“The Night Writer” arriva al Teatro Era

Al Teatro Era di Pontedera, venerdì 14 febbraio, alle 21 arriva l’attesissimo “The Night Writer” dell’artista fiammingo Jan Fabre, con protagonista una delle figure del teatro e del cinema italiano più apprezzate del momento, Lino Musella, che per questo ruolo è stato insignito del Premio UBU 2019 come miglior attore.

“The Night Writer. Giornale notturno” è un autoritratto. Jan Fabre di notte scrive, disegna e raccoglie, come in un flusso, i suoi pensieri sull’arte e sul teatro, sul senso della vita, sulla famiglia, sul sesso, sull’amore: dai vent’anni di un giovane di provincia, sino alla maturità dell’artista, celebrato in tutto il mondo. Come in una confessione, un mettersi a nudo con spregiudicatezza, con ironia e crudeltà, il copione raccoglie diverse pagine dei diari personali dell’autore, oltre abrani tratti dai suoi scritti per il teatro: La reincarnazione di Dio’ (1976), ‘L’Angelo della Morte’ (1996), ‘Io sono un errore’ (1988), ‘L’imperatore della perdita’ (1994), ‘Il Re del plagio’ (1998), ‘Corpo, servo delle mie brame, dimmi…’ (1996), ‘Io sono sangue’ (2001), ‘La storia delle lacrime’ (2005), ‘Drugs kept me alive’ (2012).

La lettura del diario – spiega il traduttore Franco Paris – ci introduce alle molteplici, contraddittore e intriganti sfaccettature di Jan Fabre, che si rivela di volta in volta visionario, disarmante e scaltro, pungente e commovente, provocatorio ed esitante, sovversivo e orgoglioso della propria tradizione figurativa fiamminga. Emerge poi un’evidente e significativa discrepanza tra la vita del giorno, ricca comunque di impressioni, sensazioni, lavoro, performance, mostre, progetti e quella – se possibile, ancora più intensa – della notte, intima, lacerante, sconvolgente, colma di furia creativa, ora meditativa, ora “sanguigna”. L’affermazione di una curiosità senza limiti e di un’inesauribile energia ruotano già in queste pagine intorno al ruolo del corpo, un corpo che è nel contempo spirituale e materiale, culturale e viscerale, sede del pensiero ma anche di sangue, urina, sperma, nucleo dell’eterno flusso di nascita-morte-rinascita. Un ritratto al rosso, profondo e coinvolgente.

Un’immagine tratta dallo spettacolo di “The Night Writer”

Le musiche dello spettacolo sono state realizzate dal musicista Stef Kamil Carlens, fondatore della band dEUS e leader degli Zita Swoon Group.  

Jan Fabre(Anversa, 1958) è artista visivo, regista e autore teatrale, da quarant’anni tra le figure più innovative della scena internazionale. Le sue opere sono state presentate nelle più importanti rassegne internazionali, tra cui la Biennale di Venezia, la Biennale di Lione, la Biennale di San Paolo, dOCUMENTA a Kassel. È il primo artista a cui il Museo del Louvre dedica un’importante mostra monografica (L’ange de la metamorphose, 2008). Negli ultimi anni, sono state allestite in Italia diverse personali dedicate alla sua opera: tra le più importanti ricordiamo quella di Palazzo Benzon di Venezia (Anthropology of a planet, 2007), del MAXXI di Roma (Jan Fabre. Stigmata, 2013) e quella realizzata nel centro storico di Firenze (Spiritual guards, 2016).

Tra le recenti pubblicazioni in Italia: Giornale notturno III (1992-1998), Edizioni Cronopio, Napoli, 2019, il terzo di tre volumi che raccolgono i diari personali dell’artista. Per Editoria&Spettacolo è uscito a marzo 2019 Jan Fabre. Teatro I primo volume di un progetto editoriale per la pubblicazione di tutti i testi per il teatro.

Lino Musella(Napoli, 1980), Premio Hystrio Anct 2015, ha lavorato tra gli altri con Antonio Latella, Mario Martone, Valter Malosti, Serena Sinigaglia; ha recitato nelle serie tv  ‘The Young Pope’  di Paolo Sorrentino e  ‘Gomorra’. Dal 2009 anima, con Paolo Mazzarelli, la Compagnia Musella Mazzarelli, con la quale ha dato vita agli spettacoli  ’Due Cani-ovvero la tragica farsa di Sacco e Vanzetti’ (2009), ’Figlidiunbruttodio’ (Premio In-box 2010), ’Crack Machine’ (2011), ’La Società-Tre atti di umana commedia’ (2012), ‘Strategie Fatali’ (Premio Hystrio alla Drammaturgia 2016), ‘Who’s the King'(2018).

Stef Kamil Carlens (Anversa, 1970) è compositore, cantante, musicista. Fonda nel 1991 con Tom Barman la band dEUS, che raggiunge il successo internazionale con Worst Case Scenarionel 1994. Nel 1996 lascia il gruppo dEUS e fonda la bandZita Swoon; collabora con musicisti della scena belga, quali Tom Pintens, Bjorn Eriksson, Tomas De Smet, Aarich Jespers. Carlens è anche artista visivo e compositore di musiche per il teatro.

Teatro Era

Via Indipendenza, s.n.c. – Pontedera (Pisa)

Mail: teatroera@teatrodellatoscana.it – Telefono: 0587.213988

Estate Fiorentina: Listri e Rivalta al Forte Belvedere

Sino al 20 ottobre, il Forte Belvedere ospita due importanti artisti italiani: Massimo Listri, con la mostra A perfect day, e Davide Rivalta, con My land, in un progetto ideato da Sergio Risaliti, promosso dal Comune di Firenze e organizzato da Mus.e.

Dal 2013 il Forte di Belvedere ha accolto oltre 700.000 visitatori per le mostre di Zhang Huan, Giuseppe Penone, Antony Gormley, Jan Fabre, YTALIA ed Eliseo Mattiacci, affermandosi come uno dei più importanti centri espositivi a livello internazionale sotto la direzione artistica di Sergio Risaliti. Quest’anno il Forte riapre, il 29 giugno, con grandi novità, a cominciare dalla fusione scientifica e culturale tra Forte di Belvedere e Museo Novecento, come annunciato dal Sindaco Dario Nardella. Saranno inoltre inaugurate due nuove sale espositive all’interno del Forte, in aggiunta a quelle della Palazzina.

Il cuore del programma estivo è ancora una volta la grande arte contemporanea. Sino al 20 ottobre, il Forte Belvedere ospita due importanti artisti italiani: Massimo Listri, con la mostra A perfect day, e Davide Rivalta, con My land, in un progetto ideato da Sergio Risaliti, promosso dal Comune di Firenze e organizzato da Mus.e.

Massimo Listri è oggi considerato maestro riconosciuto della fotografia di architettura e di ambiente. Nella palazzina del Forte saranno esposte 25 sue fotografie di grande formato. Una galleria di vedute fiorentine, tutti interni, luoghi di conclamata bellezza e notorietà, assieme ad altri spazi storici e industriali in città e nelle aree limitrofe, di cui Listri riesce a cogliere  la qualità formale, appropriandosene con un linguaggio fotografico modernista, contro l’immagine ‘musealizzata’ o ‘cartolinizzata’

Davide Rivalta è invece un artista capace di sovvertire la riproduzione figurativa del mondo animale, suo genere d’elezione, con sculture in bronzo in cui , dicono i curatori “l’alterità del soggetto, più che apparire riprodotta secondo argomenti tradizionali e imitativi, sembra essere diversamente presente e reale”. Sui bastioni e all’interno del Forte saranno esposte dodici sculture di grandi dimensioni in metallo, oltre a un wall painting, anzi wall drawing, che trasformerà le quattro sale del seminterrato in una grotta di Lascaux.

“Con la doppia personale di Massimo Listri e di Davide Rivalta – dichiara Risaliti, direttore artistico delle mostre al Forte di Belvedere e di Museo Novecento – viene aggiornata la tradizione del Forte di Belvedere, che dalla mai dimenticata personale di Henry Moore del 1972 è stato l’ambito traguardo di grandi maestri all’apice della loro carriera, un vero e proprio “altare” di consacrazione e storicizzazione. Quest’anno il Forte rinnova la propria vocazione alla contemporaneità per posizionarsi nel sistema dell’arte come palcoscenico interdisciplinare e per la valorizzazione delle nuove generazioni. In linea con quanto accade al Museo Novecento e in modo complementare a quanto proposto in città, il Forte di Belvedere si fa promotore di contemporaneità in Firenze, attore protagonista di un nuovo rinascimento avviato con le grandi esposizioni di questi ultimi anni da Jeff Koons e Urs Fischer in Piazza Signoria, a John Currin e Gleen Brown al Museo Bardini, fino ad Alighiero Boetti ed Emilio Isgrò in Salone dei Cinquecento. Adesso le mostre di Massimo Listri e Davide Rivalta ci appaiono diversamente complementari. A Listri riconosciamo quel tipo di magia nella fotografia che porta dall’esterno all’interno lo sguardo, per introdurlo alla metafisica del linguaggio visivo, quello degli spazi architettonici e della scultura come patrimonio di bellezza. Di Rivalta scopriamo una diversa magia, ancora più primordiale: quella di un artista che ancora vive e agogna all’aperto, che porta l’esterno all’interno. Rovesciando il rapporto dominante tra uomo e animale, Davide rivela poeticamente la presenza dell’origine dei tempi tra noi adesso. Con Listri facciamo l’esperienza della bellezza in arte e architettura come patrimonio inalienabile del linguaggio. Rivalta crea l’ultima possibilità di un incontro con la sovrana bellezza dell’animale, il più alieno tra noi di cui invidiamo e rimpiangiamo lo stare all’aperto. Due mostre che mettono in gioco lo stupore e la meraviglia, l’ineludibile diversità e distanza dell’altro, quella della magnificenza negli spazi storici e quella della regalità all’aperto, dominati dalla presenza della bellezza artistica in un caso e dello spirito animale nell’altro”.

“Con gioia torniamo ad aprire le porte del Forte di Belvedere – afferma Tommaso Sacchi, assessore alla cultura – uno dei ‘luoghi dell’anima’ di Firenze, molto amato dai cittadini, con questa nuova mostra che ne esalta le qualità intrinseche di sede privilegiata di esposizioni legate alla contemporaneità. Solo da pochi mesi il Forte di Belvedere è tornato definitivamente nella piena proprietà della città grazie alla firma di un accordo di valorizzazione con il Demanio e la Sovrintendenza e adesso il Comune intende investirvi ulteriormente per farlo diventare un polo di arte e cultura, un contenitore multidisciplinare della contemporaneità e un centro di produzione, di ricerca e di sperimentazione. Ma non solo: è nostra intenzione lavorare per mantenere il Forte aperto tutto l’anno con nuove iniziative che ne aumentino la fruibilità da parte del pubblico”.
Il biglietto del Forte di Belvedere dà diritto all’ingresso gratuito al Museo Novecento e viceversa.

“The night writer” di Jan Fabre al Teatro Fabbrichino

Freschissimo di debutto alla Triennale di Milano, da martedì 19 a domenica 24 marzo al Teatro Fabbrichino arriva il visionario e disarmante THE NIGHT WRITER. Giornale Notturno, un canto alla personalità sovversiva e intrigante di Jan Fabre, da quarant’anni tra le figure più innovative della scena internazionale, che ne cura il testo, le scene e la regia (feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30).

Grande coproduzione internazionale cui partecipa anche il Teatro Metastasio di Prato, The night writer è il primo lavoro realizzato in lingua italiana dal maestro fiammingo ed è un’autobiografia del suo pensiero d’artista tratteggiata attraverso brani tratti dai suoi diari personali (raccolti nei due volumi del Giornale Notturno, pubblicati in Italia da Cronopio) e da alcune sue opere (La reincarnazione di Dio, L’angelo della morte, Io sono un errore, L’imperatore della perdita, Il Re del plagio, Corpo, servo delle mie brame, dimmi…, Io sono sangue, La storia delle lacrime, Drugs kept me alive).

Ripercorrendo la vita di Fabre dai vent’anni del giovane ambizioso, autoironico, sempre fortemente determinato, sino alla sua maturità d’artista, noto oggi in tutto il mondo, amato e discusso per la sua arte iconica e provocatoria, sulla scena l’attore Lino Musella dà corpo e voce a un flusso di riflessioni sull’arte e sul teatro, sul senso della vita, sulla famiglia, sull’amore e sul sesso, e, soprattutto, sul ruolo del corpo “che è nel contempo spirituale e materiale, culturale e viscerale, sede del pensiero ma anche di sangue, urina, sperma”.

Sono pensieri che attraversano sia la vita diurna con il suo brusio di idee irresistibili e progetti ambiziosi, che quella notturna in cui la creatività diventa furiosa: “La lettura del diario ci introduce alle molteplici, contraddittorie e intriganti sfaccettature di Jan Fabre, che si rivela di volta in volta visionario, disarmante e scaltro, pungente e commovente, provocatorio ed esitante, sovversivo e orgoglioso della propria tradizione figurativa fiamminga. (…) Emerge poi un’evidente e significativa discrepanza tra la vita del giorno, ricca comunque di impressioni, sensazioni, lavoro, performance, mostre, progetti e quella – se possibile ancora più intensa – della notte, intima, lacerante, sconvolgente, colma di furia creativa, ora meditativa, ora ‘sanguigna’ ” (Franco Paris, curatore de Giornale notturno).

Intorno allo spettacolo, Venerdì 22 marzo a fine spettacolo sul palco del Fabbrichino è previsto un incontro del ciclo Lo spettatore attento, con il criticoRODOLFO DI GIAMMARCO che approfondirà insieme all’attore Lino Musella l’affondo nel ritratto d’artista di Jan Fabre.

INFO:

www.metastasio.it

Forte di Belvedere: firmato passaggio proprietà al Comune

Il Forte di Belvedere, storica fortezza medicea che fungeva da baluardo di difesa per la città, torna definitivamente alla città e diventerà un polo di arte e cultura, un contenitore multidisciplinare della contemporaneità e un centro di produzione, di ricerca e di sperimentazione. Sarà inoltre aumentata la sua fruibilità, studiando la possibilità di tenerlo aperto per tutto l’anno e non solo in estate in occasione di mostre, come accade attualmente.

Questi i punti chiave dell’Accordo di valorizzazione del bene tra Comune, Demanio e sovrintendenza che ieri, con la firma tra amministrazione e Demanio, è tornato definitivamente proprietà del Comune. La delibera di autorizzazione all’acquisizione gratuita del Forte, ai sensi dell’articolo 5 comma 5 del decreto legislativo 85 del maggio 2010, è stata approvata dal consiglio comunale a dicembre 2017.

“Finalmente – dichiara il sindaco Dario Nardella – si conclude un lungo percorso che restituisce uno dei ‘luoghi dell’anima’ di Firenze, amatissimo dai cittadini, che l’amministrazione intende ulteriormente valorizzare e vocare all’arte e alla cultura”.

Il Forte di Belvedere, nome originario Forte di San Giorgio, fu costruito a partire dal 1589 su progetto di Bernardo Buontalenti, ultimo importante intervento di fortificazione cittadina. E’ costituito da quattro bastioni principali e due minori, ha una forma a stella e al centro vi si trova una Palazzina a tre piani, tipologia insediativa a metà tra la fortezza-palazzo e la villa extraurbana. L’orologio sulla Palazzina è una aggiunta successiva, risalente alla seconda metà del XVIII secolo.

Nel corso del tempo la Fortezza perse la sua funzione originaria di baluardo difensivo e nel ‘700 fu trasformata in una caserma. Nel 1958, grazie a una convenzione tra Intendenza di Finanza, proprietaria dell’immobile, e il Comune, la Fortezza divenne nuovamente fruibile al pubblico, sede di eventi e mostre prestigiose almeno fino agli anni ’90, quando la convenzione scadde. Nel 1999 fu stipulata una nuova convenzione tra Ministero delle Finanze e Comune che dava il Forte in uso all’amministrazione in cambio della manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre che dell’adeguamento delle norme di sicurezza. Dopo due tragiche morti il Forte è stato chiuso per lavori di messa in sicurezza, con un investimento dell’amministrazione pari a poco meno di due milioni di euro, tra il 2008 e il 2013, quando venne restituito alla città. Negli ultimi anni notevoli sono stati anche gli interventi di manutenzione ordinaria, pari a 1,3 milioni dal 2011.

Tra le principali mostre che vi si sono svolte negli ultimi anni ricordiamo Dani Karavan (1978), Michelangelo Pistoletto (1984), Arnaldo Pomodoro (1986), Fernado Botero (1991), Mimmo Paladino (1993), Jean Michel Folon (2005), Zhang Huan (2013), Giuseppe Penone (2014), Antony Gormley (2015), Jan Fabre (2016), Ytalia (2017), ed Eliseo Mattiacci (2018).

L’accordo intende proseguire la valorizzazione del Forte aumentandone le potenzialità culturali e la fruibilità, e creare sinergie con soggetti pubblici e privati secondo variegati assi di sviluppo e progettazione culturale.

La sua vocazione di contenitore multidisciplinare della contemporaneità e la sua ubicazione strategica sono caratteristiche che ne fanno il punto di arrivo di assi culturali che virtualmente attraversano la città: l’asse culturale dal Novecento al contemporaneo, coinvolgendo il Museo Novecento, il museo Marino Marini, Palazzo Strozzi, Murate; l’asse culturale dei giardini dell’Oltrarno, da Boboli a quello delle Rose; l’asse culturale tra museo Bardini, Villa Bardini e Pitti; l’asse storico documentario tra biblioteca Nazionale, Gabinetto Vieusseux, archivi storici; asse della storia del costume, dalla Galleria del costume ai musei Gucci e Ferragamo.

Il Forte, nell’Accordo di valorizzazione, continuerà l’attuale vocazione di sede espositiva privilegiata, sia mediante lo svolgimento di mostre temporanee, eventi e installazioni site specific, sia mediante la creazione di un centro culturale di respiro internazionale sede di attività di alta rappresentanza istituzionale e di sostegno alla produzione di nuove espressioni artistiche, con particolare attenzione alla contemporaneità, in sinergia con musei, istituti e luoghi di cultura.

Tra gli altri obiettivi, è prevista la conservazione ordinaria e la valorizzazione del complesso monumentale e ambientale del Forte, compresi gli spazi verdi, potenziandone le modalità di fruizione e rendendo ove possibile aperti la palazzina e le aree verdi non solo nel periodo estivo. Lo sviluppo di sinergie con gli istituti culturali presenti in città e il mondo imprenditoriale permetterà lo sviluppo e la creazione di network culturali per incrementare la conoscibilità e l’attrattibilità del complesso rendendolo anche fucina di cultura contemporanea.

E’ previsto tra l’altro il graduale spostamento degli archivi della Biblioteca nazionale, attualmente ivi presenti, per rendere gli spazi più funzionali per le mostre e per le altre attività.

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