Bomba Firenze: appello condanna 2 anarchici, uno assolto

La corte di appello di Firenze ha condannato due anarchici a 8 anni, ma assolto un altro, per il ferimento dell’artificiere della polizia di Stato, Mario Vece, investito la notte di Capodanno 2018 dall’esplosione di un ordigno piazzato davanti alla libreria Il Bargello di Firenze, attività commerciale ritenuta vicina a Casapound.

Dietro all’ordigno che fece perdere una mano e un occhio al poliziotto, secondo i giudici della Corte d’appello ci furono Pierloreto Fallanca (9 anni e 6 mesi in primo grado) e Salvatore Vespertino (9 anni in primo grado), appunto entrambi condannati a 8 anni per lesioni personali gravissime. Ritenuto estraneo all’attentato Giovanni Ghezzi, che – invece – in primo grado era stato condannato a 9 anni, 10 mesi e 15 giorni.

La corte di appello per lui ha rideterminato la pena in tre mesi di reclusione per episodi minori diversi dallo scoppio dell’ordigno. In primo grado era stato assolto per il ferimento dell’artificiere l’anarchico Nicola Almerigogna, la cui posizione non è stata oggetto del processo di appello. Quelle di Fallanca e Vespertino sono le condanne più pesanti del processo.

Complessivamente in appello sono stati giudicati 26 imputati per vari episodi legati a iniziative maturate su Firenze nell’area anarchica: 21 hanno avuto condanne diverse, fra conferme e rideterminazioni, fino a 3 anni e 6 mesi; altri due sono stati assolti da tutte le accuse contestate. L’accusa di associazione per delinquere è caduta per tutti coloro ai quali era contestata. La procura generale aveva chiesto per tutti gli imputati la conferma delle condanne di primo grado.

Bomba Firenze, Anarchici: “Assolvere, fatto non commesso”

Le difese hanno chiesto l’assoluzione per i quattro anarchici accusati del tentato omicidio dell’artificiere della polizia di Stato Mario Vece, rimasto gravemente ferito la notte di Capodanno del 2017 dall’esplosione di un ordigno artigianale davanti alla libreria il Bargello di Firenze, vicina a Casapound.

La richiesta è stata avanzata da legali degli anarchici, nelle arringhe tenute al processo in corso a Firenze che vede imputati in tutto 28 esponenti di area anarchica per vari episodi avvenuti tra il 2015 e il 2017 nel capoluogo toscano. Altri 11 anarchici, indagati nell’ambito dell’inchiesta, erano stati prosciolti in sede di udienza preliminare.

L’avvocato Eugenio Losco, difensore di Pierloreto Fallanca, ha chiesto per il suo assistito l’assoluzione ‘per non aver commesso il fatto’ e in subordine la derubricazione del reato di tentato omicidio a quello di lesioni dolose gravissime. Gli avvocati Sauro Poli e Fabio Sommovigo, difensori di Giovanni Ghezzi, Salvatore Vespertino e Nicola Almerigogna, hanno chiesto anche loro l’assoluzione ‘per non aver commesso il fatto’ per i loro assistiti, e in seconda istanza la derubricazione del reato di tentato omicidio in quello di lesioni colpose.

Nella requisitoria davanti alla corte di assise di Firenze, presidente Gaetano Magnelli, il pm Filippo Focardi aveva chiesto 11 anni di reclusione per Giovanni Ghezzi, 10 anni e 6 mesi per Pierloreto Fallanca e 10 anni per Salvatore Vespertino e Nicola Almerigogna, più una serie di altre condanne per gli altri imputati e a vario titolo per reati diversi dal tentato omicidio. Sentenza prevista per il 22 luglio.

Bomba Firenze, chieste condanne fino a 11 anni

I pm Filippo Focardi e Beatrice Giunti hanno chiesto condanne fino a 11 anni nel processo a carico di 39 anarchici imputati a Firenze per vari episodi tra cui, il più grave, il tentato omicidio dell’artificiere della polizia di Stato Mario Vece, rimasto ferito gravemente a causa dello scoppio di un ordigno posizionato la notte del Capodanno 2017 alla libreria il Bargello, vicina a CasaPound.

Le condanne maggiori sono state chieste proprio per i quattro anarchici accusati di tentato omicidio per l’episodio di Capodanno: 10 anni di reclusione per Salvatore Vespertino, 11 per Giovanni Ghezzi, 10 anni e mezzo per Pierloreto Fallanca e 10 anni per Salvatore Almerigogna.
“La mattina dell’1 gennaio 2017 il mondo giudiziario fiorentino si è svegliato col rumore di una bomba”, ha affermato il pm Filippo Focardi nella sua requisitoria sottolineando che “si tratta della prima bomba piazzata a Firenze nel Dopoguerra, se si esclude l’autobomba dei Georgofili”. Nel suo intervento il pm Focardi ha ripercorso alcuni episodi antecedenti rispetto al Capodanno 2017, anche questi contestati nell’ambito del processo, tra cui il lancio di molotov contro una caserma dei carabinieri a Rovezzano e l’esplosione, sempre in precedenza, di una bomba carta contro la saracinesca della libreria il Bargello, quando questa di trovava in una sede diversa da quella colpita a Capodanno.
“Episodi – ha detto Focardi – che indicano il sorgere di un’associazione estremamente pericolosa”, che era “già cristallizzata fin dall’autunno precedente” al Capodanno 2017. Il gruppo anarchico, ha sostenuto Focardi, aveva fin dall’inizio come scopo associativo quello di fare “resistenza agli organi dello Stato ogni qualvolta se ne fosse presentata l’occasione”. Sempre secondo quanto sostenuto da Focardi nella sua requisitoria, la bomba esplosa il primo gennaio 2017, “fu effetto di un’accelerazione imposta da qualcuno di fuori”, esterno al gruppo degli anarchici fiorentini.
In totale, nella requisitoria i pm Focardi e Giunti hanno chiesto 39 condanne: oltre ai quattro anarchici imputati di tentato omicidio per la bomba esplosa alla libreria Il Bargello, sono state fatte richieste per altri 35 esponenti dell’area anarchica a cui vengono attribuiti, a vario titolo, numerosi episodi avvenuti nel territorio di Firenze. Così, in un’inchiesta che ha visto contestare reati come danneggiamento, violenza, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, lesioni, imbrattamento, fabbricazione e porto di esplosivi, detenzione di artifici pirotecnici, rifiuto di fornire le generalità, i pm hanno chiesto condanne da 15 giorni a 7 anni.
L’avvocato Federico Bagattini ha reso noto che il suo assistito, l’artificiere della polizia di Stato Mario Vece, parte civile, ha chiesto danni per 2 milioni di euro ai quattro anarchici accusati di tentato omicidio per le lesioni permanenti riportate per lo scoppio dell’ordigno. “Un milione di euro – ha precisato Bagattini – sarà destinato al Fondo assistenza per il personale della polizia di Stato”. Tra le altre parti civili, c’è il sindacato di polizia Siulp, sempre rappresentato da Bagattini, che ha chiesto agli stessi quattro anarchici imputati di tentato omicidio 100.000 euro di danni, di cui 50.000 da destinare al Fondo assistenza per il personale della polizia di Stato.

Firenze: bomba libreria CasaPound, nuova perizia su dna

Il tribunale di Firenze ha deciso di disporre una nuova perizia sul Dna estrapolato dai resti dell’ordigno artigianale usato per l’attentato dinamitardo alla libreria Il Bargello di CasaPound – in cui la notte del 1 gennaio 2017 rimase gravemente ferito l’artificiere della polizia di Stato Mario Vece -, che per l’accusa apparterrebbe a Salvatore Vespertino, finito sul banco degli imputati insieme ad altri 38 esponenti di area anarchica.

Secondo la consulenza della difesa, la perizia, eseguita dalla polizia scientifica, non sarebbe affidabile: “Si è trattato – spiega il legale di Vespertino, avvocato Sauro Poli – di un’operazione inaffidabile perché eseguita in assenza di in metodo accreditato”.
Il tribunale ha deciso di disporre una nuova perizia anche sulle ferite riportate dall’artificiere ferito. Il conferimento dell’incarico ai consulenti avverrà nel corso dell’udienza di domani.

Firenze: processo unico per anarchici coinvolti in bomba capodanno

Accusati anche, a vario titolo, del tentato omicidio di Vece, lesioni, resistenza, danneggiamento, oltre che di occupazione di edifici a Firenze.

Si va verso un unico processo per i 40 anarchici attivi a Firenze, indagati e arrestati a vario titolo da procura e digos. Oggi nel corso della prima udienza del processo a Salvatore Vespertino, accusato del tentato omicidio dell’artificiere della polizia di Stato Mario Vece, rimasto gravemente ferito la notte del Capodanno 2017 dall’esplosione di un ordigno artigianale davanti alla libreria Il Bargello di Firenze, la difesa dell’imputato ha chiesto la riunificazione dei procedimenti con l’altro filone.
Sulla richiesta si pronuncerà il 12 luglio prossimo la corte presieduta dal giudice Ettore Nicotra, nel corso della prima udienza del processo che vede imputati 39 anarchici, accusati, a vario titolo, del tentato omicidio di Vece, lesioni, resistenza, danneggiamento, oltre che di occupazione di edifici come Villa Panico, San Salvi e La Riottosa.
Stamani, nel corso della prima udienza del processo a Vespertino, il ministero dell’Interno ha chiesto di costituirsi parte civile. Analoga richiesta è stata fatta dal sindacato di polizia Siulp, attraverso il suo legale Massimiliano Annetta. Le richieste si aggiungono a quelle già avanzate dai legali dell’artificiere ferito, della libreria Il Bargello e di Casapound.

Bomba Firenze: arresti per attentati Capodanno e a caserma dei carabinieri

Ci sono dei fermati questa mattina con l’accusa di tentato omicidio in relazione alla bomba esplosa lo scorso Capodanno a Firenze davanti a un centro culturale di destra, a causa della quale l’artificiere di polizia Mario Vece perse un occhio e una mano.

La conferma dell’operazione in corso a Firenze arriva dall’Antiterrorismo che, assieme agli uomini della Digos fiorentina, ha eseguito i provvedimenti.
L’attentato avvenne a Firenze la mattina dello scorso primo gennaio. Fu provocato da un ordigno infilato tra le maglie della saracinesca della libreria ‘Il Bargello’, riconosciuta come centro culturale di destra.

La deflagrazione colpì in pieno un artificiere della questura di Firenze che si era appena avvicinato (era in giro con una pattuglia che aveva notato l’involucro inserito nella serranda) ed aveva cominciato ad esaminare la bomba. L’ordigno aveva un timer.

Sempre nell’ambito dell’operazione, altre 3 persone sono state fermate per l’attentato del 21 aprile scorso contro una caserma dei carabinieri a Rovezzano, colpita dal lancio di una molotov. Oltre che a Firenze, due dei fermi sono stati eseguiti a Roma e Lecce. Nell’operazione sono coinvolti circa 200 tra poliziotti e carabinieri.

Due degli anarchici hanno cercato di sfuggire alle forze dell’ordine salendo insieme ad altri sul tetto di un edificio occupato da tempo, una casa di campagna alla periferia del capoluogo toscano nota come ‘La riottosa’.

 

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