Texprint: 3 operai rientrano a lavoro, 5 i feriti dopo scontri davanti ad un altro pronto-moda

Texprint: doveva essere il giorno del ripristino del diritto al lavoro, il giorno del rientro dei primi 3 operai dopo la vittoria in Tribunale, della soddisfazione per una mobilitazione che ha pagato e invece si è trasformata nell’ennesima giornata di amarezza e denuncia per i fatti accaduti ieri. (Intervista a Luca Tedesco Sì Cobas a cura di Chiara Brilli)

Scontri tra manifestanti pakistani e persone di nazionalità cinese si sono registrati ieri pomeriggio nell’area industriale del Macrolotto 2 di Prato, dove, come avvenuto in varie occasioni negli ultimi mesi, gli iscritti al sindacato Sì Cobas avevano inscenato una protesta davanti ad un pronto-moda cinese, la Dreamland: una ditta cliente della Texprint, azienda al centro da tempo delle proteste del sindacato con l’accusa di sfruttamento lavorativo di operai, soprattutto di origine pakistana.

Attorno alle 18 una decina di cittadini cinesi a bordo di due auto, secondo quanto appreso, sarebbero arrivati sul luogo della protesta e avrebbero cominciato a colpire i manifestanti pakistani. Tra questi cinque sarebbero rimasti feriti. Dalle immagini che alcuni manifestanti sono riusciti a registrare con il telefonino, emergerebbe che alcuni dei cinesi sarebbero stati armati di mazze di legno.

Intanto questa mattina dalle 10:00 dentro le mura della Texprint, dopo 9 mesi di sciopero e presidio permanente davanti ai cancelli è rientrato a lavoro il primo operaio ad aver vinto il ricorso in tribunale contro il licenziamento, che sarà assunto a tempo indeterminato dalla stamperia del Macrolotto. Insieme a lui i due che non erano stati licenziati tra i 18 operai in sciopero, che rientreranno a lavoro regolarmente, lavorando 8 ore per 5 giorni invece delle 12 ore per 7 giorni a cui sarebbero sempre stati costretti.

Tensioni corteo Prato: Si Cobas, “Biffoni parla da sindaco Lega”

Intervista di Domenico Guarino a Luca Tedesco, Sì Cobas

“Centinaia di operai scendono in piazza per denunciare lo sfruttamento e il sindaco di Prato Matteo Biffoni si agita per i problemi allo shopping? Le parole del sindaco trasudano disprezzo per i cittadini stranieri che portano avanti l’economia di questa città, con il loro lavoro” e “le parole di Biffoni non si distinguono da quelle di un sindaco leghista”. Lo afferma Si Cobas di Firenze dopo la manifestazione di sabato a Prato.

“Biffoni attacca il questore perché incapace di impedire ad una marcia pacifica di sfilare per la città – aggiunge il sindacato di base in una nota -. E’ evidente che il questore deve andarsene da Prato, ma per il motivo opposto: non avrebbe mai dovuto vietare alla marcia di sfilare, né tanto meno far manganellare manifestati a mani alzate. Farebbe bene a rileggere la Costituzione il sindaco: troverà il diritto di manifestare, e non il diritto allo shopping”. “Sindaco e Cgil sono ossessionati dal Si Cobas. Tanto da non vedere che in piazza c’erano anche alcune bandiere del Pd, ed altre di Arci ed Anpi” insieme agli “striscioni dei lavoratori iscritti Cgil-Fiom della Piaggio di Pontedera e della Gkn di Campi Bisenzio. Siamo all’assurdo”. Per Si Cobas, “tutti i motivi addotti per il divieto alla manifestazione erano pretestuosi. Eppure ancora oggi c’è chi sa solo invocare la repressione, invece di ascoltare il grido dei lavoratori scesi in piazza. Si parla già di denunce. I tentativi di criminalizzazione da parte del sindaco e del questore sono grotteschi: dobbiamo aspettarci anche 2000 multe per blocco stradale?”.
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