Banca Etruria: archiviata indagine per mancata fusione con Popolare veneta, c’è anche Pierluigi Boschi

Il gip di Arezzo Fabio Lombardo ha archiviato il filone di indagini di Banca Etruria relativo alla mancata fusione con la Banca Popolare di Vicenza. Così riporta La Nazione di Arezzo. Tra gli indagati per bancarotta fraudolenta figurano Pierluigi Boschi, ex vice presidente dell’istituto aretino, l’ultimo presidente di Etruria Lorenzo Rosi, il suo predecessore Giusepe Fornasari, l’altro vice Alfredo Berni e l’ex direttore generale Luca Bronchi.

L’archiviazione era stata chiesta dal pool di pm della procura di Arezzo che da anni lavora sul caso Banca Etruria. A detta di Rosi, Berni e Boschi non furono loro a far saltare la trattativa che per Banca Etruria sarebbe stata vantaggiosa. Le condizioni finanziarie della banca Popolare veneta erano drammatiche, anche se all’epoca ancora non si conoscevano, tanto che è stata messa in liquidazione coatta.
l gip Lombardo scrive che dagli atti che “sono stati trasmessi, infatti, risulta che il mancato accordo commerciale in ragione dello stato di crisi in cui entrambi gli istituti di credito versavano, non è idoneo di per sé a ritenere integrati i reati ipotizzati”. “Non è possibile effettuare alcuna prognosi positiva in merito al nesso causale fra la condotta omessa e il verificarsi dell’evento di danno”, continua Lombardo.
Gli amministratori di Banca Etruria avevano parteciparono alle trattative hanno sempre raccontato che fu Zonin a tirarsi fuori all’ultimo momento. Su questa versione non è d’accordo il liquidatore di Banca Etruria, Giuseppe Santoni, che accusa gli ex cinque vertici di aver fatto fallire l’intesa con Popolare di Vicenza. Santoni inoltre chiede loro 212 milioni di danni nell’azione civile di responsabilità davanti al tribunale di Roma, l’equivalente di quanto Vicenza avrebbe pagato se l’Opa su Etruria fosse andata in porto.
Il servizio di Sara Carullo

Banca Etruria, falso in bilancio: udienza rimandata a 13 giugno

E’ stata rimandata al 13 giugno l’udienza preliminare sul filone d’inchiesta per il falso in prospetto nel crack di Banca Etruria.

La nuova data è stata indicata in attesa della decisione della Corte d’Appello circa la richiesta di ricusazione del gip del tribunale di Arezzo Fabio Lombardo presentata dal legale Davide Canestri, l’avvocato Luca Fanfani, secondo il quale il giudice aveva già svolto le funzioni di gip nel medesimo procedimento. Il filone sul falso in prospetto di Banca Etruria è relativo al collocamento, nel 2013, delle obbligazioni subordinate poi azzerate dal decreto Salvabanche.

Secondo l’accusa, sostenuta dal pool di magistrati che si occupano della vicenda Etruria, i risparmiatori al momento della sottoscrizione dei titoli non sarebbero stati informati correttamente sulla reale situazione dell’istituto di credito. Gli imputati sono l’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex ad Luca Bronchi e il funzionario Davide Canestri.

Banca Etruria: udienza rinviata al 15/1, sentenza a fine maggio

E’ stata rinviata al 15 gennaio 2019, per un difetto di notifica, l’udienza preliminare del processo per falso in prospetto di Banca Etruria.

L’udienza su Banca Etruria era in calendario oggi davanti al gup Fabio Lombardo che, dopo aver verificato l’irregolarità formale dovuta al difetto di notifica, ha rinviato al prossimo 15 gennaio. La chiusura del processo, ma è ancora molto presto per dirlo, sarebbe stata indicata per il prossimo 20 maggio. Sul banco degli imputati l’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale Luca Bronchi e il funzionario Davide Canestri.

Il capo di imputazione è ‘falso in prospetto’ e si riferisce al collocamento nel 2013 delle obbligazioni subordinate poi azzerate dal decreto Salvabanche. Secondo l’accusa, sostenuta dal pool di magistrati che si occupano della vicenda Etruria e dei vari filoni, i risparmiatori al momento della sottoscrizione dei titoli non sarebbero stati informati correttamente sulla reale situazione dell’istituto di credito.

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