Firenze: “Dietro la querelle sullo stadio la mancanza di una visione Metropolitana”

Intervista con l’ex Direttore Irpet Toscana Mauro Grassi, che dice: “Per anni si è parlato della grande area metropolitana, una volta allargata alle città di Prato e Pistoia e altre volte ristretta a Firenze e ai comuni contermini, e quasi sempre le scelte di coordinamento territoriale sono rimaste soltanto pie illusioni.

“Riunione in Comune con la task force per il nuovo stadio della Fiorentina nell’area Mercafir. Basta polemiche, facciamo sul serio“, ha scritto su Twitter il sindaco di Firenze Dario Nardella. Sul centro sportivo della Fiorentina il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco casini ha parlato di “tempi rapidi”.

L’altro ieri ai nostri mocrofoni però il sindaco Fossi aveva dichiarato: “l’ipotesi dello stadio a Campi? Non è tramontata…”. Insomma, dietro l’accelerata c’è anche lo ‘scontro’ tra i due comuni proprio sulla localizzazione del nuovo stadio. E lo scontro è anche lo specchio, in fondo, del fatto che le politiche di area metropolitana siano ancora spesso solo sulla carta.

“Premetto che parlo “male” dei due sindaci che più apprezzo in Toscana. E che quindi le mie considerazioni non riguardano minimamente le singole persone. La loro qualità come amministratori. E la loro capacità politica. Mi riferisco esclusivamente a “questo caso” che pur è emblematico di alcune debolezze del sistema italia più in generale e del sistema “grande Firenze” più nello specifico” dice l’ex direttore Irpet Mauro Grassi. Che aggiunge: tante ” scelte importanti per la grande area metropolitana sono risultate frutto di singole scelte di qualche comune del tutto dis-integrate dal resto delle scelte degli altri comuni. Si può spaziare dall’aeroporto ai Gigli, dalla Foster all’inceneritore. Insomma tutte scelte che hanno vissuto poco della collegialità dell’area vasta e si sono poi rivelate particolarmente critiche sia per la città di Firenze che per il resto dell’area.
Quindi c’è un problema della sinistra e della sua capacità di governo delle complessità”.

“Noi liberali Pd che ci sentiamo apolidi dopo strappo Renzi…”

Intervista con Mauro Grassi, ex direttore Irpet Firenze, ed ex  dirigente a palazzo Chigi per la missione Italia Sicura: “sono un renziano ma non condivido la scelta di Matteo nè per i tempi, né, soprattutto, per il metodo”.

C’è il rischio che tra un partito che nasce ed uno che resta (Italia Viva e Pd) una parte dei Democratici si perda, e, paradossalmente, proprio nel moltiplicarsi dei contenitori non trovi più un proprio spazio.

E’ il dibattito in corso tra i liberal-democratici del Pd che temono una svolta ìa sinistra’ del partito di Zingaretti ma non condividono nemmeno la scelta di Matteo Renzi per come p maturata.

“Renzi ha una concezione ottocentesca quella dell’uomo solo al comando, che non è più adeguata ai tempi” dice Mauro Grassi, lo abbiamo intervistato

Grassi: Con il DEF il governo mira ad un default controllato

L’economista di area PD, ex presidente IRPET Toscana, dice: “il governo gialloverde mira ad una contrattazione con UE per gestire il default senza uscire dall’euro. Il DEF è un tassello in questo senso”

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