“Ora servirebbe uno scatto d’orgoglio, ma per farlo avremmo bisogno di una classe politica diversa” dice il filosofo. ASCOLTA L’INTERVISTA
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“Se non saremo in grado di governare con qualche forma democratica i processi di globalizzazione, che riguardano anche l’emergenza sanitaria attuale, le crisi saranno sempre più frequenti di qualunque genere e dovremo rassegnarci a dismettere i nostri principi di libertà. Finirà la politica.
La globalizzazione obbliga ad un diritto internazionale che deve essere interiorizzato dai diversi Stati per garantire una convivenza civile altrimenti le crisi faranno cessare quella che intendevamo come la vita democratica fino all’altro giorno”, afferma il prof. Massimo Cacciari intervistato da Domenico Guarino che interviene anche sull’esaltazione europeista-occidentale ella Cina rispetto a questo scenario emergenziale.
“Siamo difronte ad una debacle culturale se la nostra idea di democrazia adesso è la Cina”.
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Reddito di cittadinanza e Quota 100 “sono provvedimenti che presentano controindicazioni spaventose”, ma la fiducia dei cittadini nella maggioranza di governo rimane alta perché “non hai alternativa”.
La riforma delle pensioni, ha proseguito Cacciari, “potrebbe incentivare masse di lavoro nero, e il reddito di cittadinanza non ci sono le strutture per un controllo adeguato, bisogna assumere migliaia di persone per farlo funzionare,c’è di tutto e di più, però è chiaro che quelle erano le promesse elettorali e gli italiani lo sapevano. Auguri”. Secondo Cacciari
la fiducia nel governo rimane comunque alta “perché in politica se non hai alternativa continui a votare quello che avevi votato, è molto semplice”, e il Pd non rappresenta un alternativa: “Al momento no, è evidente.”
“Cosa protesta Renzi? E’ mancanza di senso comune del pudore: è quello che ha affermato dal 2012, sfasciando il partito, che tutti andavano a votare alle primarie”. Ha aggiunto Cacciari rispondendo ai giornalisti che lo interpellavano sulle proteste degli esponenti renziani del Pd contro l’endorsement annunciato da un dirigente dell’associazione ‘Futura’ di Laura Boldrini per Nicola Zingaretti alle primarie del partito.
“Le primarie – ha spiegato ancora l’ex sindaco – se hanno un senso, e secondo me non ne hanno nessuno se non per designare il candidato alla presidenza del Consiglio, è quello di chiamare tutti a votare per un candidato, è evidente, se no devi fare il congresso, serio, come si faceva una volta quando c’erano dei partiti seri ed erano solo gli iscritti che votavano il segretario, è evidente. Delle due l’una: o fai un congresso serio e votano solo gli iscritti… ma la logica delle primarie non è questa”, ha concluso.