Chiude Rubinetterie Ponsi, 22 licenziati. Braccini (Fiom Cigl Toscana): “Accordi sindacali non rispettati”

E’ stata chiusa Rubinetterie Ponsi, azienda storica toscana. “Gli accordi sindacali che dovevano garantire la continuità lavorativa per ulteriori anni non sono stati rispettati e 22 lavoratori sono stati licenziati“, ha dichiarato Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana, in una nota. Il sindacato fa sapere di aver riscontrato molti silenzi Istituzionali. Anche il tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico che era stato previsto, é infine saltato.

Le Rubinetterie Toscane Ponsi sono un’azienda nata nel 1935 a Viareggio che si occupava della progettazione di rubinetti e degli accessori inerenti al bagno. L’intero ciclo produttivo veniva svolto all’interno dell’azienda. La Ponsi è inoltre un marchio riconosciuto in tutto il mondo per l’alto standard qualitativo e tecnologico. Si tratta anche di un’azienda elevata sindacalmente e culturalmente: infatti, al suo interno, vi era una delle biblioteche operaie più fornite della Versilia. Il passaggio da un fondo alla Ercos di Brescia nel 2015 ne ha segnato l’inizio della fine, si legge nella nota del Fiom Cigl Toscana.

“Siamo di fronte ad una imprenditoria di basso livello, di basso profilo, precisando che, in altri paesi Europei con più forza – continua il segretario generale – le comunità si uniscono per difendere le fabbriche nei loro territori e vi sono sistemi più penalizzanti per le imprese che non rispettano gli impegni. Siamo in un’epoca inedita, assistiamo alla mancanza di politiche industriali da parte dei Governi, ma anche alla assenza di idee locali sul futuro industriale nei vari territori”.

“La chiusura di una fabbrica non è solo impoverimento economico di un territorio, un dramma sociale e umano, ma anche un dramma per la democrazia.
Una fabbrica è storia collettiva e storie individuali, è memoria, luogo di elaborazione culturale”, conclude Braccini.

Tmm Pontedera: Fiom, richiesta danni inaudita

La richiesta danni per un milione di euro da parte dell’azienda agli operai Tmm “è un fatto inaudito e non degno di una società civile”: vicinanza e solidarietà ai lavoratori da Fiom.

Il comitato centrale della Fiom, riunito ieri a Roma, ha approvato un ordine del giorno affermando di sostenere “il presidio permanente dei lavoratori Tmm di Pontedera che prosegue da oltre 10 mesi, a seguito della chiusura aziendale nel pieno rispetto della democrazia, delle leggi e delle regoli civili”.

Il comitato centrale della Fiom, si legge nel testo, “preso atto che in questi giorni a 26 lavoratori Tmm ed al segretario Fiom di Pisa è arrivata una richiesta di risarcimento danni da parte del liquidatore, condanna fermamente tale pretesa, ritenendolo un fatto inaudito”.
Il comitato centrale ritiene altresì che “attacchi di questa natura e intimidazioni verso lavoratori licenziati, segnano un comportamento spudorato di chi lo ha messo in atto e una condizione di regressione profonda, non degno di una società civile fondata sul lavoro”.
“Alla gravità della chiusura dell’azienda – si afferma ancora – i lavoratori Tmm hanno reagito con la democrazia, portando avanti una lotta a testa alta, non rassegnandosi alla mortificazione delle perdita del posto di lavoro”.

Il comitato centrale della Fiom “metterà a disposizione, se necessario, un pool di legali per dare piena assistenza ai lavoratori Tmm ed esprime piena solidarietà e sostegno all’azione della Fiom di Pisa e regionale Toscana nel tentativo di costituire una cooperativa per cercare di costruire una nuova condizione lavorativa”.

L’ordine del giorno è stato presentato al Comitato Centrale della Fiom dal segretario generale Fiom Toscana, Massimo Braccini.

Risultato storico per i metalmeccanici tedeschi.E in Italia? – Daniele calosi

Una settimana di scioperi a singhiozzo è bastata per portare a casa il risultato. Mobilitando quasi un milione di lavoratori, il sindacato metalmeccanico tedesco Ig Metall ha raggiunto uno storico accordo che include, tra l’altro, la settimana lavorativa di 28 ore su base volontaria e un aumento di salario del 4,3%. Un “compromesso tollerabile”, secondo la sigla e i lavoratori, che hanno comunque lamentato alcuni “elementi dolorosi” per entrambi. L’accordo coprirà 900mila addetti nel Land industriale del BadenWürttemberg e potrebbe essere esteso ai 3,9 milioni di metalmeccanici in tutto il Paese. Il commento del segretario

Fiom Toscana: “settore nautica in condizioni inaccettabili”

Nonostante il settore sia in ripresa, le condizione di lavoro sono inaccettabili e retrograde, nella totale assenza di rispetto delle regole. La denuncia di Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana: “responsabilità politiche ed istituzionali”.

“La nautica è un settore in ripresa” ma “l’arretramento delle condizioni di lavoro segna una condizione inaccettabile”. Lo denuncia Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Toscana, secondo cui le aziende “una volta arrivata la ripresa, hanno inseguito la ricerca del minor costo del lavoro.

Nella gran parte dei cantieri nautici in Toscana manca il rispetto delle regole, ed alla fine della catena degli appalti vi sono sempre lavoratori più deboli e sfruttati”. Per Braccini “bisogna aprire presidi sindacali di fronte ad ogni area produttiva in tutta la costa, affinché ogni lavoratore trovi una risposta, sia tutelato e non lasciato solo di fronte all’imperio dell’impresa.

Vanno verificate le modalità di assunzione, le retribuzioni, le ore lavorate ed é necessario far fare verifiche approfondite, chiamando in causa anche gli enti preposti”. Secondo il leader della Fiom regionale “le responsabilità che stanno in capo alle aziende sono palesi e pesanti, ma vi sono anche responsabilità politiche ed istituzionali”, citando il caso del frazionamento dell’area demaniale del porto di Viareggio.

Aferpi: Rossi querela a Renzi, uffici al lavoro

Avvocatura Regione Toscana potrebbe presentarla prossimi giorni.

L’ avvocatura regionale della Toscana sta predisponendo la querela del presidente della
Regione Enrico Rossi (Mdp) nei confronti del segretario del Pd Matteo Renzi dopo le dichiarazioni a quest’ultimo attribuite circa la responsabilità dello stesso Rossi e dell’ex leader della Fiom Maurizio Landini sulla scelta dell’imprenditore algerino Rebrab per l’intervento nel polo siderurgico ex Lucchini a Piombino. E’ quanto si apprende da fonti vicine alla presidenza della Regione, secondo le quali la querela dovrebbe essere presentata già nei primi giorni della prossima settimana.

Ieri lo staff di Renzi aveva fatto sapere che ‘nessuno ha mai messo in dubbio il principio della gara’ e che quanto attribuito a Renzi era frutto di ‘ricostruzioni giornalistiche su frasi de relato’.

“Le querele non si minacciano, le querele si fanno e ho già dato mandato, ai legali di agire contro chi non dice come stanno le cose o le propone in maniera diversa. Io non ho scelto
Rebrab che è stato scelto con una procedura di gara. Mi riserverò poi nei prossimi giorni di avanzare qualche proposta perchè episodi come quelli verificati con Rebrab non si ripetano” aveva detto stamani il presidente della Regione Toscana, rispondendo ai giornalisti a margine di un convegno sull’urbanistica, che gli chiedevano del suo annuncio di voler querelare Matteo Renzi per quanto detto in occasione della sua visita a Piombino.

“Da quando sono presidente della Regione – ha aggiunto – mi sono trovato almeno con quattro grandi imprenditori che si sono proposti e hanno prospettato la volontà di risolvere tutti i problemi di Piombino. Poi questi imprenditori hanno magari abbandonato l’idea. Forse c’è qualcosa che non funziona nel modo con cui si fanno i contratti con i quali cediamo pezzi così importanti dell’apparato industriale”.

Aferpi: sindacati, commissario conferma salvaguardia occupati

Si, non si usino più lavoratori come scudi umani.

“La scelta del ministro Calenda era ormai l’unica possibile ed è comunque arrivata tardi. È
giusto avviare le procedure per risolvere il contratto con Cevital, ed è allucinante che l’ad Said Benikene possa ancora presentarsi come salvatore, utilizzando i lavoratori come scudo umano”. Lo affermano i parlamentari di Sinistra Italiana Stefano Fassina e Alessia Petraglia insieme ai coordinatori regionali del partito Marco Sabatini e Daniela Lastri, sulla vicenda Aferpi.

“Le nuove promesse con un piano industriale entro dicembre – aggiungono in una nota – vanno respinte senza esitazioni. Quel soggetto, speriamo sia chiaro a tutti, non è affidabile. Adesso il Governo sia conseguente: acceleri il percorso, fino ad arrivare alla totale acquisizione, che seppur temporanea, deve mettere in sicurezza l’assetto strategico e i dipendenti, riportando immediatamente l’azienda sul mercato. E contemporaneamente si parta con le bonifiche sulle quali anche troppo tempo si è perso”.

Secondo gli esponenti di Sinistra italiana, “la proprietà non ha rispettato alcun punto dell’addendum siglato a fine aprile. Si è perso troppo tempo dietro al ‘sogno algerino’ e la colpa è del Governo che ha puntato su un soggetto non affidabile, scelta assolutamente fallimentare, eppure difesa fino a pochi mesi fa”.

“E la Regione purtroppo è andata a ruota, fidandosi di Renzi e del Partito Democratico. Ora che la rotta è stata finalmente invertita, le istituzioni non abbiano più alcun ripensamento se davvero hanno a cuore il futuro della siderurgia a Piombino, cosa di cui dubitiamo fortemente”, concludono.

Al termine di un incontro tra le segreterie dei sindacati, coordinatori Rsu di Aferpi e Piombino Logistics e il commissario straordinario Piero Nardi, Fim Fiom e Uilm hanno affermato in una nota congiunta: “Nonostante le ultime dichiarazioni di Benikene, il commissario Nardi ha confermato che sarà salvaguardata l’occupazione e il reddito dei lavoratori anche se si dovesse aprire un contenzioso legale, utilizzando gli strumenti in essere e eventualmente trovando la via per possibili ulteriori soluzioni”.

Nel corso dell’incontro, fanno sapere i sindacati nella nota, è stato ribadito che il governo ha dato mandato all’amministrazione straordinaria e ai suoi consulenti legali di avviare la procedura di risoluzione del contratto con Cevital-Aferpi, poichè il ministro dello Sviluppo Calenda, “ha ritenuto l’incontro di lunedì scorso con la proprietà insoddisfacente e
senza passi avanti concreti rispetto ai punti previsti nell’addendum”.

Nel corso della riunione di oggi Nardi ha dunque ribadito ai sindacati che continuerà il percorso già avviato nella dichiarazione di inadempienza dando seguito alla richiesta di penali e valutandone di ulteriori: “Nell’ultima assemblea dei soci – proseguono i sindacati nel comunicato – la Procedura ha evidenziato la possibilità di un’eventuale insolvenza prospettica e ha chiesto formalmente al collegio sindacale di pronunciarsi in merito”.

Nel frattempo Fim, Fiom e Uilm, come espressamente dichiarato da Calenda, aspettano di essere convocati urgentemente al Mise per confrontarsi sul percorso da intraprendere. Al ritorno si svolgerà l’assemblea per informare i lavoratori.

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