Rete Dafne: a Firenze convegno per giornata vittime di reato

Le vittime di reati che si sono rivolte a Rete Dafne Italia, rete nazionale dei servizi per l’assistenza alle vittime di reato, nel 49% dei casi avevano un rapporto di matrimonio o convivenza con l’autore del reato. E’ quanto emerge dall’analisi presentata oggi in un convegno a Firenze da Rete Dafne, in occasione della Giornata europea delle vittime di reato. Secondo l’analisi, nel 25% dei casi il rapporto è definito “occasionale”, nel 16% esiste una relazione sentimentale, mentre nel 5% dei casi il reato avviene sul posto di lavoro.

In Italia è ancora insufficiente l’offerta di servizi sul territorio in grado di offrire assistenza e protezione adeguata a tutte le vittime di qualsiasi tipologia di reato. È quanto emerge dall’analisi realizzata da Rete Dafne Italia – Rete nazionale dei servizi per l’assistenza alle vittime di reato, l’associazione nata per promuovere i diritti delle vittime in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, che ha sede anche a Firenze.

Di questo e dell’attività in città della Rete Dafne si è discusso nel convegno dal titolo ‘Due anni di Rete a Firenze’, che si è tenuto oggi, Giornata europea delle vittime di reato, nella Sala blu del Fuligno (via Faenza, 48).

I lavori si sono aperti con i saluti istituzionali dei partner di Rete Dafne Firenze. Nella prima parte, moderata dal presidente della Rete Dafne Italia Marco Bouchard, sono intervenuti l’assessora a Welfare e Pari opportunità Sara Funaro, la presidentessa del Tribunale di Firenze Marilena Rizzo, il procuratore Giuseppe Creazzo, il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Firenze Sergio Paparo, il direttore sanitario dell’azienda Toscana Centro Emanuele Gori, il presidente di Aleteia Simone Stefani e il direttore della Fondazione CR Firenze Gabriele Gori.

Nella seconda parte, moderata da Simone Stefani, si è parlato dei due anni di attività della Rete Dafne a Firenze con la vicepresidentessa di Aleteia Laura Basilio e lo psichiatra della Rete Niccolò Trevisan; degli invii con il maggiore Angelo Murgia del Nucleo investigativo dei Carabinieri del Comando provinciale di Firenze; della vittima nelle indagini con la dottoressa Ornella Galeotti della procura della Repubblica di Firenze; della vittima nel processo con la dottoressa Silvia Cipriani del Tribunale di Firenze.

Si sono anche affrontati i temi ‘Tra sicurezza e cura’ con Pierangela Guasconi della Polizia municipale e ‘Dall’accompagnamento alla riparazione’ con il direttore generale della Rete Dafne Italia Giovanni Mierolo. Nel corso della mattinata si è tenuta anche la lectio magistralis ‘Una giustizia penale in bilico, tra vittima e autore’.

“Firenze è schierata in prima linea per la tutela delle vittime di reato – ha detto l’assessora Funaro – insieme a varie associazioni cittadine e alla Rete Dafne, esperienza molto positiva che in due anni ha conseguito risultati importanti grazie al prezioso lavoro svolto dall’associazione Aleteia e da professionisti di diritto, di sostegno psicologico, di trattamento integrato psicologico e psichiatrico e di mediazione, che a titolo gratuito stanno vicino, insieme ai nostri Servizi sociali, alle persone che subiscono reati e hanno il coraggio di denunciare gli atti subiti. Persone che trovano nella rete Dafne tutta l’assistenza di cui hanno bisogno”.

“Siamo contenti del successo dell’attività della Rete – ha spiegato l’assessora -, che ha assistito numerose vittime di reato, aiutandole a superare quanto accaduto loro e rafforzando le loro capacità reattive. Con i vari soggetti coinvolti siamo a lavoro perché la Rete possa crescere ed essere sempre più vicina a chi ha bisogno. Una comunità coesa e solidale è una comunità come la nostra, che tutela i propri cittadini soprattutto se vittime di un reato”.

“Sono orgogliosa che l’associazione Rete Dafne Italia sia nata anche dall’esperienza della Rete Dafne di Firenze – ha dichiarato la presidentessa del Tribunale di Firenze Marilena Rizzo -, che già dall’aprile 2016 vede partners del progetto il Tribunale di Firenze, la Procura della Repubblica di Firenze, il Comune di Firenze, la USL Toscana Centro e l’associazione Aleteia. Dare attenzione alle vittime e trovare risposte non solo alla loro domanda di giustizia ma ai loro bisogni, non limitando l’esame del problema al solo ambito strettamente giudiziario, è un obiettivo che una società civile deve perseguire con tutte le sue energie e che, nel territorio fiorentino, abbiamo cominciato a fare”.

A Firenze la Rete Dafne è nata aprile 2016 e ha iniziato la sua attività operativa il 23 gennaio 2017, nella sede messa a disposizione dal Comune e resa maggiormente accogliente grazie all’intervento di restyling realizzato con il contributo della Fondazione CR Firenze.

Alla base della nascita della Rete vi è la sottoscrizione del protocollo di intesa da parte del Tribunale di Firenze, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, del Comune di Firenze, della USL Toscana Centro e dell’Associazione Aleteia, grazie al sostegno e al finanziamento della Fondazione CR Firenze.

“Fondazione CR Firenze – ha dichiarato il direttore Gabriele Gori – ha creduto fin dall’inizio a questo progetto e i dati appena resi noti ne confermano la bontà e quanto sia utile al territorio. È  significativo che Firenze, dopo Torino, sia stata la seconda città a recepire questa esperienza. È una città che, da secoli, ha nei suoi cromosomi i temi dell’accoglienza e dell’ascolto che l’hanno resa un punto di riferimento e la nuova struttura aggiunge una perla importante ad una collana già ricchissima. La Rete Dafne segna, ancora una volta, la positiva sinergia tra soggetti pubblici e privati con l’unica finalità di dare un sostegno pratico e tangibile a persone che hanno vissuto momenti di grande sofferenza e disagio. All’associazione Aleteia un particolare ringraziamento per la passione con cui sta operando”.

La  Rete si occupa dell’accoglienza, dell’ascolto, della riparazione del danno e della prevenzione del rischio di vittimizzazione secondaria, offrendo un servizio gratuito che si articola, a seconda delle specifiche esigenze, in una prima informativa sui diritti, nel sostegno psicologico/psichiatrico, nell’orientamento verso i servizi pubblici o privati del territorio, nell’accompagnamento al percorso giudiziario e nella mediazione penale. Il progetto è gestito da una cabina di regia interistituzionale, composta da due rappresentanti per ciascun partner firmatario, che si riunisce periodicamente.

Nei primi due anni di attività, si sono rivolte a Rete Dafne Firenze oltre 100 persone vittime di reati, di cui quasi tre quarti donne e un quarto uomini; il 79% di questi è di nazionalità italiana e tra gli stranieri risultano 37% di cittadinanza romena e il 16% albanese, mentre il restante è suddiviso, senza differenze sostanziali, tra le altre diverse nazionalità.

Per quanto riguarda l’età, quasi la metà dei soggetti che si sono rivolti alla Rete ha tra i 35 e i 54 anni quasi un quarto tra i 35 e i 44 e quasi un quarto tra i 45 e i 54 anni, a seguire troviamo la fascia di età tra i 55 e i 64 anni (20%), a seguire quella over 65 anni (13%); per concludere ci sono i giovani tra i 18 e i 34 anni con un 7% e i minori di 18 anni con un 2%.

Nei casi in cui, in seguito al colloquio di accoglienza, è stata riscontrata la sussistenza di un reato, si è trattato per il 90% dei casi di un reato contro la persona. In particolare rilevano i maltrattamenti (25%), lo stalking (14%), le minacce (12%) e l’abuso su minore (6%).

I servizi maggiormente richiesti (anche congiuntamente 45%) sono il sostegno psicologico (nel 20% dei casi), che prevede un ciclo di 10 incontri, e l’informazione sui diritti (nel 15% dei casi), servizio rivolto anche ad un eventuale accompagnamento alla denuncia considerato che le vittime di reato si possono rivolgere a Rete Dafne anche senza aver preventivamente presentato formale denuncia all’autorità competente.

A livello nazionale se da un lato risultano una buona diffusione dei servizi dedicati alle vittime di genere (62,6%) e una discreta presenza di servizi rivolti ad altre specifiche tipologie di vittime, per discriminazione (25,6%), bullismo (23,1%) e tratta (21%), dall’altro è ancora largamente insufficiente la diffusione di servizi ‘generalisti’ in grado di offrire assistenza e protezione adeguata a tutte le vittime di qualsiasi tipologia di reati, come invece prescrive la normativa europea.

Dalla rilevazione delle tipologie di vittime che, per ora, si rivolgono ai servizi che fanno capo alla Rete Dafne Italia emerge come nel 49% dei casi le vittime abbiano un rapporto di matrimonio o convivenza con l’autore del reato. Nel 25% dei casi, invece, il rapporto è definito ‘occasionale’, nel 16% dei casi registrati, invece, esiste una relazione sentimentale, nel 5% dei casi il reato avviene sul posto di lavoro, mentre nel 5% dei casi non è stato specificato.

Rispetto, invece, agli interventi richiesti dalle vittime che si rivolgono a Rete Dafne, l’aspetto più ricorrente riguarda il sostegno psicologico (36%), seguito dalla necessità di avere informazioni sui diritti delle vittime (35%), di essere accompagnati nel percorso dei servizi disponibili (12%), di essere sottoposti a un trattamento medico-psichiatrico (7%), di potersi avvalere di servizi di mediazione (7%), di avere informazioni generiche (3%).

“Rete Dafne Italia è nata per connettere presidi e istituzioni territoriali pubbliche e private – ha ricordato il presidente di Rete Dafne Italia Marco Bouchard -, per proporre percorsi di sensibilizzazione e formazione a favore degli operatori che entrano in contatto con le vittime, per offrire alle vittime di reato informazione, assistenza e protezioni adeguate”. “Per questo ci auguriamo che il lavoro del ‘Tavolo di coordinamento per la costituzione di una rete integrata di servizi di assistenza alle vittime di reato’ – ha continuato -, istituito presso il Ministero della giustizia, oggi guidato dal ministro Alfonso Bonafede, con la partecipazione di Rete Dafne Italia quale associazione con specifiche professionalità, possa diventare un vero riferimento a livello nazionale. Noi, di sicuro, continueremo a contribuire ai lavori, portando la nostra concreta esperienza, maturata negli anni sul territorio”.

Bugli alla firma del protocollo sugli Uffici di prossimità

Stamani Vittorio Bugli ha preso parte a Palazzo di Giustizia alla firma del protocollo sul progetto Uffici di prossimità. “La giustizia più vicina al cittadino”

“Grazie a tutti i presenti qui stamani. La fotografia di questa giornata, la presenza a uno stesso tavolo del ministro della giustizia, dei presidenti della Corte d’appello e del Tribunale di Firenze, della Regione e dei sindaci di Firenze ed Empoli, del presidente dell’Ordine degli avvocati, riassume meglio di tante parole il significato del protocollo d’intesa che tra poco firmeremo. Non è usuale, infatti, che queste istituzioni presentino insieme un progetto che si pone l’obiettivo di avvicinare i servizi della giustizia al cittadino”. E’ quanto ha detto stamani Vittorio Bugli, assessore alla presidenza, prendendo parte, a Palazzo di giustizia, alla firma del protocollo sul progetto “Uffici di prossimità”. Con lui, hanno firmato Margherita Cassano, presidente della Corte d’appello di Firenze, Marilena Rizzo, presidente del Tribunale di Firenze, Sergio Paparo, presdiente dell’Ordine degli avvocati di Firenze, Dario Nardella, sindaco di Firenze, e Brenda Barnini, sindaco di Empoli (entrambi i sindaci rappresentavano anche la città metroplitana). La firma è avvenuta alla presenza del ministro della giustizia Alfonso Bonafede.

“Grazie al protocollo d’intesa che firmiamo oggi – ha proseguito Bugli – cominciamo a sperimentare due Uffici di prossimità, uno al Quartiere 3 di Firenze e l’altro ad Empoli. Una sperimentazione che permetterà, una volta a regime, ai cittadini di questi territori di utilizzare i servizi della giustizia, nello specifico quella della Volontaria giurisdizione, senza doversi recare in Tribunale. Gli Uffici di prossimità, grazie anche alla collaborazione degli avvocati, permetteranno ai cittadini di avere un unico punto di contatto, un riferimento vicino al luogo di residenza, in grado di fornire nel tempo un servizio completo di orientamento e di consulenza”.

Nei mesi scorsi la Regione, in accordo con il Ministero, ha pubblicato un avviso pubblico per raccogliere le disponibilità dei Comuni ad ospitare gli uffici di prossimità. Coinvolti da subito i Comuni di Firenze e Empoli, che hanno manifestato immediatamente interesse per questa grande opportunità, ed oggi inaugurano i loro uffici di prossimità. Presto ne apriranno altri in Toscana, ben 15 comuni hanno aderito a questo progetto: oltre a Firenze ed Empoli, sono Abbadia San Salvatore, Capannori, Montepulciano, Montevarchi, Piombino, Poggibonsi, Po9ntedere, Pontremoli, San Giovanni Valdarno, San Miniato, Unione Comuni montani del Casentino, Unione Comuni montani della valtiberina, Volterra.

“Un progetto – sottolinea Bugli – che diventa realtà e che consentirà di interpretare nel miglior modo i bisogni dei cittadini, soprattutto delle fasce più deboli. Poi potremo pensare anche a un ampliamento del progetto per la parte sociosanitaria”.

Il progetto, promosso dal Ministero della giustizia, a valere sul PON Governance 2014/2020, prevede tre azioni pilota, operanti in stretto raccordo, portate avanti dalle Regioni Toscana, Piemonte e Liguria, che riprenderanno, e capitalizzeranno, le esperienze già maturate nei rispettivi territori per arrivare a definire un Modello di Ufficio di Prossimità che possa essere “esportato” su tutto il territorio nazionale, garantendo uguali servizi in tutto il Paese. “Come Regione – ha concluso l’assessore Bugli – noi ci poniamo due obiettivi: costruire una corretta informazione e comunicazioni ai cittadini su questo servizio, e la modellizzazione organizzativa, formativa, gestionale e tecnico-informatica, per definire un modello di Ufficio di prossimità che assicuri omogeneità e valorizzi i più recenti sviluppi informatici dei sistemi guidiziari civili. Fin dal primo momento abbiamo messo tutto l’entusiasmo per portare a vanti questo progetto, continueremo a farlo”.

“Per me è emozionante essere qui – ha detto il ministro Alfonso Bonafede – Sono particolarmente orgoglioso di presetnare questo progetto che nasce a Firenze, che è sempre stata un grande laboratorio di idee e di sfide da affrontare, sempre un passo avanti per quelli che potevano essere i nuovi sviluppi della giustizia rispetto all’attività ordinaria dei tribunali. Questo è un esperimento vero e proprio, che noi vogliamo riprodurrfe in tutta Italia. Il mio obiettivo è di avere 1.000 Uffici di prossimità entro il 2019. Dobbiamo rinnovare l’immagine della giustizia in Italia – ha detto ancora il ministro – I cittadini la considerano una realtà lontana anni luce da loro. Questo è un modo per avvicinare la giustizia ai cittadini. E’ il punto di partenza di un progetto che non solo migliorerà la vita dei cittadini, ma contribuirà anche a dare loro un’immagine nuova della giustizia”.

Subito dopo la firma al Palazzo di Giustizia, Vittorio Bugli è andato a inaugurare i due Uffici di prossimità al Quartiere 3 a Firenze (via Tagliamento 4) e a Empoli (via Raffaello Sanzio 123).

Csm: prima uscita Ermini a Firenze, sarò su territorio

Prima uscita stamani del vicepresidente del Csm David Ermini in una sede distrettuale da quando è stato eletto al vertice di Palazzo Marescialli

Ermini ha cominciato dal Palazzo di Giustizia di Firenze un ‘giro’ che lo porterà nelle città sede di Corte d’appello. “E’ la prima visita che faccio in un ufficio giudiziario in questo ruolo”, ha detto Ermini.

“Sono partito da Firenze – ha spiegato Ermini – nel foro che mi ha visto svolgere la professione di avvocato per tantissimo tempo. Ma in realtà, in accordo con tutto il Consiglio superiore, avvieremo dopo questa, delle visite a tutti i distretti delle varie Corti di appello per verificare i problemi delle sedi, quelli di nostra competenza, come l’applicazione dei magistrati, oppure relativi al personale. Riguardo a questo abbiamo già avuto segnalazioni per carenze”.

“Vorrò stare sul territorio – ha aggiunto Ermini dopo aver incontrato per un saluto collettivo rappresentanti della magistratura toscana e del personale amministrativo -, mi muoverò molto in questo periodo, perchè mi piacerà rendermi conto direttamente delle questioni parlando con gli operatori”.

“Dopo Firenze visiterò tutti i distretti per conoscere direttamente le problematiche”, ha detto ancora Ermini, che prima di partecipare all’incontro pubblico coordinato dal presidente della Corte d’appello di Firenze Margherita Cassano, si è incontrato con la stessa Cassano, con il presidente del tribunale Marilena Rizzo, con il procuratore generale Marcello Viola, con il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo e con il presidente del tribunale dei minori di Firenze Luciano Trovato recependo le prime istanze e segnalazioni di questo ‘viaggio’ nei distretti.

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