🎧 Assistenti domiciliari in presidio davanti a Palazzo Vecchio

Cattiva organizzazione del lavoro, tempi ristretti per gli spostamenti che aumentano il rischio di incidenti sulle strade, disagi all’utenza. Sono questi i motivi che portano 150 assistenti domiciliari della cooperativa Elleuno a scendere oggi in piazza con un presidio davanti a Palazzo Vecchio.

AUDIO: Jacopo Geirola della FP CGIL

Gli assistenti domiciliari della cooperativa Elleuno, tra le più grandi in Italia, scende oggi in piazza a Firenze per protestare contro la carenza organica e la cattiva organizzazione del lavoro. Come si legge in una nota della Cgil, la gestione del servizio di assistenza domiciliare a persone anziane e disabili, e a tutte quelle che si trovano in condizioni di fragilità o non autosufficienza, non funziona più.

“Vengono sottoposti a lunghi spostamenti, non sono rispettati i contratti individuali, gli orari di lavoro, così diventa quasi un lavoro a chiamata, con esposizioni quotidiane a rischi di infortunio”. Con queste parole, Jacopo Geirola, Comparto Autonomie Locali Funzione Pubblica della Cigl Firenze, annuncia il presidio di oggi dei lavoratori davanti a Palazzo Vecchio per chiedere verifiche, condizioni migliori di lavoro e di coordinamento del servizio, oltre a una nuova gara di appalto. “Questa cooperativa secondo noi non è in grado di gestire il servizio”.

“A Settembre del 2022 – prosegue Geirola – eravamo stati in Prefettura e in quella occasione la cooperativa ci aveva chiesto più tempo per organizzare meglio il servizio. Ci chiediamo come abbia fatto a vincere l’appalto, tra l’altro con un progetto con cui puntava tanto sul coordinamento”.

Gli assistenti domiciliari lamentano anche problematiche retributive oltre a criticità nell’organizzazione delle zone di intervento: ci sono lavoratori che arrivano a svolgere anche dieci utenti nella stessa giornata con spostamenti fino a venti chilometri al giorno. Tutte queste cause non fanno altro che aumentare lo stress per lavoratrici e lavoratori dei servizi che si trovano spesso impossibilitati a organizzare i propri tempi di vita rispetto a quelli di lavoro.

 

 

Cgil, governo ignora tribunale Prato, scatta agitazione

Prato, il sindacato ‘Funzione pubblica’ della Cgil di Prato denuncia le “gravi carenze di organico” degli uffici giudiziari pratesi e proclama lo stato di agitazione, inoltre ha inviato una lettera ai parlamentari del territorio, che sono i deputati Giovanni Donzelli, Yana Chiara Ehm, Antonello Giacomelli, Erica Mazzetti, Giorgio Silli, e il senatore Patrizio La Pietra.

La lettera della Cgil firmata dal segretario generale Sandro Malucchi rileva come tra le assunzioni previste per la giustizia dal decreto Rilancio (2700 cancellieri, 400 direttori, 150 funzionari giudiziari specificatamente assunti per i distretti di Venezia, Bologna, Torino, Milano, Brescia), “ancora una volta il Palazzo di Giustizia di Prato viene dimenticato dal governo nazionale”.

“Eppure – scrive ancora Malucchi – la carenza d’organico che incontrovertibilmente e in più di una circostanza, abbiamo dimostrato essere il problema del Tribunale di Prato, si manifesta nei numeri che la Corte d’Appello di Firenze ha inviato al ministero della Giustizia: 100% per il dirigente amministrativo, 60% per il direttore amministrativo, nel 35,3% per il funzionario giudiziario e nel 70% per il cancelliere”.

Una situazione che si ripete per la procura della Repubblica, fotografata nella relazione annuale del giugno 2019 in “una carenza del 100% della figura del dirigente, del 50% del direttore amministrativo, del 75% del funzionario giudiziario, del 66,67% del cancelliere”, e per gli uffici di notificazione, esecuzione e protesti (Unep) e del giudice di pace.

La carenza negli organici, peraltro, scrive ancora Malucchi, “si inserisce in un contesto distrettuale dove nessun altro tribunale soffre di tale discrasia organizzativa, anche e soprattutto in relazione ai carichi di lavoro: in via esemplificativa e nella logica della analisi comparativa infra distrettuale, il personale amministrativo del tribunale pratese ha assegnati, mediamente, più fascicoli di ogni altro tribunale toscano”.

A detta della Funzione pubblica Cgil il Tribunale pratese dovrebbe contare su 112 operatori, mentre ne ha soltanto 44. Da qui la proclamazione dello stato di agitazione, in prossimità della conversione in legge del decreto Rilancio, che, ricorda Malucchi, è “iniziativa prodromica alla proclamazione dello sciopero”. Invece la richiesta di “intervento” ai parlamentari pratesi è per “determinare il raggiungimento dell’obiettivo della prossima assegnazione di personale in via di assunzione”.

Per la Cgil il tribunale pratese dovrebbe contare su 112 operatori, mentre ne ha invece soltanto 44. Inoltre, la carenza negli organici a Prato “si inserisce in un contesto distrettuale dove nessun altro tribunale soffre di tale discrasia organizzativa, anche e soprattutto in relazione ai carichi di lavoro: in via esemplificativa e nella logica della analisi comparativa infra distrettuale, il personale amministrativo del tribunale pratese ha assegnati, mediamente, più fascicoli di ogni altro tribunale toscano”.

Da qui la proclamazione dello stato di agitazione “iniziativa prodromica alla proclamazione dello sciopero”.

 

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