🎧 Re David: Bekaert blocchi licenziamenti fino a fine giugno

La segretaria generale di Fiom Cgil nazionale, Francesca Re David, ha partecipato all’assemblea dei lavoratori presso le Laika di San Casciano Val di Pesa

“In una fase così complicata” come quella del Covid “il contatto diretto con i lavoratori è l’essenza del nostro lavoro, è irrinunciabile”. Lo ha detto Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil, a margine dell’assemblea dei lavoratori della Laika tenutasi oggi a San Casciano Val di Pesa (Firenze).

“Chiediamo che la Bekaert, che prende la cassa Covid quindi soldi pubblici, soldi della fiscalità generale, stia dentro il blocco dei licenziamenti fino a fine giugno, e che si usi questo tempo per trovare una soluzione”. Lo ha detto Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil, interpellata sulla situazione della fabbrica di Figline Valdarno a margine dell’assemblea dei lavoratori della Laika. “Abbiamo la fine del blocco dei licenziamenti solo per l’industria a giugno – ha spiegato – ma la Bekaert ce l’ha già prima, perché sono stati firmati i licenziamenti, non da noi, mentre c’è la cassa Covid che invece noi abbiamo firmato: non puoi chiedere la cassa Covid e contemporaneamente pensare di licenziare le persone, anche prima dello sblocco che noi comunque consideriamo inaccettabile perché prima bisogna riformare gli ammortizzatori sociali, e poi capire cosa succede coi lavoratori che sono stati considerati indispensabili”. Re David ha osservato che “una parte dei lavoratori della Bekaert, come sappiamo, sono qui alla Laika, e questo è già un fatto importante, ma rimangono gli altri circa 120 lavoratori a cui va data una soluzione”.

Re David ha illustrato i contenuti della piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale dell’industria metalmeccanica e ha fatto il punto anche sulle vertenze del territorio toscano. “Se in Italia la siderurgia non riparte non esiste un Recovery Plan, perché senza acciaio non si fa industria”. Lo ha detto Francesca Re David, sottolineando che dei soldi del Recovery Fund “una gran parte è sulla siderurgia”. Re David ha ricordato che “sono mesi e mesi che con questo governo, ma anche con quello precedente, e con quello precedente ancora, chiediamo un tavolo sulla siderurgia: perché c’è Piombino, c’è Taranto, c’è Terni, c’è tutto un insieme di imprese che nascono e si sviluppano con soldi pubblici, perché le imprese della siderurgia si sviluppano con le partecipazioni statali. E’ un asset strategico del nostro paese: noi siamo il secondo paese manifatturiero d’Europa, e produciamo siderurgia. Se noi rinunciamo a questo asset strategico, non c’è industrializzazione che tenga”.

“Stiamo facendo – ha ricordato – la campagna di assemblee per il rinnovo del contratto nazionale. Abbiamo firmato l’ipotesi di accordo il 5 febbraio, e l’accordo diventerà contratto dopo il voto delle lavoratrici e dei lavoratori. Stiamo facendo le assemblee in questa fase del Covid, e ci teniamo molto a farle in presenza: le stiamo facendo nei piazzali, oppure dove non è possibile invece di una ne facciamo otto per mantenere i distanziamenti, e per i lavoratori in smart working le facciamo sulle piattaforme”. Secondo Re David il nuovo contratto “è un buon contratto: è un contratto acquisitivo, che porta salario, che porta diritti, che fa la riforma dell’inquadramento, che si occupa degli appalti e della violenza di genere, quindi ha un riscontro molto positivo”

Re David ha ricordato che “abbiamo introdotto, in una categoria che è fatta per il 20-25% di donne su un milione e mezzo di lavoratori, una clausola molto importante sulle donne vittime di violenza di genere, perché viene raddoppiata l’aspettativa prevista dall’Inps, da tre mesi viene portata a sei mesi a carico dell’azienda, con la possibilità di usarla in tre anni. Viene data la possibilità alle lavoratrici di utilizzare la flessibilità di orario che preferiscono in entrata e in uscita, in part time, di non perdere la formazione in quella fase, e anche, se lo desiderano, di cambiare città e stabilimento per le imprese che hanno più stabilimenti”. Parlando del momento vissuto dalle imprese, la segretaria generale della Fiom ha spiegato che “noi abbiamo un contratto molto largo che si occupa dai siderurgici agli informatici, a tutto il manifatturiero, e le condizioni sono molto diverse. Noi abbiamo aziende cariche di straordinario, e anche questo ha aiutato a fare il contratto: la Laika, ad esempio, perché i camper hanno avuto un grande slancio, ma tutto l’elettrodomestico ha avuto un grandissimo slancio, e anche altri settori stanno lavorando, sono stata in Lombardia e in Veneto e le aziende sono piene di straordinari”.

Contemporaneamente, ha concluso Re David, “abbiamo settori profondamente in crisi: se penso a tutto quello che è legato alla mobilità, che può avere una bolla in una fase di incentivi ma le persone stanno ferme, dalle aerostrutture all’automotive noi abbiamo tantissime preoccupazioni”.

Re David ha fatto il punto anche sulle vertenze del territorio toscano a partire dalle acciaierie di Piombino e Bekaert: sentiamola

 

1 maggio: speciale Laika riaperta, 500 lavoratori in sicurezza dopo il fermo e l’accordo coi sindacati

In questo primo maggio di mezzo in cui tra i diritti dei lavoratori c’è in testa anche quello di potere rientrare nelle proprie fabbriche in sicurezza , dedichiamo un approfondimento a quanto sta già succedendo alla Laika di San Casciano Val di Pesa.

Lo stabilimento di camper che ha ripreso la propria attività martedì scorso all’indomani della firma di un protocollo interno, condiviso tra azienda e rappresentanti dei lavoratori, che tutela la salute e la sicurezza dei dipendenti nello svolgimento pieno delle loro funzioni.
Per la Fiom hanno partecipato alla stesura i delegati e Iuri Campofiloni.

Chiara Brilli lo ha intervistato.

Il testo prevede molte accorgimenti, tra questi il distanziamento sociale di 2 metri, una turnazione scaglionata che permetta di utilizzare al meglio i parcheggi, dotazioni di tutti i dispositivi anti contagio, mascherine, Dpi e guanti, lavandini mobili con sapone e gel igienizzante, una organizzare della mensa che consente il consumo dei pasti in sicurezza, con schermi protettivi e sanificazione settimanale, un abbassamento dell’intensità produttiva per garantire il distanziamento sociale nella linea di produzione.

Per Fiom e Fim “Rimangono ovviamente tutte le criticità di un mercato che dovrà riprendere la sua corsa e di una pandemia con cui ancora dovremo convivere; ciò richiederà attenzione e responsabilità se si vorranno evitare nuove curve e picchi che produrrebbero un nuovo e immediato lockdown, anche territoriale, come annunciato ieri dal presidente Conte”.

Fiom: ci attendiamo un autunno molto ‘caldo’

Un autunno caldo: è quello che aspetta i lavoratori secondo la fiom di Firenze che oggi ha fatto il punto sulle vertenze aperte sul territorio provinciale

Settembre sarà un mese decisivo per la vertenza Bekaert, per la quale si attende una nuova convocazione al Ministero dello Sviluppo Economico per discutere il futuro degli oltre 200 operai in cassa integraziome fino a dicembre 2019. Il 16 settembre chiuderà il bando aperto per cercare soggetti interessati all’acquisto di Inso, la società di progettazione e costruzione di infrastrutture, ex controllata da Condotte d’Acqua.

Nelle due più grandi aziende fiorentine, Nuovo Pignone BHGE e Leonardo (ex Finemccanica), settembre sarà invece il mese del confronto sul contratto integrativo. Per Leonardo è già iniziato con la definizione del capitolo inerente le relazioni industriali mentre per il Nuovo Pignone si avvierà la trattativa con la direzione aziendale.
Infine da settembre il sindacato discuterà con i lavoratori la proposta per il rinnovo del contratto nazionale dell’industria, siglata insieme a Fim e Uilm.
Il tutto in un quadro o politico complicato dalla crisi di Governo

“L’ingresso di multinazionali e grandi industrie (che nel tempo hanno acquisito società del territorio) -dice Daniele Calosi, segretario FIOM Firenze-  ha permesso di mettere in sicurezza un corposo tessuto produttivo di qualità. E’ il caso della Neri di Barberino di Mugello passata a Marchesini Group, della Atop di Barberino Tavarnelle passata al gruppo Ima (già presente con lo stabilimento di Calenzano che nell’ultimo anno ha visto una significativa crescita degli addetti), di Laika acquisita prima dal gruppo tedesco Hymer e oggi agli americani di Thor Industries, della Emmeci di Fucecchio entrata in Coesia, della Figli di Enio Pescini acquisita da Valentino che oggi si chiama Valentino Metal Lab e di molte altre imprese che grazie al saper fare degli addetti danno prestigio a chi li ha acquisiti”.

“Regge bene dal Chianti al Mugello la meccanica generale, la produzione di impianti per l’industria di vino e olio mantiene i livelli degli anni precedenti. A segnare una decisa crescita a livello di fatturato e di personale sono le aziende che realizzano accessori moda come la Mami di Sesto Fiorentino, la Giosi 2 di Campi Bisenzio, l’FGF di Scarperia e San Piero, la LCS Stamp di Barberino di Mugello ed altre anche se questa florida espansione è sempre soggetta ai movimenti dei brand committenti che alternano picchi di richiesta a brusche frenate mettendo a rischio la tenuta dei piccoli artigiani e di tutto il distretto” sottolinea ancora Calosi.
Mentre, denuncia “il settore informatico registra fatturati in crescita ma le aziende non intendono redistribuire in maniera consistente e collettiva questa ricchezza con i lavoratori ” e settori strategici come la telefonia e fibra, in cui operano Sirti e Sittel, risentono di un’instabilità legata all’incapacità della politica di tracciare le linee di sviluppo industriale per il nostro Paese”.

“Siamo preoccupati per una crisi di Governo tutta giocata a livello burocratico” conclude Calosi. Che aggiunge  “al fianco del nostro impegno sindacale continueremo a portare avanti quello civico che ci tiene sempre in prima linea nel promuovere i valori della Costituzione, della democrazia e della solidarietà dentro e fuori i luoghi di lavoro. Lo faremo ancora con maggiore forza per contrastare il clima di crescente odio e intolleranza che quotidianamente si manifesta contro le fasce più deboli della popolazione, donne e migranti”.

Laika: accordo per 2/3 lavoratori interinali

Stabilizzazione di 85 dei 125 interinali che ad agosto non erano stati riconfermati e possibilità per i 40 che hanno già lavorato in Laika Caravans Spa di essere reinseriti prioritariamente nel periodo della stagionalità (6 mesi tra gennaio e giugno 2019).

Degli 85 lavoratori, 6 saranno inseriti subito a tempo indeterminato, individuati in base all’anzianità di servizio, 30 saranno stabilizzati dal primo febbraio prossimo, scelti secondo esigenze tecnico produttive e, a seguire, sulla base di criteri di anzianità di servizio in Laika e dei carichi familiari. 49 avranno un contratto a tempo determinato fino al 30/9/2019 e, se le condizioni riguardo la produzione e il valore dei veicoli restano quelle attuali, a settembre sarà convocato un incontro per valutare ulteriori stabilizzazioni.


Sono questi i punti salienti dell’accordo su cui si sono espressi i 213 lavoratori della storica azienda produttrice di camper, promuovendo ieri l’intesa con 210 sì, pari al 98,5%.

Una grande soddisfazione. – commenta Iuri Campofiloni della Fiom Di Firenze – dopo un lungo braccio di ferro con la dirigenza siamo riusciti a delineare un accordo che mira a garantire tutti coloro che hanno già prestato le loro professionalità in Laika per non disperdere queste capacità e dare una prospettiva di lavoro concreta alle persone. Il merito è della Rsu e di tutti i lavoratori”.


Per il Segretario Generale della Fiom fiorentina Daniele Calosi “Come per la Bekaert e la Signorini, l’accordo dimostra quanto sia importante la contrattazione: a seguito della pubblicazione del Decreto dignità e alla conseguente limitazione a riconfermare tutti i contratti a termine e i somministrati, dal confronto con l’azienda siamo usciti con un percorso di stabilizzazioni che porteranno maggiore sicurezza sia ai lavoratori che all’attività produttiva.”

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