Omicidio Scieri: oggi interrogatorio per uno dei tre indagati 

E’ entrato in procura intorno alle 15, per l’interrogatorio, Luigi Zabara, di Roma, uno dei tre indagati di omicidio volontario in concorso per la morte di Emanuele Scieri avvenuta nella notte tra il 13 e il 14 agosto 1999 dentro la caserma ‘Gamerra’ di Pisa.

Secondo gli investigatori, che la scorsa settimana hanno arrestato l’ex caporal maggiore della Folgore, Alessandro Panella, Scieri fu ucciso al culmine di un atto di nonnismo. Domani alle 10 è fissato in tribunale, davanti al gip Giulio Cesare Cipolletta, l’interrogatorio di garanzia di Panella, mentre nel pomeriggio è fissato l’interrogatorio del terzo indagato, Andrea Antico, sottufficiale dell’Esercito tuttora in servizio e anche consigliere comunale di un piccolo comune del Riminese.

“Oggi abbiamo semplicemente chiesto copia degli atti per poterli leggere e in questa circostanza ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere”. Lo ha detto il difensore di Luigi Zabara, avvocato Andrea Di Giuliomaria, uscendo dalla procura pisana, dove si è recato oggi pomeriggio insieme al suo assistito.

“Appena li riceveremo – ha aggiunto – li leggeremo e quando saremo convocati allora potremo rispondere”. Il colloquio tra Zabara, il suo legale e il pubblico ministero titolare delle indagini, Sisto Restuccia, svoltosi alla presenza di due poliziotti della sezione di polizia giudiziaria di Firenze, è durato solo pochi minuti.

Caso Scieri: arrestato ex commilitone per concorso in omicidio volontario

Svolta nelle indagini sulla morte di Emanuele Scieri, 26 anni parà di leva trovato morto il 16 agosto del 1999 nella caserma Gamerra a Pisa, ai piedi di una torretta di addestramento. Un ex commilitone di Scieri è stato arrestato e si trova ai domiciliari con l’accusa di concorso in omicidio volontario. Insieme all’arrestato ci sono altre tre persone indagate per la morte del paracadutista. Secondo le indagini, Scieri, la sera del 13 agosto, sarebbe stato vittima di violenti atti di nonnismo che ne causarono la caduta dalla scala dove forse aveva cercato riparo.

 

Concorso in omicidio: sarebbe questa l’accusa che ha portato all’esecuzione di una misura agli arresti domiciliari nell’ambito delle indagini sulla morte di Emanuele Scieri, il 26enne parà di leva trovato morto il 16 agosto 1989 nella caserma Gamerra a Pisa. Secondo quanto appreso, destinatario della misura sarebbe un ex commilitone di Scieri. Oltre all’ex militare messo agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio volontario in concorso, ci sono altri indagati. Secondo quanto emerge da fonti investigative, perquisizioni ed altre attività di indagine sono in corso da ieri. “Siamo arrivati alla conclusione che ci fosse il tempo per soccorrere Emanuele”. Lo ha detto il procuratore di Pisa Alessandro Crini.”L’indagine ha consentito di perfezionare la conoscenza relativa al nonnismo: questo dato – spiega il procuratore –  emerge anche con modalità tali da ritenere che contro Scieri ci sia stata un’aggressione da parte dei ”nonni” anche mentre era a terra. Si tratta di ipotesi indiziarie che sono suffragate anche dalle consulenze tecniche allegate alle conclusioni della commissione parlamentare d’indagine”. La vicenda ha avuto un’accelerazione nella giornata di ieri perché una delle tre persone da tempo indagate stava per lasciare il territorio nazionale. Ai domiciliari è finito Alessandro Panella, 39 anni, originario della provincia di Roma: da quanto emerso l’uomo, che vive e lavora negli Usa da diversi anni, era in Italia per una visita alla famiglia e sembra che stesse per ripartire per l’America. Nel 1999 prestava servizio in ferma prolungata nella brigata Folgore e aveva il grado di caporale.

“Ho sempre avuto fiducia che prima o poi si riuscisse ad afferrare il bandolo della matassa: adesso vedo finalmente la luce della verità in fondo al tunnel”. Queste le parole di Isabella Guarino, madre di Lele Scieri. “Mi sento frastornata per una notizia che attendevo da 19 anni”. ”Il lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta Scieri, svolto nella scorsa legislatura, trova un epilogo importante”.Dichiara Sofia Amoddio, già presidente della Commissione parlamentare sulla morte di Emanuele Scieri. “Gli elementi da noi riscontrati dopo aver acquisito quasi seimila pagine di documenti e svolto 45 audizioni – ribadisce Amoddio  – consentono di escludere categoricamente la tesi del suicidio o di una prova di forza alla quale si voleva sottoporre Emanuele scalando la torretta, tesi che nel ’99 la catena di comando della Folgore suggeri’ alla magistratura”.

“Arriveremo ad avere la verità su quel giorno e a ridare dignità ad Emanuele ed alla famiglia”. Così Carlo Garozzo, presidente dell’associazione ”Giustizia per Lele”, sugli sviluppi dell’inchiesta. “Mi sento di dedicare questa giornata al papà di Emanuele, Corrado, che non c’è più”. Gli amici di Emanuele dopo  un mese si costituirono in associazione per ricercare la verità. Quest’anno anno non sarà un anniversario come gli altri.

Scieri: un arresto a Pisa

C’è un arresto, secondo quanto appreso, nell’ambito delle indagini sulla morte di Emanuele Scieri, il 26enne siracusano, parà di leva, trovato morto il 16 agosto di 19 anni fa nella caserma Gamerra di Pisa, centro di addestramento della Folgore.

Concorso in omicidio: sarebbe questa l’accusa che ha portato all’esecuzione di una misura agli arresti domiciliari nell’ambito delle indagini sulla morte di Emanuele Scieri, il 26enne parà di leva trovato morto il 16 agosto 1989 nella caserma Gamerra a Pisa.
Secondo quanto appreso, destinatario della misura sarebbe un ex commilitone di Scieri.

Dagli inquirenti nessun commento al momento: una conferenza stampa è stata convocata per le 11.30 in procura a Pisa per illustrare gli sviluppi delle indagini. Il 6 dicembre scorso la relazione finale  della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte del militare, dopo 20 mesi, sentenziò che quella morte non fu un  caso di suicidio, come suggerì il comando della Folgore. Il parà siracusano Emanuele Scieri fu aggredito prima di salire sulla torretta della caserma Gamerra di Pisa, ai piedi della quale fu ritrovato cadavere il 16 agosto 1999. Così l. Alla Gamerra, si legge nel testo della commissione, c’era “un’altissima, sorprendente tolleranza verso comportamenti di nonnismo” e ora “speriamo che il nostro lavoro posso restituire verità e giustizia alla memoria di Emanuele”.

E’ stato fatto, spiegava  la presidente della Commissione Sofia Amoddio (Pd), “un lavoro puntale ed approfondito – acquisite quasi seimila pagine di documenti e 45 audizione – che ha portato la Procura di Pisa a riaprire le indagini sul caso. Intrecciando quelli acquisiti nel 1999 dalla magistratura con nuovi elementi, la Commissione ha accertato che alla Gamerra avvenivano gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice goliardia”. “Gli elementi da noi riscontrati – prosegue Amoddio – consentono di escludere categoricamente la tesi del suicidio o di una prova di forza alla quale si voleva sottoporre Emanuele Scieri scalando la torretta, tesi che nel ’99 la catena di comando della Folgore suggerì alla magistratura. La consulenza cinematica di tecnici specializzati ha accertato che la presenza di una delle scarpe di Scieri ritrovata troppo distante dal cadavere, la ferita sul dorso del piede sinistro e sul polpaccio sinistro, sono del tutto incompatibili con una caduta dalla scala e mostrano chiaramente che il giovane é stato aggredito prima di salire sulla scaletta”.

La commissione fece  emergere “le falle e le distorsioni di un sistema disciplinare fuori controllo ed ha rintracciato elementi di responsabilità depositandoli presso la Procura della Repubblica di Pisa”. La presidente parla di “errori grossolani e responsabilità evidenti”, nonchè “numerose anomalie nell’effettuazione dei rilievi e dei sopralluoghi sulla scena del crimine: dalle audizioni degli stessi carabinieri che effettuarono i rilievi, apprendiamo che intervennero tre nuclei diversi dell’Arma dei Carabinieri e che le operazioni di rilevamento presero avvio in assenza del Pm e senza la presenza dei Ris. Il cadavere di Scieri fu manipolato per estrarre dal marsupio il telefono cellulare del ragazzo e risalire al suo numero di telefono”.

Scieri, Commissione: fu aggressione non suicidio

La relazione finale dimostra che il parà trovato morto a Pisa nel 1999 era vittima di violenti atti di nonnismo da parte dei colleghi e che venne aggredito prima di salire in torretta

Non fu un suicidio, come suggerì il comando della Folgore. Il parà siracusano Emanuele Scieri fu aggredito prima di salire sulla torretta della caserma Gamerra di Pisa, ai piedi della quale fu ritrovato cadavere il 16 agosto 1999. Così la relazione finale della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte del militare che ha concluso i lavori dopo 20 mesi. Alla Gamerra, si legge, c’era “un’altissima, sorprendente tolleranza verso comportamenti di nonnismo” e ora “speriamo che il nostro lavoro posso restituire verità e giustizia alla memoria di Emanuele”.

E’ stato fatto, spiega la presidente della Commissione Sofia Amoddio (Pd), “un lavoro puntale ed approfondito – acquisite quasi seimila pagine di documenti e 45 audizione – che ha portato la Procura di Pisa a riaprire le indagini sul caso. Intrecciando quelli acquisiti nel 1999 dalla magistratura con nuovi elementi, la Commissione ha accertato che alla Gamerra avvenivano gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice goliardia”. “Gli elementi da noi riscontrati – prosegue Amoddio – consentono di escludere categoricamente la tesi del suicidio o di una prova di forza alla quale si voleva sottoporre Emanuele Scieri scalando la torretta, tesi che nel ’99 la catena di comando della Folgore suggerì alla magistratura. La consulenza cinematica di tecnici specializzati ha accertato che la presenza di una delle scarpe di Scieri ritrovata troppo distante dal cadavere, la ferita sul dorso del piede sinistro e sul polpaccio sinistro, sono del tutto incompatibili con una caduta dalla scala e mostrano chiaramente che il giovane é stato aggredito prima di salire sulla scaletta”.

La commissione ha fatto emergere “le falle e le distorsioni di un sistema disciplinare fuori controllo ed ha rintracciato elementi di responsabilità depositandoli presso la Procura della Repubblica di Pisa”. La presidente parla di “errori grossolani e responsabilità evidenti”, nonchè “numerose anomalie nell’effettuazione dei rilievi e dei sopralluoghi sulla scena del crimine: dalle audizioni degli stessi carabinieri che effettuarono i rilievi, apprendiamo che intervennero tre nuclei diversi dell’Arma dei Carabinieri e che le operazioni di rilevamento presero avvio in assenza del Pm e senza la presenza dei Ris. Il cadavere di Scieri fu manipolato per estrarre dal marsupio il telefono cellulare del ragazzo e risalire al suo numero di telefono”.

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