Udienza dal GUP per Luana: aperta e rinviata

Al via stamane al Palazzo di Giustizia di Prato l’udienza preliminare per l’inchiesta sulla morte di Luana D’Orazio, 22 anni, udienza che è stata subito rinviata per impedimento di uno degli avvocati difensori. “Apetto giustizia”, ha detto la mamma della ragazza.

Luana D’Orazio era la giovane, mamma di un bambino di 6 anni, che morì il 3 maggio scorso mentre stava lavorando al suo orditoio in una fabbrica di Montemurlo. Assenti stamani all’udienza, i tre imputati, accusati di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele del macchinario a cui lavorava la ventiduenne: la titolare dell’azienda in cui è morta la giovane operaia, Luana Coppini, il marito di quest’ultima Daniele Faggi – considerato ‘il titolare di fatto’ dall’accusa – e il tecnico manutentore esterno Mario Cusimano.

Ha invece partecipato all’udienza la madre di Luana D’Orazio, Emma Marrazzo, che ha chiesto di costituirsi parte civile. Ha fatto lo stesso il padre del figlio di Luana, un giovane calabrese che non era mai entrato nella vicenda sino ad oggi: attraverso il suo legale, Domenico Sirianni, ha avanzato la richiesta per il bambino.

“È una circostanza a cui ci opporremo facendo le nostre considerazioni sulla sua effettiva presenza nella vita del minore”, ha detto a questo proposito l’avvocato di Emma Marrazzo, Daniela Fontaneto. Hanno infine chiesto la costituzione di parte civile al procedimento l’Inail, Anmil e la Cisl. L’udienza è stata rinviata 22 settembre prossimo.

“Aspetto giustizia come è dovuto, siamo nelle mani della magistratura”.Queste le parole della mamma di Luana, Emma Marrazzo. La donna sempre stamani si è detta “dispiaciuta per il rinvio” dell’udfienza e manifestato “forti riserve sulla richiesta di costituzione di parte civile da parte del padre del bambino” di Luana. “Non sono d’accordo e lo diremo a tempo debito. Su questo – ha aggiunto Emma Marrazzo – voglio tutelare il piccolo e mia figlia, che teneva molto alla riservatezza della vicenda”.

Luana, offerto 1,1 mln risarcimento. Avvocato: “Offerta incongrua”

Prato, la compagnia assicurativa Unipol avrebbe presentato ai familiari di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni morta il 3 maggio 2021 mentre stava lavorando a un orditoio a Montemurlo, un’offerta di risarcimento di 1 milione e 100.000 euro.

Lo rende noto Andrea Rubini, ad di Gesi Group, la società di consulenza della famiglia di Luana, che ha risposto all’offerta giudicandola “incongrua”. “Abbiamo scritto all’assicurazione una risposta formale, spiegando loro – chiarisce lo stesso Rubini – che i danni patrimoniali e non, sono ancora da quantificare. Non riteniamo stabilizzata la situazione, ci riserveremo di approfondire la questione nelle prossime settimane”.

L’offerta della compagnia con cui aveva una copertura assicurativa la ditta Orditura Luana, in cui lavorava la giovane Luana, giunge a pochi giorni dall’udienza preliminare del procedimento fissata per il prossimo 7 aprile, nella quale compariranno i tre imputati accusati di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele del macchinario a cui lavorava Luana: la titolare dell’azienda Luana Coppini, il marito Daniele Faggi considerato ‘titolare di fatto’ dall’accusa e il tecnico manutentore esterno Mario Cusimano.

“Se sarà possibile – anticipa Rubini riguardo all’udienza – la madre di Luana si costituirà parte civile nel procedimento”. La vicenda della morte della giovane operaia sarà discussa per la prima volta in un’aula di tribunale, a quasi un anno dalla tragedia. La procura di Prato aveva chiuso le indagini lo scorso 5 ottobre.

Secondo gli accertamenti effettuati dal consulente nominato dagli inquirenti, ingegner Carlo Gini, l’orditoio per la campionatura al quale era stata assegnata la giovane aveva i dispositivi di sicurezza disattivati.

L’incidente sarebbe avvenuto mentre il macchinario viaggiava ad alta velocità, una fase in cui le saracinesche di protezione dovrebbero rimanere abbassate. Secondo la difesa degli indagati, tuttavia, questa perizia sarebbe incongruente: per questo i legali avevano chiesto un nuovo incidente probatorio, che il giudice per le indagini preliminari non ha concesso.

L’offerta di risarcimento di Unipol, giunta formalmente all’inizio di questa settimana, consiste in 336 mila euro da assegnare a ciascuno dei genitori di Luana e a suo figlio di 6 anni: il massimo previsto dalle tabelle del danno non patrimoniale. A questi importi vanno aggiunti 100 mila euro offerte per il fratello della giovane vittima.

Mamma di Luana: giustizia perché non accada ad altri

Montemurlo, in provincia di Prato, Emma Marrazzo, mamma di Luana D’Orazio, la 22enne, a sua volta madre di un bimbo, morta il 3 maggio scorso nell’azienda tessile di Montemurlo dove lavorava, è intervenuta a ‘Che giorno è’ su Rai Radio1.

“Luana aveva 22 anni, nessuno deve morire in quel modo. È stata la vittima 185 del 2021 che si è chiuso con 1.404 morti. Cerco solo giustizia in modo che non accada ad altri. ‘Mancavano tutte’ le protezioni come dice la perizia – ha detto la mamma di Luana – Le leggi ci sono, vanno applicate, come dico da sempre, vanno date anche delle divise, devono indossare qualcosa che le protegga e che non vengano disattivate le protezioni. Perché a morire come è morta mia figlia nel 2021, aveva 22 anni, credetemi, nessuno deve morire in quel modo”.

“Io ho visto tutto, ho visto le foto e la scena come è potuta accadere, non va bene – prosegue Emma Marrazzo -. E poi non devono essere lasciate da sole oppure con accanto altri apprendisti. Lì ci vuole un tutor che le segua. Ancora oggi mi viene detto che purtroppo nelle aziende è sempre stato così, ma non deve essere così. Io capisco anche i piccoli imprenditori che devono andare di pari passo con le grandi aziende, però non levando a discapito di vite umane”. “Luana era una mamma. Come diceva il suo bimbo ‘una mamma splendida’. Purtroppo, hanno spezzato tanti cuori, non solo il mio”.

“Luana – ricorda ancora – era una piccola grande donna. Quando ha cominciato a lavorare era molto giovane. Se doveva andare a ballare, ci andava, ma quando combaciava con il giorno di riposo. E aveva solo 17 anni all’epoca. Era molto responsabile. Non era solo bella, c’era tanto in quella piccola ragazza. Rispettava tutti, amava tutti. Si faceva in quattro e non diceva mai di no. Nemmeno sul lavoro. Ha rinunciato a tutti i suoi sogni per dire: ‘Mamma, ho un posto sicuro, ho una paga sicura. La paga sicura c’era. Ma il posto sicuro no”.

“Assicurazione della ditta ostacola risarcimento alla famiglia di Luana D’Orazio”

Prato, “L’assicurazione della ditta ostacola il risarcimento alla famiglia di Luana D’Orazio”. Lo afferma Gesi Group, società che cura i diritti dei familiari di Luana D’Orazio e che denuncia la presunta mancata collaborazione della compagnia assicurativa dell’Orditura Luana di Montemurlo (Prato), la fabbrica dove il 3 maggio 2021 ci fu l’incidente mortale sul lavoro.

La compagnia “non ci rende noto, dopo pressanti richieste, il massimale della polizza, pretendono prima una nostra richiesta”, spiega Andrea Rubini, presidente di Gesi. “Riteniamo determinante conoscere il massimale della polizza dell’assicurazione – conclude Rubini – anche al fine di valutare migliori scelte processuali nell’interesse delle parti offese”.

Ai familiari di Luana D’Orazio, ma segnatamente al figlio ora di 6 anni, al momento andrebbero assegnati 166mila euro di indennizzo che da parte dell’Inail in base a stimate calcolate sulle tabelle dell’istituto.

“Non si capisce il rimprovero che viene mosso da Gesi. Il massimale della polizza – spiega Barbara Mercuri, uno degli avvocati di Luana Coppini, la titolare della ditta, indagata – è solo la cifra massima, la somma eccedente è semmai a carico dell’assicurato. Sono molto sconsolata, non vogliamo porre nessun ostacolo: esistono tabelle precise sui casi, il massimale non c’entra e la mia assistita ha cercato pubblicamente di chiedere all’assicurazione di fare presto”.

Lo scorso dicembre la procura di Prato aveva chiesto il processo per Luana Coppini, titolare della ditta, per il marito Daniele Faggi, che l’accusa considera titolare di fatto dell’azienda, e per il tecnico manutentore esterno della ditta, Mario Cusimano.

I reati di cui dovranno rispondere sono quelli di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele antinfortunistiche, fattispecie contestata per le modifiche tecniche apportate ai sistemi di sicurezza di cui il macchinario che ha ucciso la ragazza, un orditoio da campionatura, è dotato. Il processo si aprirà il 7 aprile. In vista dell’udienza preliminare Luana Coppini ha scritto una lettera alla compagnia assicurativa della sua ditta per sollecitarla al risarcimento ai familiari di Luana D’Orazio.

Prato, Inail: risarcimento di 166mila euro per parenti Luana D’Orazio

Prato – Un risarcimento da 166mila euro, questo è quanto ha stabilito l’Inail per i familiari di Luana D’Orazio, vittima di un incidente sul posto di lavoro la scorsa primavera. A riportarlo è il quotidiano fiorentino ‘La Nazione’.

Luana D’Orazio è morta il 3 maggio del 2021 in un incidente mentre lavorava in un’azienda tessile di Montemurlo (Prato). L’Inail, L’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, in base alle sue tabelle ha stabilito un risarcimento di 166mila euro per i parenti della ragazza. Mentre per quanto riguarda il risarcimento dell’assicurazione dell’azienda è ancora in fase di calcolo.

“Non sapevo nulla di quella manomissione. Lavoro anche io in fabbrica, la mia colpa è stata quella di non aver vigilato abbastanza”, sottolinea Luana Coppini, titolare della ditta, tramite un’intervista rilasciata al settimanale ‘Oggi’ e riportata da ‘La Nazione’, ripetendo quello che aveva già detto al pm durante l’interrogatorio di garanzia e quello che hanno sempre sostenuto i suoi legali, Barbara Mercuri e Alberto Rocca.

“La mia è un’azienda a gestione familiare, ci si aiuta, si parla, si cerca di risolvere i problemi – ha spiegato la donna -. Non so chi abbia fatto la manomissione, fra l’altro non serviva a nulla sia in termini di produzione sia di guadagni”.

Lo scorso dicembre la procura di Prato aveva chiesto il processo per Coppini, per il marito Daniele Faggi, che l’accusa considera titolare di fatto dell’azienda, e per il tecnico manutentore esterno della ditta, Mario Cusimano. I reati di cui dovranno rispondere sono quelli di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche, fattispecie contestata per le modifiche tecniche apportate ai sistemi di sicurezza di cui il macchinario che ha ucciso la ragazza, un orditoio da campionatura, è dotato. Il processo si aprirà il 7 aprile. In vista dell’udienza preliminare Coppini ha fatto sapere di aver scritto una lettera all’assicurazione dell’azienda, che ancora non si è espressa sul risarcimento ai familiari della vittima.

A Fucecchio statua in memoria di Luana D’Orazio

Fucecchio: ‘Luana. Vita e lavoro’. Da oggi è questo il nome del monumento ai Caduti sul lavoro che l’Anmil e il Comune di Fucecchio (Firenze) hanno inaugurato lo scorso anno in piazza XX Settembre nella cittadina del Fiorentino.

A idearlo gli studenti della classe V A della scuola primaria R.Fucini di San Pierino – nell’ambito di un concorso promosso da Anmil e Comune di Fucecchio, ‘Un nome e un fumetto per la sicurezza’ a cui hanno partecipato circa 1000 ragazzi e 40 classi – in memoria di Luana D’Orazio, la 22enne deceduta a causa di un incidente sul lavoro in un azienda tessile di Montemurlo (Prato) il 3 maggio scorso.
Alla premiazione, avvenuta questa mattina durante il convegno promosso dall’Anmil e dal Comune in occasione della 71/a Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, ha preso parte anche Emma Marrazzo, madre di Luana D’Orazio e il fidanzato di Luana, Alberto.
“Siate attenti, responsabili, consapevoli e sappiate anche dire di no” ha detto Marrazzo rivolgendosi ai ragazzi. “E alle istituzioni – ha aggiunto – chiedo di essere sempre più presenti accanto ai lavoratori, con i fatti oltre alle parole. Questa statua ha la forma di un cuore proprio lo stesso che Luana metteva sempre sotto la sua firma”.
Tra gli altri partecipanti il senatore Dario Parrini, l’assessora regionale alla formazione professionale e alla scuola Alessandra Nardini e il consigliere regionale Enrico Sostegni, oltre ai dirigenti regionali e nazionali dell’Anmil e dell’Inail. A fare gli onori di casa e a premiare gli studenti sono stati invece il sindaco Alessio Spinelli e la vicesindaca e assessora alla scuola Emma Donnini, insieme ad Evaretto Niccolai, presidente provinciale dell’Anmil.
Nel suo intervento Nardini ha sottolineato come sia “necessario un impegno sempre maggiore, che metta insieme istituzioni, associazioni, parti sociali, mondo della scuola per mettere fine a questa inaccettabile strage. E al centro di questo impegno deve esserci la consapevolezza che il lavoro, su cui si fonda la nostra Repubblica, deve essere dignità e vita, mai incidenti e morte. Una consapevolezza a cui oggi ci richiama con straordinaria forza la presenza, qui, di Emma e Alberto, la madre e il fidanzato di Luana”. “C’è un luogo fondamentale – ha detto ancora – dove questa consapevolezza può formarsi e rafforzarsi ed è la scuola. Proprio per questo abbiamo sottoscritto un protocollo insieme all’Ufficio scolastico regionale e ad Anmil, per promuovere la cultura della sicurezza tra bambini e bambine, ragazze e ragazzi e formare i docenti”. Per Nardini “certo ci vogliono più controlli nei luoghi di lavoro e più ispettori, e su questo il ministro Orlando ha preso impegni importanti a nome del Governo, ma la prevenzione e la formazione sono centrali. In questo senso, è straordinario il contributo che viene dall’Anmil che da anni nelle scuole toscane porta testimonianze vere e dirette, attraverso la presenza di vittime di incidenti, per far conoscere alle ragazze e ai ragazze cosa può succedere e cosa non deve più succedere”. Sempre per la 71a Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, Nardini sarà domani a Pontedera (Pisa).
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