Droga: 25 arresti alla Fortezza da Basso di Firenze per spaccio

La Polizia di Stato ha smantellato la centrale dello spaccio ai giardini della Fortezza da Basso di Firenze: poliziotti ‘undercover’ e telecamere nascoste hanno portato alla luce almeno 200 episodi di spaccio in poco più di due mesi.

25 le persone finite in manette tra spacciatori e fornitori della droga, quattro dei quali fermati durante un blitz della polizia in un parcheggio sulla A1. L’operazione  è stata illustrata questa mattina in una conferenza stampa  presso la Sala Dionisi della Questura di Firenze in via Zara, alla presenza del procuratore Capo Giuseppe Creazzo e degli investigatori della Squadra Mobile fiorentina e del Servizio Centrale Operativo.

Sono stati arrestati grazie a poliziotti sotto copertura che si sono infiltrati come finti clienti, i pusher finiti in manette nell’ambito dell’operazione della squadra mobile che ha portato allo smantellamento di una centrale dello spaccio nei giardini della Fortezza da Basso a Firenze. I poliziotti hanno acquistato lo stupefacente dagli spacciatori, nei cui confronti hanno redatto poi i verbali che hanno permesso di sottoporli ad arresto ritardato, previsto dalla normativa antidroga.
Gli arrestati, 25 e non 26 come reso noto in un primo momento, compariranno davanti al gip entro 48 ore per la convalida del provvedimento. A tutti la procura di Firenze contesta l’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio.
Si tratta per lo più di uomini di nazionalità nigeriana. 10 sono domiciliati in centri di accoglienza (Cas) di Firenze e provincia. 17 erano in Italia come richiedenti asilo. In manette anche il presunto capo dell’organizzazione, arrestato sabato scorso nel parcheggio scambiatore di Villa Costanza, sull’A1, dopo che aveva venduto oltre mezzo chilo di eroina a un agente sotto copertura. L’organizzazione, secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal pm Antonino Nastasi, monopolizzava lo spaccio alla Fortezza. Ognuno svolgeva un ruolo preciso, sebbene intercambiabile. C’era chi avvicinava i clienti, chi nascondeva la droga, chi faceva da vedetta. Complessivamente, le telecamere nascoste alla Fortezza hanno permesso di documentare in 70 giorni di indagine oltre 200 cessioni di droga.

“Per lo spaccio al dettaglio la legge prevede pene che nella maggior parte dei casi non
consentono di mantenere gli arrestati in situazione di detenzione, per cui i pusher sono convinti di una sostanziale impunità, ma con quest’indagine si è cambiato completamente metodo, facendo ricorso agli agenti sotto copertura come si fa per il contrasto ai grandi traffici di droga”. Lo ha detto il procura capo di Firenze Giuseppe Creazzo, commentando
l’operazione della polizia di Stato che ha permesso di smantellare una centrale dello spaccio ai giardini della Fortezza da Basso, a Firenze.
Grazie alle operazioni ”under cover”, spiega sempre Creazzo, “è stato possibile elevare a carico dei soggetti arrestati anche l”imputazione di associazione per delinquere”. A carico
dell’organizzazione, ha aggiunto Creazzo, è possibile ipotizzare “un giro di affari di centinaia di migliaia di euro, se non di milioni”.
Alla Fortezza, ha spiegato poi il questore Alberto Intini, “era evidente una situazione quasi di controllo del territorio”. “Nonostante servizi quasi tutti giorni – ha aggiunto – la norma
non consente di affrontare in modo efficace lo spaccio di lieve entità, per questo abbiamo valutato un’azione di contrasto investigativo più adeguata”.

“Ringrazio la polizia di Stato, la polizia municipale e la magistratura per l’ottimo risultato di contrasto allo spaccio che ha portato a ben 26 arresti per droga al giardino della Fortezza”, a Firenze. Lo ha scritto il sindaco Dario Nardella su twitter, “la lotta allo spaccio – ha continuato Nardella – è una nostra priorità per la vivibilità di Firenze e la legalità”.

Matteo Salvini ha commentato “ringrazio le Forze dell’Ordine per gli spacciatori arrestati a Firenze. È evidente il cambio di passo sollecitato dal governo. Conto che la magistratura aiuti in questo percorso di legalità”.

Ringraziamenti alle forze dell’ordine anche da parte del deputato fiorentino Gabriele Toccafondi e del candidato a sindaco per FdI Paolo Marcheschi che però parla  di “complicita’ morali e politiche di Rossi e Nardella  che continuano a predicare un’accoglienza indiscriminata”.

 

Empoli, morte feto: pm indaga per “procurato aborto colposo”

La procura di Firenze ha aperto un’inchiesta sulla morte improvvisa di un feto all’ospedale San Giuseppe di Empoli, avvenuta il 3 novembre, con l’ipotesi di reato di ‘procurato aborto colposo’. Al momento non ci sono indagati.

Nella vicenda la madre, 37 anni, alla 36/a settimana di gravidanza, era arrivata al pronto soccorso il pomeriggio del 2 novembre accusando forti dolori addominali, in particolare al fianco destro. Ma, anche dopo esami, la ginecologa che la visitò al S.Giuseppe di Empoli – così riferì a suo tempo la Asl -, non riscontrò elementi di emergenza urgenza e la donna venne rimandata a casa.

Ma dopo la mezzanotte la puerpera è tornata di nuovo al pronto soccorso, accusando forti dolori addominali. Con altri esami venne scoperta la morte fetale intrauterina ed un’emorragia addominale in atto. I medici salvarono l’utero della donna con un taglio cesareo eseguito in emergenza. La Asl avviò i suoi accertamenti, ora la procura ha aperto un’inchiesta.

L’inchiesta nasce da una segnalazione della polizia di Stato all’autorità giudiziaria. Secondo quanto appreso il procuratore Giuseppe Creazzo ha affidato il fascicolo ai pm Giuseppe Ledda e Giacomo Pestelli. Gli inquirenti hanno già fatto sequestrare le cartelle cliniche e ipotizzano di avviare esami medico-legali sul feto.

 

Csm: prima uscita Ermini a Firenze, sarò su territorio

Prima uscita stamani del vicepresidente del Csm David Ermini in una sede distrettuale da quando è stato eletto al vertice di Palazzo Marescialli

Ermini ha cominciato dal Palazzo di Giustizia di Firenze un ‘giro’ che lo porterà nelle città sede di Corte d’appello. “E’ la prima visita che faccio in un ufficio giudiziario in questo ruolo”, ha detto Ermini.

“Sono partito da Firenze – ha spiegato Ermini – nel foro che mi ha visto svolgere la professione di avvocato per tantissimo tempo. Ma in realtà, in accordo con tutto il Consiglio superiore, avvieremo dopo questa, delle visite a tutti i distretti delle varie Corti di appello per verificare i problemi delle sedi, quelli di nostra competenza, come l’applicazione dei magistrati, oppure relativi al personale. Riguardo a questo abbiamo già avuto segnalazioni per carenze”.

“Vorrò stare sul territorio – ha aggiunto Ermini dopo aver incontrato per un saluto collettivo rappresentanti della magistratura toscana e del personale amministrativo -, mi muoverò molto in questo periodo, perchè mi piacerà rendermi conto direttamente delle questioni parlando con gli operatori”.

“Dopo Firenze visiterò tutti i distretti per conoscere direttamente le problematiche”, ha detto ancora Ermini, che prima di partecipare all’incontro pubblico coordinato dal presidente della Corte d’appello di Firenze Margherita Cassano, si è incontrato con la stessa Cassano, con il presidente del tribunale Marilena Rizzo, con il procuratore generale Marcello Viola, con il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo e con il presidente del tribunale dei minori di Firenze Luciano Trovato recependo le prime istanze e segnalazioni di questo ‘viaggio’ nei distretti.

Morte Duccio Dini: chiuse indagini, 6 accusati omicidio

Uccisero Duccio Dini nel corso di un inseguimento tra auto per punire un loro parente. C’è un settimo indagato

Volevano punire un parente e lo inseguirono in auto a 100 chilometri all’ora nelle strade di Firenze, zona via Canova, causando la morte di un ignaro passante in scooter, Duccio Dini, 29 anni, travolto da auto mentre era fermo a un semaforo rosso.

Per questo fatto del 10 giugno 2018, la procura di Firenze ha concluso le indagini indicando come responsabili dell’omicidio sei uomini. Sono Dehran Mustafa di 36 anni, Remzi Mustafa di 20, Remzi Amet di 65, Antonio Mustafa di 44, Emin Gani di 27, Kole Amet di 39.

Il procuratore Giuseppe Creazzo e il sostituto Tommaso Coletta li accusano, in concorso, dell’omicidio di Duccio Dini e del tentato omicidio del loro parente, Bajram Rufat che volevano uccidere a causa di una lite, e che rimase gravemente ferito nello speronamento della sua auto, e di lesioni per un altro automobilista (40 giorni di prognosi) di passaggio, anche lui, come Duccio Dini, estraneo allo scontro.

Nella ricostruzione, i sei indagati inseguirono, su tre vetture, quella di Bajram Rufta speronandola più volte fino a fargli perdere il controllo. Anche gli inseguitori persero il controllo delle loro auto finendo per scontrarsi con altri veicoli fra cui lo scooter di Duccio Dini, che morì il giorno dopo in ospedale a causa dei gravissimi traumi riportati.

Nell’inchiesta c’è un settimo indagato, Kamjuran Amet, 37 anni, per violenza privata: la procura lo accusa di aver minacciato gravemente di morte Bajram Rufta intimandogli di lasciare l’Italia.

Ad oggi gli indagati risultano tutti detenuti nel carcere di Sollicciano tranne Emin Gani, che è agli arresti domiciliari, e Kamjuran Amet.

Mafie: la Toscana diventa 4/a in Italia per arresti e denunce

Firenze –  presentato, presso la sede della Regione Toscana, il Rapporto sulla criminalità organizzata in Toscana, presenti l’assessore regionale alla sicurezza, Vittorio Bugli, il Prefetto di Firenze, Laura Lega, il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo, il Procuratore nazionale anti mafia, Federico Cafiero De Raho, ed il presidente della regione Toscana Enrico Rossi.

Negli ultimi tre anni la Toscana è la prima regione in Italia, dopo quelle a presenza storica di mafie – Campania, Calabria e Sicilia -, per arresti o denunce
con l’aggravante del metodo mafioso. E secondo il Rapporto sulla criminalità organizzata in Toscana realizzato dalla Normale di Pisa, presentato a Firenze, sono state 223 le persone coinvolte, oltre il 30% del totale nazionale al netto delle tre regioni ‘storiche’.
Grosseto, Livorno, Prato e Massa Carrara sono le province a più alto rischio di penetrazione mafiosa. Crescono in regione i danneggiamenti per incendio, gli attentati e le rapine in banca. Per denunce di estorsione Livorno è tra le prime in Italia per tasso di crescita annuale. Prato svetta invece per riciclaggio.
Il commento dell’assessore regionale alla legalità e alla sicurezza, Vittorio Bugli. https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/09/180921_BUGLI-SU-CRIMINALITA.mp3?_=1

Secondo il Rapporto, i gruppi criminali “mirano ad un controllo più dei mercati che del territorio e frequenti sarebbero appunto
gli scambi e i legami tra compagini criminali di origine differente, che fanno pensare a possibili integrazioni anche di natura organizzativa”.
Ma cosa può fare la scoietà civile, quale il convoglimento dei cittadini nel percorso di emersione dei fenomeni mafiosi? Gimmy tranquillo ha chiesto a  Federico Cafiero de Raho procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.

Non si registrano nel 2016 e 2017 eventi di corruzione in Toscana che riguardano invece il settore urbanistico e il governo del territorio. Ma per i ricercatori della Normale si tratterebbe di un segnale ambiguo, che potrebbe nascondere un elevato grado di occultamento e la bravura nel non lasciare tracce in un ambito che rimane potenzialmente ad alto rischio di distorsioni e corruzione

Arresti in Toscana e Olanda per traffico stupefacenti

?Era in grado di portare in Italia in un anno fino a 17 chilogrammi di cocaina, l’organizzazione criminale con base operativa in un appartamento di Amsterdam, sgominata oggi dai carabinieri con l’arresto di otto persone, originarie di Albania e Kosovo, finite in cella in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere. La droga arrivava nei porti di Rotterdam e Amsterdam, e veniva portata in Italia nascosta nelle auto. Destinazione finale della catena dello spaccio erano in particolare i pusher al dettaglio delle piazze di Firenze, dell’hinterland fiorentino e del Mugello, anche se spesso lo stupefacente veniva inviato pure in altre parti d’Italia.

Le indagini hanno permesso di documentare l’esistenza di una associazione per delinquere in grado di procurarsi ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti che venivano rivendute al dettaglio nell’area metropolitana fiorentina.

10 i soggetti destinatari di ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del capoluogo toscano, localizzati nelle province di Firenze, Lucca, Rovigo e ad Amsterdam di cui 8 già eseguiti.

Punto di partenza dell’odierno risultato è stato l’arresto, nel febbraio 2016 a Firenze, di due giovani pugliesi che rifornivano di cocaina, hashish, marijuana e MDMA ‘clienti’ del Mugello

Nel corso dell’attività investigativa sono stati, arrestati in flagranza di reato 9 soggetti, sequestrati 15 kg circa di cocaina, denunciati in stato di libertà 31 soggetti, identificati oltre 100 assuntori di sostanze stupefacenti.

Elevato il giro d’affari dell’associazione criminale, in grado di movimentare nel periodo monitorato quasi 17 kg. di cocaina, attraverso numerose cessioni di droga ad una decina di clienti che successivamente rivendevano la cocaina acquistata.

Nella mattinata odierna tutti sono stati arrestati e condotti in carcere, compreso un individuo rintracciato stamane nella città di Amsterdam, arrestato in esecuzione di Mandato di Arresto Europeo e temporaneamente ristretto in Olanda in attesa di estradizione.

Gimmy Tranquillo ha intervistato il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/09/180920_01_TRAFFICO-DROGA_CREAZZO.mp3?_=3
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