Proiettile in busta al Tirreno e minacce ai giudici, solidarietà del Consiglio regionale e di Simona Bonafè

Livorno, una busta con un proiettile e minacce ai giudici è stata indirizzata al direttore del Tirreno Luciano Tancredi e fa riferimento alla vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito.

Lo riferisce il quotidiano livornese nell’edizione odierna pubblicando l’immagine del proiettile e del foglio a quadretti in cui c’è scritto in maiuscolo, a stampatello, la frase: “Se Alfredo Cospito muore i giudici sono tutti obiettivi 2 mesi senza cibo fuoco alle galere”.

La missiva è arrivata ieri dentro una busta gialla francobollata nella sede di Livorno del giornale. La polizia ha sequestrato tutto il materiale. Accertamenti sono in corso.

“Un atto grave, da non sottovalutare, da condannare con fermezza che sono certo non influenzerà comunque l’operato del direttore Luciano Tancredi e di tutti i professionisti del Il Tirreno che ogni giorno lavorano a servizio dell’informazione per le cittadine e i cittadini. A tutti loro va, immediata, la solidarietà mia e di tutto il Consiglio regionale”. Così il presidente Antonio Mazzeo appresa la notizia di una busta con proiettile e minacce ai giudici indirizzata al direttore della redazione livornese del giornale.

Così, Simona Bonafé, segretaria del Pd toscano: “Veniamo a conoscenza, a pochi minuti di distanza, di due gravissimi episodi di minacce con invio di cartucce e proiettili, in Toscana, nei confronti del direttore del Tirreno e del sindaco di Castelfiorentino. Due vicende diverse, che però riguardano un giornalista e un amministratore: due figure, ognuno per il proprio ruolo, al servizio della comunità. Siamo certi che entrambi andranno avanti senza lasciarsi intimorire e auspichiamo che le forze dell’ordine individuino presto i responsabili. Nel frattempo, ad entrambi, la solidarietà del Pd toscano”.

 

🎧 ‘Il Tirreno’, nasce l’edizione dedicata a Firenze

Da oggi il quotidiano Il Tirreno (guppo Sae) ha una sua edizione dedicata alla città di Firenze. La nuova iniziativa editoriale è stata presentata con un evento al quale hanno partecipato, fra gli altri, il sindaco Dario Nardella e il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

“In 15 mesi abbiamo costruito un’azienda che fattura 46 milioni di euro con dei numeri molto interessanti e positivi”, ha affermato Alberto Leonardis, presidente del gruppo Sae, secondo cui “il punto di arrivo di questo percorso è sicuramente l’apertura a Firenze” del Tirreno.

©Controradio

In podcast l’intervista al direttore de Il Tirreno, Luciano Tancredi, a cura di Gimmy Tranquillo.

Il Tirreno “vuole diventare il giornale della Toscana – ha detto il direttore del giornale, Luciano Tancredi – affrontando i temi della città in chiave regionale”. A Firenze, secondo Tancredi, “mancava un giornale di area progressista che affrontasse i temi dei diritti, della città”, e dunque “ci presentiamo con umiltà e fair play nella piazza, non pensando di venire qua a conquistare enormi fette di mercato ma che ci sia un piccolo spazio per il nostro giornale e per l’area culturale di informazione che rappresentiamo”.

Per Nardella “una voce in più significa un grande apporto al pluralismo dell’informazione, significa più opportunità di informarsi per i cittadini”, e a Firenze “c’è tutto lo spazio perché il confronto, il dialogo e l’informazione crescano sempre di più”. Secondo Giani “il fatto di vivere questa sfida da parte del Tirreno è un fatto davvero significativo, e io spero che possa avere successo”

Il Tirreno, per il secondo giorno consecutivo non in edicola

Livorno, Il Tirreno per il secondo giorno consecutivo non è in edicola per lo sciopero dei giornalisti, in lotta contro il piano aziendale non condiviso.

Ed oltre alla solidarietà ai giornalisti del Tirreno, espressa dai sindacati e dal Pd della Toscana, arriva in serata tramite agenzia, quella del sindaco di Livorno Luca Salvetti.

Sostegno ai lavoratori de Il Tirreno e la richiesta che la Regione Toscana attivi un tavolo di crisi per la vertenza che interessa il quotidiano. E’ quanto assicurato dal sindaco di Livorno che ha scritto al governatore toscano Eugenio Giani dopo aver incontrato oggi, insieme all’assessore al lavoro Gianfranco Simoncini, alcuni rappresentanti del Cdr del quotidiano per “avviare un percorso di concreto affiancamento ai lavoratori, giornalisti e poligrafici e per informarli che l’Amministrazione comunale metterà in campo tutto il il proprio impegno a tutela della qualità dell’informazione e del patrimonio di competenze e occupazione rappresentato dalla testata”.

Simoncini, spiega una nota, ha sottolineato che data l’importanza della vertenza vi debba essere l’attenzione e un intervento della Regione Toscana e del Governo considerata anche, la dimensione sovraregionale dei giornali coinvolti dalle misure preannunciate nuova proprietà.

Per questo il sindaco Salvetti subito dopo l’incontro con il Cdr ha scritto a Giani. “I rappresentanti del Comitato di redazione del Tirreno che mi hanno rappresentato le difficoltà aperte con la nuova proprietà, che ha preannunciato un pesante ricorso alla cassa integrazione, che, a dire delle rappresentanze sindacali, metterebbe in dubbio la qualità dell’informazione garantita dal giornale. Mi hanno inoltre informato di aver chiesto un intervento del tavolo di crisi regionale. In relazione del ruolo del Tirreno nel mondo dell’informazione regionale e del peso occupazionale che il quotidiano riveste nella nostra Città, sono ad auspicare che possa esserci una risposta positiva della Regione Toscana alla richiesta avanzata dal Cdr”.

“Lockdown, un anno dopo”: un libro racconta i 12 mesi segnati dal Coronavirus

Realizzato con il contributo dei giornalisti e delle giornaliste della Toscana. È stato presentato durante una conferenza stampa con il presidente Giani, il presidente del Consiglio regionale Mazzeo

I dodici mesi che hanno cambiato il mondo e anche la Toscana, diventano un libro. Si intitola “Lockdown, un anno dopo – I 12 mesi che hanno cambiato le nostre vite nel racconto e nelle immagini dei protagonisti dell’informazione toscana”.

Il 9 marzo 2020 veniva annunciato il lockdown. Oggi, 9 marzo 2021, la Regione Toscana ricorda con un libro l’inizio di quel periodo di sospensione che ha cambiato radicalmente il modo di vivere. ‘Lockdown, un anno dopo’, questo il titolo della pubblicazione curata dal Consiglio regionale, ricostruisce – come recita il sottotitolo – ‘I12 mesi che hanno cambiato le nostre vite nel racconto e nelle immagini dei protagonisti dell’informazione toscana’. Un volume giornalistico e principalmente fotografico, di formato quadrato, nato per raccontare senza retorica. Immagini simbolo si fondono a immagini di vita quotidiana scattate dai fotografi delle principali testate di carta stampata della Toscana: dalle mascherine stese in terrazza ai concerti sui balconi, dalle piazze vuote alle code nei supermercati, dal vagare distratto e disorientato delle persone smarrite nel grigio della copertina, alla radiosità dell’estate, ai vaccini che portano speranza.

“Questo libro ricorda quello che abbiamo vissuto e che non ci saremmo mai aspettati di vivere – ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – ma ci insegna anche quanto giornalisti e fotografi siano stati partecipi dell’emergenza, quanto abbiamo esposto se stessi anche al rischio della vita pur di assicurare la corretta informazione. Questo libro è una testimonianza ma rappresenta anche un’occasione per ringraziare chi ha garantito un servizio indispensabile per i cittadini durante un periodo così complesso tra rischi e cambiamenti”. “Il virus – ha concluso il presidente Giani – ci ha insegnato quanto è importante essere tutti uniti di fronte alle situazioni di crisi: istituzioni, stampa, volontariato, sistema sociosanitario, protezione civile. La stessa unità sarà necessaria quando dall’emergenza sanitaria passeremo a quella sociale ed economica, sarà un elemento essenziale per affrontare al meglio la situazione”.

Accanto a Giani il presidente del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo, che spiega: “Ricordiamo un giorno che ha fatto la storia con un libro che vuol dire grazie ai cittadini toscani per la pazienza e la responsabilità con la quale hanno accettato il cambiamento, ma vuole anche di nuovo sottolineare il lavoro svolto dagli operatori di prima linea, dai sanitari, dal mondo del volontariato ed anche dal mondo dell’informazione mentre noi eravamo chiusi in casa”. “E’ un racconto fotografico di come è cambiata la nostra vita, dalle piazze vuote alle terapie intensive piene – aggiunge Mazzeo – dalle saracinesche abbassate alla speranza che viene dagli anticorpi monoclonali di Toscana Life Science, fino ai primi vaccini che mettono in sicurezza i più fragili. Troverete un racconto difficile, che parla anche di migliaia di morti, ma che vuol guardare al futuro con la speranza di una fase nuova, di una vera ripartenza”.

Alla presentazione del volume hanno partecipato, in presenza o in remoto, il direttore del CorriereFiorentino Roberto De Ponti, il direttore de Il Tirreno Stefano Tamburini, il vicedirettore de La Nazione Piero Fachin, il caporedattore de La Repubblica Firenze Fabio Galati, oltre al presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana Carlo Bartoli ed al Presidente dell’Associazione stampa Sandro Bennucci.

“I giornalisti si sono trovati in prima linea durante l’emergenza – ha ricordato Bennucci – all’improvviso, di fronte ad un virus che uccideva e di cui si sapeva pochissimo. I giornalisti si sono ritrovati ‘al fronte’, a raccontare quello che avveniva mentre le persone dovevano stare chiuse in casa. Il sistema carta stampata-tv-radio si è rivelato importantissimo. I cronisti sono divenuti anche oggetto di rabbia e bersaglio di sfoghi ma hanno raccontato quello che stava davvero accadendo, così come è stato essenziale il ruolo degli uffici stampa istituzionali che hanno fatto circolare le informazioni necessarie e corrette, dalle realtà più grandi ai piccoli Comuni. L’emergenza ha evidenziato pesantemente la differenza tra la vera informazione e le fake news”.

“La buona informazione si è rivelata essenziale per la nostra vita – ha concluso il presidente dell’Odg Bartoli – avere a disposizione informazioni corrette, esatte, verificate si è rivelato determinante. Questo libro mostra anche il lavoro, il ruolo, le difficoltà il sacrificio degli operatori della stampa ed è importante mostrarlo, soprattutto ora che il disagio sociale tende a scaricarsi anche contro chi fa informazione con atti di minaccia e violenza. Questo fato è paradossale e tutti i giornalisti dovrebbero essere fieri del contributo che il loro lavoro ha dato e sta dando nella lotta alla pandemia”.

Le foto contenute nel libro ‘Lockdown, un anno dopo’ sono state messe a disposizione dai quotidiani il Corriere Fiorentino, La Nazione, La Repubblica Firenze, Il Tirreno e sono opera dei fotografi Claudio Giovannini (New Presse Photo) per La Nazione; CGE Fotogiornalismo per Repubblica; Massimo Sestini per il Corriere Fiorentino; Franco Silvi, Dario Marzi, Massimo Matelli, Paolo Barlettani per Il Tirreno e, infine, del freelance Fabio Muzzi.

 

 

 

Minacce a giornalisti: Lamorgese, massima attenzione su tema

Incontro fra Odg Toscana e Lamorgese col centro che monitora gli atti intimidatori a esponenti media

“Stiamo seguendo con la massima attenzione il tema delle minacce ai giornalisti, veicolate anche attraverso la rete, perché la stampa è garanzia di circolazione delle notizie ed anche per questo è componente fondamentale della nostra democrazia: dunque non vanno sottovalutati gli atti intimidatori che devono sempre essere denunciati alle forze di polizia anche per una più efficace opera di prevenzione e contrasto di questo gravissimo fenomeno”.

Lo ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in occasione della riunione del Centro di coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente e di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti. Lamorgese, spiega una nota, ha impresso nuovo impulso alle attività del Centro di coordinamento presso il Viminale fin dalla prima riunione da lei presieduta il 10 gennaio 2020, cui è seguita una direttiva ai prefetti per avviare un monitoraggio strutturato che consenta di delineare in maniera dinamica un quadro complessivo conoscitivo degli scenari di rischio a livello territoriale nonché delle iniziative conseguentemente assunte.

“Un sincero ringraziamento alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, per la sensibilità e l’attenzione” è stato espresso dall’Ordine dei giornalisti della Toscana nel corso dell’incontro del “Centro di Coordinamento per le attività di monitoraggio sugli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti”, convocato al Viminale dopo i gravi episodi di cui sono stati oggetto colleghi del Tirreno e di altre testate toscane. Un ringraziamento e un riconoscimento, riferisce una nota dell’Ordine, “anche per l’efficienza con la quale Prefetti e forze dell’ordine della Toscana sono intervenuti per contrastare questi atti”. L’incontro si è svolto oggi in videoconferenza. Il presidente di Odg Toscana, Carlo Bartoli, ha chiesto alla ministra di “intensificare l’attività di prevenzione al fine di scoraggiare atteggiamenti minacciosi nei confronti dei giornalisti toscani sui social e ha ricordato l’importanza di introdurre in legge un’aggravante specifica per i reati di minacce e violenze che hanno per oggetto i giornalisti”.

Presenti oggi anche il capo di gabinetto del Viminale Bruno Frattasi, il vicedirettore generale del dipartimento della Pubblica sicurezza Vittorio Rizzi, il presidente e il segretario generale della Federazione nazionale della stampa Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna. E ancora, il presidente dell’Ordine regionale della Toscana Carlo Bartoli, il presidente dell’Associazione Stampa Toscana Sandro Bennucci, e per Il Tirreno il direttore Stefano Tamburini e il rappresentante del Comitato di redazione Giulio Corsi. Nel 2020 gli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti sono stati 163, l’87% in più rispetto al 2019 (87 casi). Nel 2021, gli episodi registrati sono 23

Movida. quel ‘pasticciaccio brutto’ degli Assistenti Civici

A cosa servono davvero? Di cosa dovrebbero occuparsi? Con quali mansioni? E quali poteri? Mentre infiamma la polemica politica ne abbiamo parlato con LUCA CINOTTI, capocronista il Tirreno di Lucca

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