Ricercatori dell’università di Pisa risolvono ‘hyperon puzzle’

Una soluzione del cosiddetto ‘hyperon puzzle’, un paradosso scientifico che riguarda la relazione fra la massa delle stelle di neutroni e la presenza di iperoni al loro interno, è stata proposta da una ricerca che Ignazio Bombaci e Domenico Logoteta, dell’Università di Pisa, hanno svolto in collaborazione con Isaac Vidaa, della Sezione di Catania dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e che è appena stata pubblicata sull’European Physical Journal.

Le stelle di neutroni sono gli oggetti macroscopici più densi dell’universo e rappresentano degli incomparabili laboratori naturali per investigare i costituenti della materia e le loro interazioni in condizioni fisiche estreme, che non possono essere realizzate in nessun laboratorio terrestre, spiega una nota. La struttura di questi corpi celesti è assai complessa ed in parte non completamente nota. Secondo gli scienziati, nella regione più interna della stella, il cosiddetto core, oltre ai neutroni e ai protoni (detti collettivamente nucleoni), sarebbero presenti altre particelle subatomiche, fra cui gli iperoni. Ci sono infatti delle stelle di neutroni la cui massa misurata è più grande di quanto previsto, teoricamente considerata la presenza degli iperoni. Queste particelle, infatti, rendono la materia ‘più soffice’ e di conseguenza, diminuiscono la massa limite al di sopra della quale una stella di neutroni collassa in un buco nero.
Per spiegare il puzzle, i fisici dell’Ateneo pisano hanno quindi ipotizzato la presenza di una forza a tre corpi fra nucleoni e iperoni, che avrebbe un duplice effetto sulle proprietà della materia stellare: fa sì che gli iperoni si formino nel core stellare a densità più alte e inoltre, ne riduce notevolmente la concentrazione. “Questi due effetti combinati – conclude il professor Bombaci – fanno aumentare la pressione all’interno della stella, ossia fanno diventare ‘più dura’ la materia stellare, il che rende possibile ottenere stelle iperoniche, cioè stelle di neutroni contenenti iperoni, che hanno masse in accordo con i valori misurati, risolvendo in tal modo l’hyperon puzzle”.

Torna Bright 2019: la Notte dei Ricercatori in Toscana

Torna venerdì 27 settembre la “Bright: Notte dei Ricercatori in Toscana”, la manifestazione dedicata alla scienza. L’evento vedrà coinvolti oltre 1500 ricercatori in un programma da oltre 350 tra incontri, eventi, spettacoli e presentazioni. L’iniziativa è stata presentata oggi a Palazzo Strozzi Sacrati.

La Notte dei Ricercatori è un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea. La Regione Toscana la festeggia in 14 città con il nome di Bright (“Brilliant Researchers Impact on Growth and Trust in research”). La manifestazione vede la presenza dell’Università di Siena, le Università di Firenze e Pisa, l’Università per Stranieri di Siena, la Scuola Superiore di Studi Universitari Sant’Anna, la Scuola Normale Superiore di Pisa, la Scuola IMT Alti Studi Lucca, il CNR, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l’Istituto di Geofisica e Vulcanologia (sezione di Pisa).

Il tema maggiore di questa edizione è la sostenibilità e le sue declinazioni, sia nell’ambiente, nell’economia che nella vita quotidiana. I ricercatori saranno protagonisti di molte attività rivolte a tutti, anche a famiglie e ai più piccoli. Tra queste anche “Polli: Bright”, progetto di Citizen Science sugli insetti impollinatori in Toscana. Gli eventi si svolgeranno a Firenze, Siena, Pisa, Lucca, Livorno, Grosseto, Arezzo, Prato, Colle Val D’Elsa, San Giovanni Valdarno, Calci, Cascina, Pontedera, Viareggio.

“La sfida è valorizzare il ruolo della ricerca che assieme all’alta formazione ha una grande importanza per lo sviluppo dei territori: anche sullo sviluppo sostenibile”, spiega la vice presidente ed assessora alla cultura della Toscana, Monica Barni nella conferenza stampa. “In questi anni abbiamo cercato di aiutare ed accrescere la collaborazione tra atenei: una modalità di lavoro – conclude – che ritroviamo anche nell’organizzazione della notte dei ricercatori”.

Il programma completo è disponibile al seguente link: http://www.bright-toscana.it/

Medaglia Galilei al fisico argentino Maldacena

Nel giorno di compleanno di Galileo Galilei, la medaglia dedicata al fondatore della fisica moderna è stata assegnata al fisico teorico argentino Juan Martín Maldacena, dell’Università americana di Princeton, padre della gravità quantistica.

Istituito quest’anno e assegnato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) in collaborazione con il Galileo Galilei Institute (Ggi) di Firenze, il premio riconosce la grande influenza che sulla fisica contemporanea hanno avuto le idee pionieristiche di Maldacena, in particolare “per la scoperta della dualità tra gravità e teoria quantistica dei campi, con implicazioni di vasta portata”.
La consegna è prevista il 2 maggio ad Arcetri. Nato a Buenos Aires nel 1968, Maldacena è una delle personalità più influenti della fisica teorica degli ultimi decenni. Le sue intuizioni hanno aperto nuove prospettive nell’ambito delle teorie più avanzate della fisica contemporanea, come quella delle stringhe, la teoria dei campi e la gravità quantistica. Maldacena “è stato il primo a proporre, nel 1997, una precisa corrispondenza olografica fra la gravità e la teoria dei campi. Come un ologramma, pur essendo bidimensionale, contiene tutta l’informazione sull’oggetto tridimensionale che rappresenta, così una teoria quantistica dei campi definita sul bordo dello spaziotempo permette di ottenere informazioni sulla gravità presente ovunque”, ha rilevato il capo della commissione teorica dell’Infn, Alberto Lerda.
Le conseguenze delle sue ricerche si sono fatte sentire in molti campi della fisica, come nello studio della materia primordiale fatta di un plasma di quark e gluoni e nella termodinamica dei buchi neri.
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