Prato: come si prepara la città a FN e anti fascisti

Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ha dato il via libera sia alla manifestazione di Forza Nuova, sia alla contro-manifestazione antifascista, entrambe organizzate sabato 23 marzo. Il corteo FN si svolgerà a meno di 400 metri in linea d’aria dal presidio antifascista.

La partenza del corteo di estrema destra è prevista alle ore 15:00 da piazza della Stazione. L’arrivo è previsto in piazza del Mercato Nuovo dove, intorno alle ore 17:30, si terrà il comizio del leader nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore.

Nelle stesse ore, a poche centinaia di metri di distanza, in piazza Santa Maria delle Carceri, avrà luogo la contro-manifestazione antifascista. Il presidio, organizzato sempre per le ore 15:00, è stato promosso da Cgil, Cisl, Uil, Libera, Arci, Anpi e Legambiente ed ha ricevuto il patrocinio del Comune di Prato.

Partecipano al presidio decine di amministratori del territorio, con in testa i sindaci dei Comuni della provincia e i tre ex sindaci della città.

Tra le adesioni ci sono quelle degli Scout Agesci e di militanti del Movimento 5 Stelle cittadino, oltre che quella del Pd regionale con la segretaria Simona Bonafè.

Il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, postando la foto del simbolo del Ctln (Comitato toscano di liberazione nazionale), ha annunciato sui social network la sua partecipazione.

La preoccupazione dei cittadini per la concomitanza delle due manifestazioni si riversa sul mondo dei commercianti. Le attività coinvolte direttamente, perché situate lungo il percorso del corteo di estrema destra, saranno quasi tutte chiuse.

Sul Corriere Fiorentino si legge il commento di un titolare di un salone estetico: “Qui in via Matteotti (prima via interessata dal percorso del corteo di FN) non possiamo stare aperti. Abbiamo dovuto contattare tutti i clienti che avevano preso appuntamento per disdire”.

Lo stesso accade nel centro storico, dove i titolari del concept restaurant Ardengo (via dei Cimatori) hanno annunciato la serrata con tanto di struttura in legno per prevenire eventuali danni alla vetrata che introduce al locale.

Anche Panini, storica azienda di figurine che aveva organizzato un evento con Intesa Sanpaolo, ha annunciato l’annullamento dell’appuntamento.

Dalle ore 8:00 alle ore 19:00 ci sarà il divieto di sosta in piazza della Stazione, in via Matteotti, nell’incrocio tra piazza della Stazione via Gobetti, su Ponte al Mercatale fino a Ponte alla Vittoria, in via Sant’Antonio, in Canto al Mercatale, in via San Giorgio e in viale Galilei fino a piazza del Mercato nuovo. La circolazione sarà sospesa al passaggio dei manifestanti.

Gli eventi saranno seguiti, a partire dalle ore 16:00, da Controradio sul sito e sulla pagina Facebook (con diretta).

Siena: evento Libera per Giornata memoria vittime mafie

Libera Toscana ha scelto Siena per la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che si svolge oggi, giovedì 21 marzo, in contemporanea in migliaia di luoghi in tutta Italia, Europa e America Latina.

‘Orizzonti di giustizia sociale’ è il tema di questa 24esima edizione, durante la quale i familiari di vittime delle mafie, presenti a Siena, hanno assistito alla lettura dal palco di circa 1000 nomi di uomini e donne morti per mano delle mafie.
La giornata ha preso il via alle 9.30 da piazza della Lizza con un corteo che si è snodato per le strade del centro storico, transitando da Piazza del Campo, fino a raggiungere la Fortezza dove sono stai letti i nomi delle vittime delle mafie.
Nel pomeriggio, a partire dalle 14.30 si svolgeranno sette seminari tematici e sei spettacoli. A chiudere la manifestazione l’intervista musicale con Motta e I Ministri a cui si uniranno la band senese I Scream e, direttamente dall’America Latina, The Baggios per il concerto finale alla Corte dei Miracoli.
“Libera Toscana ha scelto Siena per la bellezza e la forza di una storia di cultura civica, di tutela del significato dell’arte, di una tradizione, quella del Palio e della realtà delle Contrade, che non si conserva statica, ma si rinnova socialmente e nella solidarietà”, si legge in una nota degli organizzatori Libera e Avviso Pubblico. All’organizzazione, infatti, partecipano anche le commissioni di solidarietà delle contrade.
La scelta di Siena anche “per le vicende degli intrecci di interessi dei poteri oscuri – spiega la nota -, le trame mai totalmente portate alla luce dietro alla crisi della banca locale, la morte di David Rossi, su cui Libera, nella fiducia e nel rispetto dell’azione della magistratura, chiede non si cessi di indagare”.
E’ un’Italia che si ribella all’indifferenza, all’illegalità, alle mafie e alla corruzione che devasta i beni comuni e ruba la speranza. Un’Italia consapevole che la convivenza civile e pacifica si fonda sulla giustizia sociale, sulla dignità e la libertà di ogni persona. Un’Italia che il 21 marzo si mobilita per ricordare con momenti di lettura, di riflessioni, incontri i 1011 nomi delle vittime innocenti delle mafie in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico che si svolgerà a Padova e simultaneamente in oltre 4000 luoghi d’Italia.
La Giornata della Memoria e dell’Impegno ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie, oggi legge nazionale, e rinnova in nome di quelle vittime l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione.
Durante la giornata a Padova, piazza principale e in contemporanea in migliaia di luoghi d’Italia, da Palermo a Siena, da Avellino a Cagliari, da Novara a Corleone saranno letti nelle scuole, nelle carceri, nelle stazioni delle Metropolitane, presso associazioni, università, fabbriche,parrocchie i 1011 nomi di vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore, hanno compiuto il loro dovere.
Iniziative per ricordare le vittime innocenti delle mafie anche oltre frontiera con appuntamenti in America Latina – a Città del Messico, Bogotà e Buenos Aires, in Africa in Tunisia e Costa d’Avorio mentre in Europa iniziative si svolgeranno a Parigi, Marsiglia, Bruxelles Ginevra, Tenerife, Strasburgo, Berlino, Zurigo, Copenaghen a sottolineare – non solo simbolicamente – che per contrastare le mafie e la corruzione occorre sì il grande impegno delle forze di polizia e di molti magistrati, ma prima ancora occorre diventare una comunità solidale e corresponsabile, che faccia del “noi” non solo una parola, ma un crocevia di bisogni, desideri e speranze.
“Il 21 marzo, che quest’anno ha il suo centro a Padova collegata simultaneamente con 4000 luoghi d’Italia – ha ricordato Daniela Marcone, vicepresidente nazionale di Libera e responsabile Libera Memoria – non è mai stata una data fine a se stessa, ma sempre la tappa di un impegno che dura 365 giorni all’anno nelle scuole, nelle università, nelle associazioni, nelle parrocchie e dovunque i cittadini vivono quella responsabilità per il bene comune che è il primo antidoto al male delle mafie e della corruzione. Le vittime innocenti delle mafie – conclude Marcone – non vogliono essere solo ricordati. Vogliono che continuiamo il loro impegno, che realizziamo le loro speranze, quelle persone non sono morte per essere ricordate con lapidi, targhe e discorsi di occasione. Ma per un sogno di democrazia che sta a tutti noi realizzare”.

Bagno a Ripoli: acquistati 1100 kg arance Libera

Si chiude all’insegna del successo l’iniziativa delle ‘arance della legalità’ promossa dal Comune di Bagno a Ripoli (Firenze) insieme a Libera per sostenere l’agricoltura sociale nelle terre della Sicilia confiscate alla mafia.

Quasi millecento chili di arance acquistate da oltre duecento persone. Si chiude all’insegna del successo l’iniziativa delle ‘arance della legalità’ promossa dal Comune di Bagno a Ripoli (Firenze) insieme a Libera per sostenere l’agricoltura sociale nelle terre della Sicilia confiscate alla mafia. Nelle settimane scorse, le scuole del territorio e l’ufficio relazioni con il pubblico del Comune hanno raccolto le prenotazioni di 230 persone che stamani in piazza della Vittoria hanno ritirato gli agrumi ordinati.

Le arance, tutte di qualità moro e tarocco, sono state coltivate biologicamente dalla cooperativa ‘Beppe Montana’ in novanta ettari di terreni agricoli sottratti ai clan Nardo e Riela nei comuni di Lentini, Belpasso e Ramacca. In totale sono state acquistate dai ripolesi cento cassette da sette chili e 128 retine da tre chili, per un totale di 1080 chili. A distribuire i frutti stamani anche il sindaco Francesco Casini, don Andrea Bigalli di Libera e l’assessora Francesca Cellini. Cinquecento euro, una parte del ricavato delle vendite, andranno a sostenere progetti educativi e didattici del territorio e saranno distribuite tra gli istituti comprensivi ‘Caponnetto’ e ‘Mattei’.

L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con Siaf, l’azienda di refezione del Comune di Bagno a Ripoli che durante la settimana ha proposto le arance siciliane nelle mense scolastiche e prodotto marmellata fresca per portare in tavola ‘crostate della legalità’ per la merenda dei bambini.

Mafia: campi estivi Libera anche in tenuta di Suvignano

Anche in Toscana i ragazzi potranno partecipare ai campi estivi di ‘Libera’ lavorando nei terreni confiscati alle mafie, in particolare nella azienda agricola di Suvignano (Siena) confiscata da anni e ora assegnata all’Ente Terre Toscane.

E’ la novità emersa dal convegno ‘Contro le infiltrazioni mafiose – La nuova legislazione antimafia e beni confiscati’ organizzato da Libera, Anci Toscana e Avviso Pubblico, rete nazionale degli enti locali antimafia, che si è tenuto oggi a Firenze nella sede della Regione Toscana.

“Siamo impegnati fortemente sui beni confiscati alle mafie – ha detto l’assessore regionale alla presidenza, Vittorio Bugli aprendo i lavori – e lo scorso anno grazie anche al nostro lavoro più di 30 beni sono stati restituiti alla comunità.
Suvignano oltre a dover essere valorizzata, dovrà diventare un simbolo nella nostra Regione e qui potremo organizzare i campi estivi insieme a Libera, che già oggi finanziamo nelle regioni del sud”.

L’azienda di Suvignano, ha ricordato Luca Tescaroli, procuratore aggiunto della Procura di Firenze, ricade sui comuni di Suvignano e Murlo. Al momento della confisca, nel 2007, era in stato di abbandono. L’intervento dello Stato ha consentito di riportare in pareggio la situazione patrimoniale, riattivando l’allevamento di ovini e suini, coltivando oltre 400 ettari e aprendo un agriturismo da 38 posti letto. Il valore stimato è di circa 30 milioni di euro. “Siamo lieti che un bene come Suvignano possa andare al pubblico – ha detto il presidente di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza – è importante, perché quando questi beni finiscono all’asta il rischio è che siano proprio le mafie, che hanno grande disponibilità economica, a riacquistarli”.

Mafia: Rapporto Libera, per 4 toscani su 10 fenomeno marginale

Una regione dove la mafia viene percepita come fenomeno marginale o preoccupante ma non pericoloso: dove la corruzione è abbastanza diffusa nella percezione e nelle esperienze dei cittadini. Con una sfiducia soprattutto nei confronti di membri del governo e del Parlamento e  dei partiti. E dove chi potrebbe o dovrebbe denunciarla ha paura delle conseguenze o ritengono la corruzione un fatto normale. La fotografia sulla percezione e presenza delle mafie e della corruzione in Toscana è stata scattata da Libera che ha presentato il rapporto LiberaIdee, una ricerca sociale quantitativa e qualitativa su 216 questionari.

Il fenomeno mafioso è percepito da otto intervistati su dieci come un fenomeno globale. In Toscana per quasi quattro rispondenti su dieci la presenza della mafia nella propria zona si può considerare marginale, mentre per una quota poco inferiore si tratta di un fenomeno preoccupante ma non pericoloso. Secondo i rispondenti, tra le attività principali della mafia in Toscana vi è innanzitutto il traffico di stupefacenti (60,5%) A seguire, troviamo lavoro nero(35,3%), appalti truccati(33,5%). Altri reati segnalati in Toscana sono lo sfruttamento della prostituzione(26%), la corruzione dei dipendenti pubblici (21,9%), e il riciclaggio di denaro (19,5%).

Si osservano inoltre alcune differenze per fascia anagrafica: il coinvolgimento di gruppi mafiosi nel lavoro nero e la corruzione preoccupano primariamente i più giovani, mentre lo sfruttamento della prostituzione, il riciclaggio di denaro e lo smaltimento illecito di rifiuti sono indicati come attività prevalenti delle mafie soprattutto dagli adulti. Tra i fattori sociali considerati rilevanti per l’adesione a gruppi mafiosi, spicca – soprattutto in Toscana – l’assenza di istituzioni e di una cultura diffusa della legalità, seguita a breve distanza dal ruolo della famiglia e del contesto di riferimento e quindi, più distanziate, dalle difficoltà economiche e in ambito lavorativo. Guardando alle motivazioni individuali che spingono un individuo ad aderire alla mafia, prevale tra i rispondenti l’idea che l’affiliazione mafiosa sia legata alla possibilità di ottenere guadagni facili e, in seconda battuta, alla ricerca di prestigio e potere.

Mafie straniere. La metà dei rispondenti ritiene che in Toscana vi sia la presenza di organizzazioni criminali di origine straniera con caratteristiche similari alle mafie tradizionali italiane. La percentuale di coloro che non sono in grado di prendere posizione sul tema, circa un rispondente su quattro, è leggermente più elevata di quella italiana. La quota di incerti si attesta invece su un valore inferiore a fronte di una domanda più precisa circa il tipo di criminalità straniera presente nella regione: circa un rispondente su tre – afferma di non essere in grado di identificare esattamente l”origine dei gruppi mafiosi stranieri più diffusi nel territorio regionale. Tra coloro che rispondono in modo puntuale alla domanda, invece, prevale molto nettamente l’indicazione della mafia di origine cinese (35,5%) e a seguire quella albanese (15%). A fronte di questo scenario, la pericolosità dei gruppi criminali di origine straniera è considerata tendenzialmente comparabile a quella delle mafie italiane: per quattro rispondenti su dieci, infatti, le mafie straniere sono ugualmente o meno pericolose di quelle autoctone. In relazione al rapporto tra migrazioni irregolari e mafie, per quasi la metà dei rispondenti un ruolo prevalente è svolto dai gruppi mafiosi tradizionali italiani, mentre per circa un intervistato su cinque vi è un coinvolgimento maggiore delle mafie straniere.

Beni Confiscati. Nella maggior parte dei casi – quattro rispondenti su dieci, gli intervistati sanno che i beni che sono stati confiscati vengono poi dati in uso per fini istituzionali o sociali. Un rispondente su due non è a conoscenza di beni confiscati in Toscana; tra coloro che ne sono a conoscenza, invece, prevale la quota di quanti, pur avendone notizia, non dispongono di informazioni puntuali circa la loro collocazione sul territorio. La conoscenza relativa ai beni confiscati, in particolare quella più approfondita, è più diffusa tra gli adulti. Nella grande maggioranza dei casi – oltre otto su dieci – i beni confiscati sono percepiti come una risorsa per il territorio, capace di portare benefici all’intera comunità locale.

Mafia: Toscana quarta regione italiana per arresti. Libera: non ci sorprende

Negli ultimi tre anni la Toscana è risultata la prima regione italiana, dopo Calabria, Sicilia e Campania, per numero di soggetti arrestati, ben 223, o denunciati con aggravante mafiosa.

Quattro le province in Toscana che negli ultimi anni hanno mostrato un più elevato rischio di penetrazione criminale: Grosseto, Livorno, Prato e Massa Carrara. In particolare, quest’ultima, presenta un aumento in tutti gli indicatori e anche di intimidazione e violenza criminale, mentre Prato si distingue per i reati di riciclaggio.

Intervista con Andrea Bigalli, referente Libera Toscana

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