Firenze: nuovi accertamenti in inchiesta concorso cardiochirurgia

Per la vicenda il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli ha chiesto il rinvio a giudizio per nove persone, tra cui Luigi Dei, in qualità di rettore dell’Università di Firenze, l’allora dg dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi Monica Calamai, l’ex prorettore Paolo Bechi e il professor Pierluigi Stefano, al quale è stata poi assegnata la cattedra.

Una chat Whatsapp tra  il rettore di Firenze Luigi Dei e ‘ex prorettore Paolo Bechi  nella quale i due parlerebbero della possibilità, nel caso il Consiglio di Stato avesse annullato la nomina di Pierluigi Stefano ad associato, di indire un nuovo concorso da ordinario appositamente per lui: c’è anche questo nella nuova informativa della guardia di finanza  depositata oggi dall’accusa nel corso dell’udienza preliminare nata dell’inchiesta su presunte irregolarità nella procedura di selezione per la chiamata di un professore associato di cardiochirurgia del dipartimento di medicina sperimentale dell’Università di Firenze.

Per la vicenda il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli ha chiesto il rinvio a giudizio per nove persone, tra cui Luigi Dei, in qualità di rettore dell’Università di Firenze, l’allora dg dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi Monica Calamai, l’ex prorettore Paolo Bechi e il professor Pierluigi Stefano, al quale è stata poi assegnata la cattedra.

La conversazione è stata trovata dopo i sequestri a carico degli indagati avvenuti nell’ambito di una più recente inchiesta su presunte irregolarità nei concorsi di medicina a Firenze, che ha portato tra l’altro all’interdizione dall’incarico del rettore Dei.

Questa mattina sempre nel corso dell’udienza preliminare si è svolto l’interrogatorio di Paolo Bechi, difeso dagli avvocati Sigfrido Fenyes e Lorenzo Zilletti: “Bechi – spiega Fenyes – ha avuto modo di chiarire la sua funzione e il suo ruolo in questa vicenda”. A seguito del deposito della nuova informativa gli avvocati di tutti gli imputati, a eccezione dei difensori del professor Marco Carini che ha rinunciato ad essere ascoltato, si sono riservati di chiedere un’integrazione di interrogatorio. La prossima udienza è fissata per l’8 settembre prossimo.

Sempre nel corso dell’udienza preliminare è stata presentata una memoria da parte del professor Massimo Bonacchi, parte lesa nel procedimento. Secondo la procura Bonacchi, assistito dall’avvocato Niccolò Lombardi Sernesi, avrebbe subito tentativi di pressioni per far figurare il nome di Stefano nelle sue pubblicazioni scientifiche, in modo da garantire a quest’ultimo un punteggio sufficiente a vincere il concorso da associato. A causa del suo rifiuto, è sempre la tesi dell’accusa, la sua carriera sarebbe stata bloccata. Nel corso degli interrogatori alcuni degli imputati avrebbero negato tale circostanza, spiegando come la carriera di Bonacchi si sarebbe arrestata a causa del suo scarso impegno nell’attività assistenziale a favore di quella accademica. Nella memoria Bonacchi ribadisce invece di essersi sempre reso disponibile “a svolgere l’attività clinica, in particolare quella chirurgica”

Concorso cardiochirurgia a Firenze: chiesto il rinvio a giudizio per nove persone

La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per nove persone, tra cui il rettore dell’Università Luigi Dei, nell’ambito dell’inchiesta su presunte irregolarità nella procedura di selezione per la chiamata di un professore associato di cardiochirurgia del dipartimento di medicina sperimentale dell’Università di Firenze.

Secondo quanto riportato oggi da ‘Il fatto quotidiano’, il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e la pm Angela Pietroiusti hanno chiesto il processo, oltre che per il rettore, per l’allora direttrice generale dell’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi Monica Calamai e per sette docenti universitari tra cui il professor Pierluigi Stefano al quale è stata assegnata la cattedra.

In base alle indagini, Calamai e Dei, ai quali viene contestata l’accusa di abuso d’ufficio, avrebbero fatto pressioni perchè il posto di professore associato fosse assegnato a Stefano, già direttore della Sod complessa di cardiochirurgia dell’Aou di Careggi, al fine di riunire nella sua persona la cardiochirurgia universitaria e quella ospedaliera.

Chiusa inoltre dalla procura, sempre come riportato da Il Fatto, l’inchiesta sugli altri presunti concorsi truccati alla facoltà di medicina di Firenze, che vede indagate 13 persone. Le indagini sono relative a una presunta turbativa dei procedimenti di programmazione dei concorsi per professore ordinario, che sarebbe avvenuta privilegiando alcuni settori rispetto ad altri che invece avrebbero dovuto avere la priorità, individuando i vincitori ancora prima del concorso.

Toscana: spesa sanitaria cala del 4% in un anno

Secondo il report   AIFA  per i primi sei mesi del 2018 la nostra regione segna una riduzione del -4,1% per la spesa della farmaceutica convenzionata (nel mese di giugno 2018 registra addirittura un -4,9%, rispetto allo stesso mese del 2017). Riguardo alla spesa farmaceutica regionale per acquisti diretti durante tutto il 2018 la riduzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente segna un -4%.

Con un tetto fissato da AIFA al 6,89% del FSN per acquisti diretti, la Toscana ha chiuso l’anno 2017 al 9,72%. La situazione è stata nettamente diversa e migliore per la spesa farmaceutica convenzionata, dove la Toscana con un tetto fissato da AIFA al 7,96% del FSN, ha chiuso il 2017 al 6,65%.

Secondo quanto diffuso dalla regione ” i dati sul miglioramento della performance dell’assistenza farmaceutica sono positivi anche alla luce dei risultati che ha ottenuto nel 2017 la Regione Toscana a confronto con le altre regioni che aderiscono al network di valutazione dei sistemi sanitari regionali (Lombardia, Veneto, Trento e Bolzano, Liguria, Umbria, Marche, Basilicata, Puglia, Friuli Venezia Giulia ), risultati che sono stati presentati al pubblico il 1 giugno a Venezia, dal MeS – Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa”.

Complessivamente, nel 2017 la Toscana registra la maggior parte degli indicatori in fascia verde e verde scura (ossia nettamente meglio della media del network), con qualche indicatore in fascia gialla, ossia in media con il network e solo quattro indicatori in fascia arancione. Di questi quattro, ben due si riferiscono all’assistenza farmaceutica, che nel 2017 ha registrato appunto un peggioramento ma che quest’anno stiamo rapidamente recuperando.

“Oggi – ha detto l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi – registriamo una diminuzione del 4% della spesa farmaceutica, una riduzione importante che riporta vicino ai limiti imposti dalla legge la spesa farmaceutica ospedaliera mentre molto al di sotto dei limiti quella farmaceutica territoriale. Il tutto senza negare niente a nessuno ma lavorando sull’appropriatezza. Le azioni messe in campo sono state positive e ci consentiranno di risparmiare risorse non finalizzate al risparmio puro ma da reinvestire in farmaci innovativi e nell’ampliamento della platea delle persone che potremo curare per raggiungere obiettivi importanti come l’eradicazione dell’epatie C.

La spesa farmaceutica nella nostra regione – continua Saccardi – è stata sempre un puntino rosso nei bersagli che anche il Mes Sant’Anna ha valutato ultimamente. Basta dire che nel network la Toscana è ai vertici per quasi tutti gli indicatori, 4 solamente non sono buoni e due sono riferiti proprio alla spesa farmaceutica. Oggi verifichiamo che le azioni che da tempo abbiamo messo insieme con i professionisti, la Commissione terapeutica e i soggetti che della spesa si occupano costantemente hanno già portato a un sensibile miglioramento. L’obiettivo adesso è di riportare la spesa ospedaliera e convenzionata nei limiti previsti dalla legge entro il 2019 e quindi modificare quegli indicatori rossi delle valutazioni del Mes in obiettivi verdi”.

“Direi – ha aggiunto il direttore Monica Calamai – che arrivati a 6 mesi gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti e con soddisfazione il trend è cambiato. Si tratta di un recupero della governance della farmaceutica legata in modo importante all’appropriatezza, ovvero dare il farmaco giusto per la patologia giusta in quel preciso contesto. Siamo riusciti ad attivare un lungo percorso dando indicazioni precise alle aziende, ai clinici, passando attraverso gruppi specifici con i medici con i quali collaborato senza decisioni calate dall’alto. La positività è stata nel vedere i risultati dell’applicazione immediata di quanto definito insieme, su un percorso che è sì più faticoso all’inizio ma sicuramente più corale e più efficace” .

 

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