Visco: “Reddito di cittadinanza garantirà povertà relativa”

Quest’oggi il il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, presso la Scuola Sant’Anna di Pisa ha presentato il suo ultimo libro, ‘Anni Difficili’; questa è stata anche l’occasione per trattare gli argomenti dell’attualità politica, a cominciare dalla manovra del governo giallo-verde, in particolare sul reddito di cittadinanza.

“Ritengo impossibile gestire il reddito di base – ha affermato Visco davanti ad una platea di studenti e docenti -, ovvero una cifra prestabilita per ciascuno, indipendente dalla fascia sociale di provenienza, mentre il reddito di cittadinanza può essere una variante del reddito di inclusione volta a garantire un periodo di povertà relativa tra un lavoro e l’altro. E questo ovviamente avverrà per molti”.

“L’Italia ha una difficoltà di crescita soprattutto sul piano ciclico – ha proseguito il governatore -, sul piano dell’economia reale e a questa bisogna far fronte mantenendo la politica monetaria sostanzialmente accomodante della Bce e con interventi però anche di struttura per rimettere le possibilità di crescita su una traiettoria soddisfacente”.

“L’Italia ha bisogno di una vera riforma fiscale che manca da 20 anni – ha argomentato ancora Visco -, invece c’è stato un insieme di interventi che non ha la stessa efficacia. Non si è mutata la distribuzione del reddito come è avvenuto altrove, ha avuto invece uno spostamento verso il basso legata all’economia reale”.

 “Credo – ha aggiunto – che se in futuro il lavoro si riduce, soprattutto nel settore manifatturiero, probabilmente bisogna porsi il problema della distribuzione del reddito e delle risorse, legato anche all’orario di lavoro, e del diritto di proprietà. Questo spiega anche perché in Europa è necessario essere uniti su questo aspetto superando la logica degli antitrust nazionali”.

“Prima o poi ci dovrà essere in Europa l’unione fiscale altrimenti difficilmente possiamo mantenere l’unione monetaria. Se ci fu un errore quando siamo entrati nell’unione monetaria – ha sottolineato – è stato non pensare di mettere in comune il debito, questo non per far pagare ad altri i nostri peccati: era la principale preoccupazione dei tedeschi. Tuttavia è necessario immaginare qualche meccanismo diverso per mettere insieme un nucleo del debito pubblico dei diversi Paesi, lasciando la parte residua a carico dei singoli Stati.”

Il governatore Visco ha quindi concluso il suo intervento a Pisa, spiegando che, “Nei miei incontri pubblici ormai mi sono convinto che l’Italia ha bisogno di una riforma fiscale ampia non di una serie di interventi fiscali legati ad esempio agli a 80 euro”.

Visco (Bankitalia): “Da Boschi nessuna pressione”

Il governatore della Banca d’Italia, davanti alla commissione d’inchiesta banche, ha anche affermato che non ci fu insistenza nella vicenda neanche da parte dell’allora premier Renzi

L’allora ministro Maria Elena Boschi nei suoi due incontri con il vice dg di Banca d’Italia Panetta “non effettuò alcune sollecitazione di alcuna natura su Etruria nè chiese informazioni riservate e sottolineò la stima per la Banca d’Italia anche se l’azione di quest’ultima avrebbe comportato sofferenze per la sua famiglia”. E’ quanto sottolinea ulteriormente il governatore Ignazio Visco leggendo il verbale riassuntivo stilato all’epoca. La Boschi chiese dell’impatto sul territorio aretino della crisi.

Il governatore Visco ha quindi sottolineato, leggendo il verbale riassuntivo di quell’incontro fra il ministro Boschi e il vice dg Panetta, come il ministro “ha chiarito di non voler trattare atti e decisioni relativi a Etruria o alle sanzioni ricevute dal padre” Pier Luigi, vicepresidente dell’istituto aretino. I due incontri avvennero nel novembre 2014 e poi nel gennaio 2015. L’istituto venne commissariato nel febbraio 2015.
“Insistenza non l’ho notata”: è quanto ha poi precisato il governatore della Banca d’Italia in commissione di inchiesta sulle banche rispondendo alle domande di alcuni commissari che gli chiedevano se avesse percepito un’insistenza da parte dell’allora premier Matteo Renzi nelle sue richieste su Banca Etruria. “Ho avuto la richiesta del presidente del Consiglio Renzi che mi è sembrata divertente, quella degli orafi di Arezzo con gli orafi di Vicenza, ma niente di più. Poi Panetta ha incontrato il ministro Boschi, ma per una richiesta di informazioni e non ci fu nessuna richiesta di fare qualcosa”. Quella di Renzi, ha ribadito Visco, “mi è sembrata una curiosità piuttosto che una richiesta di valutazione, cosi non si è entrati in questioni vigilanza in questi incontri”.
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