Giornata delle Memoria: sorelle Bucci “L’umanità ha la memoria corta”

Un evento per le scuole toscane, per ricordare ai giovani di “non dimenticare” lo sterminio degli Ebrei e i lager nazisti. In vista della giornata della memoria (27 gennaio), al Teatro della Compagnia di Firenze, circa 400 studenti in presenza più 5000 collegati da 316 classi di 71 istituti toscani hanno ascoltato le testimonianze di chi ha vissuto la Shoah.

Un teatro così pieno di giovani non si vedeva da tempo, tanti studenti, circa 400 in presenza e più di 5000 collegati da 316 classi di 71 istituti toscani, a formare un corpo unico, proteso verso le parole delle sorelle Andra e Tatiana Bucci, ma anche di padre Bernardo Gianni abate di S. Miniato al Monte, della linguista Vera Gheno, e vari altri, oggi presenti per “Memoria e conoscenza: semi di pace”, l’incontro dedicato alle scuole che fa da scivolo al Giornata della Memoria, che ricorre sabato 27 gennaio. “L’umanità ha la memoria corta. Per questo è importante ricordare, importantissimo, forse proprio in questo momento, che stanno succedendo queste cose in Medioriente”, ha detto Andra Bucci. “La memoria non deve andare perduta”. “Certe cose non devono ripetersi”, ha aggiunto Tatiana che con la sorella, 80 anni fa, è stata deportata ad Auschwitz. “Quando è scoppiata la guerra tra Hamas e Israele – ha poi detto Andra – ho pensato: ma allora tutto quello che abbiamo fatto noi, tutte le volte che abbiamo parlato, la fatica, è stato inutile?. No, non è sbagliato”, è la risposta che si è data, “bisogna continuare a farlo proprio perché non succeda ancora”. Durante la mattinata si sono susseguiti sul palco interventi, racconti, la musica dell’Orchestra multietnica di Arezzo e dell’Alexian Group. C’è anche Ugo Caffaz, consulente per le politiche della Memoria della Regione Toscana e inventore del Treno della memoria, per il quale “ricordare è necessario, ma evidentemente non è sufficiente se guardiamo a cosa succede nel mondo oggi, se non ci ribelliamo e se restiamo indifferenti”.

“È necessaria questa umiltà della memoria”, spiega Padre Bernardo. “Grazie perché il nostro stare insieme, sperimentare trasversalità di amicizia nel segno di un lucido discernimento antifascista della nostra storia, può dare a tutti noi un’occasione preziosa per incominciare qualcosa di nuovo e di diverso con un orizzonte ben preciso: pace, giustizia, libertà, reciprocità e, possibilmente, amicizia”. E poi, recuperando le parole del filosofo francese Paul Recaur: “Ricordarsi è incominciare, perciò questi esercizi di memoria per i giovani sono fondamentali, così come apprendere l’arte dell’incominciamento”.

Il presidente della regione Eugenio Giani torna sul ruolo fondamentale della Toscana nella cultura della memoria e cita subito Il Memoriale degli Italiani ad Auschwitz all l’Ex3, Memoriale delle Deportazioni che è monito per le nuove generazioni, per chi oggi guarda al passato, un simbolo tragico di una storia lontana che non deve tornare attuale. Eppure i ragazzi parlano d’una violenza deflagrata, non necessaria, di una pace corrotta che ha bisogno quindi di essere rimessa al centro del loro dialogo. “Oggi l’impegno della memoria è ancora più urgente di fronte ai rigurgiti nazifascisti, alle braccia tese dei saluti romani, alle adunate, alle stelle di David vicino alle case degli ebrei e alle sinagoghe”. Così l’assessore regionale all’Istruzione e alla cultura della memoria della Toscana, Alessandra Nardini. “Ricordiamoci sempre – ha aggiunto – che l’orrore della Shoah e delle altre deportazioni non è stato compiuto da mostri alieni, ma da esseri umani. È importante inoltre sottolineare che, accanto ai nazisti, la Shoah e le altre deportazioni si realizzarono anche grazie alla collaborazione dei fascisti. Non possiamo accettare minimizzazioni o revisionismi. Non può esserci spazio per questo, come non dovrebbe esserci per i movimenti dichiaratamente neonazisti e neofascisti, che dovremmo avere il coraggio di sciogliere. Care ragazze e cari ragazzi, vi chiedo di essere intransigenti e di pretendere da chi vi rappresenta nelle istituzioni di dichiararsi antifascista senza ambiguità”. Parlando poi della guerra, Nardini ha detto che “i fatti che accadono in Medio Oriente non possono fungere da giustificazione per rigurgiti antisemiti inaccettabili. È profondamente sbagliato confondere la linea del Governo dello Stato di Israele, che non condivido per niente, con il popolo israeliano nel suo complesso”. Per Nardini “è essenziale lavorare per la soluzione di due popoli e due Stati, per la pace e per la fine della tragedia umanitaria nella striscia di Gaza e, accanto a questo, impegnarci a rifiutare qualsiasi pulsione antisemita”.

“A chi tenta di adulterare questa memoria – sottolinea il Rabbino della Comunità ebraica di Firenze, Gadi Piperno, – a chi usa il nazismo per accusare un nemico o altro antagonista, dico attenzione a non fare sbagliate associazioni come quelle che oggi stiamo vivendo.  Cercando di  ridefinire la memoria si fa un danno alla nostra identità di italiani. Viviamo questa giornata – ha concluso – perché ci insegni veramente, e non cambiamone i connotati”.

🎧 Meeting della Memoria, tornano gli appuntamenti in presenza

Niente Treno della Memoria, che tornerà soltanto il prossimo anno, ma a segnare il Meeting per la Memoria organizzato dalla Regione Toscana ci sarà la partecipazione in presenza di Tatiana Bucci e Lidia Maksymowicz. Due sopravvissute all’orrore dei campi di sterminio. Dopo gli anni di restrizioni imposte dalla fase acuta della pandemia, il racconto e il ricordo diretto, dal palco, dell’abisso a cui il nazismo e il fascismo condussero l’umanità tornano a essere perno della manifestazione. Che è organizzata per le scuole in occasione del 27 gennaio, Giorno della Memoria.

Saranno migliaia le ragazze e i ragazzi partecipanti, oltre 400 in presenza al Cinema La Compagnia di Firenze. Mentre le altre classi parteciperanno in streaming. L’edizione 2023 del meeting ha come titolo “La Memoria contro l’indifferenza” ed è realizzata in collaborazione con Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana, INAF Osservatorio astrofisico di Arcetri, Ufficio scolastico regionale della Toscana e Fondazione Sistema Toscana, nell’ambito di Giovani Sì, il progetto regionale per l’autonomia dei giovani.

Sarà un viaggio attraverso numerosi percorsi di testimonianza a partire da quelli di Tatiana, deportata ad Auschwitz a sei anni assieme alla sorella Andra, al cuginetto e alle proprie mamme. E da Lidia, la “bambina che non sapeva odiare”, sfuggita agli esperimenti di Mengele. Accanto alle ospiti e agli ospiti che torneranno a parlare dal palco, non mancheranno interventi a distanza, contributi musicali, frammenti video.

“Starsene ad occhi chiusi è pericoloso, oltre che colpevole – si sofferma il presidente Eugenio Giani parlando dell’importanza della Giornata della Memoria -. Per questo dobbiamo combattere contro l’indifferenza: l’indifferenza di ieri e quella di oggi.  Negli anni della persecuzione nazista e fascista contro gli ebrei, contro i diversi e contro gli oppositori politici ci fu sicuramente violenza, ci fu razzismo e dittatura. Ma come ha detto una volta Liliane Segre quelle che fece più male a chi fu prima ghettizzato e poi rastrellato furono soprattutto le finestre socchiuse del quartiere. E i silenzi di chi avrebbe potuto gridare, anziché origliare dalle porte, e non lo fece. Fu l’indifferenza ad ucciderli, prima ancora del campo di sterminio. E per questo, contro l’indifferenza, noi dobbiamo invece preservare la memoria”.

“Con questa edizione del Meeting – spiega l’assessora all’istruzione e alla cultura della Memoria Alessandra Nardini – si rinnova il nostro impegno per salvaguardare e diffondere la Memoria a partire dalla scuole. La possibilità di tornare finalmente a ospitare chi ha vissuto sulla propria pelle l’orrore lo rafforza ed è preziosissima perché sempre più rara. Ascoltare la testimonianza diretta dell’esperienza della Shoah e delle altre persecuzioni perpetrate dal nazifascismo è importantissimo per far conoscere alle giovani generazioni ciò che accadde. E’ necessario, infatti, conoscere la storia, anche per contrastare tentativi di revisionismo e negazionismo. Coltivare la Giornata della Memoria significa coltivare la democrazia”.

“La Giornata della Memoria è essenziale per combattere l’indifferenza, l’indifferenza verso tutto il dolore e la morte che la seconda guerra mondiale produsse. Verso la brutalità dei di sterminio fascisti”, tiene a sottolineare Ugo Caffaz. Che ricorda il particolare significato della presenza a Firenze del Memoriale italiano di Auschwitz. “Dobbiamo lavorare perché non sia solo un monumento ma un centro di cultura, dove possa sorgere qualcosa che nel nostro paese. Questione davvero singolare, ancora non c’è, ovvero un Museo sul fascismo e sui suoi crimini”.

IL PROGRAMMA

Il programma prende il via dalle 9.15 circa. In apertura, Enrico Fink, Presidente della Comunità Ebraica di Firenze interpreta ‘El male rachamim’, canto di preghiera ebraico. A seguire gli interventi di Ugo Caffaz, consulente della Regione Toscana per le politiche della Memoria. E dell’assessora Alessandra Nardini, che introdurranno la mattinata. Seguiranno i saluti di Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio Regionale, Ernesto Pellecchia, direttore dell’Ufficio scolastico regionale. E Bernard Dika, portavoce del presidente Giani, Maria Vittoria D’Annunzio, del Parlamento Regionale degli Studenti. Successivamente Luca Bravi, della Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana, terrà le fila dal palco e curerà gli approfondimenti storici delle tematiche affrontate.

La Shoah e le persecuzioni antiebraiche saranno raccontate nella Giornata della Memoria da Tatiana Bucci e Kitty Braun Falaschi, la prima deportata ad Auschwitz all’età di sei anni insieme alla sorella Andra, di quattro anni, al cugino Sergio De Simone di sei anni e alle loro mamme. Il cugino Sergio viene usato come cavia in orribili esperimenti, poi assassinato; la seconda deportata all’età di nove anni con la famiglia nel campo di concentramento di Ravensbrück e, in seguito, a Bergen Belsen. Il fratellino di Kitty muore dopo la liberazione a causa della tubercolosi. Dopo la guerra, la famiglia Braun sarà tra gli esuli fiumani.

Silvia Cardini, nipote di Bruno Baldini, antifascista perseguitato politico e deportato a Mauthausen, parlerà della deportazione politica; la deportazione degli omosessuali sarà raccontata tramite un estratto video dal documentario “Paragraph 175”. Per raccontare l’internamento e l’eliminazione delle persone con disabilità sarà proiettato il video “La storia del T4”, realizzato dalla classe 5^a C a.s. 2020/2021 del Liceo Chini di Lido di Camaiore realizzato nell’ambito del corso di formazione per insegnanti “Discriminare, imprigionare, annientare” promosso da Regione Toscana.

La deportazione di rom e sinti, il Porrajmos, sarà trattata con la testimonianza registrata di Luigi Sagi; la deportazione degli Internati militari italiani verrà ricordata attraverso le pagine del diario ritrovato dell’I.M.I. Orazio Frilli, e attraverso un estratto video sull’internamento degli internati militari italiani a Chelm in Polonia. Attraverso le esecuzioni, registrate, a cura di Marina Toppan e Marco Padovani, risuoneranno le note del pianoforte a coda, oggi all’Osservatorio di Arcetri. Sono quelle che Maja Einstein ebbe in regalo dal fratello Albert e che dovette abbandonare quando nel 1939, a causa delle leggi razziali, lasciò l’Italia.

Prima delle conclusioni del Presidente della Regione Eugenio Giani, interverrà  Lidia Maksymowicz. Deportata ad Auschwitz quando non aveva ancora compiuto tre anni perché la madre aveva aderito alla resistenza bielorussa. Lidia finisce nella “baracca dei bambini” da cui il dottor Mengele prelevava le cavie per i suoi orribili esperimenti. La mattinata si concluderà intorno alle ore 12.30.

7 FILM SULLA MEMORIA A LA COMPAGNIA

L’edizione 2023 del Meeting della Memoria 2023 si lega alla programmazione speciale del cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour 50/r) che la Fondazione Sistema Toscana propone al pubblico nei giorni 26 e 29 gennaio. Una rassegna di sette film con proiezioni dal pomeriggio alla prima serata, ad ingresso gratuito, fino ad esaurimento posti. Fra questi, da segnalare, giovedì 26 gennaio un doppio appuntamento. Alle 16.30 “La stella di Andra e Tati”, il film d‘animazione italiano ispirato alla storia delle sorelle Bucci per raccontare il dramma della Shoah ai più piccoli. Sarà proiettato alla presenza di Tatiana Bucci e di Camilla Brunelli, direttrice della Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana. Alle 20.30, in programma “Baci rubati – Amori omosessuali nell’Italia fascista” di Fabrizio Laurenti e Gabriella Romano, documentario sulla condizione della comunità lgbtqia+ durante il fascismo. Al termine del quale seguirà un dibattito.

Per seguire in diretta il meeting della Memoria. Collegamento in streaming con le scuole della Toscana sulla pagina https://www.regione.toscana.it/diretta-streaming e su https://www.youtube.com/c/RegioneToscanaUfficiale

🎧 Le parole di Hurbinek, una serie di eventi a Pistoia dedicati alla Memoria

E’ stata presentata stamani la prima edizione della rassegna de Le parole di Hurbinek. Giornate della memoria. Scuola, teatro, lezioni civili ideata da Massimo Bucciantini. Le parole di Hurbinek intende arricchire, accompagnare e integrare le iniziative che ruotano intorno al prossimo Giorno della Memoria ed è rivolto alla comunità scolastica e al territorio.

Nel mondo che abbiamo oggi sotto gli occhi c’è ancora posto per una riflessione sulla Shoah? Quando tutti i testimoni ci avranno lasciato, ci resterà solo un lontano ricordo, come accade per tanti eventi del secolo scorso, che esauriscono la loro funzione
nei piatti e ripetitivi riti della celebrazione? Quali parole, quali immagini, quali spazi
dobbiamo inventarci perché tutto questo non accada? Come far sì che quel passato resti carne viva per il presente? Le parole di Hurbinek prova a rispondere a queste domande trasformando il Giorno della Memoria in una serie di iniziative e di incontri che si svolgeranno a Pistoia tra il 18 e il 29 gennaio.

La Toscana è da sempre impegnata nel promuovere iniziative che hanno come obiettivo il ricordo e la conoscenza di cosa sia stata la Shoah. Da quando è stato istituito il Giorno della
Memoria, la Regione Toscana è stata una delle prime istituzioni a organizzare i Treni della Memoria. Ma ciò non basta. Per questo motivo, Uniser ha deciso di contribuire con un proprio progetto al fine di consolidare questa cultura di «politica della memoria». Per poi allargarla ad altri istituti ed enti che operano sul territorio. In primo luogo coinvolgendo alcune scuole della città e della provincia, con la realizzazione di laboratori teatrali che vedono protagonisti gli studenti. E con l’impegno, negli anni a venire, ad allargare queste iniziative a un numero sempre maggiore di istituti scolastici.

E insieme alle scuole, hanno aderito al programma l’Istituto storico della Resistenza, la Biblioteca San Giorgio, i teatri e le librerie della città, dove sono in calendario i singoli eventi. Molti gli appuntamenti tra lezioni civili, rappresentazioni teatrali e laboratori scolastici.

Treno della memoria: iniziativa ‘virtuale’ porterà il 27 gennaio giovani toscani ad Auschwitz

Il treno della memoria diventa virtuale. Il 27 gennaio, giorno dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, si terrà un evento on line con le scuole dedicato alla giornata della memoria.

Il treno della memoria carico di cinquecento studenti e studentesse e diretto ad Auschwitz sarebbe dovuto partire tra pochi giorni, come ogni anno dispari a fine gennaio.  Non accadrà, per motivi legati all’emergenza sanitaria in corso.

La Toscana intende però ricordare anche quest’anno, con i giovani e i testimoni sopravvissuti,  l’inferno patito nei campi di sterminio tedeschi e le violenze subite da nazisti e fascisti: perché la memoria è come un vaccino, che ha bisogno di richiami frequenti. Lo farà nel corso di un evento con le scuole on line, il 27 gennaio, giorno della memoria, giorno in cui nel 1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz.

Sono passati venti anni da quando tutto ha avuto inizio. E’ del 2000 infatti la legge del Parlamento italiano con cui il Giorno della Memoria fu istituito. Nel 2001 fu celebrato la prima volta: per ricordare lo sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti, le leggi razziali italiane e la persecuzione italiana, ma anche tutte le altre vittime finite nell’inferno dei lager e della deportazione  e pure chi, a rischio della vita, provò a salvarle. E l’anno immediatamente successivo, nel 2002, da Firenze si mise in moto il primo ‘treno della memoria’ carico di ragazzi.  Un viaggio nella storia e nella memoria per salvaguardare il presente e il futuro da nuovi tragici errori.

Con il treno la Toscana ha fatto da apripista tra le Regioni: undici convogli partiti fino al 2019 (anzi dodici, perché nel 2005 sono stati ben due), oltre settemila studenti complessivamente saliti a bordo. Fino al 2005 quel treno si è messo in moto ogni anno, poi la frequenza è diventata biennale, intervallata negli anni pari da un meeting con più di ottomila studenti di nuovo delle scuole superiori e da tutta la regione riuniti in un palazzo delle sport a Firenze, occasione ambedue di dialogo e confronto con testimoni e sopravvissuti. Lo stesso spirito anima l’iniziativa di quest’anno, che si svolgerà on line, in collegamento in streaming dal Teatro della Compagnia di Firenze con le scuole della Toscana.

L’appuntamento è alle 9.30 di mercoledì 27 gennaio. Si parte, come è consuetudine, in musica: con Enrico Fink, l’Orchestra Multietnica di Arezzo e Alexian Group, note ebree che si fondono ad arie zigane nel racconto di due popoli di due popoli che i nazisti volevano sterminare. Sul palco Ugo Caffaz, che è un po’ l’anima da sempre del Treno della memoria toscano e colui che l’ha di fatto inventato, consulente della Regione  riconfermato per le politiche sulla memoria, introdurrà quindi l’assessora Alessandra Nardini e il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. Una testimonianza  raccolta in una videointervista in questi giorni di Enrico Pieri, superstite alla strage toscana nazi-fascista di Sant’Anna di Stazzema, farà da prologo. Ad un video lungo venti minuti (e simbolicamente quasi venti anni) – Firenze- Auschwitz andata e ritorno  – sarà affidato il compito di provare a trasmettere l’atmosfera che sul treno, quello vero, ogni volta si respira, dove si sale con uno stato d’animo e immancabilmente si torna con un altro, scossi ma cresciuti, i giovani come i grandi. Un viaggio dove niente è improvvisato, denso di parole ed emozioni dal primo all’ultimo minuto, preparato con lezioni di approfondimento in estate con i professori e poi da settembre a gennaio a scuola, in classe con ragazze e ragazzi. Un lavoro che non è mancato neppure quest’anno.

Quindi sarà la volta dei testimoni e sopravvissuti, intervistati e introdotti da Camilla Brunelli e da Luca Bravi del Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, che dal 2009 il treno l’organizza. Farà sentire la sua voce Vera Vigevani Jarach, lei che ben due tragedie del Novecento ha vissuto: la persecuzione contro gli ebrei di nazisti e fascisti (il nonno finito nel fumo di un camino ad Auschwitz, la sua famiglia la discriminazione delle leggi razziali)  e poi, fuggita in Argentina, la scomparsa della figlia ‘desaparecida’ nel 1976, vittima di un’altra dittatura.  Ci sarà Kitty Braun, fiumana ‘adottata’ da Firenze all’indomani della Seconda guerra mondiale, deportata con la mamma ed il fratellino, ad appena nove anni, cinque mesi a Ravensbruck e Bergen Belsen, piccola e già grande a raccontare fiabe ogni giorno agli altri bambini del lager. Ci saranno, immancabili negli appuntamenti della memoria della Toscana,  Andra e Tatiana Bucci, cugine di Kitty, sorelline scambiate per gemelle e per questo sopravvissute alla selezione iniziale di Birkenau ma scampate poi anche  agli esperimenti di Mengele, quattro e sei anni quando finirono in quell’inferno.  Ci saranno, nel video sul treno, anche le parole e i volti di chi non c’è più ma che per tanti anni ha raccontato con generosità ai ragazzi la propria storia di attivisti perseguitati, partigiani e soldati che dissero no alla Repubblica di Salò: Vera Michelin Salomon,  Marcello Martini, Antonio Ceseri.

Durante l’evento in streaming saranno presentati anche dei lavori più interessanti realizzati in questi mesi, in classe, dagli studenti delle scuole superiori toscane.  Quindi, a far le conclusioni, sarà il presidente della Toscana Eugenio Giani, per poi, attorno alle 12.30, chiuderà di nuovi in musica.

L’iniziativa del 27 gennaio, in quanto rivolta ai giovani, si inserisce nell’ambito di Giovanisì, progetto speciale della Regione e contenitore di tanti interventi per la crescita e l’autonomia delle nuove generazioni. Lo stesso giorno, in occasione del Giorno della Memoria,  si svolgerà a Firenze anche la seduta solenne del Consiglio regionale della Toscana. Dal 25 gennaio al 3 febbraio, on demand e gratuitamente on line su una piattaforma digitale dedicata, www.mymovies.it/live/piucompagnia/. il cinema teatro “La Compagnia” proporrà inoltre nove titoli ed altrettanti percorsi per raccontare quello che è stato uno dei momenti più bui della storia del Novecento. I film saranno introdotto da Flavio Tuliozzi, studioso di storia del cinema.  Tra le nove proposte ci sono veri e propri documenti storici – come il discorso di Mussolini a Trieste nel 1938 sul ‘prestigio dell’impero” e sulla necessità di “ una chiara e severa coscienza razziale’ oppure film di propaganda antisemita come “Suss l’Ebreo” di Veit Harlan del 1940. Ma ci sono anche produzioni e documentari recentissimi:  “Il figlio di Saul” (2015) di Lazlo Nemes, “La primavera di Christine” (2016) di Mirjam  Unger, “A German life (2017) di Christian Krones ed altri, “You only die twice” (2018) dell’israeliano Yair Lev, “I bambini di Rue Saint-Maur 209 (2018) di Ruth Zylberman, “Quello che conta” (2020) di Sofia Vettori  e “Se questo è amore” (2020) di Maya Sarfaty.

Altre iniziative sulla memoria, il cui programma sarà pubblicato sul sito della Regione Toscana (https://www.regione.toscana.it/-/giornodellamemoria2021), animeranno il 27 gennaio e nei giorni seguenti, oltre a Firenze, altri paesi e città della regione: compatibilmente con le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, molte on line.  Il 27 gennaio riaprirà a Prato anche il Museo della Deportazione e della Resistenza, vero archivio della memoria coltivata ogni giorno, con due visite guidate in programma nella giornata.

Palazzo Vecchio festeggia il Giorno della Memoria

Alcuni studenti fiorentini che hanno partecipato al treno della memoria hanno letto poesie ed impressioni ricavate dal loro viaggio rivolgendosi direttamente al consiglio comunale.

Una celebrazione particolare, quella che oggi il Consiglio comunale ha dedicato al Giorno della Memoria per tutti i deportati e uccisi nei campi di sterminio nazisti. Non c’era, infatti, un professore universitario a tenere la tradizionale prolusione, ma sei tra ragazze e ragazzi di vari istituti superiori di Firenze, tutti partecipanti al Treno della Memoria nel 2017.
Sono stati loro, con i loro racconti, le poesie, le impressioni ricavate dalla visita nei campi di concentramento, a introdurre gli interventi di consigliere e consiglieri comunali. Hanno ricordato a tutti che la memoria è la base del futuro, e occorre farne tesoro.

#Giornodellamemoria: Consorzio, “Ebrei costretti a lavorare per bonifica Piana fiorentina”

Dalle prime indagini oltre 30 persone furono avviate al lavoro coatto; il Consorzio avvia una ricerca per ricostruire e commemorare una vicenda storica finora poco nota

Nella ricorrenza della Giornata della Memoria del 27 gennaio e ad 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali che colpirono le persone di religione ebraica in Italia il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno ricorda che tra il 1942 e il 1943 parte degli ebrei fiorentini maschi furono obbligati al lavoro coatto presso l’allora Consorzio di Bonifica della Piana di Sesto. Dalle prime indagini, rese note dallo stesso Consorzio,sulla questione risulterebbe che in tutto furono avviati al lavoro coatto oltre 30 persone e alcune di loro furono poi, nel novembre 1943, arrestate e deportate trovando la morte in campo di concentramento.

Una vicenda nota da poco solo agli storici addetti ai lavori e completamente rimossa dalla memoria storica del Consorzio, che grazie ad una ricerca appena avviata da un proprio dipendente si sta cercando di ricostruire. Da qui l’impegno a fare luce anche questo passaggio della storia del Consorzio e l’appello per la collaborazione di studiosi e storici contemporanei per dare contorni sempre più certi agli avvenimenti: “Vorremmo coinvolgere diversi soggetti, dall’Istituto Storico della Resistenza al Comune di Sesto Fiorentino, così come la comunità e i centri di raccolta e di documentazione ebraici per arrivare a presentare una ricostruzione storica dei fatti più strutturata e precisa – spiega il Presidente del Consorzio Marco Bottino – Alle persone ingiustamente costrette a lavorare nella bonifica e poi tragicamente deportate e condotte incontro alla morte potremmo infine dedicare un’opera idraulica o altro luogo significativo della nostra attività rendendolo non solo strumento di difesa idraulica ma monumento in difesa della dignità del lavoro e della libertà”.

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