Da orfanotrofrio a fucina della moda: nasce “Nota”

L’iniziativa della Fondazione Cr Firenze in collaborazione con Istituto Pio X Artigianelli e associazione Osservatorio dei mestieri d’arte trasformerà l’ex orfanotrofio in una scuola del “saper fare” artigiano.

Una “officina dell’artigianato” volta a sviluppare le buone pratiche del ‘saper fare’ nell’ambito dei mestieri artistici e tradizionali, con l’obiettivo di promuovere e diffondere l’attività di orientamento, didattica e formazione tecnico-pratica per l’acquisizione di competenze nel settore moda e non solo.

E’ “Nota”, centro che nasce, su iniziativa della Fondazione Cr Firenze in collaborazione con Istituto Pio X Artigianelli e associazione Osservatorio dei mestieri d’arte (Oma), a Firenze, in Oltrarno. La sede di Nota è nell’istituto Pio X Artigianelli, complesso architettonico anticamente destinato agli orfani provenienti da famiglie bisognose della città.

La struttura, di circa 250 metri quadrati, propone attività didattiche sui mestieri d’arte, corsi tecnico pratici, percorsi di alternanza scuola-lavoro, conferenze e incontri. All’inaugurazione sono intervenuti, tra gli altri, l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, il vicesindaco di Firenze Cristina Giachi, il direttore generale di Fondazione Cr Firenze Gabriele Gori, e il presidente dell’istituto Pio X Artigianelli don Gianfranco Rolfi.

Per il recupero e la valorizzazione della struttura, Fondazione Cr Firenze ha stanziato in 13 anni oltre un milione e 300 mila euro. Il progetto, ha spiegato Gori, risponde alla “necessità di concentrare una offerta ben strutturata che convogliasse corsi e laboratori, e interessasse quel pubblico di nicchia sempre più attento alla qualità e all’eccellenza del saper fare”.

“Ciò che viene fatto oggi è un gesto di controcultura, molto concreto, perchè la cultura che domina oggi non è quella che genera questa bella iniziativa: oggi domina la cultura dell’evento, del momento del consumo, tutto si consuma nell’istante che si vive”. Lo ha detto all’inaugurazione dell’Officina di artigianato Nota il cardinale e arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori.

“Abbiamo perso la memoria e abbiamo perso la speranza – ha aggiunto -. Questa nostra società e una società senza radici ma anche senza prospettive. Tutto è immerso nel momento, e non è il ‘fuggevol momento’ di Lorenzo de’Medici, ma ben altro; è un momento tutto legato al prezzo delle cose che si consumano”. Mentre nel nuovo spazio, ha sottolineato Betori, “le radici invece ci sono: c’e’ l’Oltrarno, ci sono le realtà ce appartengono alla nostra identità, al nostro passato e che devono nutrire la nostra memoria. Non per vivere la nostalgia però, perchè, se c’e’ solo memoria c’e’ solo nostalgia. Occorre anche uno sguardo verso il futuro e qui è rappresentato soprattutto dai destinatari del progetto, che sono i giovani”.

I fiorentini tornano ad entrare gratis in Battistero

Da lunedì 8 gennaio 2018 l’ingresso al Battistero di Firenze diventa gratuito per i fiorentini e per tutti i residenti della provincia di Firenze: lo ha annunciato oggi il presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, Luca Bagnoli, in conclusione del discorso tenuto in occasione della Cavalcata dei Magi.

“In accordo con l’arcivescovo cardinale Giuseppe Betori – ha spiegato Bagnoli – l’Opera di Santa Maria del Fiore ha deciso di rendere accessibile anche questo luogo di
culto, oltre alla Cattedrale, ai fiorentini e a tutti i residenti della provincia. L”obiettivo dell’Opera è di essere un’istituzione sempre più vicina alle esigenze delle persone e
della città”.
Per entrare gratis, si legge in un comunicato stampa, basterà presentarsi all’ingresso e mostrare un documento di identità che attesti la residenza a Firenze o in provincia. Fino ad oggi era possibile accedere gratuitamente in Battistero solo durante le sante messe, mentre per il resto del tempo occorreva essere muniti del biglietto di ingresso che permette la visita anche alla Cupola, al Campanile di Giotto, alla Cripta di Santa
Reparata e al Museo dell’Opera del Duomo.
Il Battistero di Firenze è uno degli edifici plurisecolari più importanti del contesto architettonico europeo. A pianta ottagonale, interamente rivestito di lastre di marmo bianco e verde di Prato, il Battistero ha una struttura affascinante ed estremamente complessa. Gli scavi archeologici condotti nel secolo scorso hanno rivelato i resti di costruzioni romane sotto il pavimento. Quello che vediamo oggi è frutto dell”ampliamento
di un primitivo edificio risalente al IV-V secolo.
Dedicato a San Giovanni Battista, patrono della città di Firenze, il Battistero ha al suo interno un soffitto a mosaico a fondo oro, con storie sacre che si sviluppano su più livelli
attorno al grande Cristo giudice.

Firenze, rivive per l’Epifania la tradizionale ‘Cavalcata dei Magi’

Il corteo, che ebbe origine nel 1447 nella Firenze Medicea, partirà da Piazza Pitti alle 14 per arrivare in Piazza Duomo dove i Magi porgeranno al Bambin Gesù del presepe vivente i loro omaggi. Nella cattedrale il saluto e discorso del Cardinale Betori

Per l’Epifania rivive a Firenze la Festa de’ Magi, antica tradizione fiorentina del XV secolo, quando una compagnia di laici intitolata ai Santi Re Magi, di cui fecero parte i maggiori componenti della famiglia dei Medici, organizzava un fastoso corteo. E’ la Cavalcata dei Magi, che dal 1997, in occasione dei festeggiamenti per i 700 anni della fondazione della Cattedrale, l’Opera di S.Maria del Fiore ha voluto riprendere organizzando, ogni anno, un solenne corteo di figuranti con in testa i Re Magi a cavallo, in sontuosi abiti di seta ispirati a quelli dell’affresco di Benozzo Gozzoli, che attraversa il centro di Firenze.

Il corteo partirà da piazza Pitti alle 14 per poi snodarsi lungo le strade del centro, passando per Ponte Vecchio e piazza Signoria per poi arrivare in piazza Duomo alle 15 dove ci sarà l’offerta dei doni dei Re Magi a Gesù bambino nel presepe vivente. In cattedrale invece il saluto del cardinale Giuseppe Betori che parlerà del significato dell’Epifania, accogliendo i bambini delle parrocchie fiorentine. La manifestazione si svolge, sotto gli auspici dell’Arcidiocesi e del Capitolo del Duomo, con il patrocinio del Comune di Firenze e la partecipazione dei comuni della provincia.

La Festa de’ Magi veniva organizzata a Firenze ogni tre anni e dal 1447 ogni cinque. Si componeva di tre diversi cortei che si riunivano davanti al Battistero e poi in piazza Signoria e da lì proseguivano uniti fino alla Basilica di San Marco, dove con canti e preghiere adoravano Gesù bambino. La festa era particolarmente sfarzosa. Ai cortei prendevano parte i membri della compagnia intitolata ai Santi Re Magi – che erano centinaia – vestiti con abiti preziosi ed erano esibite le mercanzie più lussuose trasportare da una moltitudine di animali da soma anch’essi ricoperti di stoffe preziose. La compagnia, divenuta una delle più importanti della città grazie alla protezione dei Medici e al numero rilevante d’iscritti, fu soppressa nel 1494 dopo la cacciata dei Medici da Firenze.

Circa 800 al pranzo di Natale per i poveri

Firenze, in circa 800 hanno partecipato, il giorno di Natale, al pranzo per i poveri organizzato nella basilica di San Lorenzo dalla Comunità di Sant’Egidio, insieme all’Arcidiocesi ed al parroco di San Lorenzo.

Sono stati più di cento i volontari che hanno aiutato nella preparazione del pranzo, nell’allestimento e nel servizio ai tavoli, e parte dei fondi erano stati raccolti tramite donazioni fatte via sms al 45568.

Il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha salutato tutti i commensali, intrattenendosi con loro. Tanti, tra i partecipanti all’iniziativa, i richiedenti asilo, tra cui diversi siriani, ma anche i senza fissa dimora.

La Comunità di Sant’Egidio fa sapere che sono ancora attive le donazioni su https://natale.santegidio.org.

Betori contro lavoro centri commerciali a Natale

?Firenze, durante la sua omelia, in occasione della Messa di Natale del 25 dicembre 2017, presso il duomo di Santa Maria del Fiore, l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, ha attaccato esplicitamente il lavoro che viene svolto durante la festa del Natale ed in particolare i “centri commerciali che si vogliono aperti anche a Natale”.

“Oggi si chiede di superare il limite che la festa pone all’esercizio del lavoro che, senza un limite, da manifestazione del potere creativo diventa esperienza di soggezione e svela tutto il peso della fatica, e nel fare questa richiesta si antepongono le ragioni della produttività e del consumo a quelle della umanità – ha detto il Cardinale Giuseppe Betori – ciò che è in gioco nell’apertura dei centri commerciali nei giorni di domenica e di festa e che ultimamente qualcuno ha voluto estendere perfino a oggi, il giorno di Natale, non è la possibilità o meno di frequentare i riti religiosi, ma poter o meno avere spazi di umanità, di affetti familiari, di riflessione personale e distensione, di incontri amicali.

Nel difendere la domenica e la festa, nel difendere il Natale dall’offensiva consumistica, ciò che sta a cuore alla Chiesa è difendere la persona umana e la società, non le pratiche religiose.

Ho voluto soffermarmi un poco su questa vicenda dei centri commerciali che si vogliono aperti anche a Natale – ha continuato Betori – non tanto perché questo sia oggi il più grave dei problemi della nostra società, ce ne sono ben altri, come attestano le cronache della guerra, della violenza e della povertà ogni giorno, ma perché in esso emerge con tutta evidenza come laddove non si accetti il limite, quel limite che Dio ha abbracciato per stare con gli uomini, è l’uomo stesso che viene messo in crisi.

Gimmy Tranquillo ha raccolto parte dell’omelia natalizia del Cardinale Giuseppe Betori:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2017/12/171225_OMELIA-NATALE_BETORI.mp3?_=1

Moschea Firenze, Betori ‘apre’: collaborazione religioni è normalità

Il Cardinale: “a suo tempo fui insultato quando dissi che Firenze non aveva bisogno di una moschea ma di più moschee. Ribadisco l’idea che noi dobbiamo rispondere ai bisogni della gente e non fare degli emblemi”

Per la moschea di Sesto Fiorentino, “ieri è stata usata molto la parola ‘storica firma’:
mi piacere pensarla invece come una cosa molto ‘ordinaria’, perché che ci sia collaborazione tra le religioni dovrebbe essere la normalità”. Lo ha detto l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, rispondendo ai giornalisti in occasione dell’ incontro per lo scambio degli auguri di Natale.
Secondo Betori, “abbiamo avuto questa possibilità di venire incontro a una richiesta”, ed “è stato importante che ieri i soggetti fossero quattro: l’istituzione politico amministrativa
che rappresenta i cittadini, due confessioni religiose, le più significative a livello numerico, e poi l’istituzione culturale per eccellenza ovvero l’Università”. A chi chiedeva del fatto
che secondo il sindaco Dario Nardella quella di Sesto Fiorentino dovrebbe essere anche la moschea di Firenze, Betori ha sottolineato che “a suo tempo fui insultato quando dissi che
Firenze non aveva bisogno di una moschea ma di più moschee. Ribadisco l’idea che noi dobbiamo rispondere ai bisogni della gente e non fare degli emblemi. I musulmani che stanno su questo territorio hanno bisogno di uno o più luoghi di culto? Questo ce lo possono dire le comunità musulmane”. “Io ho da costruire” una
chiesa “su Firenze e ho difficoltà a individuare con precisione un terreno anche perché la logica per cui occorre avere il consenso del territorio per poter costruire chiese, che qualcuno vorrebbe applicare anche alle moschee, mi ha ahimè frenato per
un’edificazione che era già pronta”.

 

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