Al teatro Puccini va in scena “Furore”, con Massimo Popolizio

Per i prossimi due giorni, alle ore 21:00 circa, Massimo Popolizio sarà presente al Teatro Puccini con “Furore”, tratto dall’omonimo romanzo di John Steinbeck. L’opera è stata realizzata dalla Compagnia Umberto Orsini e dal Teatro di Roma-Teatro Nazionale. L’adattamento per il teatro è di Emanuele Trevi, su progetto di Massimo Popolizio. Musiche eseguite dal vivo da Giovanni Lo Cascio.

È solo una straordinaria figura di narratore – nello stesso tempo arcaica e modernissima – che può prendere forma in un lavoro di drammaturgia basato sul capolavoro di John Steinbeck. E forse non c’è attore, nel panorama teatrale italiano, più in grado di Massimo Popolizio di prestare a questo potentissimo, indimenticabile, story-teller un corpo e una voce adeguati alla grandezza letteraria del modello.

Leggendo Furore, impariamo ben presto a conoscerlo, questo personaggio senza nome che muove le fila della storia. Nulla gli è estraneo: conosce il cuore umano e la disperazione dei derelitti come fosse uno di loro, ma conosce anche le cause del destino, le dinamiche ineluttabili dell’ingiustizia sociale, le relazioni che legano le storie dei singoli al paesaggio naturale, agli sconvolgimenti tecnologici, alle incertezze del clima. Tutto, nel suo lungo racconto, sembra prendere vita, con i contorni più esatti e la forza d’urto di una verità pronunciata con esattezza e compassione.

Raccontando le sventure della famiglia Joad e i motivi di una delle più devastanti migrazioni di contadini della storia moderna, Massimo Popolizio dà vita a un one man show epico e lirico, realista e visionario, sempre sorprendente per la sua dolorosa, urgente attualità.

INFORMAZIONI:

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Pergola: in scena il classico contemporaneo “Copenaghen”

Da martedì 8 a domenica 13 gennaio al Teatro della Pergola va in scena “Copenaghen”, thriller scientifico-politico di Frayn alla vigilia della prima bomba atomica

Al Teatro della Pergola, da martedì 8 a domenica 13 gennaio, va in scena a vent’anni dal debutto il “classico contemporaneo” Copenaghen di Michael Frayn con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice, nella storica regia di Mauro Avogadro. Un thriller scientifico-politico a tre voci, un tuffo nel passato per chiarire cosa avvenne nel lontano 1941 quando il fisico Werner Karl Heisenberg fece visita al suo maestro Niels Bohr, alla vigilia del primo devastante uso della bomba atomica. È la prima e ultima occasione di vedere lo spettacolo a Firenze, dal momento che la sua fortunata tournée ventennale termina a fine gennaio.

Copenaghen è quasi un “processo privato” a porte chiuse – spiega Mauro Avogadro – porte che di continuo si aprono proiettando i personaggi verso luoghi e azioni del passato. Luoghi mentali, forse, ma per noi tutti reali: la bomba atomica, il genocidio, la funzione positiva, e al tempo stesso pericolosa, della scienza.”

In un luogo che ricorda un’aula di fisica, immersi in un’atmosfera quasi irreale, Bohr (Orsini), sua moglie Margrethe (Lojodice) e Heisenberg (Popolizio), dialogano e si scontrano come particelle di un atomo, cercano di dare un senso alle azioni della loro vita, vittime anch’essi di quel “nucleo finale di indeterminazione che sta nel cuore delle cose”. Il soggetto della conversazione tra i due scienziati, coinvolti sui fronti opposti della Seconda guerra mondiale (Bohr al fianco degli alleati, Heisenberg dei nazisti), ancora oggi resta un mistero. Per risolverlo, la Storia ha avanzato svariate ipotesi: nello spettacolo vengono enunciate una dopo l’altra, attraverso incontri diversi con andamenti diversi.

Una produzione Compagnia Umberto Orsini e Teatro di Roma-Teatro Nazionale, in coproduzione con CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia.

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