Controradio Infonews: le principali notizie dalla Toscana, 11 novembre 2021

Controradio Infonews: ultim’ora, aggiornamenti, cronaca ed eventi in Toscana nella sintesi mattutina di Controradio. Per iniziare la giornata ‘preparati’

CONTRORADIO INFONEWS – Un bambino di 3 anni è morto all’ospedale Le Scotte di Siena dove era stato portato  per febbre alta e difficoltà respiratorie. Lo rende noto la stessa Azienda ospedaliero universitaria senese. Gli accertamenti eseguiti hanno escluso una infezione da Covid-19. Tra le ipotesi sulle cause della morte non sarebbe escluso anche il virus sinciziale.

CONTRORADIO INFONEWS – È stata nuovamente arrestata, e su ordinanza del gip, trasferita in carcere a Firenze la donna di 32 anni che si trovava da alcuni giorni ai domiciliari con l’accusa di aver cercato di investire l’ex marito a Piombino (Livorno). La donna, secondo quanto riferito dai carabinieri, sarebbe evasa dagli arresti a casa e avrebbe tentato di rapinare l’ex marito minacciandolo con un coltello.CONTRORADIO INFONEWS – Accertata la seminfermità mentale per Luca Morini, ex parroco della provincia di Massa Carrara, ribattezzato don Euro dopo l’inchiesta scoppiata a seguito delle denunce di un escort, suo presunto amante, che avrebbe svelato spese in festini hard e uso di stupefacente. Questa la conclusione della perizia disposta dal tribunale di Massa. Il prossimo 15 dicembre sono previste le arringhe della difesa.
controradio infonews – Prevista per domenica 14 novembre a Firenze una manifestazione organizzata da Alessandra Schiliro’, la vicequestore della polizia di Stato contraria al
Green pass, recentemente sospesa. L’evento, annunciato nei giorni scorsi  su facebook e su telegram e rivolto prevalentemente alle donne, è stato regolarmente preavvisato
alla questura. L’inizio è previsto alle 15 in piazzale Michelangelo. Secondo una prima stima, sarebbero attese fino 2.000 persone.Il movimento IoApro vuole presentare liste proprie alle elezioni amministrative del 2022, e successivamente alle elezioni politiche del 2023: è quanto emerso al primo congresso nazionale del movimento, tenutosi a Firenze. All’evento, a numero chiuso e a porte chiuse, hanno partecipato circa 80 persone.

Processo ‘Don Euro’: difesa chiede perizia psichiatrica

Chiesta una perizia per incapacità di intendere e di volere su don Euro, al secolo don Luca Morini, l’ex parroco della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, da oggi alla sbarra in un processo al tribunale di Massa. I giudici si sono riservati di decidere la prossima udienza del 17 luglio.

Su Morini, detto appunto ‘Don Euro’, oggi ridotto allo stato laicale, gravano accuse per le ipotesi di reato di estorsione, autoriciclaggio, detenzione e cessione di stupefacente e sostituzione di persona. Invece, non essendo state formulate querele di parte, non si procederà per truffa ai danni dei fedeli, accusa che riguardava l’impiego dei denari offerti dalle persone alla chiesa.

Quattro giovani escort, con cui Morini, fingendosi facoltoso magistrato, aveva intrattenuto rapporti, si sono costituite parte civile. Don Euro finì in uno scandalo (anche mediatico grazie ad un servizio televisivo della trasmissione Le Iene) che riguardò la frequentazione di giovani escort, utilizzo di stupefacente in lussuosi hotel, cene, viaggi, trattamenti estetici in costose spa, ampia disponibilità di contanti, fino a 8.000 euro, per le spese quotidiane, e un tenore di vita molto lontano da quello misurato e consono a un parroco.

Nella stessa vicenda, al parroco fu sequestrato un conto corrente di 700.000 euro e diamanti per 120.000 euro. E’ imputato anche di estorsione poiché, secondo l’accusa, avrebbe costretto vari soggetti a dargli denaro tra cui il vescovo Giovanni Santucci per evitare di far emergere un fantomatico dossier sugli scandali della diocesi (peraltro mai ritrovato dai carabinieri). E’ accusato anche di autoriciclaggio per aver comprato un immobile con 300mila euro e averlo poco dopo rivenduto a 250mila: secondo l’accusa fu una manovra per “ripulire un po’ di denaro di dubbia provenienza”.

Sono state sentite le prime testimonianze nella prima udienza del processo. Uno degli investigatori dei carabinieri, maresciallo Alessandro Schiffini, ha ricordato che don Euro “chiedeva somme di denaro alle famiglie per aiutare bambini gravemente malati che avevano bisogno di cure costose cure” e “sistematicamente a Pasqua e Natale mandava alcuni suoi fidati a ritirare donazioni in denaro di aziende e industriali, specie del marmo, che consegnavano assegni o contante che poi lui utilizzava per sé”.

Inoltre, risulterebbe, sempre secondo il teste, una cospicua somma di denaro donata dal Comune di Carrara per il rifacimento del campo da calcio di una parrocchia, mai fatto. “In 10 anni abbiamo documentato un flusso di denaro dal suo conto pari a circa 5 milioni di euro”, è stato detto.

Il maresciallo ha ricostruito anche i rapporti che Morini aveva con il vescovo Giovanni Santucci: “Dalle intercettazioni telefoniche – ha detto in aula – risulta che il prete, dopo essere stato messo in quiescenza dal vescovo per gli scandali tirati fuori dalla trasmissione Le Iene, avesse chiesto ‘un alloggio lontano dalla Curia, aiuti economici per pagare le bollette e un incarico di prestigio’ quando la storia si fosse sgonfiata. Le indagini portarono poi a scoprire che la diocesi di Massa Carrara comprò nell’ottobre 2015 un appartamento a Marina di Massa dove Morini andò a vivere, in particolare durante i mesi dello scandalo sollevato dalle Iene, e dove tutt’ora vive”.

Lo stesso investigatore dell’Arma ha riferito che pure “la colf di don Morini veniva pagata in nero direttamente dal vescovo monsignor Giovanni Santucci con 800 euro al mese” e che “la diocesi di Massa Carrara comprò un appartamento a Marina di Massa dove Morini andò a vivere; le utenze furono intestate alla Curia e la domestica veniva pagata dal vescovo. Ci sono intercettazioni telefoniche in cui i due si accordano proprio sulla cifra da corrispondere alla colf, ovvero gli 800 euro al mese, da dividere in 200 euro ogni settimana. Dalle indagini risulta che ogni settimana i 200 euro venivano inseriti in una busta che veniva consegnata dal vescovo al suo segretario personale, che poi la portava direttamente a casa di don Morini per pagare la colf. Durante una perquisizione è stata ritrovata una delle buste con dentro il denaro ancora da consegnare alla colf”.

Inchiesta ‘Don Euro’, pm: “Da vescovo asupicabile un saggio silenzio”

La procura di Massa (Massa Carrara) è “colpevole non di altro che di essersi attenuta alle regole di legge e di essersi adoperata per informare sul reale, limitato ruolo di mons. Santucci; quella procura nei cui confronti sarebbe stato perciò auspicabile quantomeno un prudente, saggio silenzio”.

Lo scrive il procuratore di Massa Aldo Giubilaro, in risposta al vescovo di Massa Carrara e Pontremoli Giovanni Santucci, che il 30 novembre ha accusato la procura di aver contribuito “ad allestire nei suoi confronti una vera e propria macchina del fango”, sull’inchiesta ‘Don Euro’.

Tutto si lega all’inchiesta sull’ex parroco Luca Morini, soprannominato don Euro dai fedeli perché avrebbe utilizzato elemosine e donazioni a scopi personali, da incontri con escort a cene di lusso. Gli accertamenti della procura di Massa avevano portato anche al coinvolgimento del vescovo, rinviato a giudizio per tentata truffa e appropriazione indebita, poi prosciolto dal tribunale per mancanza di querela il 28 novembre.

A seguito di ciò monsignor Santucci ha diffuso una nota spiegando tra l’altro di provare “un sentimento di delusione nei confronti della procura” dal momento che da 3 anni “la mia persona e il mio ruolo ecclesiale sono stati senza alcun ragionevole motivo infangati e dati in pasto” ad alcuni giornali, tv e social che “non cessano di descrivermi, più o meno apertamente, come ladro e corruttore”.

Oggi Giubilaro gli esprime “la più convinta solidarietà umana per le offese alla sua persona ed al suo ruolo, in larga misura ingiustificate, che ha subito”, ma evidenzia anche come si sia trattato di una vicenda giudiziaria “da sè sola” di “rilevante interesse per l’opinione pubblica” e che “motivo di primaria importanza al rilievo sempre maggiore assunto va ravvisato prima ancora che nel procedimento penale, nella mancanza di provvedimenti da parte delle gerarchie della Chiesa nei confronti del Morini, non per nulla noto da sempre con il soprannome di don Euro; provvedimenti che avrebbero impedito che la prosecuzione delle condotte improprie del sacerdote, note da anni, assumesse dimensioni di sempre maggiore gravità e che le indagini ne evidenziassero l’immenso squallore”.

Il procuratore, aggiunge, “non ha mai dato in pasto” a giornali o tv il vescovo “come da questi con approssimazione poco encomiabile dichiarato”, evidenziando infine che il tribunale “non ha sentenziato l’assoluzione nel merito” del monsignore “ma soltanto deliberato di non doversi procedere per mancanza di querela”

Vescovo Massa: “su di me macchina del fango”

Così il vescovo di Massa Carrara e Pontremoli Giovanni Santucci, dopo il suo proscioglimento per mancanza di querela nell’ambito del procedimento sull’ex parroco Luca Morini, soprannominato don Euro dai fedeli perché avrebbe utilizzato elemosine e donazioni a scopi personali, da incontri con escort a viaggi, alberghi e cene di lusso.’Contro di me gogna mediatica, dipinto come ladro e corruttore’

“Provo n sentimento di delusione nei confronti della procura di Massa Carrara: da 3 anni la mia persona e il mio ruolo ecclesiale sono stati senza alcun ragionevole motivo infangati e dati in pasto” ad alcuni giornali, tv e social che “non cessano di descrivermi, più o meno apertamente, come ladro e corruttore”.

Così in una nota il vescovo di Massa Carrara e Pontremoli Giovanni Santucci, dopo il suo proscioglimento per mancanza di querela nell’ambito del procedimento sull’ex parroco Luca Morini, soprannominato don Euro dai fedeli perché avrebbe utilizzato elemosine e donazioni a scopi personali, da incontri con escort a viaggi, alberghi e cene di lusso. “Ho dovuto constatare -ha aggiunto- quanto poco, in una struttura di per sé tesa alla difesa della verità e della giustizia, possa essere tenuta in considerazione una persona, contribuendo ad allestire nei suoi confronti una vera e propria macchina del fango”.

Nella nota il vescovo, prosciolto due giorni fa dal tribunale dalle accuse di tentata truffa e appropriazione indebita, afferma poi: ‘Quella manifestata nei miei confronti mi appare come ostinata faziosita’ verso la Chiesa. Raccontando il mio ‘caso’ i media hanno accreditato la ricostruzione di uno dei protagonisti delle tristi vicende di Luca Morini, narrando sempre le stesse cose e seguendo un medesimo teorema accusatorio. Credo non sia semplice
giustificare, sul piano deontologico, un simile comportamento, se non come compiacenza ad alimentare curiosita’ morbose. Da oggi spero che il clamore si attenui. Per quanto mi riguarda continuero’ a fare quello che ho sempre fatto: predicare il Vangelo, aiutare tutti i fratelli nel bisogno, e contribuire al bene della societa”.
Il vescovo spiega anche che ‘i danni provocati da una tale accanita gogna mediatica saranno opportunamente valutati nelle sedi dovute’ e che nell’esternare le sue valutazioni ‘penso oprattutto ai piu’ deboli e fragili, a coloro che non vivono, come me, la condizione di dover testimoniare la propria fede anche a costo di sacrificio’.
Per la diocesi poi la procura, riguardo alle accusa mossa contro il vescovo di appropriazione a delinquere per un prelievo di 1.000 euro dal fondo della Fondazione Pie Legati per Morini,
avrebbe dimostrato ‘una grave ignoranza delle leggi canoniche e civili che attribuiscono all’ordinario la facolta’ di disporreliberamente di tali somme’. Quanto alla tentata truffa sarebbe stata ‘improcedibile sin dall’inizio’: ‘Immaginava che il vescovo si fosse intromesso, con la compagnia assicuratrice delle previdenze del Clero, per garantire un qualche trattamento non dovuto allo stesso don Morini, circostanza mai avvenuta’.

Massa: don ‘Euro’, prete esonerato obblighi sacerdozio

Esonerato da tutti gli obblighi sacerdotali don Luca Morini, il parroco di Massa Carrara ribattezzato anche ‘don Euro’, indagato per truffa ed estorsione nei confronti dei fedeli nell’ambito di un’inchiesta su sue presunte spese ‘allegre’.

L’esonero è stato deciso dalla Congregazione per il clero e a renderlo noto è stato il vescovo di Massa Carrara e Pontremoli, mons. Giovanni Santucci, con un comunicato diffuso dalla diocesi. “Gianluca Morini – si legge nella nota – perde lo stato clericale con relativa dispensa dagli obblighi sacerdotali”. Il procedimento canonico nei confronti di don Morini, che per le accuse avrebbe utilizzato il denaro dei fedeli a scopi personali, era stato aperto dopo l’indagine “praevia” avviata a livello diocesano nel 2015, anno in cui un escort denunciò ai media la condotta del parroco, indicandolo come suo amante.

“La sanzione disciplinare – si legge ancora nella nota della diocesi – datata gennaio 2018 e trasmessa dalla Congregazione per il Clero, a norma del diritto ecclesiastico, sancisce l’esclusione del presbitero dall’esercizio del sacro ministero, esonerandolo da tutti gli obblighi previsti”. A gennaio scorso la procura di Massa Carrara ha chiesto il rinvio a giudizio di don Morini e anche del vescovo di Massa Carrara: nei confronti di quest’ultimo ipotizzate le accuse di frode e l’estorsione in relazione a presunte pressioni che avrebbe fatto su un’assicurazione per concedere a don ‘Euro’ un punteggio di invalidità superiore al dovuto e per un passaggio di denaro dal conto della Curia a quello del parroco.

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