Protesta in carcere a Prato, celle in fiamme

Una protesta è in corso anche al carcere in Prato. Polizia e carabinieri hanno cinturato la zona del penitenziario. Ci sarebbero celle a fuoco, sul posto intervengono anche i vigili del fuoco. Dall’esterno si sentono le grida. Lo riferisce l’Ansa.

Tra le urla che si sentono all’esterno quelli di “indulto” e “libertà”. La protesta era cominciata in mattinata, in una sezione. Quando la rivolta sembrava essere stata circoscritta, invece si è estesa ad altre zone del carcere, arrivando a coinvolgere almeno due sezioni. Nel carcere di Prato ci sono circa 600 detenuti.

I disordini nel carcere di Prato “riguardano il settore con detenuti di media sicurezza. Non
tutti i detenuti partecipano alla rivolta. In questo momento ci risulta che un gruppo sta cercando di sfondare un cancello esterno al loro reparto. Il cancello dà accesso a un cortile che, comunque, resta dentro la struttura”. E’ quanto si apprende dal prefetto di Prato Rosalba Scialla riguardo alla protesta in corso nel carcere cittadino della Dogaia. La prefetto conferma che la zona è stata circondata dalle forze dell’ordine e che ci sono celle date alle fiamme. “Sono in contatto col direttore del carcere e col questore, la situazione sta evolvendo momento per momento”, ha aggiunto Scialla.

Da questa mattina sono una trentina le carceri dove si stanno svolgendo proteste da parte dei detenuti, alcuni dei quali chiedono l’amnistia a causa dell’emergenza Coronavirus. Gravi disordini si registrano nei carceri di San Vittore a Milano e di Rebibbia a Roma, dove alcuni reclusi avrebbero assaltato le infermerie. Tentativi di evasione sono stati bloccati nel carcere di Foggia e in quello palermitano dell’Ucciardone. Sei i detenuti morti, a causa di overdose dopo avere sottratto farmaci alle infermerie: tre a Modena ed altri tre a Parma, Alessandria e Verona.

La liberalizzazione delle telefonate e l’allestimento di nuove postazioni per i collegamenti via Skype per consentire ai detenuti di parlare con i propri familiari, dopo la sospensione dei colloqui in carcere per via dell’emergenza coronavirus. E’ l’appello, lanciato da Michele Miravalle, coordinatore nazionale Osservatorio Antigone, dopo le violenti proteste. “La nostra priorità – sottolinea – è fermare ogni forma di protesta violenta, che significherebbe un irrigidimento della amministrazione penitenziaria nei confronti delle richieste dei detenuti. I nostri osservatori sono a disposizione per fermare le rivolte che sono dannose per tutti”.

Ancora episodi di violenza nelle carceri Toscane

Nelle carceri Toscane si sono registrati nuovi episodi di violenza. Un detenuto si è scagliato contro un agente di polizia penitenziaria nel carcere di Massa, causandogli una lesione della cornea. Un altro episodio simile è avvenuto nell’istituto della Dogaia di Prato. Invece un altro detenuto, con problemi psichiatrici, ha appiccato il fuoco alla sua cella nel carcere di san Gimignano.

Nel pomeriggio di ieri, un detenuto si è scagliato con violenza contro un agente di polizia penitenziaria per motivi futili nel carcere di Massa. L’uomo infatti ha colpito un diversi pugni al volto il poliziotto che stava controllando il reparto. Alla vittima gli è stata diagnosticata una lesione cornea all’occhio e una prognosi di 10 giorni. L’episodio è stato reso noto da Donato Capece, segretario generale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria).
Capece fa sapere che la situazione si è notevolmente aggravata rispetto agli anni precedenti. Sono stati resi noti i numeri degli eventi critici avvenuti tra le sbarre nel primo semestre del 2019: 5.205 atti di autolesionismo, 683 tentati suicidi, 4.389 colluttazioni, 569 ferimenti, 2 tentati omicidi. I decessi per cause naturali sono stati 49 ed i suicidi 22. Ci sono state inoltre molte evasioni di cui 5 da istituto, 23 da permessi premio, 6 da lavoro all’esterno, 10 da semilibertà, 18 da licenze concesse a internati.
Un altro agente di polizia penitenziaria è stato invece aggredito da un detenuto all’interno istituto della Dogaia di Prato. Lo ha fatto sapere il vice segretario generale dell’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) Giuseppe Proietti Consalvi. Il fatto si è verificato quando nella sezione detentiva stava passando l’infermiera per la somministrazione della terapia serale. Il detenuto stava infatti nel corridoio senza un giustificato motivo; quando l’agente ha invitato l’uomo a rientrare in cella oppure ad andare in saletta in socialità, egli si è innervosito colpendolo più volte. L’agente ha riportato diverse contusioni e una prognosi di dieci giorni. “Risulta di irrinunciabile urgenza l’adozione di idonei correttivi da parte del capo del Dap Francesco Basentini e del guardasigilli Afonso Bonafede atteso che quasi tutti gli istituti del distretto sono completamente abbandonati al loro destino nel più totale sfacelo”, commenta Proietti Consalvi.
L’ultima aggressione è avvenuta a San Gimignano. Un detenuto del reparto isolamento e con chiari problemi psichiatrici ha appiccato il fuoco alla propria cella. “Quanto accaduto è il risultato di una politica penitenziaria attuata in assoluto dispregio delle condizioni di lavoro del personale di polizia penitenziaria. Quest’ultimo spesso è lasciato solo ad operare nelle sezioni e in assoluta ristrettezza di mezzi e di supporti anche con 100/150 detenuti alla volta e anche con detenuti di estrema pericolosità”, denuncia il vice segretario generale dell’Osapp.
Exit mobile version