali della Società fiorentina di Belle Arti e fu chiaro a tutti come esse costituissero una significativa rassegna delle espressioni artistiche presenti in Italia nel passaggio fra Otto e Novecento, con in più il vantaggio di vederle ben presto riunite – dopo essere state tradotte in callotipie e autotipie – nei tre prestigiosi volumi che videro la luce fra il 1902 e il 1903.

“La mirabile visione. Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista”, che ha avuto il patrocino e un contributo del Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, è stata realizzata anche grazie ai contributi versati, tramite Art Bonus, al Museo Nazionale del Bargello nell’anno di Dante. La mostra è organizzata in collaborazione con Firenze Musei. Il progetto scientifico è di Carlo Sisi che, insieme al comitato scientifico – costituito da Emanuele Bardazzi, Ilaria Ciseri, Flavio Fergonzi, Laura Melosi – ha curato il catalogo della mostra edito da Polistampa.

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