“e se ci entrassi dentro?” Centro Pecci Night

Venerdì 15 dicembre, dalle ore 18.00 alle ore 24.00, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta il terzo appuntamento di “e se ci entrassi dentro?”. Una serata di apertura straordinaria in cui saranno visitabili tutte le mostre in corso, arricchita da un programma di incontri, performance e musica sperimentale

Realizzato in collaborazione con Kinkaleri, NUB Project Space e OOH-sounds “e se ci entrassi dentro?”  vuole sottolineare la natura interdisciplinare del Centro Pecci, cassa di risonanza delle più rilevanti ricerche artistiche internazionali aperta al territorio e alle sue realtà culturali. Uno spazio della comunità da vivere attraverso i molteplici linguaggi dell’arte.

L’appuntamento è per venerdì 15 dicembre, dalle ore 18.00 alle ore 24.00, saranno visitabili tutte le mostre in corso, in più un ricco programma di incontri, performance e musica sperimentale.

La serata si apre alle ore 18.00 con la CRIT di Andrea Abati, un’opportunità per tutti gli appassionati di fotografia di condividere i propri scatti, e di discuterne assieme ad Abati. Portate con voi cinque immagini, da smartphone o stampate. All’Urban Center, sempre dalle 18.00 sarà visibile lo slide show “L’ultima alluvione”, risultato di una call aperta alla cittadinanza, con fotografie selezionate da Abati e dal dipartimento curatoriale del Centro Pecci. Segue alle ore 19.45 Dentro l’opera, un momento di racconto insieme al curatore Stefano Pezzato della mostra “Lara-Vinca Masini. La memoria del futuro” per approfondirne la figura di intellettuale e critica avvolti dalla sua biblioteca-archivio.

Il programma di live ha inizio alle ore 21.00 con “DOGOD The Situation” della coreografa e performer Barbara Berti, presentata all’interno del progetto “Body To Be” a cura di Kinkaleri. La performance si sviluppa a partire delle ricerche interspecie dell’artista e riunisce l’animale umano e l’animale non umano (cani) in un ambiente in cui divertimento, gioco e lotta inducono i partecipanti a navigare in flussi coreografici istantanei e interattivi. Segue alle ore 22.30 la performance di Stine Janvin, a cura di NUB Project Space e OOH-sounds, in cui l’artista norvegese sfrutta l’ampio spettro della propria voce per trasfigurarla dall’umano all’artificiale, nell’ambiguità tra organico e sintetico, minimale ed emotivo.

Ingresso con biglietto mostre, inclusi concerti e performance:
intero 10€ / ridotto 7€
info: www.centropecci.it

Al Fabbricone i Kinkaleri in prima assoluta con OtellO

Al Fabbricone di Prato debutta in prima assoluta da giovedì 28 a domenica 31 ottobre il nuovo lavoro di Kinkaleri, OtellO, liberamente tratto dall’opera di William Shakespeare (feriali 20.45, sabato 19.30, domenica 16.30).

Lo spettacolo è una riscrittura della celeberrima tragedia progettata e realizzata da Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco, un testo da esplorare nella ricerca di un Corpo che contenga simultaneamente Parola e Suono.

Il potere che il linguaggio ha nell’imporre piegature e distorsioni alla realtà si allunga come un’ombra sui corpi dei 4 performer in scena – Chiara Lucisano, Caterina Montanari, Daniele Palmeri, Michele Scappa – che aderiscono allo spazio come a un destino.

Gli interpreti non assumono le sembianze dei personaggi né la loro condizione psicologica, anzi, ogni figura transita continuamente di corpo in corpo, così che i performer aggregano l’intera tragedia e cercano direttamente nella dinamica, nelle forze e nelle tensioni prodotte dai loro movimenti di fronteggiare la menzogna di un mondo generato dalle parole. La connessione tra la parte fisica e il testo non prevede un canone interpretativo quanto un ritmo, che è alla base di tutto il lavoro.

Le due O maiuscole del titolo OtellO racchiudono il verbo inglese ‘tell’ – ovvero dire, raccontare, informare, rivelare, riconoscere – nella ricerca di un linguaggio che non pretende di spiegarsi ma di restare straniero. Straniero come è Otello.

TUTTE LE INFO SU www.metastasio.it

Urla liberatorie dai tetti di Firenze, in 200 per la perfomance dei Kinkaleri

Urla liberatorie, di sfogo o di speranza, da parte di 200 cittadini dai tetti della Torre di San Niccolò, del Forte Belvedere, di Porta Romana, della sede della Fondazione Stensen e della terrazza alberata dell’Hotel Kraft.

È la performance di ieri pomeriggio, a Firenze, del collettivo artistico Kinkaleri, promossa e prodotta dalla Fondazione Stensen. Un modo per dare spazio alle tensioni accumulate in questi mesi di pandemia: diversi curiosi hanno sentito le urla e si sono affacciati per capire da dove provenissero. Una prima sensazione di spavento ed allerta e sguardi interrogativi lasciava in pochi istanti spazio ad un sorriso divertito e di approvazione di chi intuiva che stava accadendo qualcosa di artistico ma al contempo di ‘vicino’, un bisogno, un’urgenza che tutti in questi mesi hanno in realtà sentito dentro.

urla
Foto di Stephane Giraudeau / Valentina Fedi / Andrea Paoletti / VerØnica Mencacci

Un nodo in gola di paure, preoccupazioni, incertezze, difficoltà e frustrazioni che con le urla di ieri in qualche modo si è sciolto un po’ in tutti noi. Per dare spazio ad un suono rinnovato e proiettato verso il futuro.

In particolare al Forte Belvedere le voci riecheggiavano, creando una particolare atmosfera. Da segnalare anche che qualche cittadino, nonostante non fosse nella lista dei 200 selezionati, ha chiesto ugualmente di potersi ‘sfogare’ contro il Covid e mesi complicati.

“E’ un gesto liberatorio dopo mesi di pandemia e di didattica a distanza”, ha sottolineato una ragazza. “Come vedere la luce in fondo al tunnel”, tra i commenti.
Le urla sono state amplificate da appositi megafoni. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con il Comune di Firenze, il contributo di Fondazione Cr Firenze, in partnership con Mus.e, Hotel Kraft, Hotel Meridiana e il supporto tecnico di Omikron.

Met Ragazzi Estate: nell’Inferno dei Kinkaleri al Fabbricone

Met Ragazzi Estate: all’interno della rassegna  da giovedì 10 a domenica 13 giugno al Teatro Fabbricone alle ore 18 debutta in prima nazionale ‘Inferno’ di Kinkaleri, un lavoro che conduce i più piccoli (è indicato per bambini dagli 8 anni in su) in un viaggio di trasformazione, dalle tenebre alla luce.

La stagione teatro ragazzi del Met continua anche in  estate nello spazio open air adiacente al Teatro Fabbricone/Fabbrichino. In questa area verde dotata di un tappeto erboso ed una bordura coltivata con piante perenni e aromatiche, la compagnia TPO organizza atelier, spettacoli e concerti all’aperto. Il pubblico di bambini e famiglie viene accolto nel foyer della Sala Fabbrichino da cui potrà accedere al prato che si estende al bordo di una ciminiera oramai inattiva ma che simbolicamente rappresenta un trait d’union tra passato e presente della storia della nostra città.

Liberamente tratto da La Divina Commedia di Dante Alighieri, Inferno dei Kinkaleri spettacolo è un affondo nell’essenza del racconto dantesco, un’avventura grandiosa in un universo indescrivibile attraverso gironi infernali e spaventose visioni, fra peccatori e demoni, evocati in scena da Daniele Bonaiuti e Marco Mazzoni.

Prodotto da KLm / Kinkaleri in collaborazione con Fondazione Teatro Metastasio, Fondazione Toscana Spettacolo onlus, ‘Inferno’ è il risultato di un articolato laboratorio che il collettivo Kinkaleri ha intrapreso per mezzo del live streaming con le scuole cittadine durante la chiusura dei teatri e delle attività ad essi connesse: un lavoro che esplora dei linguaggi della scena come fulcro di un’esperienza da condividere come un film horror, d’avventura, o un romantico melò, tra demoni fatali e angeli svelati senza tempo.

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