🎧 Covid, Fials: Troppi 66mila sanitari precari per emergenza

Nel dettaglio, su 31.990 unità di personale infermieristico assunto, 8.757 sono a tempo indeterminato, e su 21.414 medici solo 1.350. La nostra intervista a Mimma Sternativo, Segretaria fials Milano

 “Stanno traghettando l’Italia fuori dall’emergenza con un’opera incessante da oltre 15 mesi: prima hanno allestito reparti in tempi record per i malati Covid, battendosi contro il virus anche senza protezioni adeguate, sotto organico e dimostrando un coraggio da leoni, poi si sono arruolati nella campagna vaccinale, alcuni persino volontari nei giorni di riposo pur di partecipare all’impresa di immunizzare la popolazione. Sono i nostri operatori sanitari, che qualche giorno fa abbiamo visto premiati con onorificenze al merito dal Capo dello Stato. Ma rimane vergognosamente basso il trattamento stipendiale riservato loro: con 1.400 euro al mese, gli infermieri faticano da anni ad affrontare il quotidiano, in più ora c’è un esercito di oltre 66mila precari, certificati dalla Corte dei conti, che ha calcolato solo 17.151 tempi indeterminati assegnati a medici, infermieri e altre professioni sanitarie su un totale di 83.180 assunti per l’emergenza. Una cosa inaccettabile”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials.

Nel dettaglio, su 31.990 unità di personale infermieristico assunto, 8.757 sono a tempo indeterminato, e su 21.414 medici solo 1.350. Stessa scena per quanto riguarda le altre professioni sanitarie, che vedono 7.044 assunzioni vere a fronte dei 29.776 reclutamenti per la pandemia. “Dall’elaborazione dei dati recentemente pubblicati – prosegue Carbone – emergono scelte miopi e prive di avvedutezza politica da parte delle varie aree geografiche coinvolte. In particolare le isole svettano per colpevole penuria di contratti stabili con 2.550 infermieri reclutati, di cui solo 5 assunti a tempo indeterminato. Mentre per le altre professioni sanitarie si registra l’indecenza di 2 assunzioni definitive su 4.013 reclutamenti”. Anche “il Sud si attesta su numeri davvero spaventosi con 690 contrattualizzati a tempo indeterminato a fronte di 8.085 reclutamenti”.

Inutile lamentarci – osserva il segretario generale Fials – che i nostri giovani se ne vadano all’estero e che nel Paese cresca la denatalità: è chiaro che tutti i proclami e le dichiarazioni d’intenti cui abbiamo assistito negli scorsi mesi non hanno portato nessun reale cambiamento”. Ma per dovere di cronaca vediamo come si sono comportate anche le altre aree del paese. Secondo la Corte dei conti: nel Nord Ovest su 7.032 infermieri reclutati per la pandemia, abbiamo 1.144 tempi indeterminati; il Nord Est ha assunto in modo definitivo 3.370 infermieri su 7.567; mentre il centro Italia ha reclutato 6.756 di cui 3.548 tempi indeterminati. Anche i dati delle altre professioni sanitarie seguono un andamento similare e non incoraggiano affatto: nel Nord Ovest il rapporto tra assunti a tempo e stabilizzati è di 7.666 a 405, nel Nord Est di 5.381 a 2.119, e nelle regioni centrali di 5.403 a 1.953.

Sono stati creati posti di lavoro senza futuro – rimarca Carbone – ma non possiamo permetterci di perdere il patrimonio di esperienza e professionalità costituito da decine di migliaia di precari tra infermieri, oss, tecnici, professionisti, ostetriche, personale amministrativo e di assistenza, indispensabile per mandare avanti i servizi alla salute e realizzare l’ambizioso disegno del Pnrr. Soprattutto trovo inappropriato che si vedano negata qualunque certezza dopo oltre un anno di trincea”. “Vengano completate le ricognizioni non ancora effettuate dei necessari fabbisogni di personale nelle aziende ospedaliere e sanitarie – conclude – anche tenendo conto dei pensionamenti che si prevedono per l’anno in corso. Occorrono stime con il più davanti per rafforzare il SSN e rispondere alla domanda di sicurezza dei cittadini che tutti consideriamo ineludibile”.

Cassa integrazione al Maggio: lavoratori, “noi il bancomat della Fondazione”

Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino attiverà le procedure per il ricorso alla cassa integrazione (Fondo integrativo salariale) per più di 300 dipendenti, tra coro, orchestra, personale amministrativo e tecnici.

Lo fa sapere lo stesso teatro che sul suo profilo Fb ha anche annunciato la cancellazione delle ultime due recite de ‘Il barbiere di Siviglia’ previste martedì 27 ottobre e giovedì 29 ottobre, a causa del nuovo Dpcm. Per quanto riguarda i prossimi spettacoli in cartellone, il teatro cercherà di riprogrammare il ciclo Beethoven di Zubin Metha e la Madama Butterfly e ‘salvare’ l’Otello in programma a partire dal 27 novembre, quindi dopo la scadenza del Dpcm.

Commentando il ricorso alla cassa integrazione, Rosa Maria Di Giorgi, deputata Pd e componente della commissione Cultura auspica che il “sindaco intervenga immediatamente nei confronti del sovrintendente Pereira per bloccare questo atto che suona oltraggioso nei confronti di tutti i lavoratori”. Per Di Giorgi “è incredibile che, a fronte degli appelli del mondo della cultura, a Firenze, primi in Italia, si pensi di dare ristoro ai bilanci delle Fondazioni attraverso il sacrificio ulteriore degli artisti e dei lavoratori tutti. Un atto gravissimo – conclude – che spero venga fermato in tempo dal presidente della fondazione del Maggio, il nostro sindaco”.

“La Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino – ha detto il presidente dell’istituzione, il sindaco Dario Nardella – è stata tra le Fondazioni lirico sinfoniche che nel duro momento della crisi ha fruito di meno di periodi prolungati di Fondo integrativo salariale. Il nostro Teatro è stato il primo teatro d’opera italiano a riaprire e a riattivare un esercizio completo nael pieno delle sue funzioni. Per questo ringrazio il sovrintendente, l’Orchestra, il Coro, i lavoratori tutti. A brevissimo il Maggio studierà delle forme di attivazione della pianta organica che tengano conto delle agevolazioni e integrazioni previste in queste ore dal Mibact. Se necessario accederà al Fondo integrativo salariale in misura limitata per lo stretto necessario per una piena sopravvivenza dell’ente in una fase critica e comune a tutto il Paese ma ci auguriamo molto limitata nel tempo”.

“Siamo il bancomat del teatro, è l’ennesima manovra che tende a fare cassa sulle spalle dei lavoratori, questo non è accettabile alla luce anche dell’esperienza di molte altre Fondazioni che stanno utilizzando l’on line per fare fronte al mantenimento delle attività”, commenta ENRICO SCIARRA segr. gen. Fiale Maggio intervistato da Chiara Brilli

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/10/201027_02_FIALS-MAGGIO-MUSICALE.mp3?_=2

Ospedale Careggi, firmato accordo contratto integrativo

Per 4mila dipendenti dell’ospedale previsti aumento di indennità e salari.

Firmato ieri l’accordo sul rinnovo del contratto integrativo aziendale per i circa quattromila dipendenti dell’ospedale fiorentino di Careggi. L’intesa, arrivata al termine di mesi di trattative, è stata siglata dalla direzione dell’azienda ospedaliero universitaria, dalla Rsu e dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Fials e Fsi.

Tra i punti previsti, si spiega in un comunicato diffuso dalla Cgil, “l’innalzamento dell’indennità notturna a 25,60 euro, indennità di pronta disponibilità pagata mensilmente e non più a saldo l’anno successivo, regolamentazione degli straordinari”. Previsti dall’accordo, rende noto sempre la Cgil, una nuova progressione economica con un aumento di salario in busta paga di circa 500 euro per infermieri e amministrativi con requisiti di anzianità professionale, “l’inclusione dei lavoratori somministrati nel sistema di produttività aziendale” e la “regolamentazione degli straordinari”.

Soddisfatto dell’intesa il responsabile aziendale per la Fp Cgil, Michele Tortorelli, secondo il quale tuttavia “a Careggi resta aperto il capitolo delle assunzioni”. Per il direttore generale di Careggi, Rocco Damone, l’intesa “va nella direzione di valorizzare l’esperienza professionale nell’ambito delle progressioni economiche e di rafforzare il coinvolgimento del personale nel raggiungimento degli obiettivi di performance”. “Careggi – sottolinea ancora Damone -, è tra le poche aziende che ha redatto e siglato l’accordo secondo la formula del testo unico di contratto collettivo integrativo aziendale”.

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