Pd: assenza Boschi crea confusioni, dimissioni di Giani, tesoriera Pd fiorentino

Confusione nel Pd, arrivano le dimissioni di Lorenza Giani, tesoriera del Pd fiorentino, alla vigilia della kermesse alle Cascine; era stata proprio lei ad affermare: “Maria Elena? Non è stata eletta qui”.

Ieri sono arrivate le dimissioni di Lorenza Giani, tesoriera Pd fiorentino, proprio prima dell’apertura della Festa Dell’Unità alle cascine, era responsabile del programma politico.

Una Maria Elena Boschi che c’è e non c’è, ma la cui non presenza scatena comunque bufere. Era stata proprio Lorenza Giani, responsabile del programma della festa, che poco dopo ferragosto aveva annunciato: “Abbiamo chiamato tutti i deputati e i senatori eletti nei collegi fiorentini, e lei come sapete è stata eletta in Trentino Alto Adige”.

Un annuncio che è rimbalzato su tutti i media e, benchè nessun esponente del Pd abbia commentato pubblicamente la notizia, ha scatenato subito molte arrabbiature.

Proprio per questo, martedì scorso, il segretario metropolitano fiorentino Marco Recati, in occasione della presentazione ufficiale della festa, affermò :”Per Maria Elena Boschi c’è stato un problema di agenda, tutti gli eletti del Pd sono benvenuti”.

Giani non era presente alla suddetta conferenza stampa, dopo il lavoro di preparazione della festa è partita per un periodo di vacanza, e non ha preso bene la dichiarazione del suo segretario.

E’ possibile che abbia preso l’annuncio come una sconfessione, fanno notare dei compagni di partito; fatto sta che ieri mattina, alla vigilia della kermesse, ha fatto sapere di aver formalizzato le sue dimissioni.

Festa dell’Unità, ospiti da tutta la sinistra. Boschi non invitata

La festa dell’Unità di Firenze quest’anno ospiterà tanti alleati che hanno salutato il Pd, ci saranno Rossi e altri di Leu nessun invito per la Boschi. Bisogna “costruire ponti con tutta quella sinistra che non è entrata in coalizione alle ultime politiche” afferma Massimiliano Piccioli.

La festa dell’Unità si terrà a Firenze dal 30 agosto al 16 settembre, quattro giorni in meno dell’usuale. C’è stato il rischio che saltasse quest’anno, dopo la batosta elettorale si sono sommati problemi riguardanti l’organizzazione, dal luogo: ondeggiante fra la Fortezza, Novoli e l’area Saschall per poi finire alle Cascine; ai problemi con il comune per il mancato pagamento del canone per il suolo pubblico e per la ruota panoramica troppo alta.

La festa però si farà e aprirà le sue porte ‘all’altra sinistra’, dopo un rifiuto a Maria Elena Boschi perchè non è fra gli eletti del territorio e non ha la tessera Pd presa a suo tempo al circolo Vie Nuove (oggi è tesserata a Bolzano), annoverando tra gli ospiti alleati che hanno salutato il Pd, in primis Enrico Rossi (LeU), seguito da l’ex sceriffo Graziano Cioni, l’ex parlamentare Filippo Fossati.

“In questo momento in cui i leghisti e i populisti sembrano intenzionati a far fuori la roccaforte Fiorentina”, commenta Massimiliano Piccioli, segretario cittadino del Pd, “il nostro senso di responsabilità ci deve portare a lavorare per costruire ponti con tutta quella sinistra che non è entrata in coalizione alle ultime politiche. Per questo alla festa è stato invitato anche il nostro governatore Rossi e nelle prossime ore Pietro Modi e Lorenza Giani inviteranno Graziano Cioni, Fossati e altri rappresentanti di forze di sinistra e di centro con una grande apertura a tutto il mondo dell’associazionismo”.

Se Salvini alla Versiliana è stato chiaro: la prossima città a cadere “Sarà firenze”, dal Pd si cerca di organizzare una risposta e per questo la partecipazione alla festa è quasi un appello: “Avremo bisogno di tutto l’impegno dei nostri 3500 iscritti”, continua Piccioli “e di tutti quei fiorentini che in questi anni, anche alle ultime politiche, hanno sempre dimostrato di esserci vicini”.

Per Piccioli questa sarà una vera e propria “Resistenza 4.0”, l’ultima parola resta però all’affluenza che ci mostrerà se “i fiorentini sono pronti a difendere i valori di sinistra che da sempre contraddistinguono questa città” conclude il segretario.

Essere donna, l’offensiva difesa delle politiche 2.0

Quando le donne che ricoprono ruoli apicali (importanti di per sé ma ancora di più perché cosa rara) e istituzionali, adducono come motivazione a critiche, accuse, polemiche… ‘mi attaccano perché sono donna‘ mi fanno cadere le braccia.

I fatti:

Virginia Raggi e Maria Elena Boschi, il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. Minimo comune denominatore un salotto televisivo: Porta a Porta per la sindaca di Roma dove si difende esattamente come fece Maria Elena Boschi durante la trasmissione di Otto e Mezzo. In questo caso, c’è in ballo la vicenda dello Stadio della Roma con i nove arresti (tra cui il plenipotenziario del Movimento 5 Stelle in Campidoglio Luca Lanzalone), nel caso Boschi  c’era il ciclone Banca Etruria.

“Un’azione di risarcimento danni le arriverà a breve, risponderà delle bugie”, diceva Boschi nei confronti di Marco Travaglio accusandolo: “Se fossi stata uomo non mi avrebbe riservato quel trattamento, lei ha fatto i soldi andando in teatro con una donna poco vestita che ricordava in qualche modo me”.

Sullo scontro intervenne allora Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle: “Io ritengo che trincerarsi dietro l’essere donna quando si riceve un attacco politico in merito a dei fallimenti politici sia piuttosto stomachevole e questo rafforza le discriminazioni in questo paese perché un domani io dovrei evitare degli attacchi politici nei confronti di un ministro donna per paura di essere accusato di sessismo, non accuserei politicamente una donna e non la tratterei come un uomo”. Di Battista parlò di “difesa ridicola” sul caso “Banca Etruria”.

E nei confronti della Raggi quale sarebbe il pentastellato pensiero? «Si accaniscono contro di me perché sono una donna – dice  Raggi  -. Non voglio essere lo sfogatoio d’Italia». Facendo risuonare esattamente la stessa impostazione difensiva dell’esponente Dem.

Eppure ci mettiamo fatica, impegno, condivisione per fare sì che le donne siano, si sentano e vengano percepite sullo stesso piano dell’altro sesso. Cerchiamo di farlo in tutti i campi: sociale, scolastico, lavorativo, relazionale… e poi invece di rispondere con fatti, elementi concreti, con i famosi CONTENUTI, sventoliamo l’identità di genere come paravento.

Non ci sto. Mi dissocio, come persona innanzitutto e poi con tutte le identità sociali che ho. Trovo questo atteggiamento e questa miope strategia politica bieca e lesiva per tutte le altre donne. Che sia Boschi o Raggi non mi interessa. Sono abituata a rispondere con altri elementi. L’essere donna non l’ho mai usato come una giustificazione figuriamoci come una difesa. E credo, spero, di non essere la sola.

 

Chiara Brilli

Ordine avvocati Firenze: neo ministro Bonafede sospeso, Boschi rientra

La sospensione scatta per gli incarichi governativi ricoperti ai sensi della legge sull’ordinamento forense 247/2012, che stabilisce una serie di incompatibilità tra l’esercizio della professione di avvocato e lo svolgimento di alcune delle massime cariche dello Stato.

L’Ordine degli avvocati di Firenze, nell’adunanza del 6 giugno, ha sospeso dall’esercizio dell’attività professionale il neo ministro della giustizia Alfonso Bonafede ed ha, con altra delibera, revocato la sospensione precedentemente decisa di Maria Elena Boschi poichè ha cessato la carica di sottosegretario di Stato. Bonafede e Boschi sono avvocati iscritti all’Ordine di Firenze.
“Si tratta di atti dovuti che abbiamo deliberato nel Consiglio tenuto ieri alla luce delle notorie vicende politiche che riguardano questi nostri iscritti”, ha spiegato il presidente dell’Ordine degli avvocati di Firenze, l’avvocato Sergio Paparo. Riguardo a Bonafede la delibera dell’Ordine precisa che la sospensione opera dall’1 giugno 2018, giorno in cui il neo ministro ha prestato giuramento.
Per il ministro della Giustizia, avvocato Alfonso Bonafede, così come avvenuto in passato per casi analoghi, la sospensione scatta d’ufficio ai sensi dell’art.20 della legge sull’ordinamento forense.
La norma specifica che “sono sospesi dall’esercizio professionale durante il periodo della carica l’avvocato eletto presidente della Repubblica, presidente del Senato, presidente della Camera dei Deputati;  l’avvocato nominato presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro, Viceministro o Sottosegretario; l’avvocato eletto presidente di Giunta regionale o presidente delle Province autonome di Trento e Bolzano; l’avvocato membro della Corte Costituzionale o del Csm; l’avvocato eletto presidente di Provincia con più di 1 milione di abitanti o sindaco di comune con più di 500.000 abitanti”.
Analogo provvedimento compete all’Ordine degli avvocati di Roma per il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, che risulta iscritto all’albo dei legali della Capitale.

Elezioni: ministri; Padoan passa, Fedeli bocciata

Nel giorno della debacle del Pd parte del dazio lo pagano anche i ministri del governo Gentiloni che, per quasi la metà, non riescono a vincere la sfida nel loro collegio. In Toscana passa Padoan ma la Fedeli resta fuori.

A portare a casa il seggio nell’uninominale, oltre al premier Gentiloni, che sfiora il 42%, anche alcuni dei più vicini al segretario Matteo Renzi, che conquista il seggio uninominale, da Maria Elena Boschi a Luca Lotti, mentre non ce la fanno né la titolare della Difesa, Roberta Pinotti né il ministro dell’Interno Marco Minniti, che perde a Pesaro contro Andrea Cecconi, al centro dello scandalo ‘rimborsopoli’ del Movimento 5 Stelle.

Tra i ‘bocciati’ nella sfida del maggioritario anche Dario Franceschini, che perde nella sua Ferrara, e il ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti, ‘catapultato’ a Sassuolo e arrivato solo terzo, così come Valeria Fedeli. Conquistano il seggio alla Camera nella sfida uninominale Beatrice Lorenzin a Modena e Graziano Delrio a Reggio Emilia. Boschi, anche lei ‘catapultata’ tra le polemiche anche interne a Bolzano, vince con il 41% dei voti, superando di gran lunga la sua principale sfidante, Michaela Biancofiore, che si ferma a poco più del 25%. Supera il 40% anche Luca Lotti, candidato ad Empoli, mentre Marianna Madia, capolista nel collegio di Roma2 ha circa il 37,48% quando sono state scrutinate 180 sezioni su 201. La spunta nel collegio di Siena anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che vince la sfida, raggiungendo il 36,17%, con l’economista della Lega, Claudio Borghi.

Pd: Boschi, “Non scappo da Arezzo, io anti-autonomista è un fake”

Si presenta come autonomista convinta, Maria Elena Boschi a Bolzano, dove si candida nel collegio uninominale di Bolzano-Bassa atesina alla Camera. Mette subito in chiaro di non aver mai detto di voler abolire le regioni a statuto speciale e di averlo “già smentito dopo 4 ore nel 2014″.  Così come è falso affermare, sottolinea, che sia ”scappata” dal suo collegio aretino. La sottosegretaria rivendica di essere in prima linea per il Pd e in effetti fa record di candidature.

Per lei non c’è solo il collegio di Bolzano, ma anche la guida di ben cinque (sono due per Renzi e Gentiloni) listini proporzionali: Cremona-Mantova, Lazio 3, Sicilia 1-02, Sicilia 2-03 e Sicilia 2-01. Il lavoro per le autonomie, dice Boschi a Bolzano, in questi ultimi anni, prima a fianco di Renzi e di Gentiloni poi, avrebbe dato enfasi allo sviluppo delle autonomie, “valorizzandole, e respingendo tutte quelle proposte di modifica della Costituzione che andavano nell’altra direzione”.

La sottosegretaria sottolinea questo punto assieme al suo collega agli affari regionali Gianclaudio Bressa, che lì corre per il Senato. La candidata del Pd è convinta che il suo partito alle politiche riuscirà a superare la soglia del 25% e che verrà sconfitto “il vento populista che sta soffiando nel paese”. La sua candidatura in un collegio non di casa, dove per giunta si parla il tedesco, per la Boschi è stata “una scelta di partito”, perché sarebbe stata pronta a candidarsi ad Arezzo, senza timori, dando la sua piena disponibilità. “E’ giusto – aggiunge – candidare Donati che era stato più presente sul territorio”.

Boschi, in una affollatissima conferenza stampa nella stretta sede del Pd a Bolzano racconta di avere comunque un legame con questo territorio “così importante sullo scacchiere europeo” che ha “imparato a conoscere e ad amare anche in vacanza”. Boschi promette che tornerà regolarmente a Bolzano per la campagna elettorale, “perché nessun collegio è blindato”. Nel collegio uninominale viene sfidata dalla coordinatrice regionale di Forza Italia Michaela Biancofiore.

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