Schmidt: ” la mia candidatura? Ipotesi realistica”

L’ex direttore degli Uffizi, ora a Capodimonte, Eike Schmidt,  ha parlato con il Corriere del Mezzogiorno, ‘se fossi eletto mi dimetterei’

”La mia candidatura a sindaco di Firenze è un’ipotesi realistica. Per il periodo della campagna elettorale sarei in aspettativa. Poi, se fossi eletto sindaco ovviamente mi dimetterei, ma solo il Pd napoletano ha già la certezza della mia elezione!”. Lo dice Eike Schmidt in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno. ‘

‘Se non mi fossi insediato – aggiunge Schmidt -, in questi mesi sarebbe stato un grande problema per il museo. C’erano decisioni importanti da prendere, non si poteva bloccare tutto”.

Ora che sta preparando la lista civica e la discesa in campo alle amministrative di Firenze come si reggerà il museo? ”Sono solo 45 giorni! Castel Sant’Elmo e il Mann, che sono rimasti senza direttori, non hanno certo chiuso, continuano a funzionare” ha detto ancora  Schmidt.

Che ha aggiunto “anche noi abbiamo avviato il lavoro con incontri settimanali con i funzionari. Tutto andrà avanti. Per quanto riguarda Firenze, la lista civica è in costruzione, c’è molto interesse per il progetto. Se la cosa andrà in porto la presentazione non ci sarà prima di questo weekend, forse anche nei giorni successivi”. 

Per le comunali a Firenze “è uscito il nome di Schmidt sul quale noi abbiamo sempre detto che è una candidatura autorevole, eccezionale per la città di Firenze, un uomo di grandissima cultura, un gestore di beni culturali, un uomo di grandissimo spessore. E in questa città un uomo trasversale può fare la differenza. Io sono convinto che andremo al ballottaggio” aveva detto qualche giorno fa  Marco Stella, consigliere regionale e coordinatore regionale di Forza Italia.

“Canova e l’Antico”: una mostra bellissima, a Napoli

Ha aperto da poco al Museo Archeologico di Napoli una mostra veramente memorabile su Canova e la scultura antica.

“Canova e l’Antico” racconta uno dei più grandi scultori italiani, Antonio Canova, nato a Possagno in provincia di Treviso nel 1757, e del fascino che su di lui esercitò la scultura antica.

Questa storia è ambientata proprio dove cominciò, cioè a Napoli. Canova infatti arrivò in città giovanissimo, a 23 anni, il 27 gennaio 1780. E se ne innamorò subito. Come testimonia una sua frase famosa e bellissima: a Napoli, scriveva, “per tutto sono situazioni di Paradiso”.

Certo anche perchè Canova arrivò a Napoli nel periodo in cui si era cominciato a scavare, e pezzi bellissimi di statuaria antica affioravano uno dopo l’altro dalle rovine di Ercolano e Pompei. Fu allora che nacque lo stile neoclassico. E l’arte di Canova. Che non voleva “copiare” l’antico, ma ispirarvisi per trovare “stimoli a creare nel segno della modernità”, come sostiene Giuseppe Pavanello, curatore della mostra.

Questa mostra su Canova,”ultimo degli antichi e il primo dei moderni”, è davvero speciale. Per tre ragioni: la prima è che riunisce molti lavori che vivono lontano e non è mai possibile vedere insieme: vengono da Kiev, da Genova, da Asolo, da San Pietroburgo. Ben sei sculture arrivano dal Museo dell’Hermitage, tra le quali le strepitosissime Grazie, del 1812-1816 e il celeberrimo Amore e Psiche, del 1803.

La seconda ragione è che la mostra accosta tutte queste opere a una gran quantità di disegni, dipinti e gessi conservati a Possagno e a Treviso, e che sono state fatte arrivare a Napoli per l’occasione.

La terza è che il tutto è messo a confronto con sculture antiche che Canova vide e studiò. Roba da brividi, insomma.

Roba da brividi anche perchè il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (o come va di moda adesso, il MANN) è il più grande e il più bel museo di archeologia classica al mondo.

Vedere le sculture di Canova in quelle sale, accanto ai marmi antichi, agli affreschi di Pompei, alle opere della collezione Farnese, è emozionante. Una goduria abissale, cosmica, ineffabile.

Canova è un artista che sembra lontano dai discorsi dell’arte contemporanea. La sua ricerca di “grazia” e “bellezza” può sembrare anacronistica, oggi. Ma questa mostra va vista. E’ memorabile, sarà irripetibile, e fa capire che davvero tutta l’arte è contemporanea.

 

 

Margherita Abbozzo. Tutte le fotografie sono mie.

p.s. Due ciliegine: in mostra sono presenti anche tre belle fotografie di Mimmo Jodice e due di Massimo Listri; e in altre sale del museo si trovano opere di Cai Guo Qiang, più belle di quelle realizzate a Firenze.

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