Francesco Vezzoli in Florence, primo artista italiano in piazza della Signoria

“Francesco Vezzoli in Florence”: con due nuove sculture in Piazza della Signoria e a Palazzo Vecchio l’artista è protagonista da oggi dell’evento, a cura di Cristiana Perrella e Sergio Risaliti.

Il progetto – presentato dal Museo Novecento di Firenze e dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, realizzato con il patrocinio del Comune di Firenze e l’organizzazione di Muse – mette in dialogo arte contemporanea e patrimonio storico artistico della città. Dopo gli interventi di Jan Fabre, Urs Fisher e Jeff Koons e la presentazione di un’opera di Giuseppe Penone, con Vezzoli Piazza della Signoria torna a essere il fulcro del contemporaneo nella culla per antonomasia del Rinascimento.

Vezzoli è peraltro il primo artista italiano vivente a realizzare un’opera site-specific per Piazza della Signoria, appositamente concepita per l’occasione. Dopo la sua mostra in città nel 2014, Vezzoli torna a Firenze affrontandone i luoghi più simbolici: Piazza della Signoria e Palazzo Vecchio, nel solco di un progetto che ha visto protagonisti negli scorsi anni celebri artisti internazionali.

In Piazza della Signoria un monumentale leone rampante novecentesco, installato su un basamento antico, stritola tra le fauci una testa romana del II secolo d.C., in un pastiche tra diverse epoche artistiche che è diventato la cifra di molte opere recenti dell’artista. Insieme all’intervento in piazza, il progetto comprende una seconda scultura, posizionata all’interno dello Studiolo di Francesco I de’ Medici a Palazzo Vecchio, uno scrigno prezioso carico di misteriose suggestioni iconografiche, esoteriche e astrologiche realizzato tra il 1569 e il 1573, che per la prima volta in assoluto ospita un’opera di arte contemporanea. Su una figura di togato romana è innestata una testa ”metafisica” di bronzo, citazione de “Gli archeologi” di Giorgio De Chirico, una delle opere che meglio rappresenta il recupero della classicità in epoca moderna. Con questi lavori Francesco Vezzoli, “restituisce nuove muse inquietanti, ricomponendo i frammenti di una civiltà perduta, ricordandoci che l’arte è sempre, prima di tutto, un fatto mentale e che i ready made, gli assemblage antico-moderno, sono una pratica dalle radici molto antiche, come ci insegna il Ganimede di Benevenuto Cellini realizzato ricomponendo parti di una scultura antica”, spiega Risaliti.

Tuttavia, rispetto ai restauri rinascimentali Vezzoli si inserisce nel percorso concettuale di De Chirico e Savinio, inventori di metamorfosi e di collage misteriosi, e invece di ricercare l’armonia formale, “compone ibridi sconcertanti, collage linguistici che rigenerano le forme della tradizione ma che hanno una vita propria – spiega sempre Risaliti – Un mondo surreale fatto di archeologia e fantasia, memoria e invenzione, dove la cultura classica, invece di un modello immutabile, atemporale, diventa materia da scomporre e ricomporre, da rendere attuale nel presente, trovando nell’ibridazione con altri temi, altre epoche, lo spunto per la riflessione artistica – e non ideologica – su argomenti come identità, autorialità, e su come ricordare il passato, senza rinnegarlo o cancellarlo. Perché la libertà si fonda anche sul lasciare alle immagini il loro potere misterioso, poetico e trascendentale”.

Vezzoli, Perrella e Risaliti
Foto Controradio

Dopo l’intervento di Francesco Vezzoli nello spazio pubblico di Firenze, il Centro Pecci di Prato dedicherà all’artista una mostra personale da febbraio 2022.

AUDIO: VEZZOLI, PERRELLA, RISALITI E SACCHI INTERVISTATI DA CHIARA BRILLI

RAID, Centro Pecci Prato: sabato la nuova performance di Marcello Maloberti

In occasione della Giornata del Contemporaneo le mostre in corso al Centro Pecci saranno a ingresso libero dalle ore 10 alle ore 23

Il Centro Pecci è lieto di presentare RAID, una nuova performance di Marcello Maloberti
appositamente concepita per gli spazi del museo e unica opera dell’artista realizzata
appositamente per la 14° Giornata del Contemporaneo.

La poliedrica ricerca di Maloberti include numerosi linguaggi che comprendono il collage,
la fotografia, il video, la performance e grandi installazioni luminose o sonore. Le sue
opere hanno spesso un forte impatto teatrale e danno vita ad intenso coinvolgimento del
pubblico, chiamato ad attribuire un senso al lavoro che non è mai definito a priori.
Soprattutto le performance assumono forme plurali – dalle processioni, ai tableaux vivant,
agli happening – connotandosi sempre come azioni simboliche e suggestive, che fondono
l’inusuale con il familiare, il realismo con l’immaginazione.

La performance RAID fa parte delle iniziative promosse da AMACI per la Giornata del
Contemporaneo, che vede per la prima volta dedicare ad un artista, oltre alla realizzazione
dell’immagine guida della manifestazione, una mostra personale diffusa su tutto il territorio
nazionale. Il 13 ottobre infatti tutti i musei AMACI ospiteranno simultaneamente e per un
giorno una selezione di opere di Marcello Maloberti, offrendo al pubblico la possibilità di
conoscere e approfondire la sua produzione.

Per celebrare i festeggiamenti del trentennale del Centro Pecci, in corso durante tutto
il 2018, Maloberti è stato invitato a concepire una performance che dialogasse in
modo inedito con i suoi spazi e la sua collezione. Il lavoro proposto per il museo
riunisce alcune delle tematiche ricorrenti dell’artista, la fascinazione per i libri, la relazione
con le immagini iconiche della storia dell’arte, il connubio tra dimensione museale e azioni
effimere, l’idea di moltitudine e corpo collettivo che trova qui formalizzazione nel
coinvolgimento di performer diversi per età, etnie, religione, orientamento sessuale,
accomunati dalla stessa azione apparentemente insensata ma dirompente.

RAID vede i performer compiere un atto privo di ordine precostituito, la performance si sviluppa nello spazio in maniera casuale e improvvisa, proprio come un’incursione nelle sale del museo che lascerà presenze minimali e allo stesso tempo evocative del suo passaggio.

La performance di Marcello Maloberti segnala un nuovo, convinto, impegno produttivo del
Centro Pecci nei confronti dell’arte italiana. Impegno confermato a breve dalla mostra
dedicata al rapporto tra Fabio Mauri e Pier Paolo Pasolini, curata da Francesco
Vezzoli, che sarà presentata dal Centro Pecci nella primavera 2019.

Exit mobile version